The Complete Poems
Tutte le poesie
F1251 - 1300
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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Indice Franklin
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F1251 (1872) / J1478 (1879)
Look back on Time, with kindly Eyes - He doubtless did his best - How softly sinks that trembling Sun In Human Nature's West - |
Guarda al Tempo passato, con Occhio benevolo - Senza dubbio ha fatto del suo meglio - Dolcemente s'immerge quel Sole tremante Nell'Occidente della Natura Umana - |
Uno sguardo di totale dolcezza verso il tempo passato, che ci ha sorretti e ha fatto del suo meglio per aiutarci a vivere. Di grande suggestione l'immagine dei due versi finali, con la similitudine sole-vita vista nel suo momento conclusivo: un dolce immergersi nell'occidente-morte, con quel "trembling" che, nel descrivere la concreta luce tremolante del sole al tramonto, evoca il tremore senile ma anche la paura del mistero che ci attende. |
F1252 (1872) / J-
It is the Meek that Valor wear Too mighty for the Bold. |
È il Mite che indulge al Valore Troppo possente per l'Audace. |
In una lettera della fine di agosto 1872 a Elizabeth Holland (L377), preceduta da: "We are proud of her safety - Ashamed of our dismay for her who knew no consternation." ("Siamo orgogliosi della sua incolumità - Ci vergogniamo del nostro sgomento per lei che non conobbe costernazione.") |
Il valore, la fermezza d'animo è concessa più al mite che all'audace, più propenso ad azioni esteriori che a sopportare le ingiurie della vita. |
F1253 (1872) / J1239 (1872)
Risk is the Hair that holds the Tun Seductive in the Air - That Tun is hollow - but the Tun - With Hundred Weights - to spare - Too ponderous to suspect the snare Espies that fickle chair And seats itself to be let go By that perfidious Hair - The "foolish Tun" the Critics say - |
Rischio è il Capello che regge la Botte Seducente nell'Aria - Quella Botte è vuota - ma la Botte Con Grossi Carichi - da custodire - Troppo piena per sospettare il tranello Scorge quell'instabile poltrona E si siede per essere lasciata andare Da quel perfido Capello - La "sciocca Botte" direbbero i Critici - |
Nella vita incontriamo spesso degli illusori "capelli", che ci attirano col loro aspetto invitante. Ma poi quasi sempre ci accorgiamo che l'apparenza è solo un tranello per adescarci e poi lasciarci andare, o ridurci in polvere come si legge nella variante al settimo verso: "And mounts to be to atoms hurled" ("E sale su per essere in atomi dispersa"). |
F1254 (1872) / J1218 (1878)
Let my first knowing be of thee With morning's warming Light - And my first Fearing, lest Unknowns Engulph thee in the night |
La mia prima percezione sia di te Con la calda Luce del mattino - E la mia prima Paura, che l'Ignoto Non t'inghiotta nella notte |
Quattro versi che dipingono un desiderio e una paura, con quelle parole alla fine del secondo e del quarto verso così simili eppure tanto distanti, a incarnare nell'unione degli opposti quell'amore che è insieme luce e buio. |
F1255 (1872) / J1217 (1872)
Fortitude incarnate Here is laid away In the swift Partitions Of the awful Sea - Babble of the Happy Edifice of Ocean |
Fortitudine incarnata È qui deposta Nelle agitate Sezioni Del temibile Mare - Vocio del Felice Edificio dell'Oceano |
Ancora una volta il mare, sia pure vecchio e canuto, è il simbolo della libertà, della fantasia. Qui è contrapposto alla tomba, un luogo che non può essere "swift" o "tumultuous", dove è deposta solo polvere inerte e non la vigorosa incarnazione della vita del primo verso, una voglia di vivere che trova posto in un mare temibile perché agitato e tumultuoso, ma proprio per questo tanto più bello e godibile di un silenzio senza fine. |
F1256 (1872) / J1232 (1872)
The Clover's simple Fame Remembered of the Cow - Is better than enameled Realms Of notability. Renown perceives itself And that degrades the Flower - The Daisy that has looked behind Has Compromised it's power - |
La semplice Fama del Trifoglio Rimembrata dalla Mucca - È meglio dei patinati Reami Della notabilità. La rinomanza percepisce se stessa E ciò degrada il Fiore - La Margherita che si è guardata indietro Ha Compromesso il suo potere - |
Nel manoscritto è spillato un foglietto con una diversa redazione degli ultimi quattro versi; c'è inoltre un ulteriore manoscritto con i soli primi quattro versi, anche qui in una diversa redazione. Nel foglietto spillato è riportata al verso 6 una variante già indicata nel manoscritto completo: "profanes" ("profana") al posto di "degrades", con due ulteriori varianti, la seconda delle quali sottolineata tre volte, come a indicare una preferenza: "pollutes" ("inquina") e "defiles" ("corrompe"). Unendo i due manoscritti parziali, la poesia diventa (con la variante sottolineata):
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Una riflessione sulla fama inconsapevole, quella del trifoglio che la mucca ricorda come un piacevole bocconcino, e su quella piena di sé, che ha bisogno di essere percepita consapevolmente per esistere. La prima sarebbe degradata da questa consapevolezza, come se una margherita avesse bisogno di guardarsi intorno per percepire il potere della sua bellezza, che invece esiste proprio in quanto pura e semplice creazione naturale. |
F1257 (1872) / J1211 (1872)
A Sparrow took a Slice of Twig And thought it very nice I think, because his empty Plate Was handed Nature twice - Invigorated, waded |
Un Passero prese uno Spicchio di Rametto E lo considerò molto gradevole Credo, perché il suo Piatto vuoto Fu teso due volte alla Natura - Rinvigorito, si spinse |
Oltre al testo riportato sopra, inviato a Susan, c'è un altro manoscritto di questa poesia. La prima strofa è identica, mentre la seconda è diversa e con una nutrita serie di varianti per le quali ED non ha indicato versi di riferimento. Di seguito riporto la seconda strofa di questa "brutta copia" con le varianti così come ricostruite nelle edizioni critiche.
