The Complete Poems
Tutte le poesie
J1051 - 1100
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
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J1051 (1865) / F1122 (1866)
I cannot meet the Spring - unmoved - I feel the old desire - A Hurry with a lingering, mixed, A Warrant to be fair - A Competition in my sense |
Non so incontrare la Primavera - con distacco - Sento l'antico desiderio - Un'Urgenza a un protrarsi, mescolata, Una Licenza d'esser bella - Una Competizione nei miei sensi |
Una seconda copia, limitata alla seconda strofa e con "when" al posto di "as" nel penultimo verso, fu inviata a Susan. |
Il risveglio della natura non può lasciarci indifferenti, fa affiorare il desiderio di cambiamento, che affrontiamo con il sentimento contrastante di chi aspetta impaziente qualcosa e nello stesso tempo vorrebbe ritardarne l'arrivo per gustare di più l'attesa. La primavera porta con sé una garanzia di bellezza, che diventa una gara fra il rinascere inconsapevole della natura e quello fremente dei nostri sensi, e quando, sempre troppo presto, se ne va, ci lascia il rimorso di non aver saputo goderne appieno. |
J1052 (1865) / F800 (1864)
I never saw a Moor - I never saw the Sea - Yet know I how the Heather looks And what a Billow be - I never spoke with God |
Non ho mai visto una Brughiera - Non ho mai visto il Mare - Eppure so come appare l'Erica E che cos'è un'Onda - Non ho mai parlato con Dio |
Una professione di fede, sorretta da una considerazione banalmente efficace: "ci sono molte cose che non abbiamo mai visto e della cui esistenza siamo certi". |
J1053 (1862) / F573 (1863)
It was a quiet Way - He asked if I was His - I made no answer of the Tongue, But answer of the Eyes - And then he bore me high The World did drop away The Gulf behind - was not - No Seasons were - to us - |
Fu con Fare tranquillo - Che chiese se ero Sua - Non diedi risposta di Lingua, Ma risposta di Occhi - Allora mi portò in alto Il Mondo si staccò via via L'Abisso dietro noi - non c'era - Non c'erano Stagioni - per noi - |
La versione riportata è quella nei fascicoli. Esiste un altro manoscritto, a matita e firmato "Emily", databile nel 1865 e che sembrerebbe non essere mai stato spedito. Il testo è sostanzialmente simile e non è suddiviso in strofe. |
I primi due versi fanno pensare alla tenera domanda di una amante, ma andando avanti nella lettura ci si accorge che il soggetto di questa poesia è più probabilmente la morte, come sempre di genere maschile nei versi di ED. Lo fa pensare la fuga dal "mortale clamore", il mondo che si allontana come se salissimo in alto con un pallone, i continenti "nuovi" perché estranei alla nostra esperienza concreta. Il richiamo all'eternità della fine della quarta strofa è più ambiguo; potrebbe essere letto come "fu come se avessimo raggiunto l'eternità in questo mondo, prima di quella che ci aspetta nell'altro", e in questo caso è evidente il riferimento all'appagamento amoroso, ma anche come "il mistero dell'eternità si dispiegò all'improvviso ancor prima di aver concluso il viaggio verso l'eternità che ci aspetta nell'aldilà", che sembrerebbe un riferimento al misterioso momento della morte, tante volte analizzato da ED. La stessa cosa si può dire dell'ultima strofa, dove quell'alba perenne può essere, ancora una volta, l'appagamento amoroso come l'eterna gioia celeste. Come sempre, le due possibili interpretazioni non collidono fra di loro, ma si fondono in una sorta di unione amore-morte non certo inusuale nella poesia di ED e nella letteratura in genere. |
J1054 (1865) / F1011 (1865)
Not to discover weakness is The Artifice of strength - Impregnability inheres As much through Consciousness Of faith of others in itself |
Non palesare debolezza è L'Artificio della forza - L'Inespugnabilità la distingue Tanto per la Consapevolezza Della fiducia di altri in essa |
La forza di un uomo, concreta o morale, si contraddistingue non tanto per la dote in sé ma per la capacità di non far trasparire la debolezza, inevitabile e connaturata in noi. Il suo vigore si alimenta sia per la consapevolezza che gli altri guardino ad essa con rispetto e fiducia, sia per la geometrica fermezza che guida le sue azioni e fa sì che le lancette della vita vadano comunque avanti, anche se ne siamo inconsapevoli. |
J1055 (1865) / F1017 (1865)
The Soul should always stand ajar That if the Heaven inquire He will not be obliged to wait Or shy of troubling Her Depart, before the Host have slid |
L'Anima dovrebbe sempre star socchiusa Perché ove il Cielo chieda Non sia obbligato ad aspettare O temendo di disturbarla Se ne vada, prima che Lei faccia scorrere |
Il Cielo del secondo verso è da intendersi come l'evento inaspettato e felice, che bisogna saper afferrare prontamente lasciando sempre socchiusa la porta della nostra interiorità, altrimenti, stufo di aspettare, o magari pensando di disturbarci, c'è il pericolo che fugga via mentre armeggiamo con il chiavistello del portone. |
J1056 (1865) / F1020 (1865)
There is a Zone whose even Years No Solstice interrupt - Whose Sun constructs perpetual Noon Whose perfect Seasons wait - Whose Summer set in Summer, till |
C'è una Zona i cui Anni uniformi Nessun Solstizio interrompe - Il cui Sole costruisce un perpetuo Mezzogiorno Le cui perfette Stagioni attendono - La cui Estate sfocia in Estate, finché |
