Emily Dickinson

The Complete Poems
Tutte le poesie

F1201 - 1250

Traduzione e note di Giuseppe Ierolli


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Appendice

Indice Franklin
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F1201 (1871) / J1186 (1871)

Too few the mornings be,
too scant the nights.
No lodging can be had
for the delights
that come to earth to stay,
but no apartment find
and ride away.
    Troppo pochi i mattini sono,
troppo scarse le notti.
Né alloggio si riesce ad avere
per le delizie
che arrivano sulla terra per restarci,
ma non trovano appartamenti
e corrono via.

In una lettera a Louise Norcross del luglio 1871 (L362) il cui manoscritto è perduto. La lettera è stata pubblicata nell'edizione delle Lettere del 1894, e in quella di Johnson, interamente in prosa e i (presunti) versi sono preceduti da: "This is a mighty morning. I trust that Loo is with it, on hill or pond or wheel." ("È un potente mattino. Confido che Loo sia con esso, su una collina o stagno o in carrozza.").

La vita è troppo breve e molte volte la felicità che si degna di scendere da noi non riesce a restare: troppo scarsi gli alloggi a disposizione. E così quasi sempre la vediamo andar via senza averla potuta afferrare.


F1202 (1871) / J1179 (1871)

Of so divine a Loss
We enter but the Gain,
Indemnity for Loneliness
That such a Bliss has been.
    Di una così divina Perdita
Non registriamo che il Guadagno,
Indennità per la Solitudine
Che una tale Estasi sia esistita.

I versi sono in una lettera a Susan del settembre 1871 (L364), che inizia così: "To miss you, Sue, is power. The stimulus of Loss makes most Possession mean." ("Sentire la tua mancanza, Sue, è forza. Lo stimolo della Perdita rende misero ogni Possesso.").

Il riferimento diretto della perdita è la lontananza di una persona cara (la lettera che contiene i versi fu scritta mentre Susan era dalla sorella a Geneva, New York) che viene qui trasformata in guadagno, perché il ricordo del passato compensa la solitudine del presente. Da notare l'uso di un termine "contabile" al verso 2: "enter", nel senso di "registrare i conti".


F1203 (1871) / J1171 (1870)

On the World you colored
Morning painted rose -
Idle his Vermillion
Aimless crept the Glows
Over Realms of Orchards
I the Day before
Conquered with the Robin -
Misery - how fair
Till your wrinkled Finger
Shored the Sun away
Midnight's awful Pattern
In the Goods of Day -
    Sul Mondo che coloravi
Il Mattino dipinse il rosa -
Ozioso il suo Vermiglio
Senza scopo s'infiltravano i Bagliori
Su Reami di Frutteti
Che il Giorno prima
Conquistavo col Pettirosso -
Ahimè - com'era bello
Finché il tuo Dito rugoso
Non scacciò via il Sole
Della Mezzanotte l'orribile Trama
Nei Tesori del Giorno -

Il mattino come simbolo della natura che si risveglia, con i lenti, oziosi gesti che sembrano dipingere il mondo con i colori del giorno, e un bagliore che si insinua dappertutto, rendendo regali anche i semplici frutteti. Un risveglio che è però anche preannuncio di oscurità, nell'eterno ciclo naturale della vita e della morte che non lascia spazio per le scelte. Il mondo ci sembra così bello quando è ammantato dai tesori del giorno, ma nessuno ci dà il potere di fermare il rugoso dito della notte-morte, che sembra scacciar via con un gesto imperioso il sole per far spazio alla sua oscura e terribile trama.


F1204 (1871) / J1169 (1870)

Lest they should come - is all my fear
When sweet incarcerated - here
    Che essi arrivino - è tutto ciò che temo
Vista la dolce prigione - qui

La vita è sì una prigione, ma forse più dolce e godibile di quanto sembri. Per questo la paura è che arrivino i liberatori, coloro che aprono le sbarre per farci però entrare in un mondo di cui non sappiamo nulla.


F1205 (1871) / J1193 (1871)

All men for Honor hardest work
But are not known to earn -
Paid after they have ceased to work
In Infamy or Urn -
    Tutti gli uomini per l'Onore duramente lavorano
Ma non si sa ciò che guadagnano -
Pagati dopo che hanno smesso di lavorare
Con l'Infamia o l'Urna -

Può essere letta in due modi. Gli uomini si affannano per un concetto di "onore" che il più delle volte è soltanto una vuota convenzione. Quando muoiono se va male sono magari tacciati d'infamia, altrimenti il loro guadagno sarà comunque al massimo un'urna funeraria.
Ma anche: gli uomini si affannano per un guadagno che è solo illusorio, visto che il pagamento finale sarà comunque per tutti uguale, sia nel bene che nel male.


F1206 (1871) / J1166 (1870)

Of Paul and Silas it is said
There were in Prison laid
But when they went to take them out
They were not there instead.

Security the same insures
To our assaulted minds -
The staple must be optional
That an Immortal binds.

    Di Paolo e Sila si narra
Che languivano in Prigione
Ma quando andarono a prenderli
Non erano più là.

La stessa sicurezza rassicura
Le nostre menti aggredite -
Dev'essere facoltativo il morso
Che vincola un Immortale.

Johnson annota: "L'imprigionamento di Paolo e Sila è narrato in Atti XVI, 23-40. ED sbaglia quando dice 'Non erano più là' quando, dopo il crollo della prigione [per un terremoto], il carceriere andò a prenderli: essi infatti erano rimasti all'interno del carcere. La confusione è con un brano precedente (Atti V, 18-23) in cui 'gli apostoli' erano stati liberati dal carcere dagli angeli."

La prigione che si apre con l'intervento dell'angelo diventa metafora di quella in cui siamo rinchiusi nella nostra vita-prigione. Solo una certezza può rassicurarci: questa sorta di morso che ci lega a un'esistenza così breve e piena di dubbi non può essere che "facoltativo", ovvero prima o poi ci verrà data la possibilità di liberarci e conquistare l'immortalità.
L'uso del termine "optional" al verso 7, ovvero una scelta consapevole e non un semplice affidarsi al destino che ci aspetta, rende più indeterminato il senso dei versi rispetto a, per esempio, "temporaneo, provvisorio", come se ED avesse voluto salvare l'importanza del libero arbitrio, della scelta, in un "liberarsi" che ci deve vedere comunque protagonisti e non semplici spettatori passivi.


F1207 (1871) / J1189 (1871)

The Voice that stands for Floods to me
Is sterile borne to some -
The Face that makes the Morning mean
Glows impotent on them -

What difference in Substance lies
That what is Sum to me
By other Financiers be deemed
Exclusive Property!

    La Voce che indica Diluvi per me
È per alcuni sterile rigagnolo -
Il Volto che fa misero il Mattino
Arde impotente su di loro -

Quale diversità nella Sostanza giace
Se ciò che è Somma per me
Da altri Finanzieri è giudicata
Totale Povertà!

La sostanza, il significato delle cose, non è uguale per tutti. Ciascuno di noi giudica col metro della propria mente e vede le cose in modo diverso, e spesso opposto, agli altri.
Al verso 2 "borne" (anche "bourn" o "bourne") è termine letterario che significa confine o limite. Nel Webster c'è anche il significato: "A brook; a torrent; a rivulet." anche se definito "In this sense obsolete."


F1208 (1871) / J1180 (1871)

"Remember me" implored the Thief!
Oh Hospitality!
My Guest "Today in Paradise"
I give thee guaranty.

That Courtesy will fair remain
When the Delight is Dust
With which we cite this mightiest case
Of compensated trust.

Of all we are allowed to hope
But Affidavit stands
That this was due where most we fear
Be unexpected Friends.

    "Ricordati di me" implorò il Ladro!
Oh Ospitalità!
Mio Invitato "Oggi in Paradiso"
Te ne do garanzia.

Quella Cortesia indelebile rimarrà
Quando sarà Polvere la Delizia
Con cui citiamo il più potente caso
Di ricompensata fiducia.

Di tutto ciò che ci è concesso sperare
Solo l'Affidavit resta
Che ciò fosse dovuto dove più temiamo
Di essere inaspettati Amici.

La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata a Susan nel 1873 con varianti ai versi 2-3 e 11-12, che diventano rispettivamente: "Oh Magnanimity! / My Visitor in Paradise" ("Oh Magnanimità! / Mio Ospite in Paradiso") e "That this was due, where some, we fear, / Are unexpected friends -" ("Che ciò fosse dovuto, dove un po', temiamo, / Di essere inaspettati amici -").

In Luca 23, 42-43 il ladro chiede a Cristo di ricordarsi di lui nel suo regno e Cristo risponde subito "oggi sarai con me in paradiso". Questa immediata e incondizionata promessa diventa l'affidavit ("dichiarazione giurata") del verso 10, ovvero la garanzia che il luogo che più temiamo, quell'aldilà misterioso di cui anche chi ha fede ha paura, ci accoglierà con l'ospitalità riservata ad amici che si è sempre felici di vedere.
Molto bella la seconda strofa, dove il ricordo storico della promessa di Cristo assume un carattere di perenne certezza, che supera la caducità della memoria umana.


