Emily Dickinson

The Complete Poems
Tutte le poesie

F1401 - 1450

Traduzione e note di Giuseppe Ierolli


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Appendice

Indice Franklin
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F1401 (1876) / J1376 (1876)

Dreams are the subtle Dower
That make us rich an Hour -
Then fling us poor
Out of the Purple Door
Into the Precinct raw
Possessed before -
    I Sogni sono l'elusiva Dote
Che ci fa ricchi per un'Ora -
Poi ci gettano poveri
Fuori della Purpurea Porta
Dentro i nudi Confini
Che avevamo prima -

L'immaginario fantastico dei sogni contrapposto alla dura e concreta realtà della vita.


F1402 (1876) / J1378 (1876)

His Heart was darker than the starless night
For that there is a morn
But in this black Receptacle
Can be no Bode of Dawn
    Il suo Cuore era più buio di una notte senza stelle
Per quella c'è un mattino
Ma in questo nero Ricettacolo
Non può esserci Promessa d'Aurora

Il buio di una notte senza stelle ha comunque la promessa del mattino; in un cuore senza sentimenti l'oscurità è invece senza speranza.


F1403 (1876) / J1389 (1876)

Touch lightly Nature's sweet Guitar
Unless thou know'st the Tune
Or every Bird will point at thee
Because a Bard too soon -
    Sfiora appena la dolce Chitarra della Natura
A meno che tu non conosca gli Accordi
Oppure ogni Uccello ti additerà
Come Bardo prematuro -

La natura è misteriosa, va trattata con cura, studiata, almeno per noi che non siamo uccelli e non abbiamo l'istinto di immergerci in essa con inconsapevole saggezza. Dobbiamo perciò trattarla con attenzione, stando bene attenti a non strafare, altrimenti verremo additati dai suoi abitanti come qualcuno che pretende di suonare prima di conoscere bene le note.
Due varianti per l'ultimo verso: "That wert a Bard too soon" ("[ti dirà] / Che fosti un Bardo prematuro") e "The Bard to silence born" ("[ti chiamerà] / Il Bardo nato per il silenzio").


F1404 (1876) / J1382 (1876)

In many and reportless places
We feel a Joy -
Reportless, also, but sincere as Nature
Or Deity -

It comes, without a consternation -
Dissolves - the same -
But leaves a sumptuous Destitution -
Without a Name -

Profane it by a search - we cannot
It has no home -
Nor we who having once waylaid it -
Thereafter roam.

    In molti e inspiegabili luoghi
Proviamo una Gioia -
Inspiegabile, pure, ma sincera come la Natura
O la Deità -

Arriva, senza sorprendere
Si dissolve - allo stesso modo -
Ma lascia una sontuosa Indigenza -
Senza Nome -

Profanarla con una ricerca - non possiamo
Non ha casa essa -
Né noi che l'abbiamo una volta ghermita -
Da allora vaghiamo.

Una gioia grande e improvvisa, sentimento che non è raro provare, è difficile da raccontare, e inspiegabile come i misteri della natura e del divino. Sappiamo soltanto che ci lascia uno splendente rimpianto, a cui non sapremmo dare un nome, e la consapevolezza che sarebbe inutile cercarla, perché non ha una casa, come noi d'altronde, che da quando siamo riusciti ad afferrarla una volta vaghiamo senza meta, sperando sempre di riuscirci di nuovo.
Al penultimo verso ho scelto la variante "waylaid" al posto di "inhaled" perché sottolineata.


F1405 (1876) / J1383 (1876)

Long Years apart - can make no
Breach a second cannot fill -
The absence of the Witch does not
Invalidate the spell -

The embers of a Thousand Years
Uncovered by the Hand
That fondled them when they were Fire
Will stir and understand

    Lunghi Anni lontano - non possono creare
Una breccia che un istante non possa colmare -
L'assenza del Mago non
Invalida l'incantesimo -

Le braci di Mille Anni
Schiuse dalla Mano
Che le carezzava quand'erano Fuoco
Si risveglieranno e capiranno

La potenza del ricordo non teme il passare del tempo, quel fuoco che cova sotto la cenere è sempre pronto a risvegliarsi al tocco di chi, anche mille anni prima, lo sfiorava con amore.
Bellissima la seconda strofa, con quella mano che sembra spolverare la cenere dei ricordi, facendo affiorare il fuoco che continua ad essere vivo e palpitante anche nei più lontani recessi della memoria e che, a sua volta, mantiene quel ricordo anche dentro di sé, riconoscendo senza dubbi la mano che lo amava in quella che lo libera.
Per i versi 3 e 4 ED ha indicato una variante che trasforma l'affermazione in una domanda retorica: "Who says the Absence of a Witch / Invalidates his spell?" ("Chi dice che l'Assenza del Mago / Invalidi il suo incantesimo?").
Nell'ultimo verso ho scelto la variante "stir" al posto di "gleam" ("splendere, brillare, luccicare") perché sottolineata. "Stir" può significare qualcosa di molto simile a "gleam" ma ho preferito tradurre con un significato che il Webster indica come "colloquiale": "To rise in the morning", anche perché il senso di bagliore e splendore è implicito nel risveglio di un fuoco.


F1406 (1876) / J1384 (1876)

Praise it - 'tis dead -
It cannot glow -
Warm this inclement Ear
With the encomium it earned
Since it was gathered here -
Invest this alabaster Zest
In the Delights of Dust -
Remitted - since it flitted it
In recusance august.
    Lodalo - è morto -
Non può avvampare -
Scalda quell'inclemente Orecchio
Con l'encomio che merita
Da quando fu raccolto qui -
Investi quel Nettare d'Alabastro
Nelle Delizie della Polvere -
Ripagato - poiché la disperse
Con augusto rifiuto.

L'encomio che farebbero arrossire un vivo possiamo rivolgerlo senza turbarlo a chi è morto. E possiamo anche investire, senza paura di perderlo, il nostro capitale di lodi (di alabastro perché rivolte a chi ha ormai la consistenza del marmo) in quella polvere di cui lui non ha più bisogno.
Al penultimo verso "remitted" ha più o meno gli stessi significati del "rimettere" italiano: "perdonare, affidare, trasmettere denaro"; vista la contiguità con "invest" del verso 6 (qui da intendere nel senso economico e finanziario del termine), ho tradotto con "ripagato", interpretandolo come una rassicurazione: "investi pure, puoi star sicuro che il tuo investimento sarà ripagato".
Al verso 3 ho tradotto letteralmente "inclement", ma il termine va inteso come se fosse riferito al tempo atmosferico, perciò: "freddo, gelido".


F1407 (1876) / J1374 (1876)

A Saucer holds a Cup
In sordid human Life
But in a Squirrel's estimate
A Saucer holds a Loaf -

A Table of a Tree
Demands the little King
And every Breeze that run along
His Dining Room do swing -

His Cutlery - he keeps
Within his Russet Lips -
To see it flashing when he dines
Do Birmingham eclipse -

Convicted - could we be
Of our Minutiae
The smallest Citizen that flies
Is heartier than we -

    Un Piattino regge una Tazza
Nella sordida Vita umana
Ma nella prospettiva di uno Scoiattolo
Un Piattino regge una Pagnotta -

La Tavola di un Albero
Esige il piccolo Re
E ogni Brezza che soffia accanto
La sua Sala da Pranzo fa oscillare -

I Coltelli - tiene
Fra le Labbra Rossicce -
Vederli lampeggiare mentre pranza
Eclissa Birmingham -

Giudicati - fossimo
Per le nostre Minuzie
Il minuscolo Cittadino che vola
Sarebbe più genuino di noi -

L'artificiosità umana (il piattino che regge la tazza, implicitamente in un salotto ben riparato) è contrapposta alla semplicità della natura, rispecchiata nello scoiattolo che si accontenta di una semplice pagnotta e pranza in mezzo agli alberi, soggetto alle intemperie. E la nostra argenteria non regge il confronto con quei denti affilati, il cui brillare offusca lo splendore di acciai famosi. Se dovessimo dar conto delle inutili minuzie di cui è costellata la nostra vita, saremmo certamente perdenti di fronte alla gioiosa semplicità di quell'animaletto volante.
Birmingham (v. 12 - ma anche Manchester, indicata come variante nel manoscritto) è famosa per le fabbriche di coltelli, e posate in genere, d'acciaio.
Oltre alla variante "Manchester" ce n'è una in sostituzione dell'ultimo verso: "Has more integrity." ("Avrebbe più integrità.").


F1408 (1876) / J1575 (1876)

The Bat is dun, with wrinkled Wings -
Like fallow Article -
And not a song pervade his Lips -
Or none perceptible.

His small Umbrella quaintly halved
Describing in the Air
An Arc alike inscrutable
Elate Philosopher.

Deputed from what Firmament -
Of what Astute Abode -
Empowered with what malignity
Auspiciously withheld -

To his adroit Creator
Ascribe no less the praise -
Beneficent, believe me,
His eccentricities -

    Il Pipistrello è grigio, con Ali raggrinzite -
Come un Oggetto trascurato -
E non un canto pervade le sue Labbra -
O nessuno percepibile.

Il suo curioso Ombrellino dimezzato
Descrive nell'Aria
Un Arco simile a un imperscrutabile
Eccelso Filosofo.

Deputato da quale Firmamento -
Di quale Astuta Dimora -
Dotato di quale malignità
Fortunatamente trattenuta -

Al suo abile Creatore
Non tributate meno lodi -
Benefiche, credetemi,
Le sue eccentricità.

L'eccentricità del pipistrello rispetto alla natura piacevole, colorata, canterina, non deve confinarlo nel novero degli "oggetti trascurati", ovvero di quegli esseri che sembrano scontare un difetto di fabbricazione. Il suo creatore è stato abile con lui come per le altre creature, solo che l'eccentricità è sempre difficile da accettare.
Molto bella e indovinata l'immagine dell'ombrello dimezzato, una stranezza imperscrutabile come può esserlo il pensiero di un filosofo.
Bacigalupo annota: "Il testo si segnala per la sua estrema sinteticità, donde forse una strizzata d'occhio in adroit Creator (Dio, ma anche l'abilissimo poeta)."


