Emily Dickinson

The Complete Poems
Tutte le poesie

F1351 - 1400

Traduzione e note di Giuseppe Ierolli


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Appendice

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F1351 (1874) / J1339 (1873)

A Bee his Burnished Carriage
Drove boldly to a Rose -
Combinedly alighting -
Himself - his Equipage.

The Rose received his Visit
With frank tranquillity,
Witholding not a Crescent
To his cupidity.

Their Moment consummated
Remained for him - to flee -
Remained for her, of Rapture
But the Humility.

    Un Bombo la sua Lustra Carrozza
Condusse ardito ad una Rosa -
Congiuntamente scesero -
Lui stesso - l'Equipaggio.

La Rosa accolse la Visita
Con franca tranquillità,
Senza negare un Petalo
Alla sua cupidità.

Consumato il loro Momento
Rimase a lui - fuggire -
Rimase a lei, del Rapimento
Soltanto l'Umiltà.

Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. C'è un altro manoscritto, senza suddivisione in strofe, in una lettera non firmata e senza indicazione del destinatario (L446): nella pagina, soltanto i versi preceduti da "Sweet is it as Life, with it's enhancing Shadow of Death." ("È dolce come la Vita, con la sua crescente Ombra di Morte.").
Le due copie sono sostanzialmente uguali (alcune modifiche nella punteggiatura e nell'uso delle maiuscole) e al verso 4 di quella nella lettera è accolta una variante del manoscritto nel fascicolo: "his Carriage was" ("era la Carrozza") al posto di "his Equipage".

Un esplicito riferimento all'atto sessuale (cupidity, consummated), pur mitigato dalla fanciullesca metafora del bombo e la rosa. Le parti sono rispettate: il bombo/maschio ardito e avido di piacere, la rosa/femmina che non si nega ma dopo il rapimento dell'atto (un "moment" forse troppo breve) riacquista la sua umiltà e resta lì ad aspettare una altro baldo giovanotto.
Al primo verso ho tradotto "bee" con "bombo" per rispettare il maschile/femminile di bee/rose. Al verso 7 "crescent" significa "luna crescente" ma anche "figura simile alla falce di luna"; inoltre il Webster riporta "crescent-shaped" definendolo come "In botany... shaped like a crescent; as a leaf." Visto che "leaf" può significare sia "foglia" che "petalo", e qui si parla di una rosa, ho tradotto con quest'ultimo termine.


F1352 (1875) / J1334 (1875)

How soft this Prison is
How sweet these sullen bars
No Despot but the King of Down
Invented this repose

Of Fate if this is all
Has he no added Realm
A Dungeon but a Kinsman is
Incarceration - Home.

    Così soffice è questa Prigione
Così dolci queste lugubri sbarre
Non un Despota ma il Re delle Piume
Inventò questo riposo

Se del Fato questo è tutto
Se non vi è aggiunto Regno
Una Segreta non è altro che un Congiunto
Incarcerazione - Casa.

Il manoscritto della versione intera è perduto e il testo è conosciuto da una trascrizione di Susan. Esiste invece il manoscritto della prima strofa, inserita in una lettera a Elizabeth Holland della fine di gennaio 1875 (L432). Jonhson annota: "Mrs. Holland aveva colto un mazzetto di trifogli dalla tomba di Edward Dickinson, mai visitata da ED, e glielo aveva donato."
I versi hanno qualche variante rispetto alla versione di Susan. Li riporto con le frasi che li precedono e li seguono.

Mother is asleep in the Library - Vinnie - in the Dining Room - Father - in the Masked Bed - in the Marl House. La Mamma è addormentata in Biblioteca - Vinnie - in Sala da Pranzo - il Babbo - nel Letto Occultato - nella Casa di Marna.
        How soft his Prison is -
        How sweet those sullen Bars -
        No Despot - but the King of Down
        Invented that Repose!
            Così soffice è la sua Prigione -
        Così dolci quelle lugubri Sbarre -
        Non un Despota - ma il Re delle Piume
        Inventò quel Riposo!
When I think of his firm Light - quenched so causelessly, it fritters the worth of much that shines. "Dust unto the Dust" indeed - but the final clause of that marvelous sentence - who has rendered it? Quando penso alla sua ferma Luce - spenta senza un perché, si frantuma il valore di tutto ciò che splende. "Polvere alla Polvere" è vero - ma la clausola finale di quella mirabile sentenza - chi l'ha palesata?

La tomba ci accoglie nel suo seno, in un letto che può apparire soffice e dolce per il riposo che ci concede, ma che è pur sempre una prigione chiusa da lugubri sbarre. Se questa è la fine di tutto, se il dopo non è altro che il nulla e non il regno dei cieli, allora dobbiamo rassegnarci a considerarla la nostra eterna compagna, la nostra casa unica e definitiva.
Nella versione inserita nella lettera a Elizabeth Holland (quasi interamente dedicata al padre, morto sei mesi prima) non c'è la buia rassegnazione della seconda strofa (che però sembra apparire con altre parole nelle frasi che seguono), e i versi, pur mantenendo l'immagine della prigione e delle lugubri sbarre, si trasformano nel nostalgico e tenero ricordo di un padre amato e temuto allo stesso tempo, quasi avesse avuto in sé le stesse contrastanti caratteristiche della tomba descritta nei primi due versi.


F1353 (1875) / J1247 (1873)

To pile like Thunder to it's close
Then crumble grand away
While everything created hid
This - would be Poetry -

Or Love - the two coeval come -
We both and neither prove -
Experience either and consume -
For none see God and live -

    Accumulare come Tuono alla sua chiusa
Poi un grandioso sgretolarsi
Mentre ogni cosa creata si nasconde
Questo - sarebbe Poesia -

O Amore - I due coevi giungono -
Noi ambedue e nessuno proviamo -
Sperimentiamo entrambi e ci consumiamo -
Perché nessuno vede Dio e vive -

Poesia e amore diventano due grandiosi poli vitali, con una potenza distruttiva, paurosa e affascinante allo stesso tempo, che li rende degni di essere vissuti. L'unione che li tiene saldamenti legati è più volte reiterata ("coeval come", "both and neither", "either") fino a farli diventare come un'immagine concreta e sperimentabile del mistero di Dio, col quale condividono la grandezza che consuma e non lascia spazio per esperienze ulteriori.
L'immagine grandiosa e potente della prima strofa ricorda da vicino una frase di ED che conosciamo attraverso il resoconto che Higginson fece alla moglie della sua prima visita ad Amherst, in una lettera scritta subito dopo (L342a): "If I read a book and it makes my whole body so cold no fire ever can warm me I know that is poetry. If I feel physically as if the top od my head were taken off, I know that is poetry. These are the only way I know it. Is there any other way." ("Se leggo un libro che mi gela tutto il corpo tanto che nessun fuoco potrebbe mai scaldarmi, so che quella è poesia. Se avverto concretamente come se il culmine della testa mi fosse strappato via, so che quella è poesia. Sono questi i soli modi che conosco. Non ce ne sono altri.").


F1354 (1875) / J1295 (1874)

Two Lengths has every Day -
It's absolute extent
And Area superior
By Hope or Horror lent -

Eternity will be
Velocity or Pause
At Fundamental Signals
From Fundamental Laws.

To die is not to go -
On Doom's consummate Chart
No Territory new is staked -
Remain thou as thou Art.

    Due Lunghezze ha ogni Giorno -
La sua estensione assoluta
E un'Area superiore
Da Speranza od Orrore conferita -

L'Eternità sarà
Velocità o Pausa
A Segnali Fondamentali
Da Leggi Fondamentali.

Morire non è andarsene -
Sulla Mappa compiuta del Giudizio
Nessun Territorio nuovo è segnato -
Tu resti quel che Sei.

Oltre al manoscritto completo, inviato a Susan, ce n'è un altro a matita su un lembo di foglio, con la sola seconda strofa in una redazione diversa:

Eternity will be
Velocity or Pause
Precisely as the Candidate
Preliminary was -
    L'Eternità sarà
Velocità o Pausa
Esattamente come il Candidato
Preliminare era -

Il tempo che conosciamo ha due caratteristiche: il suo normale trascorrere e, senz'altro più importante, il modo in cui è vissuto. Per l'eternità, qui vista come una dilatazione infinita del tempo mortale, possiamo usare gli stessi concetti di moto o pausa, che stavolta sono però determinati non da sentimenti cangianti, ma da leggi fissate da/per sempre rese visibili da segnali anch'essi della stessa fondamentale natura. Perciò, per questa analogia fra il tempo mortale e quello eterno, morire non è cambiare stato ma soltanto trasferirsi da un tempo ad un altro, perché la mappa dell'aldilà, di per sé compiuta e definitiva, non ammette nuovi spazi.
Nella biografia di Johnson (Emily Dickinson. An Interpretative Biography, Atheneum, West Hanover, MA, 1967, pag. 254) il breve commento a questa poesia termina con le parole "l'identità non può andare perduta.", una parafrasi dell'ultimo verso che esprime un concetto molto diverso da quello, per esempio, della J1289-F1289. Qui infatti c'è una progressione che parte dal tempo mortale e cangiante della prima strofa, passa per una eternità che fissa in legge fondamentale le oscillazioni temporali e termina con una visione dell'aldilà come luogo in cui andremo ad occupare non un nuovo spazio ma una casella già pronta per noi, come se avessimo nella mappa del giudizio un posto contrassegnato a nostro nome, concludendo infine con quell'ultimo verso che descrive un passaggio e non una metamorfosi. Questo concetto è confermato anche dall'abbozzo della seconda strofa, dove il tempo dell'eternità è ancora di più identificato con quello di un "candidato" che era soltanto "preliminare" a ciò che verrà dopo.
Nelle innumerevoli poesie in cui ED parla, direttamente o indirettamente, di immortalità, appare evidente una voglia di non tralasciare nulla, nemmeno conclusioni in contrasto l'una con l'altra, per tentare di illuminare almeno qualche angolo di quell'oscuro mistero che sembra resistere a ogni tentativo di comprensione.