F1209 (1871) / J1194 (1871)

Somehow myself survived the Night
And entered with the Day -
That it be saved the Saved suffice
Without the Formula.

Henceforth I take my living place
As one commuted led -
A Candidate for Morning Chance
But dated with the Dead.

    In qualche modo sopravvissi alla Notte
Ed entrai con il Giorno -
Che per essere salvi il Salvarsi basta
Senza Ricetta.

D'ora in poi occuperò il mio posto nella vita
Come chi ha una pena commutata -
Un Candidato alle Occasioni del Mattino
Ma destinato ai Morti.

Si può momentaneamente sfuggire alla notte e accompagnare il giorno nel suo ingresso nel mondo; è una salvezza che è rimedio a se stessa, nessun medico potrà mai prescriverci una ricetta per ottenerla. Eppure è una salvezza soltanto momentanea e ci fa vivere come qualcuno a cui è stata commutata una pena e sa che, comunque, prima o poi dovrà onorare il suo appuntamento con la morte.
Enigmatico l'uso di "led" al sesto verso. Nell'accezione comune è passato di "to lead" (guidare, condurre, essere a capo) ma potrebbe anche essere una diversa ortografia (attestata dal Webster) di "lead" come sostantivo (piombo) nel senso figurato di "rinchiuso"; ho perciò tradotto, come Guidacci e Virgillito, con "pena".


F1210 (1871) / J1221 (1872)

Some we see no more, Tenements of Wonder
Occupy to us though perhaps to them
Simpler are the Days than the Supposition
Their removing Manners
Leave us to presume.

That oblique Belief which we call Conjecture
Grapples with a Theme Stubborn as Sublime
Able as the Dust to equip it's feature
Adequate as Drums to enlist the Tomb.

    Quelli che non vediamo più, Alloggi di Meraviglia
Occupano per noi sebbene forse per loro
Più semplici sono i Giorni rispetto alle Ipotesi
Che i loro Modi nell'allontanarsi
Ci lasciassero presumere.

Quell'obliqua Fede che chiamiamo Congettura
Si aggrappa a un Tema Caparbio quanto Sublime
Abile come la Polvere a equipaggiare la sua forma
Adeguato come i Tamburi ad arruolare la Tomba.

Pensiamo all'aldilà come un luogo in cui la sorpresa e il mistero di chissà quali meraviglie ci attira e insieme ci respinge. Ma forse per chi lo abita è un luogo più semplice di quanto noi si possa immaginare, o almeno di quanto immaginiamo quando siamo testimoni di un evento così estraneo a noi, pur se inevitabile, come la morte. Perciò, per questo nostro non sapere avido di conoscenza, ci aggrappiamo a una fede che non è altro che congettura; una fede che siamo quasi obbligati a perseguire caparbiamente per tentare di appropriarci del sublime mistero che ci sfugge, e che riesce a vestire di immortalità la nostra nuda polvere e ad arruolare la tomba nel novero delle cose che fanno, volenti o nolenti, parte di noi.


F1211 (1871) / J1225 (1872)

It's Hour with itself
The Spirit never shows -
What Terror would enthrall the Street
Could Countenance disclose

The Subterranean Freight
The Cellars of the Soul -
Thank God the loudest Place he made
Is licensed to be still.

    La sua Ora con se stesso
Lo Spirito non mostra mai -
Che Terrore soggiogherebbe la Strada
Se in Forma concreta rivelassero

Il Sotterraneo Carico
Le Cantine dell'Anima -
Grazie a Dio il Posto più rumoroso da lui creato
È autorizzato a star zitto.

Con un'immagine potente e immediata ED ci svela la forza dell'interiorità, quel luogo che può essere considerato il più "rumoroso" creato da Dio ma al quale, fortunatamente, è stata concessa licenza di nascondersi in quelle "cantine dell'anima" che non fanno uscire alcun suono all'esterno, perché se quel suono tumultuoso venisse alla luce sarebbe più sconvolgente di qualsiasi cosa concreta che conosciamo.


F1212 (1871) / J1227 (1872)

My Triumph lasted till the Drums
Had left the Dead alone
And then I dropped my Victory
And chastened stole along
To where the finished Faces
Conclusion turned on me
And then I hated Glory
And wished myself were They.

What is to be is best descried
When it has also been -
Could Prospect taste of Retrospect
The Tyrannies of Men
Were Tenderer, diviner
The Transitive toward -
A Bayonet's contrition
Is nothing to the Dead -

    Il mio Trionfo durò finché i Tamburi
Lasciarono i Morti in pace
E allora congedai la mia Vittoria
E colpito mi aggirai a lungo
Là dove i Volti finiti
La conclusione volgevano a me
E allora odiai la Gloria
E desiderai essere dei Loro.

Ciò che sarà si scorge meglio
Quando allo stesso modo è stato -
Potesse il Futuro nutrirsi del Passato
Le Tirannie degli Uomini
Sarebbero più Lievi, più divino
L'Attraversamento -
La contrizione di una Baionetta
Non è niente per i Morti -

Un campo di battaglia visto con gli occhi di un vincitore che, passata l'eccitazione della vittoria, s'interroga sull'inutilità di quelle morti e sull'incapacità degli uomini di nutrirsi delle esperienze del passato. Gli ultimi due versi sono la constatazione di quanto poco serva alle vittime il pentimento del carnefice.
Molto suggestiva l'immagine dei versi 5 e 6, con quei volti ormai "finiti" che mostrano a chi li guarda la nuda concretezza della "conclusione", della morte.
In un'altra poesia, la J639-F704, ED descrive un campo di battaglia, stavolta con gli occhi di uno sconfitto, ma con immagini molto simili, in particolare i versi 10 e 12-13, dove le "Schegge di Vuoto - in Occhi di Ragazzi" e la "sorpresa della Morte, / Impressa chiaramente - nella Pietra -" ricordano molto da vicino i volti "finiti" di questa poesia.
Il verso 11 va letto come "Potesse la prospettiva, l'aspettativa, del futuro nutrirsi dello sguardo retrospettivo". Ho tradotto con "futuro" e "passato" per non allungare troppo il verso e cercando di mantenere la contrapposizione, che nell'originale ha anche un'accentuazione fonetica, tra "prospect" e "retrospect".


F1213 (1871) / J1224 (1872)

Like Trains of Cars on Tracks of Plush
I hear the level Bee -
A Jar across the Flowers goes
Their Velvet Masonry

Withstands until the sweet Assault
Their Chivalry consumes -
While He, victorious tilts away
To vanquish other Blooms.

    Come Carovane di Carri su Piste di Felpa
Odo l'Ape uniforme -
Scorre un fremito tra i Fiori
Le loro Mura Vellutate

Resistono finché il dolce Assalto
Non consuma la loro Cavalleria -
Mentre Lei, vittoriosa si slancia
Alla conquista di altri Fiori.

L'uniforme ronzio delle api, una costante compagnia sonora della bella stagione, si trasforma in un dolce e fremente assalto alle cittadelle dei fiori, che sembrano perdere la battaglia senza troppo preoccuparsene.
Nel penultimo verso ED usa il verbo "to tilt" (il cui significato principale è "correre o cavalcare e colpire con una lancia; partecipare a un torneo cavalleresco"), in evidente relazione con la "cavalleria" del verso precedente.


F1214 (1871) / J1256 (1873)

Not any higher stands the Grave
For Heroes than for Men -
Not any nearer for the Child
Than numb Three score and Ten -

This latest Leisure equal lulls
The Beggar and his Queen -
Propitiate this Democrat
A Summer's Afternoon -

    Non più alta si erge la Tomba
Per gli Eroi che per gli Uomini -
Non più vicina al Fanciullo
Che al fiacco Settuagenario -

Questo estremo Riposo del pari culla
Il Mendicante e la sua Regina -
Propizi questa Democratica
Un Pomeriggio d'Estate -

La poesia, insieme ad altre due (J1255-F1298 e J1257-F1299), era acclusa a un biglietto spedito a Higginson (L396) con queste parole: "Could you teach me now?" ("Potrebbe insegnarmi ora?").
C'è anche una copia nei fascicoli, nella quale al verso 5 "Leisure" e "lulls" sono varianti sottolineate di "Castle" e "holds".

La tomba è un luogo molto democratico, non fa distinzioni di fama, di età o di rango. Ma allora potremmo chiedere a questa tomba così democratica di farci ancora gustare, pur nel suo freddo recesso, almeno un po' dello splendore di un pomeriggio d'estate.
Al verso 4 l'espressione "Three score and Ten" significa "tre venti e dieci", ovvero settanta, un'espressione analoga al novanta francese "quatre-vingt-dix". Una definizione di "Score" nel Webster è: "una tacca o incisione, quindi, il numero venti. I nostri progenitori, prima della nascita della scrittura, numeravano e tenevano i conti intagliando tacche su un ramo o un pezzo di legno, dove una tacca rappresentava venti unità."