Una descrizione dell'eternità come perfezione senza mutamento, in cui il fluire del tempo che ci è familiare si congela in un'eterna estate e in un eterno mezzogiorno e le stagioni diventano di una virtuale perfezione, perché non si susseguono ma sono lì, in attesa, come un ricordo lontano dei mutamenti della vita mortale. Gli ultimi versi suggeriscono tuttavia un cambiamento, una sorta di estinzione dell'eternità inconsapevole per far spazio stavolta ad un nuovo eterno mezzogiorno vissuto nella consapevolezza, un probabile riferimento alla resurrezione. |
J1057 (1865) / F1029 (1865)
I had a daily Bliss I half indifferent viewed Till sudden I perceived it stir - It grew as I pursued Till when around a Hight |
C'era un'Estasi di ogni giorno A cui distrattamente guardavo Finché all'improvviso la sentii agitarsi - Cresceva mentre l'inseguivo Finché quando vicino a un'Altura |
Un tributo alla felicità di ogni giorno, quella che possiamo trovare nei semplici avvenimenti quotidiani e che quasi sempre guardiamo con distratta sufficienza, fino a che non scompare e ci lascia il rimpianto di non averla saputa valutare e, soprattutto, di non averla praticamente vissuta. |
J1058 (1865) / F1038 (1865)
Bloom - is Result - to meet a Flower And casually glance Would cause one scarcely to suspect The minor Circumstance Assisting in the Bright Affair To pack the Bud - oppose the Worm - Great Nature not to disappoint |
Sbocciare - è il Risultato - incontrare un Fiore E casualmente dargli uno sguardo Potrà a malapena far intuire Le Circostanze minute Che collaborano alla Brillante Faccenda Riempire il Bocciolo - opporsi al Verme - Non deludere Madre Natura |
Non è facile riuscire a cogliere la complessità del mondo. In genere vediamo i risultati di questa complessità e non ci rendiamo conto del lungo e difficile lavoro che c'è stato prima, delle continue prove che un fiore, ma potrebbe essere qualsiasi essere vivente, deve superare per sbocciare e vivere. |
J1059 (1865) / F1083 (1865)
Sang from the Heart, Sire, Dipped my Beak in it, If the Tune drip too much Have a tint too Red Pardon the Cochineal - Bear with the Ballad - Pause in your Liturgies - |
È Canto dal Cuore, Sire, Bagnai il mio Becco in esso, Se la Melodia zampilla troppo Se ha una tinta troppo Rossa Perdona il Carminio - Tollera la Ballata - Sospendi le Liturgie - |
La poesia sgorga dal cuore del poeta, e se quasi sempre è del colore rosso del sangue e della morte è perché proprio il mistero della morte è lo scrigno dal quale sgorgano quei versi. Ma la morte, oltre a essere una sorta di musa per il poeta, è anche un approdo oscuro e misterioso, che impedisce il fluire gioioso del canto e lo fa sembrare sempre goffo e sgraziato in confronto alla bellezza del creato. Perciò, Signore, sospendi i cori e le liturgie, niente può cantarti meglio della voce di un poeta. |
J1060 (1865) / F989 (1865)
Air has no Residence, no Neighbor, No Ear, no Door, No Apprehension of Another Oh, Happy Air! Etherial Guest at e'en an Outcast's Pillow - |
L'Aria non ha Residenza, né Vicini, Né Orecchie, né Porta, Né Apprensione per l'Altro Oh, Aria Felice! Eterea Ospite anche d'un Cuscino d'Esule - |
L'aria come simbolo del vago mistero che ci circonda e permea invisibilmente, e allo stesso tempo concretamente, la nostra vita. Nella prima strofa l'accento è sull'invisibile evanescenza (non risiede in nessun posto, non ha vicini né organi di senso, né prova sentimenti verso gli altri) che diventa inconsapevole felicità. Nella seconda l'aria, pur rimanendo eterea, diventa concreta: s'insinua nel sonno di chiunque, anche dell'esule reietto e abbandonato, diventa albergatrice nella locanda dolorosa e priva di senso della vita, finché sembra, nel sonno notturno, acquistare una sua consapevolezza, sembra accostarsi a noi come per unirla alla nostra, finché, con luce del giorno, se ne va, vinta dalla luce che ne scompone la concretezza notturna; ed è come se persuadesse anche la nostra, di consapevolezza, a seguirla nella luce che illumina ma rende vani i sogni che sembrano farci comprendere tutto. |
J1061 (1865) / F992 (1865)
Three Weeks passed since I had seen Her - Some Disease had vext 'Twas with Text and Antique Singing I beheld Her next And a Company - Our pleasure Borne without dissent of any |
Tre Settimane erano passate senza vederla - Qualche Male aveva colpito Fu con Versetti e Antichi Inni Che la vidi poi E in Compagnia - Ci piaceva Condotta senza che alcuno dissentisse |
Un'amica che muore. Tre settimane senza vederla, la malattia che vince e poi il funerale, un'occasione pubblica che va vissuta in compagnia: sono ormai finiti i tempi dei piacevoli discorsi in due; ormai lei non ha più preferenze, è cortese con me allo stesso in cui lo è con gli altri, o meglio, ormai non ha più bisogno di essere cortese con nessuno. Il corteo funebre, la tomba, in sintesi: la morte, è inevitabile, sarebbe inutile dissentire. E mi chiedo: siamo ormai due parti separate, lei e noi rimasti qui, ma chi è che è veramente al di là di ciò che è reale: lei o noi? |
J1062 (1865) / F994 (1865)
He Scanned it - Staggered - Dropped the Loop To Past or Period - Caught helpless at a Sense as if His Mind were going blind - Groped up, to see if God were there - |
Lo Scrutò - Esitante - Lasciò cadere il Nodo Verso il Passato o il Ciclo - Si aggrappò disperato a un Senso come se La sua Mente stesse diventando cieca - Brancolò in alto, per vedere se Dio fosse là - |