F1409 (1876) / J1375 (1876)

Death warrants are supposed to be
An enginery of Equity
A merciful mistake
A pencil in an Idol's Hand
A Devotee has oft consigned
To Crucifix or Block
    Le condanne a morte sono ritenute
Un meccanismo di Equità
Un misericordioso errore
Una matita in mano a un Idolo
Un Devoto ha spesso consegnato
Al Crocifisso o al Ceppo

In pochi versi ED descrive i sentimenti contrastanti verso la pena di morte, vista come un meccanismo di equità (come nell'"occhio per occhio, dente per dente" biblico) o come un errore legato alla fallacia umana. Nella seconda parte ricorda al lettore quante volte un innocente è stato consegnato al boia. L'utilizzo insistito di molti termini religiosi (merciful, idol, devotee, crucifix) suggerisce che ED stesse pensando in particolare alle condanne a morte inflitte per motivi religiosi, molte delle quali vicine, nello spazio e nel tempo, al New England dickinsoniano.


F1410 (1876) / J1361 (1876)

The Flake the Wind exasperate
More eloquently lie
Than if escorted to it's Down
By Arm of Chivalry.
    Il Fiocco inasprito dal Vento
Più eloquente giace
Che se scortato al suo Posto
Da un Cavalleresco Braccio.

I versi sono in una lettera inviata alla moglie di Higginson, in occasione di una sua malattia, nella tarda estate del 1876 (L472), preceduti da "I fear we have all sorrow, though of different forms - but with Life so very sweet at the Crisp, what must it be unfrozen! I hope you may sometime be so strong as to smile at now - That is our Hope's criterion, for things that are - are ephemeral, but those to come - long - and besides," ("Temo che per tutti vi sia dolore, sebbene in forme diverse - ma se la Vita è tanto dolce al Freddo, cosa dev'essere al disgelo! Spero che qualche volta lei possa essere tanto forte da sorridere al presente - Questo è il nostro criterio di Speranza, perché le cose che sono - sono effimere, ma quelle a venire - durature - e inoltre," [seguono i versi]).

Arrivare a una meta (che può essere una meta terrena ma anche la morte - come fa pensare il "lie" del secondo verso) con l'esperienza che si acquisisce dalle difficoltà di un vento freddo e affilato, che accompagna e nello stesso tempo esaspera e inasprisce, rende più consapevoli rispetto a un percorso calmo e tranquillo, come quello che si farebbe al braccio di un cortese cavaliere.
Al verso 3 "Down" significa sia "soffici piume" che "dosso, collinetta"; i due significati, soprattutto se legati al "lie" del verso 2, suggeriscono l'idea di un morbido giaciglio e, insieme, del rigonfiamento che si forma su una tomba. Per non scegliere, e perderne comunque uno, ho tradotto con un generico "posto".


F1411 (1876) / J1363 (1876)

Summer laid her simple Hat
On it's boundless shelf -
Unobserved - a Ribin slipt
Fasten it yourself.

Summer laid her supple Glove
In it's sylvan Drawer -
Wheresoe'er - as was she -
The Affair of Awe -

    L'Estate posò il suo semplice Cappello
Sulla sconfinata mensola -
Non visto - un Nastro scivolò
Assicuratelo tu.

L'Estate posò il suo morbido Guanto
Nel silvestre Cassetto -
Dappertutto - giacché era lei -
L'Oggetto d'Ammirazione -

Ci sono cinque manoscritti di questa poesia. Soltanto uno riporta le due strofe, con cancellature, sostituzioni e varianti (il testo riportato sopra è quello che risulta dalle cancellature e dalle sostituzioni, mentre le varianti per la seconda strofa sono quelle accolte nella versione inviata a Higginson - vedi sotto). Delle altre quattro copie, tre sono sono limitate alla prima strofa e una - quella a Higginson - alla seconda. Si può perciò ipotizzare che le due strofe della copia completa siano più due varianti che una poesia unica.
Il testo inviato a Higginson è in una lettera della fine di ottobre del 1876 (L477), preceduto da: "My Brother and Sister speak of you - and covet your remembrance - and perhaps you will not reject my own, to Mrs Higginson? ("Mio Fratello e mia Sorella parlano di lei - e ci tengono a esserle ricordati - e forse lei non respingerà lo stesso da parte mia, per Mrs Higginson?").

Summer laid her supple Glove
In it's sylvan Drawer -
Wheresoe'er, or was she -
The demand of Awe?
    L'Estate posò il suo morbido Guanto
Nel silvestre Cassetto -
Dappertutto, o era lei -
La domanda d'Ammirazione?

Come ho scritto sopra, le due strofe sembrano più due variazioni sul tema che una poesia unica. Nella prima l'estate arriva e, con un gesto molto "umano", poggia il cappello sulla mensola, come chi torna a casa. Solo che la mensola, e ovviamente anche il cappello, sono sconfinati, abbracciano tutto il mondo intorno a noi e possiamo cercare di prendere e godere soltanto un briciolo di quello splendore, magari quello che scivola via inavvertitamente da quell'enorme cappello. Nella seconda l'estate fa un gesto molto simile: ripone i guanti in un cassetto che, come la mensola della strofa precedente, sembra essere sconfinato e abbracciare tutto ciò che ci circonda. Stavolta però non ci accontentiamo di rubare il nastro caduto dal cappello, ma salutiamo l'estate come il vero oggetto della nostra ammirazione (così ho tradotto "awe", più propriamente: "sgomento, timore reverenziale").


F1412 (1876) / J1364 (1876)

How know it from a Summer's Day?
It's Fervors are as firm -
And nothing in the Countenance
But scintillates the same -
Yet Birds examine it and flee -
And Vans without a name
Inspect the Admonition
And sunder as they came -
    Come distinguerlo da un Giorno d'Estate?
I suoi Ardori sono del pari risoluti -
E null'altro nella Fisionomia
Se non lo stesso scintillio -
Eppure gli Uccelli lo esaminano e fuggono -
E Avanguardie senza nome
Perlustrano l'Avvertimento
E si sfaldano non appena arrivate -

I versi erano in un biglietto, senza saluti né firma, inviato alla moglie di Higginson nell'autunno del 1876, durante la lunga malattia che doveva poi portarla alla morte il 2 settembre del 1877. Franklin dice che "La busta, affrancata e indirizzata a 'Mrs Higginson' a Newport, conteneva anche un bocciolo di rosa", ma, secondo Johnson, l'oggetto dei versi dovrebbe essere l'estate indiana, che sembra non aver niente da invidiare a un giorno di piena estate, ma non inganna gli uccelli, che danno un'occhiata a quell'apparenza estiva e capiscono subito che non è il caso di restare. Più oscuro il soggetto degli ultimi tre versi; potrebbero essere avanguardie (senza nome perché non ancora ben definite) dell'inverno, che si sciolgono al calore di quell'ingannevole ma pur sempre calda estate, ma anche imprudenti e intempestive avanguardie della primavera, attirate da quell'apparenza di rinascita e subito deluse e spazzate via.


F1413 (1876) / J1386 (1876)

Summer - we all have seen -
A few of us - believed -
A few - the more aspiring
Unquestionably loved -

But Summer does not care -
She takes her gracious way
As eligible as the Moon
To the Temerity -

Deputed to adore -
The Doom to be adored
Unknown as to an Ecstasy
The Embryo endowed -

    L'Estate - noi tutti l'abbiamo vista -
Alcuni di noi - stimata -
Alcuni - i più appassionati
Indiscutibilmente amata -

Ma l'Estate non se ne cura -
Prende la sua graziosa via
Idonea come la Luna
Alla Temerarietà -

Deputata ad adorare -
La Condanna ad essere adorata
Sconosciuta come a un'Estasi
L'Embrionale dote -

Il manoscritto è molto accidentato. Il testo è nel recto di un foglio, con diverse cancellature e varianti. Nel verso e in un altro foglio appuntato al primo ci sono ulteriori numerose varianti. Johnson la ritiene una stesura incompleta, tanto che nella sua edizione non riporta una ricostruzione dei versi ma, in pratica, una riproduzione del manoscritto, con tutte le varianti e le cancellature. Franklin è di diverso avviso e scrive: "Sebbene le varianti siano molte e il loro ordine, nel verso nel foglio originario e in quello aggiunto, sia incerto, lo stato del testo è chiaro".
Quello sopra è il testo che risulta nel recto, sotto le varianti più significative:

7-8]
(front - erased)
As undiverted as the Moon -
From her Divinity -

7-8]
(back)
As unperverted as the Moon
By our obliquity -

7-8]
(slip)
As eligible as the Moon -
To our extremity -

9-10]
(slip)
Created to adore -
The Affluence evolved -

6 takes]
(front)
goes

6 gracious]
(front))
spacious

6 gracious]
(back)
ample
perfect

6 gracious]
(slip)
sylvan
subtle
simple
mighty
gallant

    7-8]
(recto - cancellato)
Non deviata come la Luna -
Dalla sua Divinità -

7-8]
(verso)
Incorrotta come la Luna
Dalla nostra obliquità -

7-8]
(foglio aggiunto)
Idonea come la Luna -
Al nostro eccesso -

9-10]
(foglio aggiunto)
Creata per adorare -
L'Abbondanza sprigionata -

6 prende]
(recto)
va per

6 graziosa]
(recto))
spaziosa

6 graziosa]
(verso)
ampia
perfetta

6 graziosa]
(foglio aggiunto)
silvana
sottile
semplice
vigorosa
nobile

L'estate, che nella parte finale viene significativamente accostata all'estasi, non si cura di ciò che noi mortali si possa pensare di lei. Il nostro sentimento può essere di semplice presa d'atto o di amore senza remore: lei incede per la sua via, incurante come la luna di ciò che accade sotto di lei. La sua missione è quella di essere delegata a rappresentare il simbolo dell'adorazione che si deve alla forza e alla bellezza del creato, e il suo destino di essere a sua volta oggetto di adorazione non la tocca, le è sconosciuto come è sconosciuto all'estasi il seme da cui nasce e a ogni sentimento che sovrasta le nostre facoltà razionali il mistero del rivelarsi alla nostra mente.
Molto potenti gli ultimi due versi (il mistero della nascita dell'estasi), dove ho modificato la successione sostantivo/participio ("L'Embrione concesso in dote") in aggettivo/sostantivo, una traduzione che mi sembra più rispondente al senso dell'originale.