F1215 (1871) / J1280 (1873)

The harm of Years is on him -
The infamy of Time -
Depose him like a Fashion
And give Dominion room -

Forget his Morning Forces -
The Glory of Decay
Is a minuter Pageant
Than least Vitality.

    Il male degli Anni è su di lui -
L'infamia del Tempo -
Deponilo come una Moda
E lascia spazio alla Sovranità -

Dimentica la Forza dei suoi Albori -
La Gloria del Decadimento
È uno Sfoggio più minuscolo
Della più esigua Vitalità.

Quando il corpo è ormai vecchio e stanco bisogna saperlo mettere da parte per lasciare spazio alla sovranità dell'anima, senza rimpiangere le energie della giovinezza, perché cercare di abbellire il decadimento, di rivendicarne le glorie, è uno sfoggio inutile: sarà sempre soccombente di fronte all'energia e alla vitalità di un corpo giovane, anche del meno dotato.
Nel manoscritto c'è una variante per gli ultimi due versi: "Is a denuded Pageant / Beside Vitality." ("È un denudato Sfoggio / Distinto dalla Vitalità."), dove la "gloria del decadimento" diventa uno sfoggio senza attrattive, che non ha niente a che vedere con la vera vitalità.


F1216 (1871) / J1259 (1873)

A Wind that rose though not a Leaf
In any Forest stirred -
But with itself did cold engage
Beyond the realm of Bird.

A Wind that woke a lone Delight
Like Separation's Swell -
Restored in Arctic confidence
To the invisible.

    Un Vento che si alzò benché non una Foglia
In qualsiasi Foresta si agitasse -
Solo con se stesso freddo si impegnò
Oltre il reame degli Uccelli.

Un Vento che risvegliò una solitaria Delizia
Come l'Ondata della Separazione -
Riportato ad Artica confidenza
Con l'invisibile.

Esistono quattro manoscritti di questa poesia, con testi sostanzialmente invariati anche se parziali. Quella che segue è la ricostruzione di Franklin:
A) Inviata in una lettera a Susan, che si stava riprendendo da una malattia (L407, datata 1874 da Johnson - manca la parte finale della lettera con gli ultimi due versi); i versi sono preceduti da "I am greedy to see you. Your Note was like the Wind. The Bible chooses that you know to define the Spirit." ("Sono ansiosa di vederti. Il tuo Biglietto è stato come il Vento. La Bibbia vuole che tu sappia definire lo Spirito.").
B) Trascritta nei fascicoli con una variante: "commune" (che può essere tradotto con "intrattenersi") al posto di "engage" al verso 3. Il termine precedente è stato cancellato, evidentemente per indicare una scelta precisa; ho scelto di riportare questa versione ma ho mantenuto "engage" perché ED non ha poi adottato questa variante in nessuna delle copie ulteriori.
C) Copia di cui non si conosce l'eventuale destinazione. Uguale nel testo ma senza divisione in strofe e con il primo verso scritto come se dovesse essere suddiviso in due ("A Wind that rose / Though not a Leaf").
D) Gli ultimi quattro versi concludono una lettera a Higginson del gennaio 1874 (L405), preceduti da: "I was re-reading "Oldport". / Largest last, like Nature. / Was it you that came?" ("Stavo rileggendo 'Oldport'. / Più ampia l'ultima, come la Natura. / È proprio lei che è venuto?"). Higginson era stato ad Amherst per la seconda e ultima volta nel dicembre dell'anno precedente. "Oldport Days" era il titolo di un libro di Higginson pubblicato nel 1873.

In entrambe le lettere in cui è contenuta (in tutto o in parte) la poesia i versi sono preceduti da frasi che parlano di separazioni: Susan chiusa in casa perché ammalata, Higginson visto il mese precedente ad Amherst (in quest'ultima lettera ED dice anche: "Of your flitting Coming it is fair to think. Like the Bee's Coupe - vanishing in Music." ("Alla sua fuggevole visita è bello pensare. Come il Cocchio dell'Ape - che svanisce nella Musica.") Il tema di questa poesia sembra proprio la "separazione" del sesto verso, paragonata a un vento freddo che colloquia solo con se stesso e riconduce la gioia del ricordo al nostro rapporto interiore con l'invisibile, un rapporto "artico" perché solitario e privo di manifestazioni esteriori, come quel vento che nella prima strofa soffia senza agitare le foglie.
"L'invisibile" dell'ultimo verso può essere sia la nostra interiorità, sia l'oggetto della separazione, ormai invisibile ai nostri occhi.
Il "restored" del penultimo verso può essere riferito al vento del primo verso della strofa o alla separazione del secondo; nella traduzione ho scelto la prima ipotesi, influenzato anche dalla punteggiatura.


F1217 (1871) / J1269 (1873)

I worked for chaff and earning Wheat
Was haughty and betrayed.
What right had Fields to arbitrate
In matters ratified?

I tasted Wheat and hated Chaff
And thanked the ample friend -
Wisdom is more becoming viewed
At distance than at hand.

    Lavorai per la paglia e ricevetti Grano
Mi sentii altezzosa e tradita.
Che diritto avevavo i Campi di intromettersi
In materie ratificate?

Assaggiai il Grano e odiai la Paglia
E ringraziai il generoso amico -
La saggezza diventa più visibile
A distanza che da vicino.

La saggezza si acquista soltanto con l'esperienza, e per sperimentare ci vuole tempo. Molte volte le cose che appaiono tradire le nostre aspettative si rivelano poi positive.


F1218 (1871) / J1274 (1873)

The Bone that has no Marrow,
What Ultimate for that?
It is not fit for Table
For Beggar or for Cat -

A Bone has obligations -
A Being has the same -
A Marrowless Assembly
Is culpabler than shame -

But how shall finished Creatures
A function fresh obtain?
Old Nicodemus' Phantom
Confronting us again!

    L'Osso che non ha Midollo,
Che Utilizzo farne?
Non è adatto per la Tavola
Per il Mendicante o per il Gatto -

Un Osso ha obblighi -
Un'Esistenza lo stesso -
Un Insieme senza Midollo
È più colpevole di un'onta -

Ma come faranno Creature concluse
A ottenere una rinnovata funzione?
Il Fantasma del vecchio Nicodemo
Ancora di fronte a noi!

Le prime due strofe sembrerebbe invitarci a una sorta di continua rigenerazione che giustifichi l'esistenza, mentre la domanda all'inizio della terza strofa chiarisce che ED sta parlando del mistero della rinascita dopo la morte, possibile solo se l'osso-vita contiene veramente il midollo-anima.
L'incontro con Nicodemo, a cui Gesù dice che nessuno può vedere il regno di Dio se non nasce di nuovo, è narrato in Giovanni 3,1-21. I due versi che precedono la citazione del personaggio dei Vangeli sono un diretto riferimento alla successiva domanda di Nicodemo: "Come può un uomo rinascere quand'è vecchio? Può forse rientrare nel seno della madre e nascere?". ED fa propria l'ingenua domanda di Nicodemo, come se si chiedesse "ma come farà mai la morte a diventare una rinascita?" (vedi anche la J140-F90).


F1219 (1871) / J1223 (1872)

Who goes to dine must take his Feast
Or find the Banquet mean -
The Table is not laid without
Till it is laid within.

For Pattern is the Mind bestowed
That imitating her
Our most ignoble Services
Exhibit worthier.

    Chi va a pranzo deve portare le sue Provviste
O troverà misero il Banchetto -
La Tavola non è pronta fuori
Finché non è pronta dentro.

A Modello la Mente ci fu concessa
Affinché imitandola
I nostri Servizi più modesti
Figurino più degni.

La forza della mente, della nostra interiorità, rende misera qualsiasi ricchezza esteriore. Soltanto cercando di imitarne la grandezza riusciremo a far apparire nobili le nostre azioni più umili.


F1220 (1871) / J1226 (1872)

The Popular Heart is a Cannon first -
Subsequent a Drum -
Bells for an Auxiliary
And an Afterward of Rum -

Not a Tomorrow to know it's name
Nor a Past to stare -
Ditches for Realms and a Trip to Jail
For a Souvenir.

    Nel Cuore della Gente prima c'è un Cannone -
Subito dopo un Tamburo -
Campane come Ausilio
E un Seguito di Rum -

Non un Domani per saperne il nome
Non un Passato da contemplare -
Fossati per Reami e una Gita al Carcere
Come Souvenir.

La gente in genere apprezza l'esteriorità, il divertimento rumoroso e inebriante. Non ha curiosità per il futuro né capacità di imparare dal passato. Il suo regno non è il castello che svetta verso il cielo ma il fossato ancorato alla terra, e il suo viaggio preferito, quello che riempie poi i ricordi, è nelle prigioni della concretezza e non nelle vaste regioni della fantasia. Al primo verso ho tradotto "popular" con "gente" perché il termine "nel cuore del popolo" avrebbe avuto una connotazione quasi di classe, mentre è probabile che qui ED stia parlando della maggioranza, senza distinguere fra classi ma piuttosto fra chi guarda soltanto agli effimeri e chiassosi godimenti materiali e chi invece cerca di rivolgere lo sguardo sia verso l'alto che verso quella silenziosa, eppure così "rumorosa", interiorità della J1225-F1211.
Nel Webster alla fine delle definizioni di "popular" c'è questa nota: "Popular, almeno negli Stati Uniti, non è sinonimo di volgare [nel senso di "attinente al volgo"]; quest'ultimo termine è applicato alla classi più basse della società, gli analfabeti e tutti quelli di basso ceto; l'altra si riferisce all'insieme della società."