Anche questa poesia può essere interpretate come una delle tante descrizioni di ED del momento della morte. Stavolta è descritta l'ultima lotta interiore per riuscire a trovare un senso a quell'atto definitivo e misterioso (il venir meno del nodo che ci lega al passato e al ciclo della vita), l'impotenza di fronte ad una consapevolezza che si oscura e diventa cieca, la disperazione per la domanda d'immortalità che ormai non ha più tempo per essere sciolta, la sconfitta di fronte a questa domanda e il tornare al proprio mondo interiore come unica certezza, e infine quel lasciarsi distrattamente morire, come se l'ultimo atto della vita non potesse essere vissuto se non inconsapevolmente: una sorta di resa di fronte all'inconoscibile. |
J1063 (1865) / F1097 (1865)
Ashes denote that Fire was - Revere the Grayest Pile For the Departed Creature's sake That hovered there awhile - Fire exists the first in light |
Le ceneri denotano che c'era un Fuoco - Venera il Cumulo più Grigio Per amore della Creatura Estinta Che là si librò per un momento - Il Fuoco esiste dapprima come luce |
Una tomba non è soltanto un ricovero di resti mortali ma anche un luogo da venerare, perché là riposano ceneri che una volta ospitavano il fuoco vitale dell'esistenza. La vita, come il fuoco, ha nella luce la sua parte visibile e temporanea; cosa ne sarà di lei dopo, una volta diventata cenere, lo sa solo quel chimico che l'ha creata e ne conosce l'intima essenza. |
J1064 (1865) / F1087 (1865)
To help our Bleaker Parts Salubrious Hours are given Which if they do not fit for Earth - Drill silently for Heaven - |
Per aiutare le nostre Parti più Desolate Salubri Ore sono concesse Che se non appropriate per la Terra - Addestrano in silenzio per il Cielo - |
Il tempo della nostra vita è riempito più dal dolore, dall'ansia, dalla desolazione, che da ore serene, che ci appaiono come un breve ma indispensabile intervallo. Sono ore che poco si adattano alla nostra dura vita mortale, ma possiamo considerarle come un preludio all'eterna gioia dell'immortalità. |
J1065 (1865) / F1117 (1865)
Let down the Bars, Oh Death - The tired Flocks come in Whose bleating ceases to repeat Whose wandering is done - Thine is the stillest night |
Rimuovi le Sbarre, Oh Morte - Le stanche Greggi entrano Il cui belato cessa di risuonare Il cui errare è concluso - Tua è la notte più quieta |
Un'invocazione alla morte, affinché ci accolga nella notte più quieta, nell'ovile più sicuro, in quel mondo che speriamo diverso da quello che ci ha visti vivere; un mondo che non dobbiamo cercare, perché la brevità della vita ce lo tiene sempre vicino e di cui non possiamo parlare, perché lo immaginiamo di una tenera bellezza, lontano da ciò che siamo in grado di esprimere. |
J1066 (1865) / F892 (1865)
Fame's Boys and Girls, who never die And are too seldom born - |
Ragazzi e Fanciulle della Fama, che non muoiono mai E troppo raramente sono generati - |
Il manoscritto è a matita, su un frammento di carta da lettere. Probabilmente un appunto su quanto sia rara la nascita di qualcuno destinato alla fama. |
J1067 (1862) / F606 (1863)
Except the smaller size - No Lives - are Round - These - hurry to a Sphere - And Show - and End - The larger - slower grow - Hugest of Core But far after Frost - |
Eccetto le taglie più piccole - Nessuna Vita - è Rotonda - Queste - son subito Sfera - E si Mostrano - e Finiscono - Le più grandi - crescono lente - Le smisurate di Nocciolo Ma molto dopo il Gelo - |
La versione riportata è quella nei fascicoli. Esistono altri due copie manoscritte di questa poesia, entrambe limitate ai primi otto versi: la prima, firmata "Emily", fu inviata a Susan (nel 1863 secondo Franklin, nel 1866 secondo Johnson); l'altra, senza divisione in strofe, inclusa in una lettera inviata a T.W. Higginson (L316), impostata il 17 marzo del 1866. I versi sono preceduti da queste parole: "I will be patient - constant, never reject your knife, and should my slowness goad you, you knew before myself that [seguono gli otto versi]" ("Sarò paziente - costante, non rifiuterò mai il suo coltello, e se la mia lentezza dovesse irritarla, lei sapeva prima di me che"). |
Soltanto le esistenza semplici possono ambire alla perfezione del cerchio, quelle più complesse sono sempre più variegate e irregolari. Le prime (qui è probabile il riferimento alle mele citate da Johnson) non ci mettono molto a diventare una sfera, ma durano poco, appena il tempo di farsi vedere. Le altre, quelle più grandi, più complesse e più preziose (per esempio l'essere umano o anche le mele d'oro delle Esperidi) hanno una crescita più lunga e maturano più tardi. Ma c'è un terzo tipo di esistenza, quella che ha un nocciolo, ovvero un'interiorità, smisurata, che svetta in confronto alle altre: fra queste troverai soltanto individui singoli, unici, mai un indistinto grappolo. E sono proprio queste esistenze che riescono a produrre i frutti più preziosi, quelli che dopo il gelo della morte e l'illusoria rinascita dell'estate indiana, saranno sempre goduti da chi li sa cogliere come fossero esotiche spezie delle Indie occidentali. |
J1068 (1866) / F895 (1865)
Further in Summer than the Birds Pathetic from the Grass A minor Nation celebrates It's unobtrusive Mass. No Ordinance be seen Antiquest felt at Noon Remit as yet no Grace |
Più avanti in estate degli Uccelli Patetica dall'Erba Una Nazione minore celebra Discretamente la sua Messa. Nessun Rito si vede Più arcaica sembra a Mezzogiorno Ridotta non è ancora la Grazia |
La ricostruzione delle varie versioni di questa poesia nelle due edizioni critiche è leggermente diversa. Riporto, in quanto più completa, quella di Franklin, che ne descrive sei: A) 1865 - inviata a Gertrude Vanderbilt. Sette strofe di quattro versi, le ultime due corrispondono alla J1775. La versione riportata sopra è la D). Sotto la versione A), l'unica di quelle rimaste diversa dalle altre.