F1414 (1876) / J1371 (1876)

How fits his Umber Coat
The Tailor of the Nut?
Combined without a seam
Like Raiment of a Dream -

Who spun the Auburn Cloth?
Computed how the girth?
The Chestnut aged grows
In those primeval Clothes -

We know that we are wise -
Accomplished in Surprise -
Yet by this Countryman -
This nature - how undone!

    Come prepara il suo Scuro Soprabito
Il Sarto della Noce?
Messo insieme senza cuciture
Come l'Abito di un Sogno -

Chi ha tessuto il Bruno Panno?
Com'è calcolato il giro vita?
Il Castagno si fa vecchio
In quei Panni primordiali -

Sappiamo di essere saggi -
Avvezzi alla Sorpresa -
Eppure da questo Campagnolo -
Questa natura - com'è annullata!

Il sarto del secondo verso, il tessitore del quinto e il campagnolo del penultimo sono tutte metafore della natura che sa governare tanto la rinascita della prima strofa, quanto il trascorrere del tempo della seconda. Nell'ultima la natura sconfigge le nostre presunzioni, quelle di chi si sente saggio e rotto a ogni sorpresa ma si trova poi a fare i conti con l'inconsapevole forza degli elementi.
La "nature" dell'ultimo verso è da intendersi come la "natura umana" descritta nei primi due versi dell'ultima strofa. Ho tradotto letteralmente, visto che il termine, sia in italiano che in inglese, può significare sia "natura" in senso stretto che "qualità, indole, carattere". Evidentemente ED ha qui giocato con le parole, descrivendo la "natura" vera e propria senza nominarla (prima sarto, poi tessitore e quindi campagnolo) e usandone poi il nome nell'altro significato del termine.


F1415 (1876) / J1369 (1876)

Trusty as the stars
Who quit their shining working
Prompt as when I lit them
In Genesis' new house,
Durable as dawn
Whose antiquated blossom
Makes a world's suspense
Perish and rejoice.
    Fedele come le stelle
Che smettono il loro lucente lavoro
Puntuali come quando le accesi
Nella nuova casa della Genesi,
Durevole come l'alba
Il cui antiquato sbocciare
Fa l'incertezza di un mondo
Perire e gioire.

I versi sono in una lettera inviata a Louise e Frances Norcross (L479), preceduti da "For taking Nature's hand to lead her to me, I am softly grateful - was she willing to come? Though her reluctance are sweeter than other one's avowals." ("A chi prende la Natura per mano per condurla da me, sono silenziosamente riconoscente - sarebbe lei venuta da sola? Sebbene le sue riluttanze siano più dolci di qualsiasi apertura.").
Il manoscritto è perduto e il testo deriva da una trascrizione di Mabel Todd, che data la lettera novembre 1876.

La poesia, ma anche l'intera lettera che la contiene, descrive la natura come un qualcosa che ci circonda e permea la nostra esistenza, con le sue cicliche esternazioni (l'accendersi e lo spegnersi delle stelle, lo spuntare dell'alba che conclude le misteriose incertezze della notte per farci gioire della luce del giorno) e la dolce certezza del ritorno.


F1416 (1876) / J1390 (1877)

These held their Wick above the west -
Till when the Red declined -
Or how the Amber aided it -
Defied to be defined -

Then waned without disparagement
In a dissembling Hue
That would not let the Eye decide
Did it abide or no -

    Tennero il Lume sull'occidente -
Fino a quando il Rosso declinò -
Oppure l'Ambra lo aiutò -
A defilarsi dall'essere definito -

Poi svanirono senza scomporsi
In un dissimulante Colore
Che non dava modo all'Occhio di decidere
Se ci fosse ancora o no -

Quattro manoscritti, tre dei quali limitati alla seconda strofa.
Il primo in una lettera a Susan della fine del 1876 (L480); il secondo in una lettera a Higginson del gennaio 1877 (L486); il terzo (l'unico completo - riportato sopra) in una lettera a Josiah Gilbert Holland dell'inizio del 1878 (L544), scritta evidentemente dopo la morte di Samuel Bowles - 16 gennaio 1878 - visto che i versi sono preceduti da "But I intrude on Sunset, and Father and Mr Bowles." ("Ma io m'intrometto nel Tramonto, e nel Babbo, e in Mr Bowles."); il quarto ritrovato fra le carte di ED.
Riporto sotto la versione inviata a Susan e a Higginson, leggermente diversa dalla versione completa e, in entrambe le lettere, seguita da "is Sunset's - perhaps - only." ("è soltanto - il Tramonto - forse."):

To wane without disparagement
In a dissembling Hue
That will not let the Eye decide
If it abide or no
    Svanire senza scomporsi
In un dissimulante Colore
Che non darà modo all'Occhio di decidere
Se ci sia ancora o no

Nelle prime due versioni il cangiante e sfumato colore del tramonto non permette allo sguardo di deciderne con esattezza la conclusione. La frase aggiunta sembra anticipare la successiva versione completa, dove la metafora del tramonto-morte viene esplicitata nel plurale del primo verso e "personalizzata" nella frase che precede la poesia nella lettera a Holland. In questa versione il "dissimulante colore" appare già nella prima strofa, in quel rosso che l'ambra aiuta a diventare sfumato e indefinito.
Nell'ultimo verso "it" è riferito al "colore" del verso 6. La relazione è più chiara nella versione Susan-Holland, mentre nell'altra il plurale iniziale (che ho mantenuto nel primo verso della seconda strofa) la rende meno immediata; probabilmente con quel singolare ED ha voluto riunire in un destino unico i "these" del primo verso.
Al verso 5 "disparagement" significa "ingiuria attraverso la comparazione con qualcosa di inferiore" ma anche "Diminuzione di valore; biasimo, indegnità"; l'ho interpretato come "svanirono ma senza che fosse diminuita la loro importanza" e ho tradotto con "senza scomporsi" per dare l'idea di qualcuno che muore senza che la morte lo tocchi più di tanto.


F1417 (1877) / J1367 (1876/77)

"Tomorrow" - whose location
The Wise deceives
Though it's hallucination
Is last that leaves -
Tomorrow, thou Retriever
Of every tare -
Of Alibi art thou
Or ownest where?
    "Domani" - sulla cui ubicazione
Il Saggio delude
Sebbene tale allucinazione
Sia l'ultima a cui rinuncia -
Domani, tu Segugio
Di ogni tara -
Dell'Altrove sei
O più tuo il dove?

Inviati in un biglietto a Mrs Holland (L490), preceduti soltanto da "Austin will come tomorrow." ("Austin verrà domani.").

Un domani non ben determinato (evidentemente in relazione a una visita, non proprio sicura, di Austin) di cui nemmeno un saggio riuscirebbe a stabilire l'esatta ubicazione, anche se non rinuncia all'illusione di individuarlo. Gli ultimi quattro versi sono abbastanza criptici: li ho tradotti interpretandoli così: tu, domani, sei uno a cui non si sfugge, assomigli a un segugio che non lascia scampo nemmeno all'insignificante tara di un carico ("tare" significa anche "veccia, gramigna" e il termine si può anche tradurre così, visto che il senso di insignificante, residuale, rimane inalterato), ma nello stesso tempo (riprendendo il senso dei primi versi) sei misterioso, non sappiamo mai cosa ci riserverai, perciò ci chiediamo se sei situato in un altrove che non conosciamo, o se invece è più giusto vederti come una delle tante, familiari, cose che fanno parte del nostro "dove".
Evidentemente quel domani incerto rimase tale, visto che nella lettera successiva a Mrs Holland (L491), probabilmente in risposta alla domanda dell'amica che chiedeva come mai Austin non fosse poi andato a trovarla, ED scrisse "I am ashamed and sorry. I meant hypothetic tomorrows -" ("Sono imbarazzata e mi scuso. Intendevo dei domani ipotetici -").


F1418 (1877) / J1415 (1877)

A wild Blue sky abreast of Winds
That threatened it - did run
And crouched behind his Yellow Door
Was the defiant sun -
Some conflict with those upper friends
So genial in the main
That we deplore peculiarly
Their arrogant Campaign -
    Un selvaggio cielo Azzurro appaiato a Venti
Che lo minacciavano - correva
E acquattato dietro la sua Gialla Porta
C'era il sole spavaldo -
Qualche conflitto fra questi eccelsi amici
In genere così gioviali
Perciò deploriamo decisamente
La loro arrogante Campagna -

Noi vorremmo la natura sempre gioviale, ridente; per questo quando gli elementi entrano in conflitto fra di loro li disapproviamo, quasi avessero deciso di entrare in guerra per ragioni che ci risultano incomprensibili.