F1221 (1871) / J1230 (1872)

It came at last but prompter Death
Had occupied the House -
His pallid Furniture arranged
And his metallic Peace -

Oh faithful Frost that kept the Date
Had Love as punctual been
Delight had aggrandized the Gate
And blocked the coming in.

    Finalmente arrivò ma più pronta la Morte
Aveva occupato la Casa -
I suoi pallidi Arredi sistemato
E la sua metallica Pace -

Oh Gelo che fedele rispettasti la Data
Fosse stato l'Amore così puntuale
La Gioia avrebbe dilatato il Cancello
E bloccato l'entrare.

L'amore arriva spesso troppo tardi, quando ormai la morte, gelida e puntuale, ha preso possesso di quella casa che poteva essere felice. Forse l'amore, se fosse stato altrettanto puntuale, sarebbe riuscito a sconfiggere il gelo con il calore della gioia, un calore che sarebbe stato capace di far diventare grande e inespugnabile quel cancello che si è invece aperto a quell'ospite non invitato.


F1222 (1871) / J1191 (1871)

The pungent Atom in the Air
Admits of no debate -
All that is named of Summer Days
Relinquished our Estate -

For what Department of Delight
As positive are we
As Limit of Dominion
Or Dams - of Extasy -

    Il pungente Atomo nell'Aria
Non ammette discussioni -
Tutto ciò che chiamavamo Giorni D'Estate
Abbandona il nostro Regno -

Per quale Territorio di Delizia
Tanto edotti ne siamo
Quanto del Limite della Sovranità
O delle Dighe - dell'Estasi -

L'arrivo dell'inverno, col suo gelo pungente, non ammette discussioni: ormai l'estate se n'è andata, ha abbandonato quella natura che vorremmo sempre rigogliosa e splendente. Ma dove va l'estate quando ci abbandona? quali territori riempie con le delizie delle sue giornate? è una domanda di cui non conosciamo la risposta, così come non sappiamo i limiti di ciò che crediamo di poter dominare e di quelle barriere che ci separano dalla felicità perfetta.
Come in molte poesie di ED l'estate è simbolo di gioia e l'inverno del suo contrario, e la fuga dell'estate può essere ovviamente letta come lo sfuggirci della felicità e della gioia, che durano sempre troppo poco.
Ai versi 4 e 7 ho tradotto "Estate" e "Dominion" (letteralmente "Patrimonio" e "Dominio") con "Regno" e "Sovranità" per mantenere la relazione che credo esista fra i due termini: l'estate abbandona il regno in cui viviamo - la natura -, ma è un regno che non sappiamo quanto ci appartenga veramente e quanto invece sia al di là delle nostre possibilità di comprensione.


F1223 (1871) / J1205 (1872)

Immortal is an ample word
When what we need is by
But when it leaves us for a time
'Tis a nescessity.

Of Heaven above the firmest proof
We fundamental know
Except for it's marauding Hand
It had been Heaven below -

    Immortale è un'ampia parola
Quando quel che ci serve è qui
Ma quando ci lascia per un momento
È una necessità.

Del Cielo lassù la prova più salda
I fondamenti conosciamo
Salvo per la sua Mano predatrice
Sarebbe stato Cielo quaggiù -

La seconda strofa (con l'aggiunta di un trattino alla fine del secondo verso) fu inserita da ED in una lettera del marzo 1872 (L371), scritta a T.W. Higginson in occasione della morte del fratello, Francis John Higginson, avvenuta il 9 dello stesso mese, di cui aveva dato notizia lo "Springfield Republican" parlandone come di "uno dei pionieri della causa anti-schiavista."

Il concetto di "immortale" ha un significato ampio e generico; diventa necessario e specifico quando cominciano a mancarci coloro che amiamo. La fede ci dà l'insondabile certezza di ciò che ci aspetta lassù, ma rimane l'amara constatazione che, se non fosse per la mano predatrice della morte, il cielo avrebbe potuto anche dimorare quaggiù.
Probabile che il "for a time" del terzo verso sia riferito al tempo che intercorre fra la morte di qualcuno che ci è caro e la nostra di morte, quando l'immortalità significherà un perenne ricongiungimento.
Sia Johnson che Franklin indicano che la versione nei fascicoli (quella completa) è anteriore alla trascrizione della seconda strofa nella lettera a Higginson per la morte del fratello. Probabilmente ED lesse la notizia sullo "Springfield Republican" e decise che quei versi, scritti poco tempo prima, erano adatti a una lettera di condoglianze.


F1224 (1871) / J1199 (1871)

Are Friends Delight or Pain?
Could Bounty but remain
Riches were good -

But if they only stay
Ampler to fly away
Riches are sad.

    Sono gli Amici Delizia o Pena?
Potesse un tal Regalo restare
La Ricchezza sarebbe bella -

Ma se essi sostano soltanto
Per più lontano ripartire
La Ricchezza è triste.

La gioia e la tristezza sono sentimenti che non hanno confini precisi. Come tante altre cose, anche l'amicizia può darci sia gioia che dolore.


F1225 (1871) / J1278 (1873)

The Mountains stood in Haze -
The Valleys stopped below
And went or waited as they liked
The River and the Sky.

At leisure was the Sun -
His interests of Fire
A little from remark withdrawn -
The Twilight spoke the Spire.

So soft upon the Scene
The Act of evening fell
We felt how neighborly a thing
Was the Invisible.

    I Monti ritti nella Nebbia -
Le Valli bloccate giù in basso
E in moto o in attesa a loro scelta
Il Fiume e il Cielo.

A riposo era il Sole -
I suoi interessi di Fuoco
Un po' sottratti allo sguardo -
Il Crepuscolo rivelava la Guglia.

Così soffice sulla Scena
L'Atto della sera calò
Che sentimmo quanto intima cosa
Fosse l'Invisibile.

La visione del tramonto, quando il sole ritrae i suoi raggi di fuoco e ci permette di vedere meglio le cose che ci circondano, ci fa sentire più vicino l'invisibile, quella notte che ci attende e che ci sembra meno oscura ed estranea se la vediamo come il necessario epilogo di uno spettacolo così bello.
Al verso 8 "spoke" può significare "parlare" ma anche "celebrare, esibire, far conoscere". Ho interpretato il verso (anche in relazione con i due che lo precedono) come: "il crepuscolo rendeva più visibile la guglia, perché il sole aveva sottratto al nostro sguardo i suoi raggi infuocati e la luce più soffusa ci permetteva di guardare meglio in alto."


F1226 (1871) / J1231 (1872)

Somewhere upon the general Earth
Itself exist Today -
The Magic passive but extant
That consecrated me -

Indifferent Seasons doubtless play
Where I for right to be -
Would pay each Atom that I am
But Immortality -

Reserving that but just to prove
Another Date of Thee -
Oh God of Width, do not for us
Curtail Eternity!

    Da qualche parte sull'indistinta Terra
Esiste Oggi -
La Magia passiva ma presente
Che mi consacrò -

Stagioni indifferenti certamente giocano
Dove io per il diritto d'essere -
Pagherei ogni Atomo che sono
Tranne l'Immortalità -

Riservando questa solo per provare
Un altro Tempo di Te -
Oh Dio della Vastità, per noi
Non abbreviare l'Eternità!

L'amato è lontano, eppure in una qualche parte del mondo esiste questa magia che mi ha consacrato a lui, un luogo dove altri lo guardano indifferenti e dove io invece darei tutta me stessa per esserci. Soltanto una cosa serberei gelosamente: il mio diritto all'eternità, per godere di te in un tempo diverso da quello che viviamo qui; per questo prego Dio di non accorciare questa eternità che è la mia unica speranza.
Il "passive" del terzo verso può far pensare a due cose: un amore di cui l'altro è soggetto passivo, quasi inconsapevole, o anche un amore "passivo" nel senso di "non attivo", che non ha potuto dispiegarsi alla luce del sole.


F1227 (1871) / J1183 (1871)

Step lightly on this narrow spot -
The broadest Land that grows
Is not so ample as the Breast
These Emerald Seams enclose.

Step lofty, for this name be told
As far as Cannon dwell
Or Flag subsist or Fame export
Her deathless syllable.

    Passa lievemente su questo stretto punto -
La Landa che più vasta si estende
Non è così ampia come il Seno
Che questi Orli di Smeraldo racchiudono.

Passa solenne, affinché questo nome risuoni
Fin dove il Cannone dimora
O una Bandiera resista o la Fama esporti
La sua sillaba immortale.