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Molto interessante il confronto fra le due versioni. La prima (quella più lunga inviata alla Vanderbilt) si dilunga di più nella descrizione del canto del grillo (simbolo e presagio del prossimo svanire dell'estate), oscillando fra termini religiosi (mass, ordinance, service) e musicali (tune, cadence, pause, keys, melody) per terminare con una parola che sembra riunirli: "elegy", definita dal Webster "Un dolente o malinconico componimento poetico, o un canto funebre." Il canto del grillo diventa così da una delle tante voci del mondo (un mondo concreto che, senza musica, diventa la "sconosciuta penisola" della penultima strofa) quella che con religiosa e dolente bellezza sembra interpretare meglio il momento dello svanire, dell'abbandono. |
J1069 (1866) / F1125 (1866)
Paradise is of the Option - Whosoever will Own in Eden notwithstanding Adam, and Repeal - |
Il Paradiso fa parte dell'Opzione - Chiunque lo voglia Appartiene all'Eden nonostante Adamo, e la Cacciata - |
A conclusione di una una lettera a Higginson del 9 giugno 1866 (L319 - la trascrizione di Johnson è in forma di prosa), preceduta da: "You mention Immortality. / That is the Flood subject. I was told that the Bank was the safest place for a Finless mind. I explore but little since my mute Confederate, yet the 'infinite Beauty' - of which you speak comes too near to seek. / To escape enchantment, one must always flee." ("Lei menziona l'Immortalità. / È un argomento Fiume, quello. Mi è stato detto che la Riva era il posto più sicuro per una mente senza Pinne. Esploro molto poco da quando il mio Confederato è muto, pure "l'infinita Bellezza" - di cui lei parla giunge troppo vicina per cercarla. / Per sfuggire l'incantesimo, si deve sempre fuggire."). |
Una descrizione molto distaccata del Paradiso, quasi fosse una delle tante opzioni che abbiamo a disposizione. Dalle parole che precedono la poesia si capisce che ED sta parlando da una parte di immortalità (il Paradiso, l'Eden) e dall'altra della necessità di concretizzare almeno un po' nella nostra vita mortale questo argomento, che ci sommerge col suo mistero. Nello stesso tempo l'incantesimo dell'infinita bellezza sembra essere da una parte vicino, tanto da renderne inutile la ricerca, dall'altra un evanescente incantesimo che cerca di irretirci e dal quale dobbiamo cercare di fuggire. La nonchalance con cui ED parla del Paradiso (con quell'"opzione" al primo verso che lo rende così concreto e terreno) sembra proprio un tentativo di sfuggire l'incantesimo, facendolo diventare una delle tante possibilità che abbiamo a disposizione. |
J1070 (1865) / F991 (1865)
To undertake is to achieve Be Undertaking blent With fortitude of obstacle And toward Encouragement That fine Suspicion Natures must |
Intraprendere è ottenere Sia l'Impresa unita Alla fermezza davanti all'ostacolo E verso l'Incitamento Quel sottile Sospetto alle Nature deve |
Tre copie: una nei fascicoli (il testo riportato sopra), una rimasta tra le carte di ED e una acclusa a una lettera a Higginson del 9 giugno 1866 (L319). In queste ultime due "Criterion Natures" nell'ultimo verso è sostituito da "Criterion sources" ("Fonti del Criterio") e in quella a Higginson c'è una virgola dopo "Suspicion" al quarto verso. |
L'inizio è ovvio, sembra una parafrasi di "volere è potere"; l'impresa dev'essere compiuta con fermo coraggio di fronte agli ostacoli e, soprattutto, ci deve suggerire che il dubbio connaturato alla nostra natura non deve impedirci di riverire e onorare i modelli passati (qui presumo che ED si riferisca alla religione, intesa come eredità che ci viene dai nostri padri) e, nello stesso tempo, quei pochi, più concreti modelli che sperimentiamo qui, ovvero nella nostra vita mortale. |
J1071 (1866) / F1103 (1865)
Perception of an Object costs Precise the Object's loss - Perception in itself a Gain Replying to it's price - The Object absolute, is nought - |
La percezione di un Oggetto costa Esattamente la perdita dell'Oggetto - La percezione in sé un Guadagno Corrispondente al suo prezzo - L'Oggetto assoluto, è nullità - |
La versione riportata sopra è nei fascicoli. Un'altra copia, identica a parte la mancanza di suddivisione in strofe, fu invitata a Susan. Nella copia dei fascicoli sono indicate due varianti: al verso 2 "more oft -" ("più spesso -") al posto di "Precise" e l'ultimo verso riscritto così: "that 'tis so Heavenly far -" ("che è così Celestialmente lontana -"). |
Errante (1956) scrive: "Emily ha letto Kant? parrebbe di sì: lo si studiava a quei tempi nelle scuole di Amherst." Effettivamente l'oggetto in sé e l'esistenza attraverso la percezione sono concetti che hanno un profumo kantiano. La prima strofa è divisa in due distici speculari che sembrano annullarsi a vicenda, visto che la percezione di un oggetto comporta la perdita della sua purezza concettuale, compensata da un guadagno esattamente equivalente, che corrisponde alla conoscenza razionale. Nella seconda il ragionamento è simile: la "bellezza" della percezione consapevole, che dona concretezza alla "nullità" di un oggetto ideale, è a sua volta compensata, stavolta in negativo, dall'anelito naturale ad una irraggiungibile perfezione, che ci sembra di poter cogliere soltanto in un oggetto ideale, non toccato dalla caducità della concretezza. |
J1072 (1862) / F194 (1861)
Title divine - is mine! The Wife - without the Sign! Acute Degree - conferred on me - Empress of Calvary! Royal - all but the Crown! Betrothed - without the swoon God sends us Women - When you - hold - Garnet to Garnet - Gold - to Gold - Born - Bridalled - Shrouded - In a Day - "My Husband" - women say - Stroking the Melody - Is this - the way? |
Titolo divino - è il mio! La Moglie - senza il Segno! Acuto Grado - conferito a me - Imperatrice del Calvario! Regale - tutta eccetto la Corona! Promessa - senza il venir meno Che Dio trasmette a noi Donne - Quando voi - trattenete - Granato al Granato - Oro - all'Oro - Nata - Sposata - Sepolta - In un Giorno - "Mio Marito" - dicono le donne - Carezzando la Melodia - È questa - la via? |
Inviata a Samuel Bowles (L250), senza firma e indirizzo, con un breve messaggio conclusivo: "Here's - what I had to 'tell you' - You will tell no other? Honor - is it's own pawn -" ("Ecco - cosa dovevo 'dirle' - Non lo dirà a nessuno? L'Onore - è pegno di se stesso -"). |