F1419 (1877) / J1407 (1877)

A Field of Stubble, lying sere
Beneath the second Sun -
It's Toils to Brindled People thrust -
It's Triumphs - to the Bin -
Accosted by a timid Bird
Irresolute of Alms -
Is often seen - but seldom felt,
On our New England Farms -
    Un Campo di Stoppie, che giace arido
Sotto il secondo Sole -
Le sue Fibre sparse per il Popolo Pezzato -
I suoi Trionfi - per la Madia -
Avvicinata da un timido Uccello
Irresoluto all'Elemosina -
Spesso guardato - ma di rado percepito,
Nelle Fattorie del nostro New England -

I versi sono in una lettera del marzo 1877 (L493) al nipote Edward (Ned) Dickinson, allora quindicenne e appena ripresosi da un attacco di epilessia, preceduti da "I send you a Portrait of the Parish, and the first Sugar - Dont bite the Parish, by mistake, though you may be tempted -" ("Ti mando un Ritratto della Parrocchia, e il primo Zucchero d'Acero - Non addentare la Parrocchia, per sbaglio, sebbene tu possa esserne tentato -").

La poesia è stata inviata al nipote in marzo, ma sembra proprio un "ritratto della parrocchia" all'inizio dell'autunno, con un "secondo sole", dopo quello splendente dell'estate, che illumina un campo dove pascolano le mucche e una casa dove sono conservati i suoi frutti. Gli ultimi due versi, il cui soggetto è il campo del primo verso ma anche l'immagine complessiva della poesia, dicono come lo spettacolo della natura sia spesso soltanto guardato, ma non percepito in tutta la sua ciclica e misteriosa grandezza.
C'è un secondo manoscritto, probabile copia preparatoria, con diverse varianti rispetto alla versione definitiva: al verso 3 "corn" ("chicco di grano, granaglie, pianta del grano") al posto di "toils", "nations" al posto di "People" e "cast" o "tost" al posto di "thrust" (tutti e tre i verbi possono intendersi nel senso di "gettare, lanciare" - ho tradotto con "spargere"); al verso 4 "Pumpkins" ("Zucche") al posto di "Triumphs"; per i versi 5 e 6: "With usually a sober Bird - / Revisiting for Alms -" ("Con di solito un sobrio Uccello / Che ritorna per l'Elemosina -").
Al verso 3 "toils" significa "duro lavoro, sforzo" ma anche "qualsiasi filo, rete o spago steso per la cattura di una preda"; entrambi i significati si adattano al verso, che possiamo leggere come: "le sue [del campo] fatiche (ovvero i prodotti) - ma anche le sue fibre (ovvero quel che resta del raccolto - vedi anche la variante "corn" della versione preparatoria) sono a disposizione del popolo pezzato (ovvero le mucche)". Ho tradotto con "fibre" perché nel verso successivo ED usa "triumphs" (e la variante "pumpkins" - "zucche"), come per dire che la parte residua dei frutti del campo va alle mucche, mentre la parte più nobile è destinata agli uomini.
La frase nella lettera al nipote allude probabilmente al fatto che il ragazzino appena ripresosi dalla malattia avrebbe sicuramente apprezzato il dolce regalo, mentre l'apprezzamento per i versi spesso criptici della zia era molto più dubbio.


F1420 (1877) / J1380 (1876)

How much the present moment means
To those who've nothing more -
The Fop - the Carp - the Atheist -
Stake an entire store
Upon a Moment's shallow Rim
While their commuted Feet
The Torrents of Eternity
Do all but inundate -
    Com'è significativo il momento presente
Per quelli che non hanno nulla di più -
Il Frivolo - il Pedante - l'Ateo -
Si giocano l'intera sostanza
Sul volubile Orlo di un Istante
Mentre i loro Passi deviati
Da Torrenti d'Eternità
Sono quasi inondati -

Chi non crede nell'immortalità stima molto il presente, perché sa di non avere altro a cui tendere, e non teme di giocarsi tutto nello spazio di un istante. Nonostante questo, anche chi non crede deve fare i conti con il mistero, con quell'eternità che sembra allo stesso tempo una vana illusione e una vitale necessità.
Al verso 6 ho tradotto "commuted" con "deviati" perché l'ho letto nel senso di passi che hanno scambiato la via dell'eterno con quella, più difficile da accettare ma certamente più alla portata della nostra ragione, della limitatezza, citata anche al verso 5 in quel "rim" che va letto come un orlo, un limite, oltre il quale c'è il nulla.


F1421 (1877) / J1411 (1877)

Of Paradise' existence
All we know
Is the uncertain certainty -
But it's vicinity, infer,
By it's Bisecting Messenger -
    Dell'esistenza del Paradiso
Tutto ciò che sappiamo
È l'incerta certezza -
Ma la sua vicinanza, deduciamo,
Dal suo Biforcuto Messaggero -

Il paradiso viene definito come "incerta certezza", come se il dubbio fosse un obbligatorio passaggio verso una certezza che riusciamo a sentire soltanto con la fede. Ma forse una prova indiretta possiamo trovarla nel suo contrario, nel demonio, simbolo di quel male che è molto più presente e visibile del bene nel mondo che conosciamo. Per questo il demonio può diventare paradossalmente un messaggero del paradiso.
Nel penultimo verso "infer", fra virgole come a evidenziarlo, può anche essere letto, oltre al significato letterale, come un implicito accenno fonetico all'inferno (in inglese l'inferno è "hell", ma esiste l'aggettivo, e sostantivo, "infernal").


F1422 (1877) / J1404 (1877)

March is the Month of Expectation.
The things we do not know -
The Persons of prognostication
Are coming now -
We try to show becoming firmness -
But pompous Joy
Betrays us, as his first Betrothal
Betrays a Boy.
    Marzo è il Mese dell'Attesa.
Le cose che non sappiamo -
Le Persone pronosticate
Stanno arrivando ora -
Cerchiamo di esibire un'appropriata serietà -
Ma una pomposa Gioia
Ci tradisce, come il primo Fidanzamento
Tradisce un Ragazzo.

L'arrivo della primavera ci eccita, sentiamo che sta arrivando qualcosa di nuovo, qualcuno che aspettavamo, e, anche se ci proviamo, non riusciamo a nascondere la nostra eccitazione, come un ragazzo al suo primo fidanzamento.


F1423 (1877) / J1425 (1877)

The inundation of the Spring
Enlarges every Soul -
It sweeps the - tenements - away
But leaves the Water whole -

In which the Soul at first estranged -
Seeks faintly for it's shore -
But acclimated - pines no more
For that Peninsula -

    L'inondazione della Primavera
Allarga ogni Anima -
Toglie le - case - di mezzo
Ma lascia un tutto d'Acqua -

In cui l'Anima dapprima estraniatasi -
Cerca flebilmente la sua riva -
Ma acclimatata - non si strugge più
Per quella Penisola -

La primavera (ovvero la novità stimolante e vitale) come un'inondazione in cui l'anima si immerge timorosa, per poi trovare la riva e godere senza rimpianti quel nuovo calore che ne allarga gli orizzonti.


F1424 (1877) / J1392 (1877)

Hope is a strange invention -
A Patent of the Heart -
In unremitting action
Yet never wearing out -

Of this electric adjunct
Not anything is known
But it's unique momentum
Embellish all we own -

    La speranza è una strana invenzione
Un Brevetto del Cuore -
In incessante azione
Eppure mai consumata -

Di questa elettrica appendice
Non si conosce nulla
Se non che un suo unico momento
Abbellisce tutto ciò che abbiamo -

Una versione della seconda strofa, con alcune modifiche, è in una lettera alla moglie di Higginson dell'inizio della primavera del 1877 (L498 - vedi nota alla J1391-F1425), preceduta da: "I give you half my Birds - upon the sweet condition that you will bring them back, yourself, and dwell a Day with me, and Bliss without a price, I earned myself of Nature -" ("Le do metà dei miei Uccelli - alla dolce condizione che lei li riporti, di persona, e stia un Giorno con me, e con la Beatitudine senza prezzo che mi sono guadagnata dalla Natura -"):

Of whose Electric Adjunct
Not anything is known -
Though it's unique Momentum
Inebriate our own -
    Della cui Elettrica Appendice
Non si conosce nulla -
Benché un suo unico Momento
Inebri il nostro -

La speranza non cessa mai di sgorgare dal nostro cuore e, pur essendo una sensazione misteriosa e al di fuori della nostra comprensione razionale, la sentiamo sempre presente e ci basta questo per rendere migliore la nostra vita.
Nella strofa inviata alla moglie di Higginson il soggetto, dichiarato nelle frasi che precedono i versi, diventa la natura, altrettanto misteriosa e sfuggente quanto inebriante e fonte di gioia.


F1425 (1877) / J1391 (1877)

They might not need me, yet they might -
I'll let my Heart be just in sight -
A smile so small as mine might be
Precisely their necessity -
    Potrebbero non aver bisogno di me, ma anche averne -
Lascerò il mio Cuore bene in vista -
Un modesto sorriso come il mio potrebbe essere
Proprio ciò di cui hanno necessità -

Due copie, inviate in due lettere: la prima all'inizio della primavera del 1877 (L498) alla moglie di Higginson (malata da diverso tempo e che morì di lì a poco, nel settembre di quell'anno); la seconda, sempre nella primavera 1877 (L499) alla famiglia Jenkins, prima della loro partenza da Amherst per Pittsfield, dove Jonathan Jenkins, pastore nella First Church di Amherst dal 1868, aveva accettato una parrocchia.
Nella lettera a Mary Higginson i versi sono preceduti da: "Forgive me if I come too much - the time to live is frugal - and good as is a better earth, it will not quite be this. How could I find the way to you and Mr Higginson without a Vane, or any Road?" ("Mi perdoni se vengo troppo spesso - il tempo di vivere è frugale - e per quanto possa essere bella una terra migliore, non potrà mai essere questa. Come potrei trovare la via che conduce a lei e a Mr Higginson senza un Segnale, o una Strada?").
La copia inviata alla famiglia Jenkins era accompagnata da un biglietto: "I send you this little Antidote to the love of others - Whenever you feel yourselves enticed, cling to it's Admonition -" ("Vi mando questo piccolo Antidoto all'amore di altri - Ogni volta che vi sentirete tentati, stringetevi al suo Ammonimento -").