La versione riportata è quella trascritta nei fascicoli. Una copia praticamente identica era acclusa in una lettera del novembre 1871 a T. W. Higginson (L368). Esistono poi altre due manoscritti: uno inviato a Susan che comprende soltanto la prima strofa, con la variante "Heart" al posto di "Breast" al terzo verso, e uno annotato sul lembo di una busta (PF98), con due soli versi che potrebbero essere una variante degli ultimi due della poesia intera: "Or Fame erect / her siteless Citadel -" ("O la Fama eriga / la sua incorporea Cittadella -). Sullo stesso lembo di busta sono i due versi della J1534-F1195.

La poesia fu pubblicata nel 1891 col titolo "Epitaffio". Nella prima strofa l'esortazione è ad inoltrarsi con leggerezza in quel misterioso mondo racchiuso da orli di smeraldo, più esteso di qualsiasi cosa esista su questa terra. Una visione della morte come un viaggio in territori sconosciuti ma non bui e misteriosi, anzi impreziositi da confini che fanno immaginare una sorta di Eldorado fantastico. Nella seconda i riferimenti al cannone e alla bandiera possono far pensare a qualcuno morto in battaglia, immortalato da una fama che trasforma la morte in perenne ricordo.


F1228 (1871) / J1301 (1874)

I cannot want it more -
I cannot want it less -
My Human Nature's fullest force
Expends itself on this.

And yet it nothing is
To him who easy owns -
Is Worth itself or Distance -
He fathoms who obtains.

    Non posso volerne di più -
Non posso volerne di meno -
L'intera forza della mia Natura Umana
Si esaurisce su di essa.

Eppure è cosa da nulla
Per chi facilmente la possiede -
È Valore o Distanza -
La domina chi la ottiene.

La cosa a cui teniamo di più non può essere mercanteggiata, dobbiamo usare tutta la nostra energia per ottenerla completamente, nulla di più o di meno di ciò che è. Per chi ce l'ha senza sforzo non significa nulla, e soltanto chi la ottiene lottando riuscirà a dominarla, a capirne il valore e ad annullare la distanza che ci separa da essa.


F1229 (1871) / J1184 (1871)

The Days that we can spare
Are those a Function die
Or Friend Or Nature - stranded then
In our Economy

Our Estimates a Scheme -
Our Ultimates a Sham -
We let go all of Time without
Arithmetic of him -

    I Giorni di cui potremmo fare a meno
Sono quelli in cui una Facoltà muore
O un Amico O la Natura - incagliati allora
Nella nostra Economia

Le nostre Stime un Progetto -
I nostri Traguardi un'Illusione -
Lasciamo passare il Tempo senza
La sua Aritmetica -

La versione riportata è quella acclusa in una lettera del novembre 1871 a T. W. Higginson (L368). In quella trascritta nello stesso anno nei fascicoli i primi due versi della seconda strofa sono "Our Estimates forsook / Our Affluence a Whim" ("Le nostre Stime abbandonate / La nostra Opulenza una Fantasia"). Ci sono poi delle varianti sottolineate (vedi immagine sotto) che li trasformano in quelli della poesia inviata a Higginson.


Ci sono giorni di cui faremmo volentieri a meno, che fanno perdere ogni valore a tutto ciò che riempie la nostra vita e nei quali il tempo trascorre senza che quasi ce ne accorgiamo.
Molto bella l'immagine dell'ultimo verso, con il tempo che sembra come congelato, senza più la sua "aritmetica", ovvero quello scorrere continuo rappresentato dai numeri nei quadranti degli orologi.


F1230 (1871) / J1188 (1871)

'Twas fighting for his Life he was -
That sort accomplish well -
The Ordnance of Vitality
Is frugal of it's Ball.

It aims once - kills once - conquers once -
There is no second War
In that Campaign inscrutable
Of the Interior.

    Era per la sua Vita che stava combattendo -
Un compito da eseguire ad arte -
L'Artiglieria della Vitalità
È parca di Proiettili.

Mira una volta - uccide una volta - conquista una volta -
Non c'è una seconda Guerra
In quella Campagna imperscrutabile
Dell'Interiorità.

La battaglia della vita è apparentemente meno cruenta di quelle che si combattono a colpi di artiglieria, ma richiede assoluta precisione perché le munizioni a disposizione sono molto poche e ogni colpo deve andare a segno. E se nelle battaglie campali possiamo sempre sperare in una rivincita, in quelle della vita, che si svolgono nel nostro intimo, non ci è quasi mai offerta una seconda possibilità.


F1231 (1871) / J1318 (1874)

Frigid and sweet Her parting Face -
Frigid and fleet my Feet -
Alien and vain whatever Clime
Acrid whatever Fate -

Given to me without the Suit
Riches and Name and Realm -
Who was She to withold from me
Penury and Home?

    Gelido e dolce il Suo Volto di addio -
Gelidi e svelti il miei Passi -
Estraneo e vano qualsiasi Luogo
Aspro qualsiasi Fato -

A me dati senza Richiesta
Ricchezza e Nome e Regno -
Chi era Lei per sottrarre a me
Penuria e Casa?

Anche se qui ED usa, contrariamente al solito, il genere femminile, il soggetto della poesia sembra proprio la morte, appena addolcita dallo "sweet" del primo verso, che però potrebbe anche far pensare alla gelida ipocrisia di chi sa che sta per portarci in un luogo estraneo, inconsistente e vuoto come il nulla, verso un destino comunque aspro e amaro per il nostro palato mortale. Nella seconda strofa c'è come una ribellione verso chi ha la presunzione di donarci la ricchezza della vita immortale e un posto nel regno dei cieli, senza tener conto che noi saremmo ben felici di tenerci la povertà della nostra semplice vita mortale.
Al verso 5 "Suit" può essere inteso come "petizione, domanda" ma anche come "seguito" nel senso di "seguito di un nobiluomo di un sovrano". In questa seconda accezione il significato dei primi due versi della strofa diventerebbe "mi viene data una ricchezza, un nome, un regno, senza nulla intorno, lasciandomi nella gelida solitudine dell'immortalità".


F1232 (1871) / J1192 (1871)

An honest Tear
Is durabler than Bronze -
This Cenotaph
May each that dies -

Reared by itself -
No Deputy suffice -
Gratitude bears
When Obelisk decays

    Una Lacrima sincera
È più duratura del Bronzo -
Questo Cenotafio
Può ognuno che muore -

Innalzare da sé -
Delegare non basta -
La Gratitudine resiste
Quando l'Obelisco rovina

Se il ricordo fa versare una lacrima sincera non c'è altro cenotafio che possa esserle paragonato, perché per costruire un monumento alla memoria basta dare l'incarico a qualcuno, ma per far versare una lacrima vera conta soltanto quello che siamo stati.


F1233 (1871) / J1197 (1871)

I should not dare to be so sad
So many Years again -
A Load is first impossible
When we have put it down -

The Superhuman then withdraws
And we who never saw
The Giant at the other side
Begin to perish now.

    Non oserei essere così triste
Per così tanti Anni ancora -
Un Fardello diventa impossibile
Quando lo abbiamo deposto -

Il Sovrumano allora si ritrae
E noi che non vedemmo mai
Il Gigante sull'altra sponda
Iniziamo subito a morire.

Una volta deposto, il fardello del dolore diventa impossibile da sopportare. In quel momento la forza sovrumana che ci aveva consentito di andare avanti, quasi senza guardare né il mondo che ci circonda né quello che ci aspetta sull'altra sponda, si ritrae e, paradossalmente, ci lascia come svuotati e con una maggiore consapevolezza dell'approssimarsi della morte.


F1234 (1871) / J1182 (1871)

Remembrance has a Rear and Front.
'Tis something like a House -
It has a Garret also
For Refuse and the Mouse -

Besides the deepest Cellar
That ever Mason laid -
Look to it by it's Fathoms
Ourselves be not pursued -

    Il Ricordo ha un Retro e una Facciata.
È un po' come una Casa -
Ha una Soffitta anche
Per Rimasugli e Topi -

E poi la più profonda Cantina
Che mai Muratore abbia scavato -
Attenzione dai suoi Abissi
A non essere perseguitati -

La versione riportata è quella acclusa in una lettera del novembre 1871 a T. W. Higginson (L368). Quella trascritta lo stesso anno nei fascicoli è probabilmente precedente, visto che gli ultimi due versi: "Leave me not ever there alone / Oh thou Almighty God!" ("Non lasciarmi mai là da sola / Oh tu Onnipotente Iddio!") sono cancellati e sostituiti con quelli della copia inviata a Higginson (in un primo momento ED aveva scritto "Contents" -"Contenuti" - al posto di "Fathoms", parola poi cancellata e sostituita da quest'ultima).
La poesia fu anche inviata a Susan e alle cugine Louise e Frances Norcross; i manoscritti sono perduti e il testo è sopravvissuto grazie alla trascrizione che ne fecero le destinatarie. Sono entrambe uguali a quella inviata a Higginson, eccetto per il penultimo verso della versione di Susan, che ha "the Contents" al posto di "it's Fathoms".