F1355 (1875) / J1379 (1876)

His Mansion in the Pool
The Frog forsakes -
He rises on a Log
And statements makes -
His Auditors two Worlds
Deducting me -
The Orator of April
Is hoarse Today -
His Mittens at his Feet
No Hand hath he -
His eloquence a Bubble
As Fame should be -
Applaud him to discover
To your chagrin
Demosthenes has vanished
In Waters Green -
    La Magione nello Stagno
Il Ranocchio abbandona -
Si erge su un Ceppo
E fa conferenze -
Il suo Pubblico due Mondi
Detraendo me -
L'Oratore di Aprile
È rauco Oggi -
Guanti messi ai Piedi
Non avendo Mani -
La sua eloquenza Effimera
Com'è la Fama -
Applaudilo per scoprire
A tue spese
Che Demostene è svanito
Nell'Umido Verde -

Il ranocchio è chi si illude di uscire dallo stagno della vita con le parole dell'eloquenza vuota, effimere come la fama che talvolta le accompagna ("bubble" potrebbe tradursi più propriamente con "bolle di sapone"; ho preferito usare l'aggettivo per non allungare troppo il verso). Basta aspettare, e prima o poi questi vuoti oratori rientreranno nell'indistinto stagno da cui sono usciti.


F1356 (1875) / J1333 (1875)

A little Madness in the Spring
Is wholesome even for the King,
But God be with the Clown -
Who ponders this tremendous scene -
This whole Experiment of Green -
As if it were his own!
    Un po' di Follia in Primavera
È salutare persino per un Re,
Ma Dio sia con il Clown -
Che considera questa formidabile scena -
Questo totale Esperimento di Verde -
Come se fosse suo!

Tre manoscritti: due, uguali, furono inviati a Susan e a Elizabeth Holland (il testo è quello riportato sopra); nel terzo (evidentemente una minuta) c'è una fitta serie di varianti per il verso 5:

prima stesura: This sudden legacy of Green (Questo improvviso lascito di Verde)
- sudden] bright * whole * swift * gay * fleet * quick (luminoso * totale * rapido * gaio * agile * vivace)
- sudden legacy of Green] fair Apocalypse of Green (bella Apocalisse di Verde)

il verso è quindi riscritto per intero: This whole Apocalypse of Green (Questa totale Apocalisse di Verde), con ulteriori varianti:
- Apocalypse] Experience * Astonishment * Periphery * Experiment (Esperienza * Meraviglia * Periferia * Esperimento)
- whole Apocalypse] wild Experiment (selvaggio Esperimento)

La primavera porta risveglio, vita, movimento e, perché no, anche quel pizzico di follia salutare per tutti. In questo stupore dei sensi è permesso anche di appropriarsi di questa scena meravigliosa, di questo esperimento di verde di cui, in quei momenti, ci sentiamo i padroni, come se irrompesse così gioiosamente nel mondo soltanto per toccare e arricchire la nostra mente e i nostri sensi.
Le varianti nella minuta sono tutte relative al verso 5 e non riguardano mai la parola finale, quel "green" che, accoppiato a sostantivi e aggettivi via via diversi, resta l'immagine più peculiare del risveglio primaverile.


F1357 (1875) / J1332 (1875)

Pink - small - and punctual -
Aromatic - low -
Covert in April -
Candid in May -

Dear to the Moss -
Known to the Knoll -
Next to the Robin
In every human Soul -

Bold little Beauty -
Bedecked with thee
Nature forswears -
Antiquity -

    Rosa - piccolo - e puntuale -
Aromatico - umile -
Celato ad Aprile -
Schietto a Maggio -

Caro al Muschio -
Noto al Poggio -
Vicino al Pettirosso
In ogni Anima umana -

Piccola ardita Bellezza -
Adornata da te
La natura ripudia -
L'antichità -

Quattro manoscritti sostanzialmente simili; ho utilizzato quello presumibilmente inviato a Higginson. In una delle altre copie ED scrisse in fondo (come fosse una firma) "Arbutus" ("Corbezzolo").

La descrizione di un fiore primaverile, che diventa metafora della ciclica rigenerazione della natura.


F1358 (1875) / J1338 (1875)

What tenements of Clover
Are fitting for the Bee
What edifices azure
For Butterflies and me
What residences nimble
Arise and evanesce
Without a rhythmic rumor
Or an assaulting guess.
    Che appartamenti di Trifoglio
Si preparano per l'Ape
Che edifici d'azzurro
Per le Farfalle e me
Che residenze leste
Sorgono e svaniscono
Senza un ritmico preannuncio
O un'ipotesi che assale.

Due copie, entrambe perdute. Una (probabilmente una brutta copia) trascritta da Mabel Todd, l'altra inviata a Olive Stearns, firmata "With love / E. Dickinson", e trascritta dalla destinataria (è quella riportata sopra). Nella copia trascritta da Mabel Todd, suddivisa in due strofe di quattro versi, c'è un punto interrogativo alla fine del secondo verso e al settimo "bright suspicion" ("chiaro sentore"), con la variante ""wizard rumor" (magico preannuncio"), al posto di ""rhythmic rumor".

La primavera sembra far sorgere nuove dimore per tutti, per l'ape, le farfalle, gli uomini. Edifici sfuggenti, che appaiono e scompaiono senza che nulla li abbia annunciati e senza darci nemmeno il tempo di immaginare questo luminoso assalto, che riempie gli occhi e scompare sempre troppo presto.


F1359 (1875) / J1351 (1875)

You Cannot take itself
From any Human soul -
That indestructible estate
Enable him to dwell -
Impregnable as Light
That every man behold
But take away as difficult
As undiscovered Gold -
    Non Puoi sottrarre se stessa
A qualunque anima Umana -
Quell'indistruttibile bene
Che permette di vivere -
Inafferrabile come la Luce
Che ciascuno vede
Ma da rimuovere così difficile
Come Oro inesplorato -

L'oro della nostra vita è la nostra interiorità, profonda, inafferrabile, difficile da esplorare e da sottrarre al nostro io, anche perché è la cosa che più di ogni altra ci permette di vivere.
Il manoscritto ha molte varianti che comunque non alterano il senso dei versi. Al verso 4, per "him", ED indica anche "each" o "it": l'ho pertanto considerato come impersonale e omesso nella traduzione.


F1360 (1875) / J1350 (1875)

Luck is not chance -
It's Toil -
Fortune's expensive smile
Is earned -
The Father of the Mine
Is that old fashioned Coin
We spurned -
    La sorte non è fortuita -
È Fatica -
Il costoso sorriso del caso
È meritato -
Il Padre della Miniera
È quell'antiquato Conio
Che disdegnammo -

Non basta affidarsi alla sorte, il nostro compito è sforzarci affinché quello che chiamiamo molte volte "caso" sia benevolo nei nostri confronti, perché il padre della miniera, la miniera dalla quale possiamo estrarre i frutti che ci aiuteranno a vivere, è proprio quella fatica che spesso disprezziamo, preferendo chiamare destino ciò che invece è costruito da noi.


F1361 (1875) / J1335 (1875)

Let me not mar that perfect Dream
By an Auroral stain
But so adjust my daily Night
That it will come again.

Not when we know, the Power accosts -
The Garment of Surprise
Was all our timid Mother wore
At Home - in Paradise.

    Ch'io non guasti quel Sogno perfetto
Con una macchia d'Aurora
Ma regoli a modo la mia Notte diuturna
Affinché possa tornare.

Non quando sappiamo, il Potere s'accosta -
L'Abito della Sorpresa
Non altro indossava la nostra timida Madre
A Casa - in Paradiso.

Talvolta l'oscurità, la notte, il non sapere sono culla di sogni che sarebbero dissolti dalla luce del sole; per questo lasciate che io prepari le mie notti affinché siano sempre fonte di quel sogno che tanto amo, un sogno che può venire soltanto quando non è la mente razionale a chiamarlo ma l'inconsapevole potere del sonno.
La sola seconda strofa, con la citazione dell'abito della sorpresa vestito da una timida Eva nell'Eden, fu inviata in un biglietto a Susan.