Una dichiarazione di affetto e simpatia nella lettera alla moglie di Higginson, che diventa anche, nel biglietto alla famiglia Jenkins, un ammonimento a non lasciarsi tentare troppo dall'amore di altri. Bello il secondo verso, con quel cuore lasciato bene in vista, pronto a soccorrere una necessità o un ricordo lontano.


F1426 (1877) / J1405 (1877)

Bees are Black - with Gilt Surcingles -
Buccaneers of Buzz -
Ride abroad in ostentation
And subsist on Fuzz -

Fuzz ordained - not Fuzz contingent -
Marrows of the Hill.
Jugs - a Universe's fracture
Could not jar or spill.

    Le Api sono Nere - con Bordature Dorate -
Bucanieri del Ronzio -
Vanno in giro con ostentazione
E vivono di Polline -

Polline predestinato - non Polline contingente -
Midollo delle Colline.
Boccali - che la frattura di un Universo
Non può scuotere o versare.

I versi concludono una lettera a Elizabeth Holland della fine di maggio del 1877 (L502), preceduti da "I must just show you a Bee, that is eating a Lilac at the Window. There - there - he is gone! How glad his family will be to see him!" ("Devo proprio mostrarti un'Ape, che sta mangiando un Lillà alla Finestra. Là - là - se n'è andata! Come sarà felice di rivederla la sua famiglia!").

Una immaginifica descrizione della api come ronzanti bucanieri, che vivono di polline, una materia quasi invisibile che è midollo, parte costituente della natura. Un'essenza che niente, nemmeno la frattura di un universo, può rovesciare.
Bacigalupo annota: "E.D. allude ironicamente alla distinzione teologica fra necessità e contingenza."
"Fuzz", un termine che ED utilizza per la rima con "buzz", significa propriamente "lanugine, particelle minuscole e volatili"; vista l'impossibilità di riprodurre questo gioco di rime, tradurre con "polline" mi è sembrata la scelta più appropriata.


F1427 (1877) / J1394 (1877)

Whose Pink career may have a close
Portentous as our own, who knows?
To imitate these neighbors fleet
In Awe and innocence, were meet.
    La loro Rosea carriera può avere una fine
Portentosa come la nostra, chi lo sa?
Imitare questi vicini fuggevoli
In Umiltà e innocenza, sarebbe opportuno.

I versi sono in una lettera inviata a Higginson nel giugno 1877 (L503 - la stessa della J1393-F1428), preceduti da "I hope you are joyful frequently, these beloved Days. And the health of your friend bolder. I remember her with my Blossoms and wish they were her's." ("Spero che lei sia spesso lieto, in questi amati Giorni. E la salute della sua amica più vigorosa. La ricordo con i miei Fiori e vorrei che fossero suoi."). L'amica di cui parla ED nella lettera è la moglie di Higginson, malata da diverso tempo e che morirà poco dopo, il 2 settembre di quell'anno.

La fuggevole vita di un fiore somiglia molto alla nostra e chissà che anche la sua fine non prometta prodigi come la nostra.
Nella frase che precede i versi ED usa il termine "blossoms", che significa "fiori" ma anche "fioriture"; probabile che il senso sia "la ricordo nello sbocciare dei miei fiori e lo stesso rifiorire vorrei fosse per lei".


F1428 (1877) / J1393 (1877)

Lay this Laurel on the one
Triumphed and remained unknown -
Laurel - fell your futile Tree -
Such a Victor could not be -
Lay this Laurel on the one
Too intrinsic for Renown -
Laurel - vail your deathless Tree -
Him you chasten - that is he -
    Deponete questo Alloro su quell'uno
Che trionfò e rimase sconosciuto -
Alloro - abbatti le tue futili Fronde -
Un tale Vittorioso non potrebbe starci -
Deponete questo Alloro su quell'uno
Troppo intrinseco per la Fama -
Alloro - abbassa le tue immortali Fronde -
Quello che castighi - è lui -

Gli ultimi quattro versi sono in una lettera a Higginson del giugno 1877 (L503) in cui ED parla del padre, morto tre anni prima in quello stesso mese. I versi sono preceduti da:
"Since my Father's dying, everything sacred enlarged so - it was dim to own - When a few years old - I was taken to a Funeral which I now know was of peculiar distress, and the Clergyman asked 'Is the Arm of the Lord shortened that it cannot save?' He italicized the 'cannot.' I mistook the accent for a doubt of Immortality and not daring to ask, it besets me still, though we know that the mind of the Heart must live if it's clerical part do not. Would you explain it to me? I was told you were once a Clergyman. It comforts an instinct if another have felt it too. I was rereading your "Decoration." You may have forgotten it."
("Dopo la morte di mio Padre, ogni cosa sacra si è così ingrandita - che è diventata incerta da ammettere - Quando avevo pochi anni - fui portata a un Funerale che, ora lo capisco, era particolarmente straziante, e il Pastore domandò: 'Il Braccio del Signore si è forse accorciato, visto che non può salvare?' Sottolineò quel 'non può'. Io scambiai quelle parole per un dubbio sull'Immortalità e, non avendo osato chiedere, la cosa mi tormenta ancora , pur sapendo che la mente del Cuore deve vivere anche se la sua parte clericale non lo fa. Le andrebbe di spiegarmelo? Mi è stato detto che una volta lei era un Pastore. Un impulso è confortato se anche un altro lo ha provato. Sto rileggendo la sua "Decoration". Lei forse se ne è dimenticato.").
Nella lettera i quattro versi sono uguali a quelli della versione più lunga (nell'ultimo "he" è in maiuscolo e seguito da un punto esclamativo). Johnson considera questa la versione definitiva della poesia e, in effetti, la versione più lunga sembra più una bozza preparatoria con due quartine parallele, delle quali ED scelse poi la seconda.
"Decoration" è il titolo di una poesia di Higginson (ne riporto sotto il testo) che era stata pubblicata nello "Scribner's Monthly" del giugno 1874, lo stesso mese e anno della morte del padre di ED. Questa coincidenza probabilmente la colpì, anche perché nei versi di Higginson viene descritta la tomba del "più audace degli audaci", la "woman" dell'ultima strofa, priva di rose e corone e sulla quale vengono sparsi i poetici gigli dell'epigrafe virgiliana (dall'Eneide, Libro VI, v. 883: "A piene mani datemi gigli"). I versi dickinsoniani estraggono l'essenza di quelli di Higginson, tanto che lo stesso autore scrisse nel 1891 a Mabel Todd: "La scrisse dopo aver riletto la mia 'Decoration'. È l'essenza condensata della mia e tanto più bella."

DECORATION

Manibus date lilia plenis

Mid the flower-wreath'd tombs I stand
Bearing lilies in my hand.
Comrades! in what soldier-grave
Sleeps the bravest of the brave?

Is it he who sank to rest
With his colors round his breast?
Friendship makes his tomb a shrine;
Garlands veil it; ask not mine.

One low grave, yon trees beneath,
Bears no roses, wears no wreath;
Yet no heart more high and warm
Ever dared the battle-storm.

Never gleamed a prouder eye
In the front of victory,
Never foot had firmer tread
On the field where hope lay dead,

Than are hid within this tomb,
Where the untended grasses bloom;
And no stone, with feign'd distress,
Mocks the sacred loneliness.

Youth and beauty, dauntless will,
Dreams that life could ne'er fulfill,
Here lie buried; here in peace
Wrongs and woes have found release.

Turning from my comrades' eyes,
Kneeling where a woman lies,
I strew lilies on the grave
Of the bravest of the brave.

    ONORIFICENZA

Manibus date lilia plenis

Fra le tombe inghirlandate sto
Portando gigli in mano.
Compagni! in quale tomba di soldato
Dorme il più audace degli audaci?

È questo colui che scese a riposare
Con i suoi colori intorno al petto?
L'amicizia fa della sua tomba un sacrario;
Ghirlande lo coprono; non chiede le mie.

Un'umile fossa, quelle croci laggiù,
Non reggono rose, non hanno corone;
Eppure nessun cuore più nobile e ardente
Mai sfidò la furiosa battaglia.

Non brillò mai un occhio più fiero
Di fronte alla vittoria,
Nessun passo calpestò più risoluto
Il Campo dove la speranza ebbe morte,

Di quelli celati in questa tomba,
Dove le erbe in disordine crescono;
E nessuna pietra, con affettato dolore,
Inganna la sacra solitudine.

Gioventù e bellezza, impavida volontà,
Sogni che la vita non poté mai appagare,
Qui giacciono sepolti; qui in pace
Ingiustizie e pene hanno trovato sollievo.

Lontano dagli occhi dei compagni,
M'inginocchio dove una donna giace,
Spargo gigli sulla tomba
Del più audace degli audaci.

La tomba di chi veramente vale ed è troppo "intrinseco" (nel senso di chi ha in se stesso il proprio valore) per desiderare l'effimera gloria degli allori, non ha bisogno di segni particolari o di ghirlande di fiori. Non è escluso che ED volesse riferirsi al suo rifiuto di visitare la tomba del padre, che, come "il più audace degli audaci" di Higginson, viveva nella memoria e non "nell'affettato dolore" di una pietra tombale.
Al verso 7 ho tradotto "vail" (generalmente reso con "velare") con "abbassa". È un altro significato di questo verbo, che ho interpretato in parallelo al "fell" del terzo.
L'ultimo verso ha un probabile riferimento in due brani biblici: Lettera agli Ebrei 12,6 "il Signore castiga colui che ama / e sferza chiunque riconosce come figlio" e Apocalisse 3,19 "Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo".


F1429 (1877) / J1410 (1877)

I shall not murmur if at last
The ones I loved below
Permission have to understand
For what I shunned them so -
Divulging it would rest my Heart
But it would ravage their's -
Why, Katie, Treason has a Voice -
But mine - dispels - in Tears.
    Non mi lagnerò se alla fine
Quelli che ho amato quaggiù
Avranno il permesso di capire
Per quale motivo li sfuggii così -
Divulgarlo placherebbe il mio Cuore
Ma devasterebbe il loro -
Perché, Katie, il Tradimento ha una Voce -
Ma la mia - si disperde - in Lacrime.