La nostra memoria ha la capacità di immagazzinare molti ricordi, e, come in una casa, ci sono quelli più visibili, quelli più nascosti e infine quelli che faremmo bene a lasciare sepolti, come se fossero in una profonda e inaccessibile cantina. Sono questi quelli più pericolosi, quelli dai quali bisogna guardarsi, perché se riemergono dai loro abissi potrebbero occupare tutto il nostro spazio vitale, e potremmo non essere più capaci di riportarli di nuovo là in fondo.


F1235 (1871) / J1200 (1871)

Because my Brook is fluent
I know 'tis dry -
Because my Brook is silent
It is the Sea -

And startled at it's swelling
I try to flee
To where the Strong assure me
Is "no more Sea" -

    Poiché il mio Ruscello scorre
So che è in secca -
Poiché il mio Ruscello tace
Esso è il Mare -

E sgomenta al suo gonfiarsi
Cerco di fuggire
Là dove i Forti mi assicurano
Che "non c'è più Mare" -

Una metafora della poesia, quel ruscello che sgorga dalla mente di ED, vista essenzialmente come momento di scoperta interiore, il cui valore non si misura dal rumore esterno dell'acqua che vi scorre. È nei momenti di silenzio che quel ruscello diventa una mare, la cui immensità ci sgomenta e ci fa desiderare di sfuggirlo per non esserne travolti.
Nell'ultimo verso il "no more Sea" tra virgolette fa pensare a una citazione, con tutta probabilità tratta dall'Apocalisse 21,1: "And I saw a new heaven and a new earth: for the first heaven and the first earth were passed away; and there was no more sea." ("Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c'era più."). La citazione spiega anche chi siano i "Forti" del penultimo verso: coloro che vivono ormai nel nuovo cielo e nella nuova terra, dove il mare dei sentimenti mortali non ha più alcun significato.


F1236 (1871) / J1185 (1871)

A little Dog that wags his tail
And knows no other joy
Of such a little Dog am I
Reminded by a Boy

Who gambols all the living Day
Without an earthly cause
Because he is a little Boy
I honestly suppose -

The Cat that in the Corner dwells
Her martial Day forgot
The Mouse but a Tradition now
Of her desireless Lot

Another class remind me
Who neither please nor play
But not to make a "bit of noise"
Beseech each little Boy -

    Un Cagnolino che agita la coda
E non conosce altra gioia
A un Cagnolino così mi fa
Pensare un Ragazzo

Che fa capriole tutto il santo Giorno
Senza bisogno di un motivo
Perché è un Ragazzino
In fin dei conti credo -

La Gatta che in un Angolo si accomoda
Il suo bellicoso Giorno dimenticato
Il Topo adesso soltanto una Consuetudine
Del suo svogliato Destino

Altri tipi mi ricorda
Che non godono né giocano
Ma di non fare nemmeno un "po' di chiasso"
Chiedono a ogni Ragazzino -

Johnson annota che "Questi versi furono evidentemente composti pensando al nipote Ned, che in quel periodo aveva dieci anni." Oltre alla versione riportata sopra, trascritta nei fascicoli, ce n'è un'altra con i soli ultimi otto versi e qualche variante; il manoscritto è perduto ed è conosciuta in quanto pubblicata da Martha Dickinson Bianchi nel numero CXV dell'Atlantic Monthly del 1915:

The cat that in the corner sits
Her martial time forgot -
The rat but a tradition now
Of her desireless lot,
Another class remind me of -
Who neither please nor play,
But - "not to make a bit of noise"
Adjure each little boy!
    La gatta che in un angolo si accuccia
Il suo bellicoso momento dimenticato -
Il ratto adesso soltanto una consuetudine
Del suo svogliato destino,
Altri tipi mi ricorda -
Che non godono né giocano,
Ma - di "non fare nemmeno un po' di chiasso"
Ingiungono a ogni ragazzino!

In calce alla poesia appare un post scriptum: "P.S. - Grandma characteristically hopes Neddy will be a good boy. Obtuse ambition of Gramdma's! ("P.S. - La Nonna ovviamente spera che Neddy sarà una bravo ragazzo. Ottusa ambizione delle Nonne!").
In realtà questa aggiunta (come ci spiegano sia Johnson che Franklin) è tratta da una lettera dell'estate 1866 a Susan (L320): "Grandma 'hoped' characteristically 'he would be a very good Boy'. 'Not very dood' he said, sweet defiant child! Obtuse ambition of Grandmamas!" ("La Nonna 'sperava' ovviamente 'che sarebbe stato un gran bravo ragazzo'. 'Non troppo stupido' diceva lui, dolce e spavaldo bambino! Ottusa ambizione delle Nonne!") ["dood" significa "stupido, sempliciotto"; qui va letto come una storpiatura infantile di "good" o anche come un impertinente gioco di parole dello "spavaldo bambino"].
I versi della zia dovevano essere rimasti in mente al nipote, che in una lettera del 2 gennaio 1895 alla madre, parlando della sua avversione per il freddo invernale, scrive: "Ma direi che, in un giorno o due, lo dimenticherò del tutto, e sarò felice come la gatta di zia Emily 'col suo svogliato destino'!!!").

Una poesia dedicata al nipotino Ned, dove la difesa di quel bambino probabilmente irrequieto e chiassoso diventa un'accusa per i "grandi", non più stimolati dal piacere di giocare, e di vivere, e capaci soltanto di chiedere, o imporre nella seconda versione, un silenzio e una severità estranee alla natura di una mente infantile e giocosa.
L'ultima strofa ricorda la J613-F445: "Come quando da Ragazzina / Mi mettevano nello Sgabuzzino - / Perché mi volevano 'tranquilla' -"


F1237 (1871) / J1187 (1871)

Oh Shadow on the Grass!
Art thou a step or not?
Go make thee fair, my Candidate -
My nominated Heart!

Oh Shadow on the Grass!
While I delayed to dress
Some other thou did'st consecrate -
Oh unelected Face!

    Oh Ombra sull'Erba!
Sei tu un passo o no?
Va a farti bello, mio Candidato -
Mio designato Cuore!

Oh Ombra sull'Erba!
Mentre mi attardavo a vestirmi
Qualcun altro hai tu consacrato -
Oh Volto non eletto!

L'attesa di qualcosa che sembra finalmente arrivare. Allora ci si va a far belli, per ricevere degnamente l'ospite così atteso. Ma il ritardo è fatale e in quel breve spazio di tempo qualcun altro è riuscito a sostituire quel cuore che sembrava ormai designato. Non resta che un volto deluso da quella speranza, che sembrava così a portata di mano.
Ho scelto la prima versione, quella trascritta nei fascicoli. Ne esiste un'altra, senza divisione in strofe e con modifiche al verso 6: "delay to guess" al posto di "delayed to dress" ("guess" è segnato come variante anche nella versione dei fascicoli) e al verso 7: "wilt" al posto di "did'st". Preferisco "dress" a "guess" per lo stesso motivo descritto da Errante (1959): "Mentre indugio a indovinare non ha la immediatezza di Mentre io indugiavo a vestirmi, tutta legata all'esortazione del terzo verso (Va a farti bello), e al grido di rimpianto dell'ultimo, rivolto non al cuore, che non è più candidato, ma al viso, che ne rispecchia il tormento."


F1238 (1871) / J1196 (1871)

To make Routine a Stimulus
Remember it can cease -
Capacity to terminate
Is a specific Grace -
Of Retrospect the Arrow
That power to repair
Departed with the torment
Become, alas, more fair -
    Per fare della Routine uno Stimolo
Ricorda che può cessare -
La capacità di concludere
È una specifica Grazia -
Della Memoria la Freccia
Quel potere di riparare
Spartito con il tormento
Diventa, ahimè, più caro -

L'abitudine può anche diventare uno stimolo, se ci rendiamo conto che prima o poi finirà, o anche che prima o poi ci sarà un cambiamento. Ma come l'abitudine può diventare uno stimolo, così quella consapevolezza che tutto passa fa sì che il momento del dolore conviva con la sua caducità, e questa sensazione che esista comunque il potere di riparare ai danni del tormento, diventa, nostro malgrado, più cara di quella freccia che altrimenti si conficcherebbe indelebilmente nella nostra memoria.


F1239 (1871) / J1209 (1872)

To disappear enhances -
The Man that runs away
Is tinctured for an instant
With Immortality

But yesterday a Vagrant
Today, in Memory lain
With superstitious value -
We tamper with again

But Never - far as Honor
Withdraws the worthless Thing
And impotent to cherish
We hasten to adorn -

Of Death the sternest function
That just as we discern
The Excellence defies us -
Securest gathered then

The Fruit perverse to plucking
But leaning to the Sight
With the extatic limit
Of unobtained Delight.