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Il piccolo quadretto di un passero che spilluzzica da un albero e vola via diventa, specialmente nella "brutta copia", un divertito e virtuosistico esercizio di fantasia. |
F1258 (1872) / J1281 (1873)
A Stagnant pleasure like a Pool That lets it's Rushes grow Until they heedless tumble in And make the Water slow Impeding navigation bright |
Un piacere Stagnante come una Palude Che lascia crescere i suoi Giunchi Finché sbadati non cadono giù E rendono lenta l'Acqua Impedendo il limpido navigare |
Lo stagnante piacere del primo verso somiglia molto a una noia soddisfatta di sé, che si pasce del suo ozio e respinge ogni novità. Ma basterà l'arrivo di una vivace corrente primaverile per risvegliare la voglia di immergersi in quel flusso di fresca vitalità.
Interessanti alcune varianti: al verso 5 "fair" al posto di "bright" fa pensare che quest'ultimo termine sia usato più nel senso di "limpido, chiaro" che di "brillante, splendente"; al verso 6 "Ripples" ("ondulazioni, increspature") al posto di "Shadows" rende quelle ombre simili a ondulazioni che sembrano coprire e che invece celano, e preparano, il nuovo; al verso 7 "stir" ("smuovere, agitare") al posto di "rouse" accentua il senso di movimento del risveglio. |
F1259 (1872) / J1168 (1870)
As old as Woe - How old is that? Some Eighteen thousand years - As old as Joy - How old is that They are of equal years - Together chiefest they are found |
Vecchio come il Dolore - Quanto è vecchio? All'incirca Diciottomila anni - Vecchia come la Gioia - Tanto vecchia Che hanno gli stessi anni - Sempre primi si trovano |
ED sintetizza i principali sentimenti umani nei due estremi del dolore e della gioia, entrambi vecchi come il mondo e a cui nessuno può sfuggire. |
F1260 (1872) / J1270 (1873)
Is Heaven a Physician? They say that He can heal - But Medicine Posthumous Is unavailable - Is Heaven an Exchequer? They speak of what we owe - But that negotiation I'm not a Party to - |
È il Cielo un Dottore? Si dice che possa guarire - Ma la Medicina Postuma È inefficace - È il Cielo un Finanziere? Si parla di ciò che dobbiamo - Ma in quella negoziazione Io non ho Parte - |
Due disincantate considerazioni su quel cielo che dovrebbe essere la soluzione di tutti i nostri mali ma che sentiamo così distante ed estraneo. |
F1261 (1872) / J1241 (1872)
The Lilac is an ancient Shrub But ancienter than that The Firmamental Lilac Upon the Hill Tonight - The Sun subsiding on his Course Bequeathes this final plant To Contemplation - not to Touch - The Flower of Occident. Of one Corolla is the West - |
Il Lillà è un Arbusto antico Ma più antico di esso Il Lillà del Firmamento Sulla Collina Stasera - Il Sole calando nel suo Corso Lascia in eredità questa estrema pianta Alla Contemplazione - non al Tatto - Il Fiore d'Occidente. Di una Corolla è l'Ovest - |
Un tramonto che colora di lillà il cielo d'occidente diventa un fiore affascinante e incorporeo che il sole lascia in eredità al mondo. La corolla del fiore s'impadronisce dell'intero occidente, il suo calice è la terra, e le stelle sono i semi della sua rinascita. Tutto questo è difficile da ricondurre a una sintesi, perché questa flora celeste e insieme naturale è al di là della portata della nostra analisi. |
F1262 (1872) / J1291 (1873)
Until the Desert knows That Water grows His Sands suffice But let him once suspect That Caspian Fact Sahara dies Utmost is relative - |
Finché il Deserto sa Che l'Acqua cresce Le sue Sabbie bastano Ma se gli fate una volta sospettare Quella Realtà del Caspio Il Sahara muore L'Estremo è relativo - |
La vita si nutre della speranza di qualcosa che possa prima o poi irrigare il deserto che sente intorno a sé, una speranza che diventa via via rassegnata abitudine ai piccoli e rari germogli che riescono a crescere in quel deserto. Ma la visione, la consapevolezza, della possibilità che esista un mare che potrebbe in un colpo solo spazzare via quella landa desolata, da una parte risveglia prepotente il desiderio di bere senza limiti a quella fonte, dall'altra rischia di uccidere quel deserto ormai accettato che è la nostra vita. Perciò dobbiamo rifuggire gli estremi, sia il deserto senza speranza ("have not") che l'appagamento senza limiti ("have"), contentandoci di saper godere quel fuggevole asilo che ci viene concesso dal nostro saper sognare, galoppando in una fantasia che sappiamo non potrà mai tramutarsi in realtà. |
F1263 (1872) / J1129 (1868)
Tell all the truth but tell it slant - Success in Circuit lies Too bright for our infirm Delight The Truth's superb surprise As Lightning to the Children eased With explanation kind The Truth must dazzle gradually Or every man be blind - |
Di' tutta la verità ma dilla obliqua - Il successo sta in un Circuito Troppo brillante per la nostra malferma Delizia La superba sorpresa della Verità Come un Fulmine ai Bambini chiarito Con tenere spiegazioni La Verità deve abbagliare gradualmente O tutti sarebbero ciechi - |
La verità va detta, ma non in modo diretto. È sempre meglio usare un giro di parole, una metafora, perché la verità nuda e cruda sarebbe troppo splendente per le nostre capacità. Per essere certi di farci comprendere dobbiamo agire come se dovessimo rendere chiaro a un bambino il fulmine che gli fa così paura, spiegandogli a poco a poco l'apparente mistero che lo produce. Dobbiamo perciò usare gradualità, perché sappiamo che una luce troppo violenta e improvvisa renderebbe gli uomini ciechi. |
F1264 (1872) / J1236 (1872)
Like Time's insidious wrinkle On a beloved Face - We clutch the Grace the tighter Though we resent the Crease The Frost himself so comely Dishevels every prime Asserting from his Prism That none can punish him |
Come insidiosa ruga del Tempo Su un Volto amato - Impugniamo la Grazia ben salda Benché ci urti la Grinza Il Gelo in sé così appropriato Scompiglia ogni sorgere Asserendo dal suo Prisma Che nessuno può punirlo |