È difficile spiegare a qualcuno che si ama il perché non lo si voglia vedere. È un perché molto intimo, difficile da far capire; magari spiegarne i motivi allevierebbe il tormento di chi lo prova, ma quasi certamente avrebbe l'effetto contrario sull'oggetto del rifiuto. Per questo è meglio differire la spiegazione, rimandarla ad un momento "finale" in cui i sentimenti umani saranno placati.
La Katie del penultimo verso è Catherine Scott Anthon, che nel 1877 fu in visita ad Amherst a casa di Susan. In quell'occasione ED si rifiutò di vederla e questi versi, che non risulterebbero mai consegnati alla destinataria, appaiono come una spiegazione di quel rifiuto. Sullo stesso manoscritto ED scrisse la J1429-F1430, un ulteriore tentativo di giustificazione che potrebbe anche essere considerata una variante.
Johnson ne dà una lettura che comprende anche i versi della J1429-F1430: "ED sembra cercare di dare un ragione alla sua incapacità di rivedere la sua amica: Il mio non essere capace di vederti non è perché non tenga a te (Treason) - ma perché sarei senza parole. Preferisco tenermi il sogno di te piuttosto che vedere una realtà che potrebbe rovinare quel sogno (sight's ineffable disgrace)."


F1430 (1877) / J1429 (1877)

We shun because we prize her Face
Lest sight's ineffable disgrace
Our Adoration stain
    La sfuggiamo perché ci è caro il suo Volto
Per paura che l'indicibile onta di uno sguardo
Macchi la nostra Adorazione

L'ulteriore tentativo di spiegare il rifiuto di vedere la sua amica Katie (vedi la J1410-F1429) diventa qui il la ripulsa verso sguardi (o "prove" in una variante) che macchierebbero un'incontaminata adorazione fatta soltanto di intimità con la propria memoria.


F1431 (1877) / J1421 (1877)

Such are the inlets of the mind -
His outlets - would you see
Ascend with me the eminence
Of Immortality -
    Questi sono gli imbocchi della mente -
Se i suoi sbocchi - vuoi vedere
Ascendi con me alla vetta
Dell'Immortalità -

Il mondo non è altro che una porta d'ingresso, attraverso la quale la nostra mente riceve dai sensi gli stimoli che la fanno pensare, ma non le risposte ai suoi dubbi; per questi bisogna salire in alto, fino alla vetta dell'immortalità, da dove forse potremo scorgere il tutto e svelare i misteri impenetrabili alla mente umana e mortale.


F1432 (1877) / J1398 (1877)

I have no Life but this -
To lead it here -
Nor any Death - but lest
Dispelled from there -

Nor tie to Earths to come -
Nor Action new -
Except through this Extent -
The Realm of you -

    Non ho Vita se non questa -
Da spendere qui -
Né Morte - se non quella
Bandita da lì -

Né legami con Terre a venire -
Né Azioni nuove -
Eccetto attraverso questa Estensione -
Il Reame di te -

Il testo riportato sopra è quello accluso a una lettera a Higginson dell'agosto 1877 (L513), dove la poesia viene nominata come "a Word to a Friend" ("una Parola a un'Amica" - uso il femminile perché ED poi scrive "...for Mrs Higginson").
Ci sono poi altre due copie: una in una lettera a Samuel Bowles del 29 giugno 1877 (L515), con l'ultimo verso modificato: "The love of you." e preceduta da "I went to the Room as soon as you left, to confirm your presence - recalling the Psalmist's sonnet to God, beginning" ("Sono andata in Sala non appena lei se n'è andato, per confermare la sua presenza - rammentando il sonetto del Salmista a Dio, che inizia"); l'altra (probabilmente la prima stesura) è scritta nella parte interna di una busta, con varianti poi in parte riprese nelle altre due.
Ne riporto il testo iniziale:

I have no life to live
But lead it here
Nor any Death but lest
Abased from there -

Nor Plea for Wolrds to come
Nor Wisdoms new
Except through this extent
The loving you -

    Non ho vita da vivere
Se non questa da spendere qui
Ne Morte se non quella
Svilita da lì -

Né Appelli per Mondi a venire
Né nuove Saggezze
Eccetto attraverso questa estensione
L'amore per te -

La vita diventa priva di senso senza l'amore, un sentimento che lascia indietro ogni altro legame e ogni altra aspirazione; anche il futuro, la morte, tutto ciò che facciamo o a cui siamo soggetti rimane subordinato al viaggio attraverso quell'estensione senza confini che è il sentimento più forte che esista.


F1433 (1877) / J1400 (1877)

What mystery pervades a well!
That water lives so far -
A neighbor from another world
Residing in a jar

Whose limit none have ever seen,
But just his lid of glass -
Like looking every time you please
In an abyss's face!

The grass does not appear afraid,
I often wonder he
Can stand so close and look so bold
At what is awe to me.

Related somehow they may be,
The sedge stands next the sea
Where he is floorless
And does no timidity betray -

But nature is a stranger yet;
The ones that cite her most
Have never passed her haunted house,
Nor simplified her ghost.

To pity those that know her not
Is helped by the regret
That those who know her, know her less
The nearer her they get.

    Quale mistero pervade un pozzo!
Quell'acqua vive così lontana -
Un vicino da un altro mondo
Che risiede in una giara

I cui limiti nessuno ha mai visto,
Ma solo le sue palpebre di vetro -
Come guardare ogni volta che vuoi
Nel volto di un abisso!

L'erba non sembra impaurita,
Spesso mi stupisco che
Possa stare così vicina e guardare così ardita
A ciò che è temibile per me.

Potrebbero essere in qualche modo parenti,
Il carice sta vicino al mare
Dove è senza base
E non tradisce timidezza -

Eppure la natura è un'estranea;
Coloro che la citano di più
Non hanno mai oltrepassato la sua casa stregata,
Né semplificato il suo spirito.

Compiangere quelli che non la conoscono
È favorito dal rammarico
Che quelli che la conoscono, la conoscono meno
Quanto più le sono vicini.

La versione riportata sopra è conosciuta attraverso una trascrizione di Mabel Todd. Ci sono altri due manoscritti, autografi, con versioni diverse. Il primo con l'ultima strofa e quattro versi aggiunti:

To pity those that know her not
Is helped by the regret
That those who know her know her less
The nearer her they get -
How adequate the Human Heart
To it's emergency -
Intrenchments stimulate a friend
And stem an enemy
    Compiangere quelli che non la conoscono
È favorito dal rammarico
Che quelli che la conoscono la conoscono meno
Quanto più le sono vicini -
Com'è adeguato il Cuore dell'Uomo
Alle sue emergenze -
Trincerarsi stimola un amico
E respinge un nemico

Il secondo, inviato a Susan e firmato "Emily", con le due ultime strofe e il nome della destinataria nel primo verso (L530):

But Susan is a stranger yet -
The ones who cite her most
Have never scaled her Haunted House
Nor compromise her Ghost -

To pity those that know her not
Is helped by the regret
That those who know her know her less
The nearer her they get -

    Eppure Susan è un'estranea -
Coloro che la citano di più
Non hanno mai scalato la sua Casa Stregata
Né vincolato il suo Spirito -

Compiangere quelli che non la conoscono
È favorito dal rammarico
Che quelli che la conoscono la conoscono meno
Quanto più le sono vicini -

Franklin, vista la mancanza di un soggetto definito, ipotizza che il primo dei manoscritti autografi sia una bozza preparatoria per il biglietto a Susan.

L'acqua lontana, che si vede baluginare nelle profondità di un pozzo, mantiene i suoi segreti e consente al più di osservare la superficie di un abisso insondabile, come se riuscissimo a vedere soltanto le palpebre di occhi che altrimenti ci darebbero le risposte che cerchiamo. Solo la natura riesce a restare indifferente al mistero del pozzo, forse perché ne fa parte e anche lei sfugge alla comprensione di chi magari crede di poterla avvicinare e comprenderla appieno. Ma avvicinarsi al mistero talvolta significa soltanto vedere una più profonda oscurità, senza riuscire a scalfire confini chiusi alla comprensione umana.
La complessa metafora della versione più lunga, con l'intrecciarsi del mistero e della natura che appaiono prima divisi e poi uniti nell'immagine di un "altro mondo" vicino eppure così sfuggente, si stempera nella versione inviata a Susan, dove il mistero insondabile diventa quello di una persona, anch'essa vicina eppure così sconosciuta.
L'ipotesi di Franklin, che vede nel primo manoscritto autografo una bozza di quello successivo, è giustificata anche dai quattro versi poi non utilizzati, dove ED descrive un trincerarsi, una chiusura agli altri, come una necessaria difesa contro i nemici e, nello stesso tempo, una sorta di stimolo per chi vuole avvicinarsi da amico.


F1434 (1877) / J1402 (1877)

To the stanch Dust
We safe commit thee -
Tongue if it hath,
Inviolate to thee -
Silence - denote -
And Sanctity - enforce thee -
Passenger - of Infinity -
    Alla stagnante Polvere
Sicuri ti affidiamo -
Se lingua ha,
Inviolata per te -
Il Silenzio - ti denoti -
E la Sacralità - ti rafforzi -
Passeggero - dell'Infinito -

Il testo riportato sopra è in un manoscritto autografo. Un'altra versione è in una trascrizione di Mabel Todd, probabilmente derivata da una copia preparatoria, visto che sono indicate diverse varianti poi utilizzate nella copia autografa:

To the unwilling dust
We soft commit thee.
Guile if it hath,
Inviolate to thee -
Breeze caress and firmament salute thee,
Nothing affront thy secrecy
    Alla riluttante polvere
Dolcemente ti affidiamo.
Se inganno c'è,
Inviolato per te -
Il tocco della brezza e il firmamento ti salutino,
Nulla oltraggi la tua solitudine.