F1362 (1875) / J1348 (1875)

Lift it - with the Feathers
Not alone we fly -
Launch it - the aquatic
Not the only sea -
Advocate the Azure
To the lower Eyes -
He has obligation
Who has Paradise -
    Sollevalo - con le Penne
Da sole non voliamo -
Varalo - l'acquatico
Non il solo mare -
Patrocina l'Azzurro
Fino ai più deboli Occhi -
Ha obblighi
Chi ha il Paradiso -

Una delle poesie enigma di ED. Che cos'è che dobbiamo sollevare, varare, patrocinare (ho scelto di tradurre così per mantenere il termine squisitamente legale) e che nell'ultimo verso viene definito "Paradiso"? Potrebbe essere la nostra mente, la ragione. Dobbiamo tenerla sempre alta, darle l'importanza che merita, perché con le sole forze materiali non riusciremmo certo a volare in alto, a capire; dobbiamo spingerla verso il mare della conoscenza, perché il mare del sapere è immenso e affascinante come l'oceano; dobbiamo difenderne la bellezza e sostenerla anche davanti a occhi abituati a vedere soltanto ciò che è materiale; e, infine, tutto ciò dobbiamo farlo perché chi sente di possedere questo incorporeo paradiso ha l'obbligo di rispettarlo e di non tenerlo solo per sé.


F1363 (1875) / J1307 (1874)

That short - potential stir
That each can make but once -
That Bustle so illustrious
'Tis almost Consequence -

Is the eclat of Death -
Oh - thou unknown Renown
That not a Beggar would accept
Had he the power to spurn -

    Quella breve - potenziale agitazione
Che ognuno può produrre una volta sola -
Quel Trambusto così illustre
Che è quasi Distinzione -

È lo sfoggio della Morte -
Oh - tu incognità Celebrità
Che neppure un Mendicante accetterebbe
Avesse il potere di sdegnarla -

Nella prima edizione del 1890 fu pubblicata con il titolo "The Funeral", quello "sfoggio della morte" di cui ognuno di noi sarà protagonista, anche se soltanto per una volta; un agitato trambusto che dà una fuggevole distinzione di cui tutti farebbero volentieri a meno.


F1364 (1875) / J1347 (1875)

Escape is such a thankful Word
I often in the Night
Consider it unto myself
No spectacle in sight

Escape - it is the Basket
In which the Heart is caught
When down some awful Battlement
The rest of Life is dropt -

'Tis not to sight the savior -
It is to be the saved -
And that is why I lay my Head
Upon this trusty word -

    Fuga è una Parola talmente grata
Che spesso di Notte
La considero dentro di me
Nessuno spettacolo in vista

Fuga - è la Cesta
In cui il Cuore è trattenuto
Quando giù da qualche orrido Bastione
Il resto della Vita è caduto -

Non è avvistare il salvatore -
È essere il salvato -
Ed è per questo che appoggio la Testa
Su questa fidata parola -

La fuga dentro se stessi è talvolta l'unico mezzo per contrastare il dolore e la sofferenza, perché non è cercare un ipotetico salvatore esterno ma confidare nella forza della propria mente per combattere le battaglie della vita.


F1365 (1875) / J1416 (1877)

Crisis is sweet and yet the Heart
Upon the hither side
Has Dowers of Prospective
Surrendered by the Tried -

Inquire of the proudest Rose
Which rapture - she preferred
And she will tell you sighing -
The transport of the Bud -

    Il Punto d'arrivo è dolce eppure il Cuore
Da questo punto di vista
Ha Doti Potenziali
Sconosciute al Realizzato -

Chiedi alla Rosa più orgogliosa
Che rapimento - ha preferito
E ti dirà sospirando -
L'estasi del Bocciolo -

Il punto d'arrivo è quasi sempre appagante, ma i nostri sentimenti tendono a gustare di più i momenti in cui qualcosa sta nascendo, in cui le potenzialità del futuro sono ancora ampie e foriere di sorprese. Per questo la rosa guarda con nostalgia al suo stato di bocciolo, quando erano le speranze e non i ricordi a far battere il suo cuore.
Il manoscritto è molto accidentato; ci sono molte varianti e sono evidenti i segni di revisioni successive. Evidentemente ED ha ripreso più volte in mano i versi, ma le alternative sono comunque tutte all'interno dei significati e delle immagini della stesura iniziale. Quelle sottolineate, ovvero quelle che presumibilmente ED considerava più riuscite, sono: il verso 4 (intero) "To Denizen denied" ("Denizen" significa "uno straniero naturalizzato", ovvero un concetto simile al "tried" - "sperimentato, realizzato" - della versione iniziale); al verso 6 "Hour" o "Triumph" al posto di "rapture"; il verso 8 (intero): "The Hour of her Bud"; i versi 7 e 8 (interi): "And she will point you fondly / To her rescinded Bud" ("E ti indicherà amorevolmente / Il suo Bocciolo reciso").


F1366 (1875) / J1349 (1875)

I'd rather recollect a Setting
Than own a rising Sun
Though one is beautiful forgetting
And true the other one.

Because in going is a Drama
Staying cannot confer -
To die divinely once a twilight -
Than wane is easier -

    Preferirei ricordare un Tramonto
Che possedere un Sole nascente
Sebbene l'uno sia bello da dimenticare
E vero l'altro.

Perché nell'andare c'è un Dramma
Che lo stare non concede -
Morire come un dio a ogni crepuscolo -
È più appagante del declinare -

La bellezza di un tramonto infuocato contrapposta a un sole nascente che ha già in sé i segni dell'inevitabile declino. Il primo ha la bellezza del fuoco che illuminata una caduta, l'altro la realtà di una vita che nasce per morire. Non sono diversi, l'uno può sovrapporsi all'altro, come la vita alla morte o viceversa, ma quanto più appagante il viaggio verso continenti sconosciuti rispetto alla monotona abitudine della vita.
È un testo evidentemente steso in brutta, con molte varianti. La più significativa è forse quella dell'ultimo verso: "live" al posto di "wane", come a precisare che quel declinare non è altro che il vivere.


F1367 (1875) / J1345 (1875)

An antiquated Grace
Becomes that cherished Face
Better than prime
Enjoining us to part
We and our pouting Heart
Good friends with time
    Una Grazia antiquata
Si addice a quel Volto prediletto
Meglio della verde età
Ci sprona a separare
Noi dal nostro Cuore imbronciato
Buoni amici col tempo

I segni dell'età che vediamo sul nostro volto non ci fanno certo piacere, il nostro cuore si affligge nel vederli e nel constatare l'inevitabilità di quei cambiamenti. Dobbiamo perciò essere capaci di vedere in quel volto invecchiato una bellezza diversa da quella della gioventù, una "grazia antiquata" che ci aiuta, forse meglio di quella che vedevamo prima, a lasciare da parte quel cuore imbronciato, col quale, quando prima o poi accetteremo il passare del tempo, faremo di nuovo pace.
Il manoscritto contiene molte varianti; ne ho adottate due perché sono le uniche sottolineate, come a voler indicare una preferenza: al verso 3 "Better than" al posto di "As well as" (variante significativa, perché la "grazia antiquata" diventa così "meglio", e non "come" la giovinezza) e al verso 5 "pouting" al posto di "plotting" ("che ordisce una trama, intrigante"). Per quest'ultimo termine ci sono altre tre varianti interessanti: "gaudy" ("sgargiante, vistoso"), "scheming" (significato simile a "plotting") e "tinsel" (significato simile a "gaudy"), che oscillano fra un cuore legato ai fasti della giovinezza (gaudy o tinsel) e uno che cerca in ogni modo di contrastare la vecchiaia (plotting o scheming).


F1368 (1875) / J1337 (1875)

Upon a Lilac Sea
To toss incessantly
His Plush Alarm
Who fleeing from the Spring
The Spring avenging fling
To Dooms of Balm -
    Su un Mare di Lillà
Agitare ininterrottamente
Il suo Intricato Allarme
Chi fugge dalla Primavera
La Primavera vendicandosi spinga
A Condanne di Balsamo -

I tre versi finali concludono un biglietto inviato a Helen Hunt Jackson (L444) in occasione del suo secondo matrimonio (era rimasta vedova nel 1863) con William Sharpless Jackson il 22 ottobre 1875; sono preceduti da una sola frase: "Have I a word but Joy?" ("Che parola se non Gioia?"). La Jackson rimandò il biglietto a ED chiedendo spiegazioni sui tre versi e aggiungendovi una nota: "Questo è mio, se lo ricordi. Deve rimandarmelo, se no sarebbe una ladra."
Evidentemente non ebbe risposta, visto che in una lettera del 20 marzo 1876 (L444a) scrive: "Non me l'ha rimandato, sebbene le avessi scritto di rivolerlo. È stato un caso, o un tardivo ripensamento della sua approvazione? Si ricordi che è mio - non suo - e sia onesta. Grazie di non essere in collera per la mia sfacciata richiesta di un'interpretazione. Volevo soltanto sapere cosa significasse 'dooms', in fin dei conti!"
Il biglietto fu poi ritrovato tra le carte della Jackson e si deve perciò presumere che ED abbia poi risposto (cfr. Richard B. Sewall, The Life of Emily Dickinson, Harvard U.P., Cambridge MA, 1994 [1° ediz. 1974], pag. 580).