L'amara e orgogliosa rivendicazione di uno stato che ha escluso il "segno" tangibile e legale di un'unione concreta, lasciando un "titolo divino"a colei che non può dire "mio marito" ma può proclamarsi imperatrice del Calvario e regina senza corona. Nei primi versi prevale l'orgoglio di sentirsi diversa, al di sopra di quel semplice "segno" contrapposto a quel grado acuto, intenso e ben più profondo dato dalla rinuncia. In quelli centrali questo stato, insieme divino e doloroso, diventa più sfumato, quando queste nozze senza la concretezza dell'unione (Garnet to Garnet / Gold to Gold) e quel venir meno che Dio ha riservato alle donne ("swoon" significa letteralmente "svenimento"; qui può essere interpretato sia come rinuncia di sé a favore dell'autorità maschile, sia come risposta femminile ad un sentimento forte) sono fulmineamente definite al decimo e undicesimo verso, con quelle tre parole secche e immediate che riassumono una vita in un giorno (e che nella copia inviata a Susan diventano una "triplice vittoria"), come a fissare in un eterno istante un'unione mistica e spirituale che non potrà mai concretizzarsi nel tempo mortale . Gli ultimi tre versi sono tipici della poesia dickinsoniana: un appellativo colloquiale e familiare che diventa una melodia da carezzare teneramente, e poi quella domanda finale, che sembra lasciare in sospeso una risposta impossibile. |
J1073 (1865) / F1081 (1865)
Experiment to Me Is every One I meet If It contain a Kernel - The figure of a Nut Presents upon a Tree |
Un Esperimento per Me È Ognuno che incontro Ove contenga un Gheriglio - La fisionomia di una Noce Si presenta su un Albero |
Incontrare qualcuno è sempre un'esperienza, perché dentro potrebbe avere qualcosa che vale la pena di gustare. Un qualcosa che non ha niente a che vedere con l'apparenza esteriore: una noce appare uguale, sia che abbia o no dentro di sé quella polpa che è un requisito essenziale per poter essere di qualche interesse per chiunque altro. |
J1074 (1866) / F1124 (1866)
Count not that far that can be had Though sunset lie between Nor that adjacent that beside Is further than the sun. |
Non calcolare lontano ciò che si può avere Sebbene il tramonto si stenda nel mezzo Né adiacente ciò che vicino È più lontano del sole. |
Due versioni, entrambe perdute. Una è stata trascritta da Susan, l'altra (quella riportata sopra) era in una lettera a Elizabeth Holland del maggio 1866 (L318), preceduta da "You refer to the unpermitted delight to be with those we love. I suppose that to be the license not granted of God." ("Ti riferisci alla gioia vietata di stare con coloro che amiamo. Immagino che sia una licenza non concessa da Dio."). |
Se la leggiamo in riferimento a Wadsworth (come fa Johnson con il Calvario della J1072-F194) possiamo cogliere un accenno a qualcuno che sta in un lontano ovest, al di là del tramonto; un'ipotesi che non è in contraddizione con la frase che precede la poesia nella lettera in cui è contenuta. |
J1075 (1866) / F1121 (1866)
The Sky is low - the Clouds are mean. A Travelling Flake of Snow Across a Barn or through a Rut Debates if it will go - A Narrow Wind complains all Day How some one treated him Nature, like Us is sometimes caught Without her Diadem - |
Il Cielo è basso - le Nuvole sono misere. Un Vagabondo Fiocco di Neve In un Fienile o sul Solco di una ruota Si chiede se andrà a finire - Un Vento Gretto lamenta tutto il Giorno Come qualcuno l'ha trattato La Natura, come Noi è talvolta sorpresa Senza Diadema - |
Oltre alla versione autografa riportata sopra, c'era un'altra copia inserita in una lettera del novembre 1866 a Elizabeth Holland (L321) ora perduta. Nella lettera i versi sono preceduti da "Today is very homely and awkward as the homely are who have not mental beauty." ("Oggi è una giornata goffa e insignificante come insignificanti sono quelli che non hanno bellezza interiore."). |
Non siamo soltanto noi ad attraversare giornate no, quando tutto sembra insignificante e niente ci appare gradevole; anche la natura ha di questi momenti, che ED descrive con immagini naturali ma attribuibili senza difficoltà anche a momenti umani: le nuvole misere, il fiocco di neve che non sa bene dove andrà a finire, il vento gretto e, alla fine, quel farsi sorprendere "senza diadema", ovvero senza la preziosa luce del sole per la natura, o senza l'altrettanto preziosa capacità di godere le gioie della vita per noi; ma anche, in un senso più concreto e che vale sia per la natura che per noi, in un momento di sciatta e svogliata apparenza. |
J1076 (1862) / F478 (1862)
Just Once! Oh Least Request! Could Adamant - refuse? So small - a Grace - so scanty - put - So agonized Urged? Would not a God of Flint - |
Solo Una Volta! Oh Minima Richiesta! Potrebbe il Diamante - rifiutare? Una così piccola - Grazia - di così esiguo - peso - Come in delirio Sollecitata? Non potrebbe un Dio di Pietra |
La versione riportata è quella dei fascicoli. Ci sono poi altri due manoscritti: uno inviato a Samuel Bowles nel 1863 e uno rimasto nelle carte di ED, scritto presumibilmente nel 1866 (quest'ultimo senza divisione in strofe). In entrambi è eliminato il punto interrogativo alla fine del secondo verso, il terzo è diviso in due (So small a Grace / So scanty put), alla fine dell'ultimo il punto esclamativo è sostituito dall'interrogativo e vengono accolte le due varianti segnate nei fascicoli: il verso 4 diventa "Such agonizing terms?" ("Con tali agonizzanti parole?") e al verso 7 "dropt remote"("mormorasse remoto") sostituisce "echoed faint". |
La struggente invocazione a un Dio duro e inflessibile come il diamante, che sembra non udire quell'esigua richiesta di grazia e quel fievole sospiro che sale dal basso. È una poesia che punta a immagini fortemente contrapposte: la "minima richiesta" contro il diamante, la grazia piccola, esigua, sollecitata come in un delirio, il "Dio di pietra" che sembra non essere scalfito da quel sospiro che echeggia debolmente. |
J1077 (1866) / F1106 (1865)
These are the Signs to Nature's Inns - Her invitation broad To Whosoever famishing To taste her mystic Bread - These are the rites of Nature's House - For Sureties of her staunch Estate |
Questi sono i Segnali per le Locande della Natura - Il suo aperto invito A Chiunque sia affamato A gustare il suo mistico Pane - Questi sono i riti della Casa della Natura - Come Garanti dei suoi solidi Beni |