La grazia che ci viene concessa non è mai esente da difetti, ma, come consideriamo con indulgenza le rughe del tempo su un volto amato, così ci teniamo stretta questa sorta di unica scappatoia dall'angoscia del mistero della vita, anche se riusciamo a vederne le grinze, i dubbi che la costellano e che disturbano quello che potrebbe essere il sereno godimento di una certezza di immortalità. E non riusciamo a godere serenamente di questa grazia promessa perché vediamo che nella realtà c'è il gelo, la morte, corollario ineliminabile, e per questo appropriato, di ogni inizio, di ogni sorgere della vita, scompigliata fin dall'inizio nelle sue certezze, come se fosse un raggio di luce scomposto da un prisma che si sa invincibile. |
F1265 (1872) / J1153 (1874)
Through what transports of Patience I reached the stolid Bliss To breathe my Blank without thee Attest me this and this - By that bleak exultation I won as near as this Thy privilege of dying Abbreviate me this |
Attraverso quali trasporti di Pazienza Raggiunsi la stolida Beatitudine Di respirare il mio Vuoto senza te Me lo attesti questo e questo - Da quella sterile esultanza Ottenni più o meno questo Il tuo privilegio di morire Mi abbrevi questo |
La rinuncia, in altre poesia idealizzata e resa in positivo, diventa qui uno sterile esercizio di pazienza, che non dà altro risultato se non quello di respirare un vuoto, un'assenza. C'è un'unica via di uscita per riempire questo vuoto: appropriarsi del privilegio di morire e abbreviare così un'esistenza senza niente che la giustifichi. |
F1266 (1872) / J1207 (1867)
He preached upon "Breadth" till it argued him narrow - The Broad are too broad to define And of "Truth" until it proclaimed him a Liar - The Truth never flaunted a Sign - Simplicity fled from his counterfeit presence As Gold the Pyrites would shun - What confusion would cover the innocent Jesus To meet so enabled a Man! |
Predicò sull'"Ampiezza" finché essa lo rivelò ristretto - L'Ampio è troppo ampio da definire E della "Verità" finché essa lo proclamò un Bugiardo - La Verità non ostentò mai un Segno - La semplicità fuggì dalla sua contraffatta presenza Come l'Oro scansa la Pirite - Che confusione proverebbe l'innocente Gesù A incontrare un Uomo così autorevole! |
La poesia era acclusa ad una lettera a Higginson del dicembre 1872 (L381). Esiste un manoscritto precedente, con molte varianti, che servì evidentemente da "brutta copia" per il testo poi inviato a Higginson. Lo riporto nella ricostruzione di Johnson e Franklin con a fianco la traduzione delle varianti non utilizzate nel testo finale.
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Ritratto certamente poco lusinghiero di un qualche predicatore pieno di sé, ristretto quando parla di ampiezze e falso quando parla di verità. Il metro di paragone è "l'innocente Gesù", un attributo molto distante da quella serie di aggettivi che nell'ultimo verso della copia preparatoria ED sembra affastellare uno sull'altro, quasi non riuscisse a decidere il più adatto a rappresentare chi crede di avere la verità in tasca, senza dubbi di sorta e senza l'umiltà di sentirsi piccolo di fronte all'immensità del mistero. |
F1267 (1872) / J1208 (1872)
Our own possessions - though our own - 'Tis well to hoard anew - Remembering the Dimensions Of Possibility. |
Le nostre proprietà - anche se nostre - È bene accumularle da capo - Rammentando le Dimensioni Della Possibilità. |
La poesia fu inviata a Susan (è la versione riportata sopra) e anche inserita in una lettera del dicembre 1872 a Higginson (L381) che era stato, da aprile a luglio di quell'anno in Europa. I versi sono preceduti da: "I am happy you have the Travel you so long desire and chastened - that my Master met neither accident nor Death." ("Sono felice che lei abbia fatto il Viaggio così a lungo desiderato e rimandato - che il mio Maestro non abbia incontrato né incidenti né Morte."). |
L'incertezza del domani, ovvero la dimensione imperscrutabile delle possibilità che abbiamo davanti, ci suggerisce di non considerare mai niente come compiuto e definito; per questo nella vita bisogna sempre, anche quando ci sembra di essere ormai appagati, accumulare da capo quelle conoscenze e quelle sensazioni che sono le nostre vere proprietà. |
F1268 (1872) / J1261 (1873)
A Word dropped careless on a Page May stimulate an Eye When folded in perpetual seam The Wrinkled Maker lie Infection in the sentence breeds |
Una Parola fatta cadere per caso su una Pagina Può stimolare un Occhio Quando ripiegato in perpetua cucitura Il Raggrinzito Creatore giace L'infezione nella frase si riproduce |
Nel manoscritto ci sono due varianti, ai versi 2 e 4, adottate in un'altra redazione (della sola prima strofa e con un'ulteriore variante al primo verso) inserita in una lettera a Louise e Frances Norcross della fine del 1872 (L379), il cui manoscritto è perduto e che conosciamo da una trascrizione di Frances. Riporto questa seconda redazione, che nella lettera è preceduta da "We must careful what we say. No bird resumes it's egg." ("Dobbiamo stare attenti a ciò che diciamo. Nessun uccello riprende il suo uovo."):
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La potenza della parola (scritta, ma anche pronunciata, come ED dice alle cugine nella lettera che contiene la prima strofa di questa poesia) supera le barriere del tempo e riesce a produrre i suoi effetti anche al di là delle intenzioni dell'autore, che magari l'ha lasciata cadere con noncuranza sulla pagina. |
F1269 (1872) / J1286 (1873)
I thought that nature was enough Till Human nature came But that the other did absorb As Parallax a Flame - Of Human nature just aware |
Pensavo che la natura fosse bastante Finché arrivò la natura Umana Ma questa l'altra assorbì Come il Parallasse una Fiamma - Di natura Umana appena conscia |
Un percorso verso l'alto, verso l'astrazione, compiuto dalla mente che è prima colpita dalla concretezza della natura che ci circonda, poi dai più sottili percorsi della natura umana e, infine, dal traguardo della natura divina. Nell'ultima parte il dubbio è se la mente riuscirà ad essere capiente abbastanza per contenere l'infinità del divino: la risposta degli ultimi due versi è che dobbiamo allargare la nostra mente, perché solo così saremo capaci di accogliere non soltanto le piccole cose umane ma anche i grandi misteri che ci appaiono così enormi in confronto alla nostra natura limitata e mortale. |