    Scomparire accresce -
L'Uomo che corre via
È tinto per un istante
D'Immortalità

Solo ieri un Vagabondo
Oggi, nella Memoria riposto
Con superstiziosa stima -
Ci ostiniamo con ancora

Ma il Mai - quanto l'Onore
Allontana la Cosa senza valore
E impotenti a curare
Ci affrettiamo ad adornare -

Della Morte la più tenace funzione
Che proprio quando distinguiamo
L'Eccellenza ci sfida -
Più sicuro il raccogliere allora

Il Frutto difficile da strappare
Ma che si offre alla Vista
Con l'estatico limite
D'irraggiungibile Delizia.

Ci sono tre manoscritti di questa poesia: ho utilizzato la versione dei fascicoli, con le varianti poi accolte in un altro manoscritto inviata a Higginson, accluso a una lettera del dicembre 1872 (L381). Quest'ultima ha una diversa disposizione dei versi (versi 1 e 2 uniti; versi 3 e 4 uniti; versi 16 e 17 uniti; ultime due strofe senza soluzione di continuità). La terza fu inviata a Susan e si limita agli ultimi otto versi, senza divisione in strofe e con l'utilizzo di tre delle varianti della copia dei fascicoli.

Morire accresce il valore di chiunque, perchè chi se ne va assume comunque il colore dell'immortalità. Nella nostra memoria il ricordo di chi non c'è più, di chi magari in vita veniva considerato alla stregua di un semplice vagabondo, viene ammantato di una stima ben poco razionale, che ha più a che fare con la superstizione che con la ragione. Il ricordo si ostina con un illusorio "ancora", come se la morte potesse essere sconfitta da una benevola memoria, ma è il "mai", la morte che non ammette continuità così come l'onore non ammette debolezze, a portar via questa illusione, lasciandoci la consapevolezza che non esiste possibilità di aver cura di chi se n'è andato: possiamo soltanto adornarne la memoria, a torto o a ragione.
La caratteristica più forte e tenace della morte è proprio questa ambivalenza: da una parte la consideriamo come un viaggio che ci permetterà di distinguere, di capire; dall'altra è come se la potenza del mistero ci sfidasse ad essere capaci di rivelarlo. Di fronte a questa tenace ambivalenza, forse è più sicuro rifugiarsi nella fede, un frutto che non è facile da cogliere perché ci rendiamo conto di quanto sia illusorio ed evanescente, ma che almeno si offre a noi con la promessa di un'estatica e remota delizia.


F1240 (1871) / J1228 (1872)

So much of Heaven has gone from Earth
That there must be a Heaven
If only to enclose the Saints
To Affidavit given -

The Missionary to the Mole
Must prove there is a Sky
Location doubtless he would plead
But what excuse have I?

Too much of Proof affronts Belief
The Turtle will not try
Unless you leave him - then return -
And he has hauled away.

    Tanto del Paradiso se n'è andato dalla Terra
Che deve esserci un Paradiso
Anche solo per includere i Santi
All'Affidavit ammessi -

Il Missionario che alla Talpa
Dovesse provare che esiste un Cielo
Quel luogo senza dubbio perorerebbe
Ma che scusa ho io?

Cercare troppo la Prova offende la Fede
La Tortora non troverai
A meno che non te ne vai - poi torni -
E lei si è dileguata.

ED cerca in terra la prova dell'esistenza del Paradiso: poiché tanti che lo meritavano se ne sono andati deve per forza esserci, anche se tenessimo conto soltanto di coloro che sono stati ufficialmente dichiarati santi ("All'Affidavit ammessi"). In questo senso non c'è bisogno di avere altre prove dell'esistenza dell'aldilà, quelle possono servire a chi è cieco e, come una talpa, non riesce a vedere oltre il suo mondo buio e sotterraneo. Per noi invece ogni ulteriore ricerca recherebbe offesa al nostro credere, che va vissuto come un dono divino da prendere cosi com'è, quando e se vuole manifestarsi; un po' come succede con un uccello che si annida nel folto del bosco: se lo cerchiamo non lo troviamo; se ce ne andiamo e poi torniamo magari ci si para davanti all'improvviso.
"Turtle" può essere la tortora ma anche la tartaruga ("turtle" o "tortoise", un po' come i nostri "tartaruga" e "testuggine"). Credo che in questo caso si tratti proprio di una "tortora", visto che ED cita la tartaruga una sola volta nelle sue poesie (J128-F140) usando "tortoise" (ma questa non è certo una prova decisiva), ma soprattutto perché la definizione di "turtle" nel Webster è perfettamente adeguata ad un uccello che si nasconde ed è difficile da vedere, se non per caso: "È una specie selvatica, che frequenta le parti più nascoste dei boschi."


F1241 (1872) / J1252 (1873)

Like Brooms of Steel
The Snow and Wind
Had swept the Winter Street -
The House was hooked
The Sun sent out
Faint Deputies of Heat -
Where rode the Bird
The Silence tied
His ample - plodding Steed
The Apple in the Cellar snug
Was all the one that played.
    Come Scope d'Acciaio
La Neve e il Vento
Avevano spazzato la Strada Invernale -
La Casa era sprangata
Il Sole distribuiva
Deboli Sostituti di Calore -
Dove scorazzava l'Uccello
Il Silenzio aveva legato
Il suo ampio - diligente Destriero
La Mela nell'accogliente Cantina
Era l'unica che si divertisse.

Una descrizione della fredda e silenziosa solitudine dell'inverno, appena mitigata da quella mela in cantina che è l'unica, in quell'ambiente riparato e confortevole, a potersi permettere di divertirsi.
Al verso 9 "plodding" significa: "che lavora lentamente ma con attenta diligenza; diligente, ma privo di inventiva e lento nell'esecuzione". Credo che ED abbia voluto descrivere nel destriero del silenzio l'ampio e tranquillo lavoro dell'inverno, che si svolge senza le accensioni improvvise dello splendore estivo, ma, appunto, con diligente e silenziosa lentezza.


F1242 (1872) / J1249 (1873)

The Stars are old, that stood for me -
The West a little worn -
Yet newer glows the only Gold
I ever cared to earn -
Presuming on that lone result
Her infinite disdain
But vanquished her with my defeat
'Twas Victory was slain.
    Sono vecchie le Stelle, ch'erano lì per me -
L'Ovest un po' consunto -
Eppure rinnovato splende il solo Oro
Che io abbia mai ambito avere -
Presumendo da quell'unico risultato
Il suo infinito disdegno
Pure la conquistai con la mia sconfitta
Ché fu la Vittoria ad essere uccisa.

Gli ultimi quattro versi (con i due pronomi femminili volti al maschile) furono inseriti in una lettera a Higginson del gennaio 1874 (L405), preceduti da "Meeting a Bird this Morning, I begun to flee - He saw it and sung." ("Incontrando un Uccello questa Mattina, mi accinsi a fuggire - Lui se n'è accorto e ha cantato.").

Il mondo va avanti, persino le stelle e il tramonto invecchiano, ma lo splendore di quell'unico oro che ho sempre desiderato è sempre lì, inalterato. Eppure il mio desiderio ha avuto un solo risultato: quello di non essere soddisfatto e di farmi capire di non essere mai stata nulla per lei. Perciò l'unica vittoria la posso ottenere con le parole, combinandole insieme per trasformare una sconfitta in una vittoria sulla vittoria.
Gli ultimi due versi credo siano un gioco di parole che vuole ribaltare un concetto e, insieme, affermare la poesia come estremo rifugio da una cocente sconfitta e unico modo per tramutarla in una, sia pur amara, vittoria.
I due pronomi al femminile negli ultimi versi indicano (con una chiarezza che è pur sempre da prendere con le molle quando interpretiamo le parole di ED) che l'oro sempre desiderato era una lei e si potrebbe perciò pensare a Susan e al complesso e altalenante rapporto che negli anni si sviluppò fra le due amiche poi diventate cognate.
Nella lettera a Higginson sparisce la prima parte e i pronomi al maschile sono ovviamente da riferire a quell'uccello incontrato di mattina descritto nella frase che precede i versi. Resta perciò soltanto una sorta di disappunto per l'indifferenza di quell'uccello, che canta senza curarsi della fuga di qualcuno che non ha evidentemente suscitato il suo interesse, insieme al gioco di parole che, in una situazione qui meno coinvolgente dal punto di vista emotivo, appare meno "ricco" rispetto alla poesia intera. In questo senso credo sia da leggere il commento della Bulgheroni nei Meridiani: "L'uso misterioso e ironico della propria poesia, qui e in altri casi, illumina una poetica del caso e dell'autocitazione che solo oggi siamo in grado di valutare."


F1243 (1872) / J1126 (1868)

Shall I take thee, the Poet said
To the propounded word?
Be stationed with the Candidates
Till I have finer tried -

The Poet searched Philology
And was about to ring
for the suspended Candidate
There came unsummoned in -
That portion of the Vision
The Word applied to fill
Not unto nomination
The Cherubim reveal -

    Devo prendere te? disse il Poeta
Alla parola che si proponeva.
Mettiti in fila con i Candidati
Finché non avrò spulciato di più -

Il Poeta cercò nella Filologia
E stava per suonare
per il Candidato in sospeso
Quando arrivò non invitata -
Quella porzione di Visione
Che la Parola ambiva a riempire
Mai fino alla nomina
Il Cherubino si rivela -

Nel manoscritto la prima parola del verso 7 non è in maiuscolo.