La natura è la locanda che ospita tutti, senza distinzioni, profondendo a piene mani il cibo e la bellezza a chi è affamato dell'uno e dell'altra. I suoi beni sono solidi e duraturi, le vivande con cui imbandisce la nostra tavola non conoscono decadimento, perché sempre rinnovate, e due sono i guardiani che garantiscono per lei: il sole che sorge ad oriente e illumina di purpurea bellezza il giorno, e la stella del nord, che impedisce alla notte di sprofondare nel buio. |
J1078 (1866) / F1108 (1865)
The Bustle in a House The Morning after Death Is solemnest of industries Enacted upon Earth - The Sweeping up the Heart |
Il Trambusto in una Casa Il Mattino dopo una Morte È la più solenne delle faccende Compiute sulla Terra - Spazzolare il Cuore |
La morte di chi amiamo ci costringe a compiere le faccende più solenni che esistono: spazzolare il cuore ferito e mettere via quell'amore che non ci servirà più, almeno fino a quando anche noi non ci avvieremo verso l'eternità. |
J1079 (1866) / F1109 (1865)
The Sun went down - no Man looked on - The Earth and I, alone, Were present at the Majesty - He triumphed, and went on - The Sun went up - no Man looked on - |
Il Sole tramontò - Nessuno lo guardava - La Terra ed io, da sole, Eravamo presenti alla Maestà - Egli trionfò, e continuò - Il Sole risorse - Nessuno lo guardava - La Terra ed io e Un solo Un ignoto Uccello - uno Straniero Fummo Testimoni dell'Incoronazione - |
Un avvenimento quotidiano diventa abitudine; sono pochi coloro che sanno guardarlo cogliendone ogni volta la maestosa e regale bellezza. L'immagine usata è quella del tramonto e del risorgere del sole, una di quelle che più accendono la fantasia di ED, ma il respiro di questa poesia è più ampio e sembra racchiudere tutti i fenomeni naturali che guardiamo distrattamente, come tutte le cose quotidiane che diventano man mano un'abitudine e perdono così il loro valore. |
J1080 (1866) / F1042 (1865)
When they come back - if Blossoms do - I always feel a doubt If Blossoms can be born again When once the Art is out - When they begin, if Robins may, When it is May, if May return, If I am there - One does not know |
Quando tornano - se i Fiori tornano - Sempre mi domando Se i Fiori possano nascere ancora Una volta che l'Arte sia estinta - Quando ricominciano, se i Pettirossi possono, Quando è Maggio, se Maggio ritorna, Se sarò là - non si può sapere |
L'incertezza del domani descritta come paura sia di non sapere se ciò che amiamo potrà tornare, sia di non essere là quando il ritorno avverrà. Il quarto verso, e la seconda strofa, suggeriscono che ED stia parlando della poesia, di quell'arte che vive insieme al continuo rifiorire della natura e che probabilmente morirà insieme ad essa, di quel canto che si teme di aver ascoltato per l'ultima volta l'anno passato, come un timore di veder inaridire l'ispirazione poetica. Poi c'è come una virata verso la paura di non esserci, quando tornerà la bellezza di quel maggio simbolo della rinascita. Infine, nell'ultima strofa, l'incertezza diventa concreta - nessuno può sapere se domani ci sarà e in quale compagnia sarà compreso (se in quella dei vivi o dei morti) - per poi chiudere con una sorta di sberleffo che sembra rovesciare quella che potremmo chiamare la nostalgia del futuro: fin quando riuscirò a vedere il rifiorire della natura, a sentire il canto del pettirosso, a godere del ritorno della primavera, fate finta di non aver sentito tutto ciò che ho detto. |
J1081 (1866) / F1043 (1865)
Superiority to Fate Is difficult to gain 'Tis not conferred of Any But possible to earn A pittance at a time |
La superiorità sul Fato È difficile da raggiungere Non è conferita da Nessuno Ma è possibile ottenerla Una briciola alla volta |
Il Paradiso non si ottiene per diritto naturale o per l'intervento di qualcuno, è l'anima che deve guadagnarselo vivendo giorno per giorno la vita quotidiana e risparmiano ogni briciola di ciò che le viene offerto. Se riesce a risparmiare abbastanza riuscirà ad arrivare indenne a quel traguardo, sorpresa di avercela fatta. |
J1082 (1866) / F1044 (1865)
Revolution is the Pod Systems rattle from When the Winds of Will are stirred Excellent is Bloom But except it's Russet Base Left inactive on the Stalk |
La Rivoluzione è il Baccello Da cui i Sistemi erompono Quando i Venti della Volontà si agitano Eccellente è il Fiore Ma salvo la sua Rozza Base Lasciata inattiva sullo Stelo |
Il fiore, come la libertà, trae la sua bellezza e la sua vitalità dal cambiamento, da quella rivoluzione ciclica della volontà che fa erompere il nuovo, così come fa il baccello quando è agitato dai venti. Per questo il fiore accetta di diventare il seppellitore di se stesso, perché sa che soltanto così riuscirà a rigenerarsi e rinascere. E così succede con la libertà, che resta a volte inerte, svuotata della sua purpurea bellezza, finché una rivoluzione la scuote e la fa rinascere dal suo torpore che a volte sembra mortale. |
J1083 (1866) / F1045 (1865)
We learn in the Retreating How vast an one Was recently among us - A Perished Sun Endear in the departure |
Impariamo nella Scomparsa La grandezza di qualcuno Che era di recente fra noi - Un Sole Estinto Ci è caro nella partenza |
Una riflessione su quanto spesso la grandezza di qualcuno ci appaia chiara ed evidente soltanto quando lo perdiamo, così come apprezziamo di più il sole, o la bella stagione, quando sono ormai passati e ne aspettiamo con ansia il ritorno. |
J1084 (1866) / F1099 (1865)
At Half past Three, a single Bird Unto a silent Sky Propounded but a single term Of cautious melody - At Half past Four, Experiment At Half past Seven, Element |
Alle Tre e Mezza, un unico Uccello A un silenzioso Cielo Propose soltanto un unico accento Di cauta melodia - Alle Quattro e Mezza, l'Esperimento Alle Sette e Mezza, né Elemento |
Tre copie praticamente identiche. Una inviata a Josiah Holland, una trascitta nei fascicoli (quella riportata sopra) e una rimasta fra le carte di ED. |
Nel cuore della notte un uccello solitario accenna cautamente il suo canto nel cielo silenzioso; dopo un'ora il canto si dispiega vittorioso mettendo in ombra quella timida prova iniziale, ma subito dopo ecco che l'alba, l'argenteo seme che si appresta a far nascere la luce, diventa padrona della natura, soppiantando tutto il resto; a giorno fatto né l'uccello né l'alba sono più visibili, lo spazio illuminato diventa protagonista rispetto alle insignificanti presenze che lo popolano, e fra queste due entità regna il mistero della circonferenza, impalpabile e invisibile cerchio che racchiude senza inizio né fine. |