F1270 (1872) / J1206 (1872)
The Show is not the Show But they that go - Menagerie to me My Neighbor be - Fair Play - Both went to see - |
Lo Spettacolo non è lo Spettacolo Ma quelli che ci vanno - Serraglio per me È il mio Vicino - Bella Commedia - Entrambi andammo a vedere - |
C'è un altro manoscritto in cui il quinto verso si legge "Glee" ("Spasso") al posto di "Play", con quest'ultimo termine indicato come variante. |
Gli spettatori diventano spettacolo per chi guarda loro e non la scena, e tutti, sia chi guarda che chi guarda chi guarda, godono di una piacevole commedia. I versi centrali (quelli trascritti nella lettera a Higginson) hanno, da soli, un senso compiuto: "non ho bisogno di muovermi per conoscere il mondo, i miei vicini (umani e non) sono il mio spettacolo". |
F1271 (1872) / J1201 (1871)
So I pull my Stockings off Wading in the Water For the Disobedience' Sake Boy that lived for "Ought to" Went to Heaven perhaps at Death |
Così mi tiro via le Calze Sguazzando nell'Acqua Per il Gusto di Disobbedire Il Ragazzo che visse per "Dovresti" Andò in Cielo forse da Morto |
Il gusto di disobbedire, di andare contro le convenzioni viene come giustificato negli ultimi due versi, con il tipico procedimento dickinsoniano che mescola il sacro e il profano, da due citazioni bibliche: Deuteronomio 34, 1-4 per Mosè (vedi anche la J112-F114, la J168-F179 e la J597-F521) e Atti 5, 1-5 per Anania. La seconda non sembrerebbe molto calzante, visto che nel passo biblico Anania occulta una parte della vendita di un terrreno invece di consegnare tutto agli apostoli, e per questo viene rimproverato e cade a terra morto, ma nel finale è come se ED ci dicesse: "in qualsiasi modo ti comporti il risultato è sempre lo stesso, tanto vale allora lasciare spazio al gusto di disobbedire". |
F1272 (1872) / J1195 (1871)
What we see we know somewhat Be it but a little - What we dont surmise we do Though it shows so fickle I shall vote for Lands with Locks |
Ciò che vediamo lo conosciamo abbastanza Ma è ben poco - Ciò che non vediamo presumiamo di conoscere Sebbene si mostri a suo capriccio Voterò per Regioni con Lucchetti |
Le regioni del visibile sono quelle che ci sembra di conoscere bene, ma a ben vedere è una conoscenza di poco conto, perché lascia fuori tutto ciò che ci è invisibile e si manifesta in modo imprevedibile e capriccioso; queste regioni precluse ai nostri sensi possiamo conoscerle soltanto con l'immaginazione. Ma io preferisco senz'altro queste ultime, queste regioni nascoste alla nostra vista che stimolano la mente e la fantasia, a patto però di avere la possibilità, talvolta e mai con la sicurezza del risultato, di svelarne in qualche modo i misteri. Questo amore per il dubbio è una sorta di eredità, di dividendo su quel capitale primigenio di dubbio di cui Adamo provò per primo il proibito trasporto, un esercizio per la mente tanto incerto quanto affascinante. |
F1273 (1872) / J1203 (1871)
The Past is such a curious Creature To look her in the Face A Transport may receipt us Or a Disgrace - Unarmed if any meet her |
Il Passato è una così curiosa Creatura A guardarlo in Viso Un Trasporto può rilasciarci O un'Onta - Se disarmato qualcuno lo incontrasse |
Il passato come fonte di gioia o dolore, anche se il tono generale della poesia tende più a "disgrace" che a "transport". Nel manoscritto ci sono varianti che danno un tono più guerresco agli ultimi due versi: "Rusty" ("Arruginite") al posto di "faded" al verso 7 e "destroy" ("distruggere, annientare") al posto di "reply" al verso 8. |
F1274 (1872) / J1219 (1872)
Now I knew I lost her - Not that she was gone - But Remoteness travelled On her Face and Tongue. Alien, though adjoining Elements Unaltered - Henceforth to remember |
Ora sapevo di averla perduta - Non che se ne fosse andata - Ma la Distanza viaggiava Sul suo Volto e sulla Lingua. Estranea, sebbene contigua Gli elementi inalterati - D'ora in poi ricordare |
Quello che ED scrive nel secondo verso ("non che se ne fosse andata"), nel quinto ("sebbene contigua") e nel settimo ("anche se ferma") non lascia praticamente dubbi sul fatto che stia parlando di Susan, che dopo il matrimonio con Austin viveva a pochi metri dalla Homestead, ovvero di qualcuno che pur restando vicino è stato oggetto di quella "trasmigrazione d'amore" avvenuta mentre tutto sembrava rimasto come prima. |
F1275 (1872) / J1210 (1872)
The Sea said "Come" to the Brook - The Brook said "Let me grow" - The Sea said "Then you will be a Sea - I want a Brook - Come now"! The Sea said "Go" to the Sea - |
Il Mare disse "Vieni" al Ruscello - Il Ruscello rispose "Lasciami crescere" - Il Mare disse "Allora sarai un Mare - Io voglio un Ruscello - Vieni adesso!" Il Mare disse "Vai" al Mare - |
La versione riportata sopra è quella acclusa in una lettera a Higginson del dicembre 1872 (L381). Un'altra, praticamente identica ma senza divisione in strofe, è nei fascicoli e una terza, limitata alla prima strofa, fu probabilmente inviata a Susan (di quest'ultima il manoscritto è perduto). |
Al mare serve l'ingenua e ancora fresca giovinezza del ruscello, perciò gli chiede di non crescere, perché crescendo diventerebbe un mare e perderebbe le qualità che lo rendono ora interessante. Ma il ruscello non lo ascolta e, una volta divenuto lui stesso mare, si ripresenta all'appuntamento e si sente dire "vai", il contrario del "vieni" del primo verso. L'ex ruscello, ora mare, si sorprende, dice: "ma non mi riconosci? sono quello che invitasti, che bramavi di accogliere"; ma il mare gli spiega che ormai non sa più che farsene di lui, la sua giovinezza è ormai trascorsa, è diventato dotto, e lui non ha più alcun interesse per chi ha già la saggezza, la considera un qualcosa di vecchio, stantio, in confronto alla rigogliosa giovinezza che il ruscello ha ormai perduto. |
F1276 (1873?) / J1262 (1873?)