I versi non sono di facile interpretazione, visto che la stessa destinataria degli ultimi tre chiese spiegazioni. In mancanza della risposta di ED possiamo comunque tentare una lettura, tenendo conto delle vicende che avevano contraddistinto la vita della Jackson prima di quel secondo matrimonio: continue malattie e, soprattutto, la perdita del primo marito e dei suoi due unici figli.
Nel mare della vita non possiamo che assistere, quasi sempre impotenti, alle intricate vicende che ci vedono sempre in allarme di fronte al mistero del dolore e della sofferenza. Ma talvolta succede che la primavera (la vita, la felicità) si vendichi in modo benevolo di chi è stato costretto a sfuggirla, comminando condanne che sono in realtà dei balsami (il nuovo matrimonio dell'amica?) che leniscono quelle ferite.


F1369 (1875) / J1356 (1876)

The Rat is the concisest Tenant.
He pays no Rent.
Repudiates the Obligation -
On Schemes intent

Balking our Wit
To sound or circumvent -
Hate cannot harm
A Foe so reticent -

Neither Decree prohibit him -
Lawful as Equilibrium.

    Il Ratto è l'Inquilino più conciso.
Non paga Affitto.
Ripudia gli Obblighi -
A Trame intento

Che vanificano il nostro Ingegno
Per scoprirlo o ingannarlo -
L'odio non può nuocere
A un Nemico così reticente -

Né Decreto proibirlo -
Legale come l'Equilibrio.

La versione riportata è quella acclusa a una lettera inviata a Higginson nel gennaio 1876 (L449). Ci sono altri due copie (una autografa e una trascritta da Susan) con il testo praticamente uguale e una diversa divisione dei versi: nella prima una strofa di 4 versi e una di 6, nell'altra una strofa unica di 10 versi.

Il ratto (vedi anche la J1340-F1377) diventa il simbolo di chi non si piega agli obblighi dettati dalle convenzioni e, nell'ultimo verso, rivendica la legittimità del suo essere parte integrante della natura.


F1370 (1875) / J1341 (1875)

Unto the Whole - how add?
Has "All" a further Realm -
Or Utmost an Ulterior?
Oh, Subsidy of Balm!
    All'Intero - cosa aggiungere?
Ha il "Tutto" un Reame più in là -
O l'Estremo un Ulteriore?
Oh, Sussidio di Balsamo!

È difficile riuscire a pensare a un qualcosa che sia al di là del "tutto" che vediamo e in cui viviamo, un qualcosa che probabilmente è solo nella nostra immaginazione, nella nostra mente imperfetta che per riuscire a vivere ha bisogno del sussidio di un dolce e balsamico sogno di immortalità.


F1371 (1875) / J1336 (1875)

Nature assigns the Sun -
That - is Astronomy -
Nature cannot enact a Friend -
That - is Astrology.
    La Natura assegna il Sole -
Questa - è Astronomia -
La Natura non può decretare un Amico -
Questa - è Astrologia.

I versi concludono una lettera a Elizabeth Holland (L439), preceduti da: "Thank you with all my strength - and Doctor as yourself - And again yourself for the sweet note." ("Grazie con tutto il cuore - al Dottore come a te - E in più a te per il tenero biglietto."). I ringraziamenti che precedono i versi sono probabilmente riferiti all'invio del romanzo Sevenoaks del marito dell'amica, il dottor Josiah Holland.

L'amicizia come un bene che non esiste in natura e che va conquistato. Bella, ed estremamente appropriata, l'opposizione "astronomia [natura]" - "astrologia [creazione umana]".


F1372 (1875) / J1437 (1874)

A Dew sufficed itself -
And satisfied a Leaf
And thought "How vast a Destiny"!
"How trivial is Life!"

The Sun went out to work -
The Day went out to play -
But not again that Dew be seen
By Physiognomy -

Whether by Day abducted -
Or emptied by the Sun
Into the Sea - in passing -
Eternally unknown.

Attested to this Day
That awful Tragedy
By Transport's instability
And Doom's celerity.

    Una Rugiada bastava a se stessa -
E appagava una Foglia
E pensava "Com'è vasto il Destino!"
"Com'è futile la Vita!"

Il Sole uscì a lavorare -
Il Giorno uscì a giocare -
Ma quella Rugiada non fu più vista
Da Fisionomia -

Se dal Giorno rapita -
O versata dal Sole
Nel mare - passando -
Eternamente ignoto.

Attestata a Oggi
Quella tremenda Tragedia
Dall'instabilità del Trasporto
E dalla celerità della Sorte.

Ci sono cinque copie di questa poesia (Franklin): la prima (A - 1875) limitata alle prime tre strofe; la seconda (B - 1875) inviata a Susan; la terza (C - 1875) copiata nei fascicoli; la quarta (D - 1878) e la quinta (E - 1878) trovate nelle carte di ED.
Le cinque versioni sono sostanzialmente simili. In quella riportata sopra - C) - il "thought" del verso 3 è cancellato e sostituito da "felt" (sentiva, percepiva), poi usato soltanto nella versione E), mentre per gli ultimi due versi è indicata la variante "In Transport's Exegesis / And Hope's Necrology." ("Nell'Esegesi del Trasporto / E nel Necrologio della Speranza."), inserita nella versione B). L'unica ulteriore differenza, a parte alcune varianti minime nella punteggiatura, è il "But" del verso 7 , sostituito da "And" nelle versioni A) e B).

Nella fuggevole goccia di rugiada è riassunta sia la futile brevità della vita, sia l'illusoria percezione della vastità di un destino adattato alle esili capacità della nostra comprensione soggettiva, che fa diventare "tragedia" una scomparsa assolutamente insignificante per l'economia del mondo, ma così importante per chi ne è oggetto, sia essa una goccia di rugiada o una vita umana.
Interessante la diversità di due note interpretative; la Bulgheroni (nell'edizione Meridiani) scrive "Microstoria naturale del terrore. La goccia di rugiada, innocente come l'eroina di un romanzo 'gotico', sogna - pur autosufficiente e appagata - un destino più grande. Il sole - energia maschile - cospira con il giorno per distruggerla.", mentre Bacigalupo (in entrambe le edizioni da lui curate) "Una parabola giocosa sulla caducità della vita e della soggettività: la rugiada ha grandi pensieri e sentimenti, ma ciò non rende meno improvvisa, sebbene misteriosa, la sua fine."


F1373 (1875) / J1275 (1873)

The Spider as an Artist
Has never been employed -
Though his surpassing Merit
Is freely certified

By every Broom and Bridget
Throughout a Christian Land -
Neglected Son of Genius
I take thee by the Hand -

    Il Ragno come Artista
Non è mai stato impiegato -
Sebbene i suoi eccellenti Meriti
Siano apertamente attestati

Da ogni Scopa e Domestica
Ovunque in Terra Cristiana -
Negletto Figlio del Genio
Ti prendo per Mano -

Una ironica e divertita ode al ragno, artista incompreso i cui meriti sono attestati soltanto dalle continue ramazzate di cui è vittima. Nell'ultimo verso ED si identifica con questo artista oscuro e incompreso, e non si può fare a meno di pensare alla sua ragnatela poetica, tessuta, come quella del ragno, nell'angolo più nascosto della casa.
"Bridget" (v. 5), o anche "Brigid", è un nome molto comune fra gli Irlandesi, anche perché Santa Brigida, insieme a San Patrizio, è la loro patrona nazionale. Visto che dopo la grande carestia del 1845-50 moltissimi irlandesi emigrarono in America (su una popolazione di poco più di otto milioni, oltre un milione morirono e quasi due emigrarono in Australia, America e Gran Bretagna) e furono ovviamente impiegati nei lavori più umili, molto probabilmente questo nome era a quel tempo nel New England una sorta di sinonimo di domestica, magari in particolare ad Amherst, dove la chiesa cattolica, sicuramente frequentata dai molti irlandesi che si erano stabiliti là, era, ed è ancora, appunto dedicata a "St. Brigid".


F1374 (1875) / J1316 (1874)

Winter is good - his Hoar Delights
Italic flavor yield -
To Intellects inebriate
With Summer, or the World -

Generic as a Quarry
And hearty - as a Rose -
Invited with Asperity
But welcome when he goes.

    Buono è l'Inverno - le sue Bianche Delizie
Producono fragranze in corsivo -
Per gli Intelletti inebriati
Dall'Estate, o dal Mondo -

Generico come una Cava
E vigoroso - come una Rosa -
Invitato con Asprezza
Ma gradito quando se ne va.

Anche stavolta ED non è tenera con l'inverno; dopo la prima strofa, in cui sembra apprezzarne l'effetto "calmante" per le menti inebriate dal mondo che esplode nel calore estivo, vengono le dolenti note: è paragonato a una cava, da dove si possono estrarre soltanto fredde e nude pietre, il suo vigore è contornato da spine, come per una rosa, finché gli ultimi due versi lo liquidano con cortese fermezza.
Al secondo verso "Italic" è usato nel senso di "evidente" (come traduce Raffo nei Meridiani), ma ho preferito tradurre alla lettera, come ho fatto in altre poesie dove ED usa questo termine, per lasciare intatta l'immagine dell'originale.