J1085 (1866) / F1101 (1865)
If Nature smiles - the Mother must I'm sure, at many a whim Of Her eccentric Family - Is She so much to blame? |
Se la Natura sorride - dovere di Madre Ne sono certa, di fronte ai tanti capricci Della Sua eccentrica famiglia - È così tanto da biasimare? |
Il contrario della natura matrigna, qui madre comprensiva che sorride davanti ai molti capricci della sua variegata ed eccentrica famiglia. |
J1086 (1866) / F1046 (1865)
What Twigs We held by - Oh the View When Life's swift River striven through We pause before a further plunge To take Momentum - As the Fringe Upon a former Garment shows How scant, by everlasting Light |
Quanti Ramoscelli trattenemmo - Oh che Vista Quando lottato contro il rapido Fiume della Vita Ci fermiamo prima di un nuovo tuffo Per prendere lo Slancio - Come l'Orlo sfrangiato In un vecchio Vestito indica Tanto inadeguati, nella Luce perenne |
I sostegni che pensiamo di avere in pugno dopo aver attraversato le tumultuose vie della vita si rivelano, nel momento in cui ci servono, soltanto dei fragili ramoscelli, inservibili come un vestito ormai vecchio e messo da parte. Ciò che appare così saldo e ci sembra appagare il nostro desiderio di sicurezza si rivela ben poca cosa di fronte alla realtà della nostra pochezza, come se paragonassimo le fioche stelle del cielo alla perenne luce divina. |
J1087 (1866) / F1047 (1865)
We miss a Kinsman more When warranted to see Than when withheld of Oceans From possibility A Furlong than a League |
Un Congiunto ci manca di più Quando è concesso di vederlo Che quando da Oceani è negato Alla possibilità Un Metro rispetto a un Miglio |
La vicinanza non è sempre positiva. Talvolta anzi c'è qualcuno che ci manca di più quando lo vediamo tutti i giorni (forse perché ci manca l'idea che amavamo farcene), di quanto ci mancherebbe se questa possibilità fosse negata da oceani di distanza. Ma questo perlopiù succede perché è nostra abitudine guardare con occhi benevoli alle cose lontane e lamentarci continuamente di ciò che ci circonda. |
J1088 (1866) / F1048 (1865)
Ended, ere it begun - The Title was scarcely told When the Preface perished from Consciousness The Story, unrevealed - Had it been mine, to print! |
Finì, prima d'iniziare - Il Titolo era a malapena detto Che la Prefazione svanì dalla Consapevolezza La Trama, non rivelata. Fosse toccato a me, pubblicare! |
Il rammarico per una storia (d'amore?) finita prima di cominciare, con la rassegnata, e amara, constatazione finale. |
J1089 (1866) / F1049 (1865)
Myself can read the Telegrams A Letter chief to me The Stock's advance and Retrograde And what the Markets say The Weather - how the Rains |
Posso leggere i Telegrammi Una Lettera cara per me L'avanzare e il Retrocedere della Borsa E cosa dice il Mercato Il Tempo - come le Piogge |
Le cose di tutti i giorni, quasi sempre poco significative, riempiono comunque le nostre giornate. Anche se sono irrilevanti, saperle, riceverne notizia, è senz'altro meglio del nulla. |
J1090 (1866) / F1050 (1865)
I am afraid to own a Body - I am afraid to own a Soul - Profound - precarious Property - Possession, not optional - Double Estate, entailed at pleasure |
Ho paura di possedere un Corpo - Ho paura di possedere un'Anima - Profonda - precaria Proprietà - Possesso, senza scelta - Doppio Patrimonio, intestato a piacere |
Nessuna scelta è concessa quando a ciascuno di noi viene assegnato un corpo e un'anima. Diventano nostre proprietà come se fossero un'eredità lasciata a qualcuno che non fa, e non potrebbe fare, domande sulla natura di ciò che riceve. È una sorta di investitura, che ci dà la signoria di un attimo, in cui assaporiamo il sapore dell'immortalità per poi trovarci subito ai confini ultimi delle nostre proprietà, una frontiera che ha dall'altra parte il mistero di Dio. |
J1091 (1866) / F1051 (1865)
The Well upon the Brook Were foolish to depend - Let Brooks - renew of Brooks - But Wells - of failless Ground! |
Il Pozzo dal Ruscello Sarebbe sciocco a dipendere - I Ruscelli - si rinnovino dai Ruscelli - Ma i Pozzi - dall'infallibile Terra! |
Molte volte ci proviamo, ma quasi mai riusciamo a sovvertire le leggi della natura. Potrebbe essere considerato un profetico manifesto ecologico, ma anche un invito a godere dell'infallibile corso naturale delle cose. |
J1092 (1866) / F1052 (1865)
It was not Saint - it was too large - Nor Snow - it was too small - It only held itself aloof Like something spiritual - |
Non era un Santo - era troppo grande - Né Neve - era troppo piccolo - Si teneva soltanto in disparte Come qualcosa di spirituale - |
Un indovinello difficile da sciogliere. Due ipotesi fra le tante possibili. |
J1093 (1866) / F1053 (1865)
Because 'twas Riches I could own, Myself had earned it - Me, I knew the Dollars by their names - It feels like Poverty An Earldom out of sight, to hold, |
Poiché era Ricchezza che potevo avere, L'avevo ottenuta - Io, Che conoscevo i Dollari come un nome - È considerata Povertà Possedere una Contea che non si vede, |
Una sola ricchezza potevo avere, estranea al denaro e ai beni materiali, e l'ho avuta. È una ricchezza che non si vede, che fluttua immateriale nell'aria che respiriamo, perciò appare agli altri uguale alla povertà, visto che l'unico tintinnio che suona dolce all'orecchio di un avaro è quello concreto e tangibile di una proprietà che si vede e si può misurare. |
J1094 (1866) / F1054 (1865)
Themself are all I have - Myself a freckled - be - I thought you'd choose A Velvet Cheek Or one of Ivory - Would you - instead of Me? |
Loro sono tutto ciò che ho - Io stessa lentigginosa - sono - Pensavo avresti scelto Una Guancia Vellutata O una d'Avorio - La vorresti - invece di Me? |
Johnson scrive nelle note: "Fu scritta per accompagnare un fiore." Evidentemente doveva trattarsi di un fiore maculato, visto che al secondo verso ED si paragona ad esso asserendo di essere "lentigginosa". L'ultimo verso non è chiaro; può essere letto come "non è che invece preferiresti la mia di guancia?" (in questo caso "of Me" andrebbe inteso come parallelo a "of Ivory" del verso precedente, ovvero una guancia non d'avorio o di velluto ma fatta "di Me") o anche "la vorresti al posto mio?" (nel senso di: visto che io non mi concedo, o che siamo lontani, ti devi contentare di un fiore che mi somiglia). Nella traduzione ho cercato di mantenere questa, probabile, ambiguità, limitandomi a una resa letterale, anche se la seconda ipotesi mi sembra più verosimile. |