I cannot see my soul, but know 'tis there - Nor ever saw his house, nor furniture - Who has invited me with him to dwell; But a confiding guest, consult as well, What raiment honor him the most, That I be adequately dressed - For he insures to none Lest men specified adorn - Procuring him perpetual drest By dating it a sudden feast. |
Non vedo la mia anima, ma so che è là - Né vidi mai la casa, né il mobilio - Di chi mi ha invitata ad abitare con lei; Ma da ospite fiduciosa, considero pure, Quali vesti la onorino al meglio, Affinché io sia adeguatamente abbigliata - Visto che lei non dà garanzie a nessuno Per paura che gli uomini si adornino apposta - Procura lei una veste perpetua Fissando la data d'una fulminea festa. |
La poesia era compresa in una lettera a Louise e Frances Norcross (L382). Il manoscritto è perduto e il testo è conosciuto grazie a una trascrizione di Frances senza data. La lettera fu pubblicata da Mabel Loomis Todd, nella sua edizione delle lettere del 1894, con la data "inverno 1873". |
L'anima è invisibile e inconoscibile, come la morte, che prima ci invita a vivere con la certezza della sua presenza, ma poi non fa niente per dirci come affrontare consapevolmente questa convivenza. Anzi, sembra quasi che tema di vederci adeguatamente preparati, perché vuole avere lei il privilegio di scegliere per noi l'abito incorporeo che indosseremo quando fisserà, senza preavviso, la data della festa in cui ci porterà definitivamente con lei. |
F1277 (1873) / J1342 (1875)
"Was not" was all the statement. The Unpretension stuns - Perhaps - the Comprehension - They wore no Lexicons - But lest our Speculation |
"Non c'era più" fu tutto il resoconto. La Semplicità sconcerta - Forse - la Comprensione - Non consumarono Dizionari - Ma affinché la Nostra Ragione |
La morte non ha bisogno di molte parole, un semplice "was not" basterebbe a descriverla. Tutto ciò che aggiungiamo non è altro che uno sterile esercizio di filologia, utile per illuderci che quel cammino terreno sia seguito dal cammino in un altrove divino. |
F1278 (1873) / J1272 (1873)
So proud she was to die It made us all ashamed That what we cherished, so unknown To her desire seemed - So satisfied to go Where none of us should be Immediately - that Anguish stooped Almost to Jealousy - |
Così orgogliosa era di morire Da farci tutti vergognare Che ciò che avevamo caro, così sconosciuto Al suo desiderio apparisse - Così soddisfatta di andare Dove nessuno di noi vorrebbe stare Immediatamente - che l'Angoscia si volse Quasi in Gelosia - |
Tre manoscritti, con diverse varianti l'uno rispetto all'altro oltre a una variante interna nel primo. Riporto sotto gli originali così come appaiono nei manoscritti con l'indicazione della versificazione di Franklin e la traduzione dei termini diversi dalla terza versione (quella riportata sopra).
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Una morte serena, senza troppi rimpianti per le cose che ci appaiono così importanti, riesce quasi a trasformare l'angoscia in gelosia per quell'atteggiamento di fronte a qualcosa di così difficile da accettare razionalmente. |
F1279 (1873) / J1293 (1874)
The things we thought that we should do We other things have done But those peculiar industries Have never been begun. The Lands we thought that we should seek The Heaven, in which we hoped to pause |
Delle cose che pensavamo di dover fare Altre cose abbiamo fatto Ma quelle occupazioni peculiari Non sono mai state iniziate. Le Terre che pensavamo di dover scoprire Il Cielo, nel quale speravamo di sostare |
Quella riportata sopra è l'ultima delle tre versioni manoscritte di questa poesia (c'è poi un manoscritto perduto con soltanto alcuni versi, trascritti da Mabel Todd), quella compresa in una lettera a Higginson della primavera del 1876 (L459), praticamente uguale a quella del secondo manoscritto. Nella prima (del 1873) i versi 10 e 11 erano originariamente "When Chivalry was done / Impassable to Logic" ("Una volta finita la Cavalleria / Impraticabile alla Logica"); "Chivarly" e "Impassable" risultano poi cancellati e sostituiti ciascuno da due varianti, una delle quali accolta nella versione definitiva: ""Discipline / Tyranny" e "Impervious / Untenable". |
Nel corso della vita, e specialmente in gioventù, tante sono le cose che ci proponiamo di fare, come tanti sono i luoghi che vorremmo conoscere, ma di solito ne facciamo poi altre e nemmeno cominciamo quelle che più avevano stuzzicato la nostra immaginazione; così lasciamo queste fantasie a chi viene dopo di noi, sapendo che molto probabilmente ripercorrerà la nostra stessa strada. Ce n'è però una che è impossibile da cogliere con la razionalità e nella quale possiamo solo sperare di fermarci una volta terminato il dovuto ciclo della vita: quel Cielo che è solo una impalpabile promessa e che forse si rivelerà l'unica cosa che riusciremo a raggiungere. |
F1280 (1873) / J1258 (1873)
Who were "the Father and the Son" We pondered when a child - And what had they to do with us And when portentous told With inference appalling Who are "the Father and the Son" But had they the felicity We start - to learn that we believe We blush - that Heaven if we achieve - |
Chi fossero "Il Padre e il Figlio" Ponderavamo da bambini - E cosa avessero a che fare con noi E una volta svelato l'arcano Con una conclusione che sgomenta Chi sono "il Padre e il Figlio" Ma ci avessero gratificato Cominciamo - a imparare che crediamo Ci fa arrossire - che se otteniamo il Cielo - |