F1375 (1875) / J1299 (1874)

Delight's Despair at setting
Is that Delight is less
Than the sufficing Longing
That so impoverish.

Enchantment's Perihelion
Mistaken oft has been
For the Authentic orbit
Of it's Anterior Sun.

    La Disperazione della Gioia al tramonto
È che la Gioia è minore
Della perdurante Bramosia
Che tanto impoverisce.

Il Perielio dell'incantesimo
Spesso è stato scambiato
Per l'Autentica orbita
Del suo Sole Anteriore.

La gioia che sta per tramontare si tramuta spesso in disperazione, perché il suo declinare si scontra con il perdurare di un desiderio che non accenna invece ad estinguersi. Nella seconda strofa, al verso 5, ED usa il termine "perihelion" ("perielio"), ovvero il momento in cui l'orbita di un pianeta è più vicina al sole, ma nei versi che seguono la descrizione sembra più quella di un "parhelion" ("parelio"), un fenomeno di rifrazione attraverso cristalli di ghiaccio nell'atmosfera, che permette di osservare una o due macchie luminose ai lati e alla stessa altezza del sole (vedi immagine sotto, dove si vedono chiaramente due parelii ai lati del sole). Potrebbe anche trattarsi di un banale errore (nel manoscritto comunque la parola è scritta molto chiaramente), anche se, nella nota su questa poesia nell'edizione completa dei Meridiani Mondadori, Marisa Bulgheroni, citando Suzanne Juhasz, dà una suggestiva interpretazione di questo possibile gioco di parole: "...l'inganno che ci porta a scambiare l'illusione per autenticità è sottilmente rappresentato anche nel linguaggio: perché nel "perielio" (v. 5) si allude senza nominarlo al "parelio" descritto nei versi 7 e 8".
Possiamo tuttavia anche leggere l'ultima strofa come riferita effettivamente al "perielio", senza riferimenti al "parelio": il momento in cui l'incantesimo della gioia è più vicino al sole, da cui trae la sua linfa vitale, viene spesso scambiato per l'intera orbita, che invece da quel momento comincerà ad allontanarsi da quel sole che è davanti a lei, lasciandoci soltanto un bruciante desiderio di calore.


F1376 (1875) / J1315 (1874)

Which is the best - the Moon or the Crescent?
Neither - said the Moon -
That is best which is not - Achieve it -
You efface the Sheen.

Not of detention is Fruition -
Shudder to attain.
Transport's decomposition follows -
He is Prism born.

    Qual è meglio - la Luna o la Mezzaluna?
Nessuna delle due - disse la Luna -
Il meglio è ciò che non è - Ottienilo -
Cancellerai lo Splendore.

Non del possesso è il Godimento -
Trema nel raggiungerlo.
Ne viene la decomposizione del trasporto -
Che è nato Prisma.

Una variazione sul tema del desiderio che basta a se stesso, e svanisce una volta raggiunto il suo oggetto. Stavolta la svalutazione del possesso è totale, visto che qualsiasi porzione di esso "cancella lo splendore" e "il meglio è ciò che non è", mentre il trasporto del desiderio si sfalda subito dopo il raggiungimento dello scopo.
L'immagine finale del "prisma" può essere letta in due modi: il trasporto del desiderio è come un prisma, che quando è colpito dalla luce produce colori senza relazione con quello originario, come se fosse impossibile catturarne gli esiti; oppure, nasce prisma nel senso che non si appaga di una sola luce, ma tende a crearne ogni volta di nuove non appena una (ovvero il desiderio che va a segno) lo colpisce.


F1377 (1875) / J1340 (1875)

A Rat surrendered here
A brief career of Cheer
And Fraud and Fear.

Of Ignominy's due
Let all addicted to
Beware -

The most obliging Trap
It's tendency to snap
Cannot resist -

Temptation is the Friend
Repugnantly resigned
At last.

    Un Ratto concluse qui
Una breve carriera di Leccornie
E di Frode e di Paura.

Dell'Ignominia il prezzo
Tutti i suoi devoti
Sappiano -

La più cortese Trappola
Alla sua tendenza a mordere
Non può opporsi -

La tentazione è l'Amica
Con riluttanza repressa
Alla fine.

Un topo conclude in una trappola la sua carriera mista di soddisfazioni, di furti e di paura. Tutti coloro che credono di potersi sottrarre al prezzo al prezzo della ricerca affannosa del piacere, sappiano che di trappole simili, pronte a scattare su chi cerca di ghermire la preda, ce ne sono molte nella vita, anche se talvolta il pericolo che celano non appare a chi le avvicina. Sarebbe forse meglio reprimere quelle tentazioni che prima o poi ci porteranno a fare la fine di quel topo gaudente, che ha imparato la lezione ma non potrà servirsene.


F1378 (1875) / J1311 (1874)

This dirty - little - Heart
Is freely mine -
I won it with a Bun -
A Freckled shrine -

But eligibly fair
To him who sees
The Visage of the Soul
And not the knees.

    Questo meschino - piccolo - Cuore
È mio senza riserve -
L'ho vinto con un Dolce -
Un Lentigginoso reliquiario -

Ma idoneo a esser bello
Per colui che vede
Il Volto dell'Anima
E non le ginocchia.

Qui ED parla di sé, definendosi un "lentigginoso reliquiario" (dove "lentigginoso" va letto sia come un riferimento diretto a se stessa, sia come "imperfetto, di poco conto"), vinto alla lotteria della vita con un'offerta senza valore, e che potrà sembrare bello soltanto a chi non si fermi alla superficie ma guardi dentro, fino al volto stesso dell'anima, dove le lentiggini scompaiono.
"Bun", al verso 3, è definito nel Webster "Un piccolo dolce o un tipo di pane dolce", ma nell'etimologia, dal greco "βοννος", riporta il significato "un dolce offerto alla divinità"; questi due significati si rispecchiano nel verso che segue, dove il "lentigginoso" è riferito al semplice dolce speso per vincere e il "reliquiario" richiama l'offerta alla divinità.


F1379 (1875) / J1319 (1874)

How News must feel when travelling
If News have any Heart
Alighting at the Dwelling
'Twill enter like a Dart!

What News must think when pondering
If News have any Thought
Concerning the stupendousness
Of it's perceiveless freight!

What News will do when every Man
Shall comprehend as one
And not in all the Universe
A thing to tell remain?

    Chissà cosa prova una Notizia quand'è in viaggio
Se le Notizie hanno un Cuore
Scendendo verso la Dimora
In cui entrerà come un Dardo!

Chissà cosa pensa una Notizia quando riflette
Se le Notizie hanno Pensieri
Intorno alla grandiosità
Del suo impercettibile carico!

Cosa mai faranno le Notizie quando tutti gli Uomini
Ragioneranno come uno
E nell'intero Universo
Non resterà nulla da dire?

La nostra vita è costellata di "notizie", di annunci che, positivi o negativi, generali o personali, ci fanno sentire vivi e partecipi del mondo. Nelle prime due strofe ED cerca di umanizzare queste incorporee compagne della nostra vita, sia nella loro veste di portatrici di avvenimenti improvvisi, sia come più meditati veicoli di conoscenza. Nell'ultima le fa diventare un simbolo di vitalità e consapevolezza, che sparirà quando sparirà il mondo, quando gli uomini perderanno le loro individualità e le loro differenze per diventare un'indistinta e unica voce nel mistero di ciò che verrà dopo.
Molto significativi gli ultimi versi, dove il senso del mondo sembra risiedere nella necessità della differenza che produce comunicazione.
Al verso 10 "comprehend" può significare "comprendere" sia nel senso di "capire" che di "racchiudere, mettere insieme". Entrambi i significati potrebbero avere posto nel verso, ma visto che ED ha indicato la variante "scrutinize" ("esaminare, investigare") ho optato per il primo e tradotto con "ragionare".
Per i versi 3 e 4 c'è una variante che li sostituisce con "Advancing on the Transport / 'Twill riddle like a Shot!" ("Avvicinandosi a un Trasporto / Che risolverà come un Fulmine!").


F1380 (1875) / J1353 (1876)

The last of Summer is Delight -
Deterred by Retrospect.
'Tis Ecstasy's revealed Review -
Enchantment's Syndicate.

To meet it - nameless as it is -
Without celestial Mail -
Audacious as without a knock
To walk within the Vail.

    La fine dell'Estate è Delizia -
Frenata dalla Rimembranza.
È rivelata Rivisitazione dell'Estasi -
Assemblea d'Incanto.

Incontrarla - senza nome com'è -
Senza Corazza celeste -
Audace come senza bussare
Introdursi in un Velo.

La versione riportata è quella acclusa a una lettera inviata a Higginson nel gennaio 1876 (L449), uguale (con qualche modifica nella punteggiatura) a quella trascritta nei fascicoli. C'è poi il manoscritto di una versione iniziale, i cui primi due versi sono: "The last Summer is a Time / For chastened Retrospect." ("La fine dell'Estate è Tempo / Di represse Rimembranze") e un frammento (PF101) con una variante del secondo verso: "Revised to Retrospect -" ("Rivista in Retrospettiva -").