Un'immagine immota e sacrale di chi è affidato alla polvere, al silenzio e all'infinito.


F1435 (1877) / J1408 (1877)

The Fact that Earth is Heaven -
Whether Heaven is Heaven or not
If not an Affidavit
Of that specific Spot
Not only must confirm us
That it is not for us
But that it would affront us
To dwell in such a place -
    Il Fatto che la Terra sia il Cielo -
Sia Cielo il Cielo o no
Se non un Affidavit
Di quello specifico Punto
Non solo deve confermarci
Che non è per noi
Ma che sarebbe un affronto
Dimorare in un posto simile -

Sintassi non agevole da tradurre ma, in fin dei conti, nemmeno da leggere in originale. In questi casi meglio una traduzione il più possibile letterale. Sarà il lettore a far emergere il senso, che in questo caso potrebbe essere: la realtà dei fatti è che la Terra è il Cielo, ovvero la nostra vita si estende fin dove arriva il nostro essere mortali. Se poi vogliamo dar credito all'affermazione che esista veramente un Cielo dobbiamo essere consapevoli che può essere soltanto un'ipotesi, un "dar credito" (probabile che in questo senso ED intenda "Affidavit", forte dell'etimologia indicata nel Webster: "from ad and fides, faith") all'esistenza di quel luogo specifico, non una garanzia che quel luogo esista veramente. E se poi vogliamo proprio crederci a questa ipotesi, non possiamo non arrivare alla conclusione che questo ipotetico luogo non è certo fatto per noi, almeno per quel "noi" che conosciamo; anzi forse sarebbe un affronto, per noi e per quel luogo, pensare al nostro "io" come qualcosa che si trasferisce semplicemente da qui all'aldilà.
Nel manoscritto, prima dei versi, ED scrive "Oliver,", un nomignolo che usava per il fratello Austin; probabile quindi che la poesia fosse indirizzata a lui.


F1436 (1877) / J1401 (1877)

To own a Susan of my own
Is of itself a Bliss -
Whatever Realm I forfeit, Lord,
Continue me in this!
    Avere una Susan di mia proprietà
È di per sé Beatitudine -
A qualsiasi Regno rinuncio, Signore,
Conservami in questo!

Un biglietto a Susan (L531), come sempre iperbolico nell'affermare il proprio legame con l'amica.


F1437 (1877) / J1412 (1877)

Shame is the shawl of Pink
In which we wrap the Soul
To keep it from infesting Eyes -
The elemental Veil
Which helpless Nature drops
When pushed upon a scene
Repugnant to her probity -
Shame is the tint divine -
    Il pudore è lo scialle Rosa
In cui avvolgiamo l'Anima
Per proteggerla da Occhi invadenti -
Il Velo elementare
Che la Natura indifesa cala
Quando è spinta su una scena
Ripugnante per la sua probità -
Il pudore è la tinta divina -

Il pudore è come un velo di rossore, che protegge la nostra intimità da occhi indiscreti ogni volta che siamo spinti su una scena che non ci piace, che sentiamo estranea e invadente.


F1438 (1877) / J1413 (1877)

Sweet skepticism of the Heart -
That knows - and does not know -
And tosses like a Fleet of Balm -
Affronted by the snow -
Invites and then retards the truth
Lest Certainty be sere
Compared with the delicious throe
Of transport thrilled with Fear -
    Dolce scetticismo del Cuore -
Che sa - e non sa -
E s'agita come una Flotta di Balsami -
Affrontata dalla neve -
Invita e poi ritarda la verità
Per timore che la Certezza sia arida
Paragonata al delizioso spasimo
Del trasporto eccitato dalla Paura -

La certezza della verità è rassicurante ma non ha certamente il fascino del dubbio, di quell'eccitante rapimento procurato dalla ricerca, talvolta spasmodica e dolorosa ma mai arida e noiosa.


F1439 (1877) / J1414 (1877)

Unworthy of her Breast
Though by that scathing test
What Soul survive?
By her exacting light
How counterfeit the white
We chiefly have!
    Indegna del suo Seno
Sebbene a quell'aspra prova
Quale Anima sopravviverebbe?
Dalla sua esigente luce
Com'è contraffatto il bianco
Che più caro abbiamo!

Il pronome del primo e quarto verso fa pensare che ED stia parlando di una lei, una persona che chiede molto, che mette duramente alla prova, tanto da rendere quasi irriconoscibile, con la sua luce così forte ed esigente; quel "bianco" (che leggo come simbolo di forza morale, di purezza di spirito) che sembrava la cosa più importante a cui tenere; come se dovessimo rinunciare alle nostre convinzioni astratte per godere di quel frutto così luminoso ma anche così difficile da cogliere.


F1440 (1877) / J1417 (1877)

How Human Nature dotes
On what it cant detect -
The moment that a Plot is plumbed
It's meaning is extinct -

Prospective is the friend
Reserved for us to know
When Constancy is clarified
Of Curiosity -

Of subjects that resist
Redoubtablest is this
Where go we -
Go we anywhere
Creation after this?

    Come va pazza la Natura Umana
Per ciò che non riesce a scoprire -
Nel momento in cui un Intreccio è sondato
Il suo significato si estingue -

L'aspettativa è l'amica
Destinata a noi per sapere
Una volta decantata la Costanza
della Curiosità -

Dei soggetti che resistono
Il più formidabile è quel
Dove andremo -
Andremo in un qualche
Creato dopo questo?

La nostra mente va pazza per gli enigmi, per le cose che non si fanno scoprire facilmente; una volta scoperto il gioco l'interesse si estingue. L'aspettativa per quel qualcosa che ci permetterà di sapere è ciò che rende così perseverante la nostra curiosità. Ma ci saranno sempre enigmi che non si faranno sciogliere e sicuramente il più difficile è la domanda ultima, il mistero di cosa sarà di noi dopo che avremo concluso il nostro viaggio nella parte di universo che conosciamo. Forse è per questo che non smettiamo mai di chiedere anche sapendo che non avremo mai risposta, almeno qui.
Per il verso 4 c'è una variante sottolineata: "Prospective" ("L'aspettativa") al posto di "It's meaning".


F1441 (1877) / J1418 (1877)

How lonesome the Wind must feel Nights -
When People have put out the Lights
And everything that has an Inn
Closes the shutter and goes in -
How pompous the Wind must feel Noons
Stepping to incorporeal Tunes
Correcting errors of the sky
And clarifying scenery
How mighty the Wind must feel Morns
Encamping on a thousand Dawns -
Espousing each and spurning all
Then soaring to his Temple Tall -
    Quanto deve sentirsi solo il Vento di Notte -
Quando la Gente ha spento le Luci
E chiunque abbia un Alloggio
Chiude le imposte ed entra -
Come deve sentirsi pomposo il Vento a Mezzogiorno
Mentre passeggia fra incorporee Melodie
Corregge gli errori del cielo
E schiarisce lo scenario
Quanto deve sentirsi forte il vento al Mattino
Mentre si accampa su mille Aurore -
Le sposa una per una e le ripudia tutte
Per poi involarsi al suo Erto Tempio -

Un vento antropomorfizzato, con sentimenti che vanno dal senso di solitudine delle notti in cui si aggira per strade deserte, alla pomposa vanità di quando, col suo sonoro e incorporeo incedere nel giorno, scaccia le nuvole e rende più visibile il paesaggio, e infine alla consapevolezza della sua virile forza mattutina, sposo per un istante di vergini aurore e subito fuggitivo verso il suo inaccessibile tempio.


F1442 (1877) / J1419 (1877)

It was a quiet seeming Day -
There was no harm in earth or sky -
Till with the setting sun
There strayed an accidental Red
A strolling Hue, one would have said
To westward of the Town -

But when the Earth begun to jar
And Houses vanished with a roar
And Human Nature hid
We comprehended by the Awe
As those that Dissolution saw
The Poppy in the Cloud -

    Era un Giorno che sembrava calmo -
Non c'era minaccia in terra o in cielo -
Finché al tramonto del sole
Si staccò un Rosso inaspettato
Un Colore vagante, che sembrava
Diretto a ovest della Città -

Ma quando la Terra cominciò a tremare
E le Case svanirono in un rombo
E la Natura Umana si nascose
Lo Sgomento ci fece comprendere
Come quelli che videro il Dissolversi
Il Papavero nella Nuvola -

Il giorno del giudizio in versi in cui domina il rosso bagliore dell'Apocalisse, che appare nel quarto verso come colore che vaga a ovest della città e nell'ultimo con l'immagine del "Papavero nella Nuvola". Potrebbe esserci, nella città del sesto verso, un riferimento a Babilonia, la "grande meretrice" del capitolo 17 dell'Apocalisse, raffigurata come una donna seduta su una bestia di colore scarlatto.
Gli ultimi tre versi vanno letti come: "lo sgomento ci fece comprendere, come lo avevano compreso quelli che prima di noi avevano visto l'inizio della dissoluzione del mondo, la vera natura di quel rosso bagliore nel cielo."


F1443 (1877) / J1423 (1877)

The fairest Home I ever knew
Was founded in an Hour
By Parties also that I knew
A spider and a Flower -
A manse of mechlin and of Floss -
    La più bella Casa che ho mai conosciuto
Fu eretta in un'Ora
Da Compagni che pure conoscevo
Un ragno e un Fiore -
Una canonica di merletto e di Seta -

Il raffinato splendore della natura è sempre intorno a noi, basta saper guardare.