La fede è praticamente impossibile da ottenere e mantenere. Da bambini ci chiediamo con innocente ingenuità chi sia il Dio che sembra permeare tutta la nostra vita con la sua occhiuta severità e, soprattutto, quale legame abbia con le cose che vediamo tutti i giorni. Una volta esaurita la fase di maggior timore di questa misteriosa entità cominciamo a credere che forse chi ci aveva così impauriti aveva forse esagerato. Nell'età adulta riusciremmo forse a capire meglio questo mistero, a interrogare direttamente questo Dio che ci aveva così impauriti da bambini, ma a qual punto cominciamo a sospettare che questi continui cambiamenti di prospettiva rendono traballante quella fede che dovrebbe essere salda e piantata in noi una volta per tutte, fino a pensare che soltanto quando avremo, forse, la risposta definitiva e magari otterremo quel cielo che abbiamo tanto cercato, ci vergogneremo di non essere stati capaci di credere senza riserve. |
F1281 (1873) / J1253 (1873)
Had this one Day not been, Or could it cease to be How smitten, how superfluous, Were every other Day! Lest Love should value less |
Non ci fosse stato quest'unico Giorno, O potesse cessare di essere Quanto screditato, quanto superfluo, Sarebbe ogni altro Giorno! Affinché l'Amore non valuti di meno |
Se il giorno del dolore, della perdita, non venisse mai, o fosse possibile cancellarlo dalla nostra mente, ogni altro giorno sembrerebbe banalmente superfluo, perché quasi mai sappiamo apprezzare il bene che abbiamo senza prima averlo perduto. Per questo, per evitare che soltanto la perdita ci faccia apprezzare veramente ciò che abbiamo e che magari sottovalutiamo, bisogna averne cura e goderne prima, senza aspettare di avere l'amaro privilegio di rimpiangerlo. |
F1282 (1873) / J1283 (1873)
Could Hope inspect her Basis Her Craft were done - Has a fictitious Charter Or it has none - Balked in the vastest instance |
Potesse la Speranza ispezionare le sue Basi Il suo Mestiere sarebbe finito - Ha uno Statuto fittizio O non ne ha nessuno - Frustrata nell'istanza più vasta |
La speranza ci sostiene finché non ne scopriamo la fragilità; possiamo continuare a nutrirla solo se accettiamo le sue regole illusorie e il suo continuo rinnovarsi anche di fronte all'evidenza più palese del suo fallimento. Paradossalmente, solo il suo successo può ucciderla, perché se la speranza raggiunge i suoi fini allora non serve più. |
F1283 (1873) / J1285 (1873)
I know Suspense - it steps so terse And turns so weak away - Besides - Suspense is neighborly When I am riding by - Is always at the Window |
Conosco l'Ansia - procede così nitida E così lieve volge altrove - Per di più - L'Ansia è vicina Mentre cavalco nei dintorni - È sempre alla Finestra |
L'ansia, l'incertezza, è sempre con noi, va e viene nella nostra mente e ci accompagna anche quando cerchiamo distrazioni che ci possano separare almeno per un po' da lei. Sappiamo che è sempre lì in agguato e l'unica difesa che abbiamo è di ritardare il momento in cui ci accorgiamo della sua presenza e, quando accade, di illuderci che non sia là per noi, ma perché ha bisogno di qualcun altro. |
F1284 (1873) / J1264 (1873)
This is the place they hoped before, Where I am hoping now The seed of disappointment grew Within a capsule gay Too distant to arrest the feet That walk this plank of balm, Before them lies escapeless sea The way is closed they came. |
In questo luogo essi sperarono prima, Dove io sto sperando ora Il seme della delusione crebbe Dentro una capsula gioiosa Troppo distante per arrestare i piedi Che percorrono quest'asse di balsamo, Di fronte a loro giace un invalicabile mare La via da cui vennero è chiusa. |
La poesia era compresa in una lettera a Frances Norcross (L390). Il manoscritto è perduto e il testo è conosciuto grazie a una trascrizione di Frances. I versi sono preceduti da: "Thank you, dear, for the love. I am progressing timidly. Experiment has a stimulus which withers it's fear. ("Grazie, cara, per l'affetto. Faccio timidi progressi. L'esperimento possiede uno stimolo che ne prosciuga il timore."). |
Un'amara presa d'atto dell'ineluttabilità del ciclo dell'esistenza. Il luogo della vita non è nient'altro che il posto in cui consumiamo il nostro tempo, così come hanno fatto coloro che ci hanno preceduti; un luogo in cui il nostro progressivo disincanto si sviluppa in una sorta di contenitore rivestito dell'apparente bellezza di una speranza di felicità, una felicità che può riferirsi sia alle gioie concrete della vita che a quelle celesti promesse dalla fede. La speranza però si rivela via via sempre più illusoria, e infine ci rendiamo conto che l'incolmabile distanza che ci separa da essa ci rende incapaci di arrestare il cammino verso quel mare misterioso e pieno di nulla che ci troveremo di fronte, dopo che la strada percorsa si chiuderà definitivamente alle nostre spalle. |
F1285 (1873) / J1265 (1873)
The most triumphant Bird I ever knew or met Embarked upon a Twig Today And till Dominion set I famish to behold so eminent a sight And sang for nothing scrutable But intimate Delight. Retired, and resumed his transitive Estate - To what delicious Accident Does finest Glory fit! |
Il più trionfante Uccello che mai vidi o incontrai Si installò su un Ramo Oggi E finché il Dominio durò Bramosa osservavo una così eminente visione E un canto per nulla di palpabile Se non l'intima Delizia. Si ritirò, e riprese il suo transitorio Stato - A quale delizioso Accidente Si addice la Gloria più squisita! |
Ci sono quattro versioni di questa poesia, con diverse varianti che però non modificano la sostanza. Per due, una trascrizione di Mabel Todd da una versione non identificata e un'altra di Frances Norcross di una lettera a lei e alla sorella Louise dell'aprile 1873 (L388), il manoscritto è perduto. Delle due versioni autografe una sembra una bozza con varianti, mentre l'altra è contenuta in una lettera a Elizabeth Holland dell'estate 1873 (L391). Ho scelto quest'ultima perché presumibilmente più vicina a una versione definitiva. |
Un semplice quadretto naturale, un uccello che si posa su un ramo e poi se ne va, diventa un inno alla gioia e alla bellezza fini a se stesse, senza una scopo concreto a cui ricondurre quella visione e quel canto melodioso, che agiscono per saziare un'intima delizia non contaminata dalla sete di apparire. Negli ultimi due versi c'è come una esortazione a saper cogliere i momenti nascosti, e magari accidentali, della natura e della vita. |