ED racconta il suo rapporto con le parole. Con quelle parole che ronzavano continuamente nella sua mente e che avevano bisogno di essere ordinate prima di diventare poesia. Lo fa da par suo, mettendo in scena direttamente una parola, che si fa avanti e si propone come quella giusta. Ma il poeta non deve avere fretta, deve anche essere capace di mettere in riga le parole più audaci, quelle che sembrano dire "eccomi qua, sono io quella che cercavi". Ma poi, negli ultimi versi della poesia, il lavoro certosino fatto sulla "filologia" (che qui rappresenta chiaramente quel dizionario sempre così usato e letto) sbiadisce di fronte all'attimo del riconoscimento, quando la parola a lungo cercata si presenta da sola, senza essere stata invitata, perché gli angeli, le parole che rendono una poesia qualcosa di diverso dal semplice parlare o scrivere, non si manifestano se non quando sono "nominati", nel doppio significato di "chiamati, pronunciati" e di "eletti, scelti".
È una poesia ambivalente, che esalta il lavoro quasi artigianale del poeta che pondera e sceglie e, nello stesso tempo, la forza misteriosa e sfuggente di quella che non possiamo che chiamare "ispirazione".


F1244 (1872) / J-

Fly - fly - but as you fly -
Remember - the second pass you by -
The Second is pursuing the Century
The Century is chasing Eternity -
Ah the Responsibility -
No wonder that the little Second flee -
Out of it's frightened way -
    Corri - corri - ma mentre corri -
Ricorda - il secondo ti oltrepassa -
Il Secondo insegue il Secolo
Il Secolo rincorre l'Eternità -
Ah la Responsabilità -
Non stupisce che il piccolo Secondo fugga -
Dalla sua spaventata strada -

Nell'edizione Johnson delle lettere questo testo è pubblicato come frammento in prosa (PF75, pag. 923) e considerato "materiale grezzo per una poesia".

La nostra corsa vitale sarà sempre sopraffatta da un tempo che è al di fuori delle concezioni umane, e la vita, quell'istante che ci è concesso a prezzo di doveri che vengono da chissà dove, avrà sempre paura di percorrere quella strada così misteriosa.


F1245 (1872) / J1235 (1872)

Like Rain it sounded till it curved
And then I knew 'twas Wind -
It walked as wet as any Wave
But swept as dry as Sand -
When it had pushed itself away
To some remotest Plain
A coming as of Hosts was heard
That was indeed the Rain -
It filled the Wells, it pleased the Pools
It warbled in the Road -
It pulled the spigot from the Hills
And let the Floods abroad -
It loosened acres, lifted seas
The sites of Centres stirred
Then like Elijah rode away
Upon a Wheel of Cloud -
    Come Pioggia risuonava finché non curvò
E allora seppi che era Vento -
Passava umido come un'Onda
Ma soffiava secco come Sabbia -
Quando si era ormai spinto lontano
Nella più remota delle Pianure
Un venire come di Schiere si udì
Che era davvero la Pioggia -
Riempì i Pozzi, allietò gli Stagni
Gorgheggiò per la Via -
Tolse lo zipolo dalle Colline
E lasciò libere le Acque -
Sciolse le terre, gonfiò i mari
I luoghi dei Centri rimescolò
Poi come Elia si allontanò
Su un Carro di Nuvole -

Una vivida descrizione dello scrosciare della pioggia, preceduta dal vento che ne diventa la naturale anticipazione. Le immagini sono come sempre piene di invenzioni e i versi sono costruiti con un sapiente alternarsi di momenti fortemente dinamici (il vento che soffia, la pioggia che risuona come schiere all'assalto, le acque lasciate libere di inondare) e più pacati (il vento che passa - "walked", ovvero come se passeggiasse -, la pioggia che allieta gli stagni e gorgheggia per le vie) che sembrano anticipare il rimescolamento dei "luoghi dei centri" del terzultimo verso, un termine che sta per i punti immaginari dove risiedono le caratteristiche visibili delle cose, rimescolate dalla pioggia che tende a uniformarli immergendoli nel suo vorticoso scrosciare.
Negli ultimi due versi il riferimento è al Secondo libro dei Re 2,11: "Mentre camminavano conversando, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco si interposero fra loro due. Elia salì nel turbine verso il cielo." La citazione biblica viene utilizzata per descrivere la fine del temporale, con la pioggia che si allontana sul carro a lei più congeniale: quello fatto di nuvole.


F1246 (1872) / J1172 (1870)

The Clouds their Backs together laid
The North begun to push
The Forests galloped till they fell
The Lightning played like mice

The Thunder crumbled like a stuff
How good to be in Tombs
Where nature's Temper cannot reach
Nor missile ever comes

    Le Nubi si misero Spalla a Spalla
Il Nord iniziò a premere
Le Foreste galopparono fino a cadere
I Lampi giocavano come topi

Il Tuono si sgretolò come macerie
Com'è bello essere nelle Tombe
Dove l'Umore della Natura non penetra
Né proiettile mai arriva

La maestosa e terribile forza della natura ci fa sentire talvolta impotenti, e ci fa quasi rimpiangere di non essere già nella tomba, dove niente di quello che succede fuori può toccarci.
Le immagini che ED sceglie per descrivere una tempesta: le nuvole che si radunano, il vento freddo del nord che preme sulle cose che incontra, il turbinio degli alberi che cessa solo quando cadono, i lampi che guizzano veloci (per "played" c'è la variante "skipped" che non ho adottato perché nel manoscritto la prima parola è sottolineata, quasi a marcare una scelta) come topi che corrono, terminano con quella molto suggestiva del tuono che rimbomba e poi sembra sgretolarsi, come se il suono si trasformasse in materia.
I versi finali fanno venire in mente l'ultimo verso de "La quiete dopo la tempesta" di Leopardi: "beata / Se te d'ogni dolor morte risana."


F1247 (1872) / J1175 (1870)

We like a Hairbreadth 'scape
It tingles in the Mind
Far after Act or Accident
Like paragraphs of Wind

If we had ventured less
The Gale were not so fine
That reaches to our utmost Hair
It's Tentacles divine.

    Ci piace lo scampare per un Pelo
Eccita la Mente
Molto dopo l'Atto o l'Incidente
Come paragrafi di Vento

Avessimo rischiato meno
Non sarebbe così fine quella Brezza
Che raggiunge fin l'ultimo Capello
Coi suoi Tentacoli divini.

ED descrive la sottile e penetrante eccitazione che si prova nel rischio, nello scampare per un pelo a un "atto o incidente". Un'eccitazione che dura a lungo, descritta come "paragrafi di vento" e poi come una brezza i cui tentacoli si insinuano fin nell'intimo della nostra mente.


F1248 (1872) / J1190 (1871)

The Sun and Fog contested
The Government of Day -
The Sun took down his Yellow Whip
And drove the Fog away -
    Il Sole e la Nebbia si contendevano
Il Governo del Giorno -
Il Sole abbassò la sua Gialla Frusta
E disperse la Nebbia -

Probabile schizzo di un mattino in cui il sole si era fatto strada attraverso un'alba nebbiosa e aveva vinto la contesa.


F1249 (1872) / J1233 (1872)

Had I not seen the Sun
I could have borne the shade
But Light a newer Wilderness
My Wilderness has made -
    Non avessi visto il Sole
Avrei potuto sopportare l'ombra
Ma la Luce un rinnovato Deserto
Il mio Deserto ha reso -

L'ombra è sopportabile finché non conosciamo lo splendore della luce; allora il deserto della vita sembra diventare ancora più aspro e doloroso.
Il tema è molto simile a quello della J490-F1058.


F1250 (1872) / J1234 (1872)

If my Bark sink
'Tis to another Sea -
Mortality's Ground Floor
Is Immortality -
    Se la mia Barca affonda
È in un altro Mare -
Il Pianterreno della Mortalità
È l'Immortalità -

I primi due versi sono tratti da "A Poet's Hope" di William Ellery Channing (1818-1901), pubblicata nel 1843. Riporto l'ultima strofa:

I am not earth-born, though I here delay;
Hope's child, I summon infiniter powers,
And laugh to see the mild and sunny day
Smile on the shrunk and thin autumnal hours;
I laugh, for hope hath happy place with me, -
If my bark sinks, 't is to another sea.
    Non sono nato dalla terra, anche se qui indugio;
Fanciullo della speranza, raduno poteri più infiniti,
E rido nel vedere il giorno mite e soleggiato
Sorridere alle ristrette e sottili ore autunnali;
Rido, perché la speranza ha felicemente posto in me, -
Se la mia barca affonda, è in un altro mare.

L'immortalità come "altro mare" rispetto a quello che conosciamo; perciò quando la barca della vita affonda non potremo che emergere in un luogo che possiamo immaginare, con la nostra limitata consapevolezza, soltanto come speculare a quello in cui viviamo e anche come un rassicurante e solido "pianterreno", a cui ancorarci definitivamente.