J1095 (1866) / F1055 (1865)
To Whom the Mornings stand for Nights, What must the Midnights - be! |
Per Chi i Mattini stanno per le Notti, Cosa devono le Mezzanotti - essere! |
Il punto esclamativo finale è come un invito a raffigurarsi un mondo che ai vivi è precluso, quello in cui i mattini non esistono, in cui regna sovrana la notte; di questo mondo che ci è estraneo e allo stesso tempo, come tante cose estranee, ci attira con il suo inevitabile mistero, non riusciamo ad immaginare il culmine, quelle mezzenotti che noi viviamo soltanto come un ciclico alternarsi di giorno e notte e che invece là devono essere qualcosa di inimmaginabile per noi. |
J1096 (1866) / F805 (1864)
These Strangers, in a foreign World, Protection asked of me - Befriend them, lest yourself in Heaven Be found a Refugee - |
Questi Sconosciuti, in un Mondo straniero, Protezione chiesero a me - Sii loro amico, affinché tu stesso in Cielo Non sia ritenuto un Esule - |
Accogliere il diverso, lo straniero, è dovere di tutti, anche perché la ricompensa sarà non essere trattati anche noi da esuli in cielo. |
J1097 (1866) / F1102 (1865)
Dew - is the Freshet in the Grass - 'Tis many a tiny Mill Turns unperceived beneath - our feet And Artisan lies still - We spy the Forests and the Hills Could Commentators on the Sign |
La Rugiada - è la Piena nell'Erba - Come tanti piccoli Mulini Che ruotano inavvertiti sotto - i nostri piedi E l'Artigiano riposa inattivo - Spiamo le Foreste e le Colline Potessero i Commentatori del Segno |
La copia riportata sopra è nei fascicoli. Un'altra, con il testo uguale ma limitata alle ultime due strofe, fu inviata a Susan. |
La rugiada è come una piena che allaga l'erba, come se un serie di minuscoli mulini ruotasse sotto i nostri piedi mentre il creatore riposa e lascia fare alla natura. Quando guardiamo questi spettacoli naturali, dobbiamo essere consapevoli di poter vedere soltanto la parte visibile, quella che siamo in grado di descrivere, e non l'intimo significato della natura. Eppure c'è sempre chi cerca i segni più riposti di questi spettacoli che la natura ci offre, li cerca e poi tenta di descriverli; chissà se costoro riusciranno a guadagnare un biglietto d'ingresso , come quelli che si regalano ad un bimbo per uno spettacolo pomeridiano che, probabilmente, lo farà sognare. |
J1098 (1866) / F1105 (1865)
Of the Heart that goes in, and closes the Door Shall the Playfellow Heart complain Though the Ring is unwhole, and the Company broke Can never be fitted again? |
Del Cuore che entra, e chiude la Porta Deve il Cuore Compagno di Giochi dolersi Anche se l'Anello non è più integro, e l'Unione spezzata Non potrà mai essere ricomposta? |
Quando qualcuno si allontana da noi, quando un amore, un'amicizia, finiscono perché uno dei due decide di rompere l'unione, è giusto dolersi, pur sapendo che un anello ormai rotto non potrà mai essere aggiustato? |
J1099 (1866) / F1107 (1865)
My Cocoon tightens - Colors tease - I'm feeling for the Air - A dim capacity for Wings Demeans the Dress I wear - A power of Butterfly must be - So I must baffle at the Hint |
Il Bozzolo stringe - i Colori irritano - Sto percependo l'Aria - Un'incerta capacità d'Ali Svilisce l'Abito che indosso - Una facoltà della Farfalla dev'essere - Così devo ingannarmi al Cenno |
Il bruco sta diventando farfalla. Il bozzolo è diventato stretto, i colori irritano la creatura che sta per trasformarsi ("colors" significa letteralmente "colori", ma usato al plurale significa - come in italiano - anche bandiera, insegna, come quando noi diciamo "i colori di una nazione"; in questo caso il doppio significato fa pensare alle ali della farfalla, colorate e che somigliano ad una bandiera che sventola, ali che, costrette ancora nello stretto bozzolo, danno fastidio al bruco-farfalla). Ma già il mondo esterno comincia a essere percepito, la farfalla esce dal bozzolo, già vestita del suo abito da adulta, ancora però svilito dall'incertezza nell'usare quelle ali che stanno cominciando a estendersi, ad acquistare la facoltà tipica di una farfalla, quell'attitudine al volo che permette di guardare dall'alto la terra, facendola diventare maestosamente estesa, e di guadagnare con facilità le distese del cielo ("sweeps" significa "atto di spazzare" - sia nel senso di spazzare con la scopa che di spazzare via -, ma anche la curva di un remo in una vogata o una direzione non rettilinea; in questo caso perciò è da intendersi come l'immagine del volo di una farfalla; un po' difficile da rendere, e così ho preferito tradurre con "facili distese di cielo" che credo dia comunque l'idea di una presa di possesso del cielo attraverso il volo). |
J1100 (1866) / F1100 (1865)
The last Night that She lived It was a Common Night Except the Dying - this to Us Made Nature different We noticed smallest things - As We went out and in That others could exist We waited while She passed - She mentioned, and forgot - And We - We placed the Hair - |
L'ultima Notte da Lei vissuta Fu una Notte Comune Eccetto il Morire - che per Noi Rese diversa la Natura Notammo le più piccole cose - Mentre andavamo avanti e indietro Che altri potessero esistere Aspettammo mentre Lei attraversava - Nominò, e dimenticò - E Noi - Noi sistemammo i Capelli - |
Nella sua edizione critica Johnson collega questa poesia alla morte di Laura Hills Dickey, la più giovane delle figlie di Mr. e Mrs. L. M. Hills, morta ad Amherst, nella casa dei genitori vicina a quella dei Dickinson, il 1° maggio 1866 (Johnson dice "il 3 maggio", ma la notizia fu data in quel giorno dal giornale "Express" datata però due giorni prima - cfr. Jay Leyda, The Years and Hours of Emily Dickinson, Yale University Press, New Haven, 1960, II vol., pag. 113). Nell'edizione Franklin il collegamento cade, visto che la poesia è datata "fine 1865". |
Il racconto di una morte. Stavolta ED non cerca di scavare, di cogliere quell'attimo misterioso e definitivo, ma ci racconta con estrema dolcezza quei momenti, privilegiando le sensazioni di chi resta (molto bello il contrasto fra il senso di colpa del restare vivi e la gelosia per chi finalmente può conoscere il mistero), fino alla bellissima penultima strofa, dove il trapasso è descritto come un estenuato e rassegnato piegarsi all'inevitabile. |