F1286 (1873) / J1263 (1873)
There is no Frigate like a Book To take us Lands away Nor any Coursers like a Page Of prancing Poetry - This Travel may the poorest take Without oppress of Toll - How frugal is the Chariot That bears the Human Soul - |
Non c'è Vascello che eguagli un Libro Per portarci in Terre lontane Né Corsieri che eguaglino una Pagina Di scalpitante Poesia - È un Viaggio che anche il più povero può fare Senza paura di Pedaggio - Tanto frugale è il Carro Che porta l'Anima dell'Uomo - |
Una poesia che non ha bisogno di commento: basta leggerla e considerarla, insieme a tanti altri versi del corpus dickinsoniano, come soggetto di se stessa. |
F1287 (1873) / J1238 (1872)
Power is a familiar growth - Not distant - not to be - Beside us like a bland Abyss In every company - Escape it - there is but a chance - When consciousness and clay Lean forward for a final glance - Disprove that, and you may - |
Il potere è un normale sviluppo - Non distante - né localizzato - Accanto a noi come un blando Abisso In ogni momento - Per sfuggirlo - c'è solo un'occasione - Quando consapevolezza e argilla Si chinano verso lo sguardo finale - Confuta questo, e potrai - |
Il "potere" del primo verso è il potere di pensare, la ragione, un qualcosa che ci è familiare e cresce insieme a noi ovunque ci troviamo e con chiunque siamo, ma anche una facoltà immateriale, di cui non siamo in grado di stabilire né la lontananza né l'esatta localizzazione (così ho interpretato il "not to be" del secondo verso). La sua misteriosa essenza può essere sintetizzata nell'immagine di un "blando abisso", ovvero di un mistero che però viene reso meno oscuro e inquietante da quel suo accompagnare costantemente la nostra vita. Soltanto la morte (molto significativa l'immagine della ragione - "consciousness" - e del suo involucro corporeo - "clay" - che si chinano insieme verso lo sguardo finale della tomba) può toglierci il potere di pensare, e basterebbe confutarla per mantenere questa facoltà così potente ma anche così effimera. |
F1288 (1873) / J1254 (1873)
Elijah's Wagon knew no thill Was innocent of Wheel Elijah's horses as unique As was his vehicle - Elijah's journey to portray |
Il Carro di Elia non conosceva timone Era all'oscuro di Ruote I cavalli di Elia tanto unici Quanto il suo veicolo - Di descrivere il viaggio di Elia |
La versione riportata sopra è nota attraverso una trascrizione di Susan. Esiste un'altra versione in un abbozzo manoscritto, che riporto con le numerose varianti (nessuna delle quali è utilizzata nella versione trascritta da Susan, dove ci sono differenze rispetto alla bozza ai versi 1, 6 e 8):
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Il viaggio di Elia in cielo su un carro di fuoco turbinante nel cielo diventa metafora dell'ultimo viaggio che ognuno di noi dovrà fare, un viaggio che ci respinge con il suo oscuro mistero e insieme ci attira con le sue promesse di splendente immortalità. Ma sarà un viaggio di cui non potremo mai avere una qualche anticipazione: nessuno infatti sarà mai capace di descriverlo se non colui che ce lo ha destinato. |
F1289 (1873) / J1289 (1873)
Left in immortal Youth On that low Plain That hath nor Retrospection Nor Again - Ransomed from years - Sequestered from Decay Canceled like Dawn In comprehensive Day - |
Lasciato in immortale Giovinezza Su quella bassa Pianura Che non ha né Ricordo Né Ritorno - Riscattato dagli anni - Sottratto al Decadimento Cancellato come l'Alba Nel Giorno che tutto assorbe - |
La morte sembra dare un'eterna giovinezza, perché è come se congelasse l'attimo del suo venire senza permettere più ne passato né futuro. Ci libera dal peso degli anni che passano e dall'inevitabile decadimento della vecchiaia, e nello stesso tempo ci assorbe in un qualcosa di misterioso e indistinto che non permette più il riconoscimento di una individualità, così come i bagliori dell'alba si fondono nella più generica e onnicomprensiva luce del giorno. Interessanti gli ultimi due versi, dove quel "comprehensive" evidenzia un'immagine dell'aldilà dove tutto viene assorbito in un insieme che può anche essere luminoso e splendente, ma lascia da parte tutto ciò che noi consideriamo vita, in primo luogo l'individualità di ciascuno; un po' come se ED dicesse: "anche se l'immortalità dovesse esistere, sarà comunque un luogo dove nessuno potrà riconoscere se stesso, perché sarà parte di una indistinta entità senza più nulla che ci leghi al percorso della nostra vita." |
F1290 (1873) / J1292 (1873)
Yesterday is History, 'Tis so far away - Yesterday is Poetry - 'tis Philosophy - Yesterday is mystery - Where it is Today While we shrewdly speculate Flutter both away |
Ieri è Storia, È così remoto - Ieri è Poesia - è Filosofia - Ieri è mistero - Dove sia Oggi Mentre acutamente speculiamo Entrambi volano via |
Il passato si allontana velocemente e si trasforma, quando lo ricordiamo e lo raccontiamo, in poesia, o in filosofia; ma il passato è anche il mistero del trascorrere del tempo, che non lascia spazio a troppe speculazioni, altrimenti rischiamo di perdere il presente, facendolo volare via, proprio come il passato, mentre siamo troppo occupati con i ricordi. |
F1291 (1873) / J1240 (1872)
The Beggar at the Door for Fame Were easily supplied But Bread is that Diviner thing Disclosed to be denied |
Il Mendicante alla Porta per la Fama Sarebbe facilmente soddisfatto Ma il Pane è quella cosa più Divina Dischiusa per essere negata |
Possiamo darne diverse letture. È facile concedere la fama a qualcuno che ambisce di averla, in fin dei conti è un riconoscimento che non ci costa nulla. Più difficile è dargli un aiuto concreto, quel pane che molte volte viene solo mostrato ma poi negato. Ma è un'interpretazione che contrasta con i molti versi in cui ED ha proclamato la superiorità dei beni spirituali su quelli materiali. |