La bellezza dell'estate che finisce è offuscata dal ricordo dello splendore che ci ha donato, ma è un ricordo che sembra rivelarci ancora una volta quell'estasi e quell'incanto che provavamo vivendola. E ancora, è un tempo senza nome, non più estate e non ancora autunno, che ha ormai perso la sua lucente corazza; cercare di svelarne la misteriosa essenza è come voler entrare senza bussare in una casa incorporea, che sfugge ai nostri sensi.


F1381 (1875) / J1354 (1876)

The Heart is the Capital of the Mind.
The Mind is a single State.
The Heart and the Mind together make
A single Continent.

One - is the Population -
Numerous enough -
This ecstatic Nation
Seek - it is Yourself.

    Il Cuore è la Capitale della Mente.
La Mente è un unico Stato.
Il Cuore e la Mente insieme fanno
Un unico Continente.

Uno - è la Popolazione -
Numerosa quanto basta -
Questa estatica Nazione
Cerca - sei Tu.

La versione riportata è quella acclusa a una lettera inviata a Higginson nel gennaio 1876 (L449), uguale (con qualche modifica nella punteggiatura e l'inversione di "Heart" e "Mind" al terzo verso) ad altri due manoscritti, uno dei quali nei fascicoli.

Una geografia dell'io, limitata ad una unicità che basta a se stessa.


F1382 (1875) / J1344 (1875)

Not any more to be lacked -
Not any more to be known -
Denizen of Significance
For a span so worn -

Even Nature herself
Has forgot it is there -
Sedulous of her Multitudes
Notwithstanding Despair -

Of the Ones that pursued it
Suing it not to go
Some have solaced the longing
To accompany -

Some - rescinded the Wrench -
Others - Shall I say
Plated the residue of Adz
With Monotony.

    Nulla più da rimpiangere -
Nulla più da conoscere -
Migrante della Significanza
Per un istante indossata -

Persino la Natura stessa
Ha dimenticato che è là -
Assidua alle sue Moltitudini
Nonostante la Disperazione -

Di Quelli che lo inseguirono
Sollecitandolo a non andare
Alcuni hanno consolato la voglia
Di accompagnarlo -

Alcuni - hanno rescisso lo Strappo -
Altri - Devo dire
Cromarono il residuo d'Ascia
Con la Monotonia.

Non siamo altro che migranti di un momento; una volta conclusa la nostra esistenza la natura, pur così attenta a tutto ciò che domina, si dimentica di noi, mentre a chi resta non rimane che cercare di rimuovere quello strappo improvviso o, al più, di celarlo dietro l'abitudine, in attesa di esserne strappato a sua volta.
Al verso 3 "denizen" significa propriamente "cittadino straniero naturalizzato"; per mantenere il senso di persona che arriva da un posto sconosciuto e si ferma "for a span" ho tradotto con "migrante".


F1383 (1875) / J1395 (1877)

After all Birds have been investigated
And laid aside
Nature imparts the little Blue Bird -
Assured
Her conscientious voice
Will soar unmoved
Above ostensible vicissitude -

First at the March
Competing with the Wind -
Her zealous Note
Delights it to ascend -
Last at the Scene
When Summer swerves away -
Fortitude - flanked with Melody.

    Dopo che tutti gli Uccelli sono stati esaminati
E messi da parte
La natura divulga il piccolo Uccello Azzurro -
Sicura
Che la sua voce coscienziosa
Si librerà impassibile
Al di sopra di vicende visibili-

Primo a Marzo
A competere con il Vento -
La sua zelante Nota
Ne delizia l'ascesa -
Ultimo in Scena
Quando l'Estate si discosta -
Fermezza - affiancata a Melodia.

Le vicende testuali sono abbastanza accidentate, restano infatti sei manoscritti di questa poesia, dei quali quattro parziali che riguardano soltanto la seconda strofa. Sopra è il testo della versione trascritta nei fascicoli, mentre sotto è quella acclusa a una lettera a Higginson dell'agosto 1877 (L513), dove la poesia viene nominata come "a Blue Bird". Rispetto alla versione nei fascicoli cambia la disposizione dei primi nove versi (che diventano cinque - anche se in entrambe le versioni bisogna fare i conti con una suddivisione in versi che nei manoscritti, non solo per questa poesia, è quasi sempre suscettibile di diverse interpretazioni) e gli ultimi cinque (che diventano tre) sono completamente riscritti.

After all Birds have been investigated and laid aside -
Nature imparts the little Blue Bird - assured
Her conscientious Voice will soar unmoved
Above ostensible Vicissitude -

First at the March - competing with the Wind -
Her panting note exalts us - like a friend -
Last to adhere when Summer cleaves away -
Elegy of Integrity.

    Dopo che tutti gli Uccelli sono stati esaminati e messi da parte
La natura divulga il piccolo Uccello Azzurro - sicura
Che la sua Voce coscienziosa si librerà impassibile
Al di sopra di Vicende visibili

Primo a Marzo - a competere con il Vento -
La sua nota palpitante ci esalta - come un amico -
Ultimo a restare quando l'Estate si distacca -
Elegia d'Integrità.

Il "blue bird" (in due versioni italiane - Raffo nel Meridiano ed Errante 1959 - la traduzione è rispettivamente "cutrettola" e "coditremola") diventa simbolo di chi si eleva al di sopra delle "vicende visibili" e mantiene la sua integrità, o la sua fermezza d'animo, anche quando l'estate lascia il posto al duro e freddo inverno.


F1384 (1875) / J1355 (1876)

The Mind lives on the Heart
Like any Parasite -
If that is full of Meat
The Mind is fat -

But if the Heart omit
Emaciate the Wit -
The Aliment of it
So absolute.

    La Mente vive del Cuore
Come qualsiasi Parassita -
Se quello è colmo di Cibo
La Mente è grassa -

Ma se il Cuore si astiene
Deperisce l'Ingegno -
Il suo Alimento
Così assoluto.

La versione riportata è quella acclusa a una lettera inviata a Higginson nel gennaio 1876 (L449), uguale ad altri due manoscritti, uno dei quali nei fascicoli. C'è poi un ulteriore manoscritto, probabilmente il primo, con diverse varianti (nessuna delle quali utilizzata negli altre tre) e una seconda parte sensibilmente diversa:

The Mind lives on the Hearth
Like any Parasite -
If that be full of meat
The mind is fat -
But if the Heart be lean
The boldest mind will pine
Throw not to the divine
Like Dog a Bone
    La Mente vive del Cuore
Come qualsiasi Parassita -
Se quello è colmo di cibo
La mente è grassa -
Ma se il Cuore s'impoverisce
La mente più ardita languirà
Non gettare al divino
Come a un Cane un Osso

La mente si nutre di sentimento e prospera solo se il cuore la fornisce di quel cibo che le è indispensabile.
Nella (probabile) prima versione gli ultimi due versi sono più crudi e sembrano rivolgersi al lettore come per dire che la mente, la più perfetta creazione divina, va nutrita con speciale attenzione. Ma questi ultimi due versi si possono interpretare anche in un altro modo (leggendo il "to" implicito nell'ultimo davanti a "bone" e non a "dog"): "Non gettarti sul Divino / Come un Cane su un Osso".


F1385 (1875) / J1273 (1873)

That sacred Closet when you sweep -
Entitled "Memory" -
Select a reverential Broom -
And do it silently -

'Twill be a Labor of surprise -
Besides Identity
Of other Interlocutors
A probability -

August the Dust of that Domain -
Unchallenged - let it lie -
You cannot supersede itself,
But it can silence you -

    Quando spazzi quel sacro Ripostiglio -
Intitolato "Memoria" -
Scegli una Scopa riverente -
E fallo in silenzio -

Sarà un Lavoro a sorpresa -
Oltre all'Identità
Di altri Interlocutori
Una probabilità -

Augusta la Polvere di quel Dominio -
Indisturbata - fa' che resti -
Tu non puoi sovrastarla,
Ma essa può zittirti -

La nostra memoria va trattata con riguardo; quando cerchiamo di far pulizia nei nostri ricordi dobbiamo farlo con attenzione e rispetto, perché oltre a quello che troveremo sicuramente, ovvero la nostra "identità, ciò che siamo stati o meglio ricordiamo di essere stati, con molta probabilità si affacceranno anche ricordi che avevamo sepolto e con i quali dovremo necessariamente fare i conti, come se fossero scomodi interlocutori. Perciò forse è meglio evitare di alzare troppo quella polvere, così importante ma anche così pericolosa, perché se ci illudessimo di poterla controllare e sovrastare ci accorgeremmo che molto probabilmente saremmo invece noi a essere zittiti da lei.
Al verso 11 "supersede" ha la stessa etimologia ("supra" e "sedere", ovvero "sedere, stare sopra") del nostro "soprassedere", che nel significato corrente italiano significa "differire, rinviare"; c'è però anche un significato arcaico, più conforme all'etimologia: "star sopra, sovrastare - in senso figurato: superare, dominare", lo stesso descritto nel Webster. Per questo ho tradotto con "sovrastare".