F1444 (1877) / J1426 (1877)

The pretty Rain from those sweet Eaves
Her unintending Eyes -
Took her own Heart, including our's,
By innocent Surprise -

The wrestle in her simple throat
To hold the feeling down
That vanquished her - defeated Feat -
Was Fervor's sudden Crown -

    L'adorabile Pioggia di quelle dolci Gronde
I suoi Occhi ingenui -
Catturò il suo Cuore, che include il nostro,
Con innocente Sorpresa -

La lotta nella sua gola sincera
Per tenere a bada l'emozione
Che la vinse - l'Eroica sconfitta -
Fu l'improvvisa Corona del Fervore -

L'immagine di un pianto che sconfigge i tentativi di tenerlo a bada e sgorga irrefrenabile da occhi che diventano gronde, incapaci di contrastare quella pioggia così adorabile. E la sconfitta diventa nell'ultimo verso la corona di un sentimento sincero che non può essere represso.
Le immagini del primo e dell'ultimo verso sembrano fondersi: le gronde non riescono a trattenere la pioggia e le gocce-lacrime cadono giù, formando una corona di perle.


F1445 (1877) / J1427 (1877)

To earn it by disdaining it
Is Fame's consummate Fee -
He loves what spurns him -
Look behind - He is pursuing thee -

So let us gather - every Day -
The Aggregate of Life's Bouquet
Be Honor and not shame -

    Guadagnarla disdegnandola
È il perfetto Compenso della Fama -
Essa ama chiunque la disprezzi -
Guarda dietro di te - ti sta inseguendo -

Fateci dunque cogliere - ogni Giorno -
L'Insieme del Bouquet della Vita
Sia Onore e non vergogna -

La fama non si deve rincorrere, è lei che deve correrci dietro. Perciò cogliamo da ogni giorno il fiore che saremo capaci di cogliere e il bouquet della vita che saremo riusciti a mettere insieme sia specchio del nostro onore disinteressato, e non della vergogna di rincorrere a ogni costo una gloria non meritata.
Nel manoscritto, sotto la prima strofa, ED tracciò tre segmenti in orizzontale seguiti dai tre versi successivi. Non si può perciò escludere che si tratti di due poesie distinte; nella prima un invito a non rincorrere la fama, nella seconda a raccogliere i fiori della vita in un bouquet degno di onore e non di vergogna..


F1446 (1877) / J1428 (1877)

Water makes many Beds
For those averse to sleep -
It's awful chamber open stands -
It's Curtains blandly sweep -
Abhorrent is the Rest
In undulating Rooms
Whose Amplitude no end invades -
Whose Axis never comes
    L'acqua fa molti Letti
Per quelli avversi al sonno -
La sua temibile camera resta aperta -
Le sue Cortine blandamente oscillano -
Aborrito è il Riposo
Nelle ondeggianti Stanze
La cui Ampiezza nessuna fine invade -
Il cui Asse non giunge mai

L'acqua, le stanze ondeggianti senza riposo, l'ampiezza senza fine e la mancanza di un asse, di punti di riferimento, fanno pensare a un'immagine dell'immensità del mare. Il secondo e il quinto verso a chi non ama la tranquillità della vita sedentaria, come se ED ci parlasse di audaci esploratori a cui gli oceani offrono spazi senza fine per riempire la loro "insonnia".
Letta così, il mare, come in altre poesie (vedi p.es. la J520-F656), diventa lo spazio infinito simbolo della liberta e della possibilità di far volare la fantasia e la voglia di conoscere il nuovo e, nello stesso tempo, un luogo che incute soggezione (vedi il terzo verso) per il suo incessante divenire, per la sua immensità e per la mancanza dei punti di riferimento (vedi l'ultimo verso) a cui siamo abituati nella nostra vita di sedentari abitatori ben piantati a terra.


F1447 (1877) / J1430 (1877)

Who never wanted - maddest Joy
Remains to him unknown -
The Banquet of Abstemiousness
Defaces that of Wine -

Within it's reach, though yet ungrasped
Desire's perfect Goal -
No nearer - lest the Actual -
Should disenthrall thy soul -

    Se mai agognata - la Gioia più folle
Resta sconosciuta -
Il Banchetto dell'Astinenza
Annulla quello del Vino -

Nel suo ambito, nondimeno inafferrato
Lo Scopo perfetto del Desiderio -
Non più vicino - per paura che il Reale
Possa affrancare la tua anima -

Le gioie più grandi sono quelle che vivono nei nostri desideri, nel cui ambito, e non nella realtà delle cose, dobbiamo cercare i doni per la nostra mente; se raggiungiamo lo scopo, il desiderio diventa realtà, perde il suo fascino di inafferrabile sogno e rischia di affrancare la nostra anima dalla dolce prigione della fantasia.
I primi due versi della seconda strofa (come in altre poesie, vedi la J439-F626 o la J801-F856) riecheggiano la frase sul desiderio della lettera n. 379 a Louise Norcross: "Il desiderio, forse, è il dono che nessun altro dono soddisfa."
Nel primo verso ho tradotto liberamente la frase iniziale, che in italiano ("A chi non ha mai agognato/desiderato") avrebbe allungato troppo il verso.


F1448 (1877) / J1431 (1877)

With Pinions of Disdain
The soul can farther fly
Than any feather specified
in - Ornithology -
It wafts this sordid Flesh
Beyond it's dull - control
And during it's electric gale -
The body is - a soul -
instructing by itself -
How little work it be -
To put off filaments like this
for immortality -
    Con le Ali del Disdegno
L'anima può volare più lontano
Di qualunque specie descritta
dall'Ornitologia -
Conduce questa sordida Carne
Oltre il suo tardo - controllo
E durante quell'elettrico soffio -
Il corpo è - un'anima -
che s'istruisce da sé -
Su quale piccola fatica sia -
Spogliarsi di filamenti come questi
per l'immortalità -

L'anima non può che disdegnare il suo involucro mortale; soltanto così riuscirà a volare più in alto di qualsiasi uccello, a dare un soffio di elettrizzante energia a quella carne così lenta e imperfetta, che riuscirà così a capire quanto sia facile liberarsi di legami come quelli che ci tengono avvinti alla vita mortale, per essere finalmente libera e volare verso l'immortalità.
Al verso 9 ho scelto la variante "itself" al posto di "the same" ("lo stesso"). Per "gale" al verso 7 ci sono cinque varianti nel manoscritto: spell, stay, might, act, span (incanto, permanenza, forza, atto, periodo).


F1449 (1877) / J1144 (1869)

Ourselves - we do inter - with sweet derision
The channel of the Dust - who once achieves -
Invalidates the Balm of that Religion
That doubts - as fervently as it believes -
    Noi stessi - noi sotterriamo - con dolce derisione
Il canale della Polvere - chi una volta ottiene -
Invalida il Balsamo di quella Religione
Che dubita - fervidamente come essa crede -

In una lettera a Samuel Bowles (L489) preceduta da poche parole: "Dear Friend, You have the most triumphant Face out of Paradise - probably because you are there constantly, instead of ultimately - ("Caro amico, Lei ha il Volto più trionfante al di fuori del Paradiso - probabilmente perché è là costantemente, invece che da ultimo -").
Sia Johnson che Franklin ipotizzano che la lettera si possa riferire a una foto di Bowles inviata a ED.

Se accettiamo l'ipotesi di una lettera riferita ad una foto di Bowles, ne risulta un singolare connubio: le frasi iniziali esaltano il volto di chi è ritratto, affermando che è il più "trionfante" di questa terra ("out of Paradise" si può intendere così, ma anche come "al di fuori di quelli che si possono vedere in Paradiso"), mentre i versi descrivono la consapevolezza della morte (una sorta di auto-seppellimento), che, una volta ottenuta, rende effimeri tutti i nostri dubbi, coltivati con lo stesso fervore col quale coltiviamo la fede. Il collegamento è nel primo verso, in quella "dolce derisione" che sembra l'unico modo in cui può trattare la morte un volto "trionfante" già su questa terra, come se avesse in visto in anticipo, qui, ciò che altri potranno vedere soltanto là.


F1450 (1877) / J1420 (1877)

One Joy of so much anguish
Sweet Nature has for me -
I shun it as I do Despair
Or dear iniquity -
Why Birds, a Summer morning
Before the Quick of Day
Should stab my ravished Spirit
With Dirks of Melody
Is part of an inquiry
That will receive reply
When Flesh and Spirit sunder
In Death's immediately -
    Una Gioia con così tanta angoscia
La dolce Natura ha per me -
Che la sfuggo come la Disperazione
O un'odiosa iniquità -
Perché gli Uccelli, un mattino d'Estate
Prima dell'Irrompere del Giorno
Trafiggano il mio Spirito rapito
Con Stiletti di Melodia
È parte di una domanda
Che riceverà risposta
Quando la Carne e lo Spirito si scinderanno
Nell'immediatezza della Morte -

La gioia di condividere i misteriosi e affascinanti cicli della natura è sempre venata di un'angoscia sorda e onnipresente, come se ci sentissimo al di fuori, estranei a quell'ordine delle cose di cui riusciamo a cogliere soltanto gli aspetti esteriori, mentre l'intima essenza di quel mistero resta confinata in domande senza risposta, per le quali possiamo solo confidare nell'estrema risorsa della morte.
Nel manoscritto ci sono moltissime (quattordici) varianti per il "Quick" del verso 6, come se ED si fosse divertita a trovarne il più possibile: ripe, peal, drum, drums, bells, bomb, burst, flags, step, tick, shouts, pink, red, blade (maturazione, rombo, rullio, rullii, campane, bomba, scoppio, bandiere, passo, battito, grida, rosa, rosso, lama). C'è inoltre una variante per "Joy" al primo verso ("Sound" - "Suono") e per l'intero verso 10 e l'inizio del verso 11 "Delaying it's reply / Till Flesh" ("Che ritarderà la sua risposta / Finché la Carne").
Al verso 4 ho tradotto "dear" utilizzando una definizione del Webster, anche se data come obsoleta: "Hurtful; grievous; hateful.". Guidacci traduce con "un'amata ingiustizia" e Sabbadini con "una cara iniquità".