F1292 (1873) / J1287 (1873)
In this short Life that only lasts an hour How much - how little - is within our power |
In questa breve Vita che dura solo un'ora Così tanto - e così poco - è in nostro potere |
Aforisma sulla brevità e sulle contraddizioni della vita, che ci offre così tanto e, insieme, così poco. |
F1293 (1873) / J1141 (1869)
The Face we choose to miss - Be it but for a Day As absent as a Hundred Years, When it has rode away - |
Il Volto che scegliamo di trascurare - Sia pure per un Giorno È assente come da Cent'Anni, Quando è volato via - |
Ogni istante è importante per una persona cara, perché una volta che se n'è andata è come se fosse assente da sempre. |
F1294 (1873) / J1216 (1872)
A Deed knocks first at Thought And then - it knocks at Will - That is the manufactoring spot And Will at Home and well It then goes out an Act |
Un'Azione bussa prima al Pensiero E poi - bussa alla Volontà - È questo il punto in cui si fabbrica E se la Volontà è a Casa e in salute Allora un un Atto viene fuori |
Ogni azione bussa prima alla nostra mente, come per chiedere il permesso di essere accolta. Se decidiamo di farla entrare la affidiamo alla nostra volontà, che deciderà se farla diventare un atto concreto o se condannarla al silenzio e all'inazione. |
F1295 (1873) / J1302 (1874)
I think that the Root of the Wind is Water - It would not sound so deep Were it a Firmamental Product - Airs no Oceans keep - Mediterranean intonations - To a Current's Ear - There is a maritime conviction In the Atmosphere - |
Penso che la Radice del Vento sia l'Acqua - Non suonerebbe così profondo Se fosse un Prodotto del Firmamento - L'Aria non trattiene Oceani - Intonazioni mediterranee - Per l'Orecchio di una Corrente - C'è una cognizione marittima Nell'Atmosfera - |
Il suono così profondo e udibile del vento non può avere origine dall'aria; la fonte dev'essere l'acqua degli oceani, con le melodie mediterranee che suonano per l'orecchio di chi si ferma ad ascoltare il suono delle loro correnti. Così, per mezzo del vento, possiamo sentire suoni marittimi nell'atmosfera, come se quest'ultima mandasse il suo emissario a rubarli all'oceano per farli risuonare nell'aria. |
F1296 (1873) / J1303 (1874)
Not one by Heaven defrauded stay - Although he seem to steal He restitutes in some sweet way Secreted in his will - |
Nessuno dal Cielo resta defraudato - Sebbene sembri rubare Restituisce in qualche dolce maniera Occultata nella sua volontà - |
Sembra scritta per consolare qualcuno che ha subito una perdita. |
F1297 (1873) / J1343 (1875)
A single Clover Plank Was all that saved a Bee A Bee I personally knew From sinking in the sky - 'Twixt Firmament above The idly swaying Plank This harrowing event |
Un unico Asse di Trifoglio Fu tutto ciò che salvò un'Ape Un'Ape che conoscevo di persona Dall'affondare in cielo - Tra il Firmamento sopra L'Asse oscillava pigramente Questo straziante evento |
La vita è sempre appesa a un filo, come il precario trifoglio su cui si è rifugiata l'ape è soggetto alle ondate di quella "circonferenza" di cui non riusciamo a scoprire i confini. Basta un colpo di vento e di noi non rimane più nulla. |
F1298 (1873) / J1255 (1872)
Longing is like the Seed That wrestles in the Ground, Believing if it intercede It shall at length be found. The Hour and the Clime - |
Il Desiderio è come il Seme Che lotta nel Terreno, Credendo che se esso intercede Alla lunga sarà trovato. L'Ora e il Luogo - |
La poesia, insieme ad altre due (J1256-F1214 e J1257-F1299), era acclusa a un biglietto spedito a Higginson (L396) con queste parole: "Could you teach me now?" ("Potrebbe insegnarmi ora?"). |
Il desiderio cova sotto la cenere, come il seme si sviluppa nel terreno, e spera sempre di riuscire ad emergere, anche se deve pazientare per farlo e sa di non poter determinare né l'ora né il luogo del suo fiorire. |
F1299 (1873) / J1257 (1873)
Dominion lasts until obtained - Possession just as long - But these - endowing as they flit Eternally belong. How everlasting are the Lips |
Un dominio dura finché ottenuto - Un possesso altrettanto - Ma queste - che donate si dileguano Eternamente appartengono. Tanto perenni sono le Labbra |
La poesia, insieme ad altre due (J1255-F1298 e J1256-F1214), era acclusa a un biglietto spedito a Higginson (L396) con queste parole: "Could you teach me now?" ("Potrebbe insegnarmi ora?"). Fu pubblicata la prima volta nel "New England Quarterly (aprile 1932), e poi in Bolts of Melody (1945), con l'annotazione: "Spedita con delle foglie." |
Se prendiamo per buona l'indicazione data nelle prime pubblicazioni, la leggiamo come un paragone fra la caducità dei beni terreni e la perenne durata della natura, simboleggiata dalle foglie che ci sfuggono dalle mani non appena colte, ma che ripetono all'infinito il loro inconsapevole ciclo di morte-rinascita. |
F1300 (1873) / J1251 (1873)
Silence is all we dread. There's Ransom in a Voice - But Silence is Infinity. Himself have not a face. |
Il Silenzio è tutto ciò che temiamo. C'è Riscatto in una Voce - Ma il Silenzio è Infinità. In sé non ha un volto. |
Due manoscritti: uno con gli ultimi due versi, l'altro in una lettera dell'autunno 1873 a Susan (L397), che era a Geneva con i due figli in visita alla sorella Martha Smith. Nella lettera i versi sono preceduti da "But Subjects hinder talk." ("Ma gli Argomenti impediscono il parlare."). |
Il silenzio, ovvero l'assenza di comunicazione e, perciò, di vita, è la cosa che ci fa più paura, perché sappiamo di essere ancora immuni dalla morte soltanto quando possiamo udire una voce, sia pure la nostra. Per questo il silenzio è come l'infinito, senza suono e senza dimensione, un concetto che possiamo descrivere soltanto in negativo, come assenza di un qualcosa di concreto e riconoscibile. |