F1386 (1876) / J1357 (1876)

"Faithful to the end" amended
From the Heavenly clause -
Constancy with a Proviso
Constancy abhors -

"Crowns of Life" are servile Prizes
To the stately Heart,
Given for the Giving, solely,
No Emolument.

    "Fedele fino alla fine" emendata
Dalla clausola Celeste -
La costanza con una Condizione
La costanza aborre -

"Le Corone della Vita" sono Premi servili
Per un nobile Cuore,
Dato per il Dare, soltanto,
Senza Emolumento.

La versione riportata è quella acclusa a una lettera inviata a Higginson nel gennaio 1876 (L449). Ne esistono altre due copie manoscritte: una intera rimasto fra le carte di ED (con una variante in calce al verso 7: "the Majesty -" al posto di "the Giving, solely,") e una limitata ai primi quattro versi, spedita a Susan e da questa data a Katherine Morse.
C'è poi un'ulteriore versione (considerata come "seconda" da Johnson e "prima" da Franklin) sensibilmente diversa e presente in due manoscritti uguali fra di loro, a parte la suddivisione in strofe (due da quattro versi nel primo e una da otto versi nel secondo) e una variante in calce nel primo al verso 3: "the Proposition" al posto di "indeed the offer". Riporto sotto il testo del primo manoscritto di questa versione:

"Faithful to the end" amended
From the Heavenly clause -
Lucrative indeed the offer
But the Heart withdraws -

"I will give", the base Proviso -
Spare your "Crown of Life" -
Those it fits - too fair to wear it -
Try it on Yourself -

    "Fedele fino alla fine" emendata
Dalla clausola Celeste -
Lucrosa davvero l'offerta
Ma il Cuore si ritrae -

"Darò", la basilare Condizione -
Risparmiati "La Corona della Vita" -
Quelli a cui si adatta - troppo puri per portarla -
Provala su Te stesso -

La promessa di immortalità (la "clausola Celeste" del secondo verso) rende meno prezioso quel "dare". La purezza del dono esiste soltanto in mancanza di una condizione che renderebbe "servile" un atto altrimenti disinteressato. Nella seconda strofa la clausola celeste diventa più terrena, una "corona della vita" che somiglia tanto all'alloro del poeta ma può intendersi anche come ricompensa terrena del dare: nella prima versione un "emolumento" da rifiutare perché il dare giustifica se stesso, nella seconda una corona che non serve, perché i soli che sarebbero adatti a portarla sono troppo puri per accettare quel premio esteriore.


F1387 (1876) / J1352 (1876)

To his simplicity
To die - was little Fate -
If Duty live - contented
But her Confederate.
    Per la sua semplicità
Morire - fu Sorte lieve -
Se il Dovere vive - appagato
Ma a lei Confederato.

I versi sono in una lettera inviata a Higginson nel gennaio 1876 (L449), preceduti da "Mr Bowles lent me flowers twice, for my Father's Grave." ("Mr Bowles mi ha offerto per due volte dei fiori, per la Tomba di mio Padre.").

La frase che precede i versi nella lettera a Higginson indica abbastanza chiaramente che il soggetto della poesia è il padre. La Bulgheroni annota: "Il formidabile senso del dovere che aveva isolato la figura paterna negli anni dell'infanzia ora è il segno del suo trionfo sul fato."
Al verso 2 ho tradotto "Fate" con "Sorte" per mantenere il pronome femminile nell'ultimo, dove il dovere diventa alleato della sorte. Anche in un'altra poesia, la J1031-F1084, a "fate" è assegnato il genere femminile.


F1388 (1876) / J1358 (1876)

The Treason of an accent
Might Ecstasy transfer -
Of her effacing Fathom
Is no Recoverer -
    Il Tradimento di un accento
Può allontanare l'Estasi -
Di quello svanire nel Profondo
Non c'è Recupero -

I versi sono in una lettera inviata a Higginson nel febbraio 1876 (L450), preceduti da "There is so much that is tenderly profane in even the sacredest Human Life - that perhaps it is instinct and not design, that dissuades - us from it." ("C'è così tanto di teneramente profano anche nella più sacra Vita Umana - che forse è l'istinto e non l'intenzione, che ci dissuade - da essa.").
Un'altra versione è in un manoscritto inviato a Susan, col solo primo verso uguale:

The Treason of an Accent
Might vilify the Joy -
To breathe - corrode the rapture
Of Sanctity to be -
    Il Tradimento di un Accento
Può svilire la Gioia -
Respirare - corrode il rapimento
Della Santità di essere -

Anche soltanto una parola può privarci di un'intima estasi che è poi impossibile recuperare.
Nella seconda versione l'estasi sembra dapprima diventare una, più terrena, gioia, ma poi ricompare in quel divino "rapimento" dell'essere, da preservare anche da un respiro, un sia pur fievole intervento esterno che svilisce e corrode la purezza dell'interiorità.


F1389 (1876) / J1381 (1876)

I suppose the time will come
Aid it in the coming
When the Bird will crowd the Tree
And the Bee be booming -

I suppose the time will come
Hinder it a little
When the Corn in Silk will dress
And in Chintz the Apple

I believe the Day will be
When the Jay will giggle
At his new white House the Earth
That, too, halt a little -

    Suppongo che il tempo verrà
Aiutalo a venire
Quando l'Uccello farà ressa sull'Albero
E l'Ape ronzerà -

Suppongo che il tempo verrà
Ritardalo un po'
Quando il Grano vestirà di Seta
E la Mela di Chintz

Credo che il Giorno ci sarà
In cui la Ghiandaia ridacchierà
Alla sua nuova bianca Casa in Terra
Quello, pure, fermalo un po' -

Tre strofe per esprimere tre sentimenti diversi di fronte alle stagioni che si susseguono. Nella prima l'estate, che va aiutata; nella seconda l'autunno, da ritardare; nella terza l'inverno, da fermare. Le prime due hanno simboli vitali e di crescita; ressa, ronzio, maturazione; nella terza invece la bianca coltre che copre, e nasconde sotto di sé, la terra è una chiara metafora della tomba come approdo dell'inverno della vita, rafforzata dalla scelta, nel primo verso, di "the day" rispetto al "the time" delle strofe precedenti: un momento preciso e delimitato rispetto a un tempo che scorre.


F1390 (1876) / J1365 (1876)

Take all away -
The only thing worth larceny
Is left - the Immortality -
    Portate via tutto -
La sola cosa degna di furto
È rimasta - L'Immortalità -

I versi sono in una lettera inviata a Higginson nel marzo del 1876 (L457), preceduti da "When I think of my Father's lonely Life and his lonelier Death, there is this redress -" ("Quando penso alla Vita solitaria di mio Padre e alla sua Morte ancora più solitaria, c'è questa compensazione -").

Un nostalgico ricordo del padre, mitigato soltanto dalla speranza dell'immortalità.


F1391 (1876) / J1360 (1876)

I sued the News - yet feared - the News
That such a Realm could be -
"The House not made with Hands" it was -
Thrown open wide - to me -
    Anelavo la Notizia - eppure temevo - la Notizia
Che un tale Regno potesse esistere -
"La Casa non fatta da Mani" era -
Che si spalancava - a me -

I versi sono in una lettera inviata a Higginson nella primavera del 1876 (L458), preceduti da "It is still as distinct as Paradise - the opening your first Book - It was Mansions - Nations - Kinsmen - too - to me -" ("È sempre chiaro come il Paradiso - aprire il suo primo Libro - È stato Palazzi - Nazioni - Congiunti - anche - per me -"). Il libro di cui parla ED è il primo libro di Higginson, Outdoors Papers (Scritti all'aria aperta).

Letta dopo le frasi sul primo libro di Higginson appare un devoto (e forse un po' esagerato) omaggio della presunta allieva al presunto maestro. Leggendo anche la prima frase della lettera: "Il suo pensiero è così serio e avvincente, che lascia più forti e più deboli allo stesso tempo, il Bello della Delizia." si ha l'impressione che forse le iperboli dickinsoniane nascondano una non troppo velata ironia.
La citazione al verso 3 è dalla seconda lettera ai Corinzi 5,1: "Perché sappiamo che, se la casa mortale di questo tabernacolo sarà dissolta, avremo un edificio di Dio, e casa non fatta da mani, eterna nei cieli."


F1392 (1876) / J1368 (1876)

Love's stricken "why"
Is all that love can speak -
Built of but just a syllable,
The hugest hearts that break.
    L'affranto "perché" dell'amore
È tutto ciò che l'amore può dire -
Modellati da una sola parola,
Gli smisurati cuori che si spezzano.

Biglietto di condoglianze (L463) a Mrs Olive Stearns, in occasione della morte del marito (William A Stearns, presidente dell'Amherst College), l'8 giugno 1876.
Il manoscritto è perduto e il testo è in una trascrizione di Mabel Todd.

L'unica sillaba di "why" diventa il solo suono che un cuore spezzato può pronunciare di fronte alla morte dell'amato.
Visto che il "perché" italiano ha due sillabe ho tradotto "a syllable" con "una parola".


F1393 (1876) / J1388 (1876)

Those Cattle smaller than a Bee
That herd upon the Eye -
Whose tillage is the passing Crumb -
Those Cattle are the Fly -
Of Barns for Winter - blameless -
Extemporaneous stalls
They found to our objection -
On Eligible Walls -
Reserving the presumption
To suddenly descend
And gallop on the Furniture -
Or odiouser offend -
Of their peculiar calling
Unqualified to judge
To Nature we remand them
To justify or scourge -
    Quegli Animali più piccoli di un'Ape
Che si riuniscono sull'Occhio -
Il cui pascolo è la Briciola che passa -
Quegli Animali sono le Mosche -
Di Stalle per l'Inverno - ignare -
Greppie estemporanee
Trovano nonostante la nostra avversione -
Su Pareti Adatte -
Riservandosi il diritto
Di scendere all'improvviso
E galoppare sui Mobili -
O più odiosamente offendere -
Del loro compito peculiare
Incompetenti a giudicare
Alla Natura le rimettiamo
Per giustificare o castigare -

Esistono delle cose di cui non capiamo lo scopo. Ad esempio le mosche, così fastidiose, invasive, che suscitano soltanto la nostra avversione. Eppure non siamo in grado di giudicarle, perché i disegni divini, o naturali, sono spesso al di fuori della nostra portata. Perciò non possiamo che sopportarle, lasciando il giudizio sul senso della loro esistenza a qualcuno/qualcosa al di sopra di noi.


F1394 (1876) / J1359 (1876)

The long sigh of the Frog
Upon a Summer's Day
Enacts intoxication
Upon the Passer by.

But his receding Swell
Substantiates a Peace
That makes the Ear inordinate
For corporal release -

    Il lungo sospiro della Rana
In un Giorno d'Estate
Dà luogo all'esaltazione
In colui che Passa.

Ma l'affievolirsi di quel Suono
Fa emergere una Pace
Che rende l'Orecchio esagerato
Per il sollievo del corpo -

I versi sono in una lettera inviata a Higginson all'inizio dell'estate del 1876 (L459), preceduti da "I was always told that Conjecture surpassed Discovery, but it must have been spoken in caricature, for it is not true -" ("Mi è stato sempre detto che la Congettura supera la Scoperta, ma dev'essere stato inteso in caricatura, perché non è vero -").
Un'altra copia (senza divisione in strofe e con "Revery -" al posto di "Passer by." al verso 4) fu probabilmente inviata a Susan. Il verso 4 diventa perciò "In un sogno ad occhi aperti -".

Le frasi che precedono i versi nella lettera a Higginson danno una chiave di lettura: la "congettura", che può far diventare il semplice sospiro di una rana una esaltante fantasticheria (ma anche un semplice cielo una dimora divina), si spegne nella realtà del silenzio che segue e della "scoperta" che l'orecchio (inteso come simbolo di qualcosa che è propenso a sentire/vedere ciò che non c'è) talvolta sente cose che non esistono e, perciò, non è un buon candidato per dare certezze razionali alla nostra esistenza.


F1395 (1876) / J1387 (1876)

The Butterfly's Numidian Gown
With spots of Burnish - roasted on
Is proof against the Sun -
But prone to shut it's spotted Fan
And panting on a Clover lean
As if it were undone -
    La Numidica Veste della Farfalla
Con macchie Brunite - stampate
È a prova di Sole -
Ma incline a chiudere il maculato Ventaglio
E a palpitare su un magro Trifoglio
Come se fosse incompiuta -

Le ali della farfalla, con quelle macchie stampate sopra (ED usa "roasted on", letteralmente "arrostite su", come se le macchie fossero marchiate a fuoco sulle ali), sono quanto di più bello esista in natura e non temono il calore del sole (ma anche: non temono il confronto con il suo splendore). Ma la farfalla sembra non rendersi conto della sua bellezza, e invece di mostrare fiera la sua veste, si posa su un magro trifoglio, facendo tremare le sue ali come se fossero qualcosa di incompiuto, come se avesse paura di usarle per volare.
Un po' come succede a chi non riesce a riconoscere la compiutezza della propria maturità (fisica o spirituale) e non ha il coraggio di affrontare il mondo, la vita, perché tende a sentirsi perennemente incompiuto.


F1396 (1876) / J1362 (1876)

Of their peculiar light
I keep one ray
To clarify the Sight
To seek them by -
    Della loro peculiare luce
Trattengo un raggio
Per schiarire la Vista
Nel cercarle -

I versi sono in una lettera inviata a Higginson nell'agosto 1876 (L470), preceduti da "I almost inferred from your accent you might come to Amherst. I would like to make no mistake in a presumption so precious - but a Pen has so many inflections and a Voice but one, will you think it obtuse, if I ask if I quite understood you?" ("Dalle sue parole ho quasi dedotto che forse lei verrà ad Amherst. Non vorrei sbagliare una previsione così preziosa - ma una Penna ha così tante inflessioni e una Voce soltanto una, mi crederà ottusa, se chiedo se ho capito bene?").
C'è poi un altro manoscritto (con i pronomi cambiati), scritto su un foglio poi riutilizzato per altri versi (PF47). Il testo, riportato di seguito, fa riferimento a un libro nelle frasi che precedono i versi (poi cancellate), ma non si hanno notizie del possibile destinatario:

Thank you for the Delight -
The book is fair and lonely, like a Memoir of Evening -
Of his peculiar light
We keep one ray
To clarify the Sight
To seek him by -
    Grazie per il Diletto -
Il libro è bello e malinconico, come il Ricordo di una Sera -
Della sua peculiare luce
Tratteniamo un raggio
Per schiarire la Vista
Nel cercarlo -

Nella versione inviata a Higginson la luce e la ricerca si riferiscono al senso delle parole interpretate da ED come il preannuncio di una visita (che poi non avverrà: Higginson andò ad Amherst soltanto due volte, il 16 agosto 1870 e il 3 dicembre 1873). Nell'altra l'oggetto diventa il libro.


F1397 (1876) / J1499 (1880)

How firm eternity must look
To crumbling men like me -
The only adamant Estate
In all Identity -

How mighty to the insecure -
Thy Physiognomy
To whom not any Face cohere -
Unless concealed in thee.

    Come deve sembrare solida l'eternità
A persone disgregabili come me -
Il solo Patrimonio adamantino
Dell'intera Identità -

Quanto potente all'insicuro -
La tua Fisionomia
Con cui nessun Volto combacia -
Se non occultato in te.

Per l'uomo, così fragile e destinato a disgregarsi in polvere, soltanto l'eternità può apparire un bene solido e indistruttibile, che vince l'insicurezza e la precarietà della vita. Ma è un bene che non ha volto, che non riusciamo a identificare in nulla di ciò che conosciamo; possiamo soltanto immaginare che la soluzione del mistero sia occultata in quella essenza misteriosa, e che l'unico modo per svelare quel volto estraneo è raggiungerla e diventarne intimamente parte.


F1398 (1876) / J1370 (1876)

Gathered into the Earth,
And out of story -
Gathered to that strange Fame -
That lonesome Glory
That hath no omen here - but Awe -
    Accolto nella Terra,
E fuori dalla storia -
Accolto da quell'estranea Fama -
Quella solitaria Gloria
Che non ha presagio qui - ma Venerazione -

Un ritratto di chi muore: viene seppellito nella terra, esce dalle vicende umane ed entra in un mondo estraneo e misterioso del quale qui non possiamo avere nessuna anticipazione, ma soltanto la fede che venera senza chiedere.


F1399 (1876) / J1372 (1876)

The Sun is one - and on the Tare
He doth as punctual call
As on the conscientious Flower
And estimates them all -
    Il Sole è uno - e alla Gramigna
Fa visita puntuale
Come al coscienzioso Fiore
E li stima tutti -

La natura è democratica, non sceglie a chi inviare il sole. Per lei tutti sono degni di riceverne il calore e la vita.


F1400 (1876) / J1373 (1876)

The worthlessness of Earthly things
The Ditty is that Nature Sings -
And then - enforces their delight
Till Synods are inordinate -
    L'inutilità delle cose Terrene
È l'Inno che la Natura Canta -
E poi - ne rafforza il diletto
Fino a scompigliare i Sinodi -

Nei primi due versi la natura sembra ammaliarci con un canto di una bellezza che rende futili i nostri pensieri terreni; gli altri due, con l'uso di un termine chiaramente religioso (ripetuto nelle due varianti a questo verso: "Till Zion is inordinate" e "Till Rectitude is suffocate"), sembrano in contrasto con i precedenti, visto che qui la natura sembra invece riportarci su un terreno più mondano scompigliando, rendendo disordinate, le nostre certezze religiose. Se però intendiamo i "Synods" (allo stesso modo di "Zion" o "Rectitude") come simboli della religione convenzionale, mondana in quanto legata a cerimonie esteriori e create dall'uomo, il conto torna e il diletto del penultimo verso diventa la gioia di sentirsi parte integrante di una natura panteistica e onnicomprensiva.
Al verso 2 ho tradotto "Ditty" ("Canto; sonetto o breve poesia cantata" che Webster fa derivare dal tedesco "Dicht" - "Poesia") con "Inno" per mantenere il carattere religioso suggerito dalla variante "Sermon".