Emily Dickinson

The Complete Poems
Tutte le poesie

J201 - 250

Traduzione e note di Giuseppe Ierolli


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Appendice

Indice Johnson
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J201 (1860) / F227 (1861)

Two swimmers wrestled on the spar -
Until the morning sun -
When One - turned smiling to the land -
Oh God! the Other One!

The stray ships - passing -
Spied a face -
Upon the waters borne -
With eyes in death - still begging raised -
And hands - beseeching - thrown!

    Due naufraghi lottarono su un pennone -
Fino al sole mattutino -
Finché Uno - si diresse sorridente verso terra -
Oh Dio! L'Altro!

Navi vaganti - passando -
Avvistarono un volto -
Trasportato dalle acque -
Con occhi nella morte - ancora aperti a supplicare -
E mani - imploranti - protese!

Il testo riportato sopra è nei fascicoli; un'altra copia - senza divisione in strofe ma identica a parte qualche variante nella punteggiatura - è in una lettera a Samuel Bowles della primavera del 1861 (L219, datata 1860 da Johnson), preceduta soltanto da "I cant explain it, Mr Bowles -" ("Non sono capace di spiegarlo, Mr Bowles").

La frase che precede i versi nella copia inviata a Bowles lascia presumere il desiderio di raccontare una pena, un "naufragio" per il quale è difficile trovare le parole, se non in versi in cui l'immagine di un qualcuno che si dirige "sorridente verso terra" fa risaltare ancora di più quella di chi resta abbandonata, smarrita e implorante, in un mare che non offre più appigli.
Alfred Habegger afferma che "... la connessione più ovvia è con la tormentata relazione con il 'Master', che, come suggerisce la poesia, l'aveva abbandonata in mare." (My Wars Are Laid Away In Books. The life of Emily Dickinson, Random House, New York, 2001, pag. 424).


J202 (1860) / F228 (1861)

My eye is fuller than my vase -
Her Cargo - is of Dew -
And still - my Heart - my eye outweighs -
East India - for you!
    Il mio occhio è più colmo del mio vaso -
Il suo Carico - è di Rugiada -
Eppure - il Cuore - dell'occhio pesa di più -
India Orientale - per te!

Un amore a senso unico, che per l'altro è estraneo e praticamente inesistente, come la lontana India orientale dell'ultimo verso. Un amore che riempie gli occhi di lacrime e pesa ancora di più sul cuore, perché lì la sofferenza è più intima e nascosta.


J203 (1860) / F232 (1861)

He forgot - and I - remembered -
'Twas an everyday affair -
Long ago as Christ and Peter -
"Warmed them" at the "Temple fire".

"Thou wert with him" - quoth "the Damsel"?
"No" - said Peter, 'twas'nt me -
Jesus merely "looked" at Peter -
Could I do aught else - to Thee?

    Lui dimenticava - e io - ricordavo -
Era un fatto quotidiano -
Come quando Cristo e Pietro -
"Si scaldarono" al "fuoco del Tempio".

"Tu eri con lui?" - insinuò "la Fanciulla"
"No" disse Pietro, non ero io -
Gesù si limitò a "guardare" Pietro -
Cos'altro potrei fare - per Te?

L'amore a senso unico della J202-F228 assume qui l'aspetto di un quotidiano, noncurante disinteresse da parte dell'altro, accostato al tradimento di Pietro narrato nei Vangeli, quando l'apostolo nega di aver mai conosciuto Gesù (vedi Matteo 26,69-75; Marco 14,66-72; Luca 22,54-62 e Giovanni 18,25-27). La domanda finale nasconde un'affermazione netta: "non potrei darti di più, perché ti ho già dato tutta me stessa".


J204 (1860) / F233 (1861)

A slash of Blue! A sweep of Gray!
Some scarlet patches - on the way -
Compose an evening sky -

A little Purple - slipped between -
Some Ruby Trowsers - hurried on -
A Wave of Gold - A Bank of Day -
This just makes out the morning sky!

    Uno squarcio d'Azzurro! Un tratto di Grigio!
Qualche chiazza scarlatta - sulla via -
Compongono un cielo serale -

Un po' di Porpora - scivolata nel mezzo -
Dei Calzoni Rubino - messi di corsa -
Un'Onda Dorata - Un Bordo di Giorno -
Tanto basta per fare il cielo mattutino!

Il testo riportato sopra è nei fascicoli; un'altra copia fu inviata a Susan, senza divisione in strofe, in nove versi (il primo e il sesto divisi in due) e senza punti esclamativi.

Una giocosa descrizione del tramonto e dell'alba, dove i pochi ingredienti necessari per creare spettacoli così belli sono impreziositi dalle varianti dei colori (blue, gray, scarlet, purple, ruby, gold).


J205 (1860) / F234 (1861)

I should not dare to leave my friend,
Because - because if he should die
While I was gone - and I - too late -
Should reach the Heart that wanted me -

If I should disappoint the eyes
That hunted - hunted so - to see -
And could not bear to shut until
They "noticed" me - they noticed me -

If I should stab the patient faith
So sure I'd come - so sure I'd come -
It listening - listening - went to sleep -
Telling my tardy name -

My Heart would wish it broke before -
Since breaking then - since breaking then -
Were useless as next morning's sun -
Where midnight frosts - had lain!

    Non oserei abbandonare il mio amico,
Perché - perché se dovesse morire
Mentre fossi via - ed io - troppo tardi -
Raggiungessi il Cuore che mi voleva -

Se dovessi deludere gli occhi
Che agognavano - tanto agognavano - di vedere -
E non accetterebbero di chiudersi prima
Di "riconoscermi" - di riconoscermi -

Se dovessi pugnalare la fede paziente
Così certa del mio arrivo - così certa del mio arrivo -
Che ascoltando - ascoltando - si addormenterebbe -
Pronunciando il mio pigro nome -

Il mio Cuore preferirebbe spezzarsi prima -
Poiché spezzarsi dopo - poiché spezzarsi dopo -
Sarebbe vano come il nuovo sole del mattino -
Dove il gelo notturno - si è posato!

L'immagine della morte che non lascia spazio a indugi, a separazioni provvisorie che potrebbero improvvisamente diventare definitive, è descritta con le ipotetiche delle tre strofe iniziali (" if he/I should") e con la conclusione dell'ultima, dove il suo gelo diventa inattaccabile anche dal caldo sole del mattino/ritorno.
L'ipotetica attesa delle prime tre strofe coinvolge ogni fibra di chi aspetta: l'intima sofferenza del cuore, la delusione di occhi ansiosi di "vedere", l'anima che aspetta fiduciosa il ritorno.


J206 (1860) / F235 (1861)

The Flower must not blame the Bee -
That seeketh his felicity
Too often at her door -

But teach the Footman from Vevay -
Mistress is "not at home" - to say -
To people - any more!

    La Rosa non deve incolpare il Bombo -
Che cerca la felicità
Troppo spesso alla sua porta -

Ma istruire il Valletto di Vevey -
La signora "non è in casa" - a dire -
Alla gente - non di più!

Un fanciulla di sani principi non deve cercare scuse quando apre la porta a qualche corteggiatore insistente: per serbare la propria innocenza basta far dire di non essere in casa!
Per rispettare i "generi" usati nella poesia (flower/femminile - bee/maschile) ho tradotto con "rosa" e "bombo" invece di "fiore" e "ape".


J207 (1860) / F199 (1861)

Tho' I get home how late - how late -
So I get home - 'twill compensate -
Better will be the Extasy
That they have done expecting me -
When night - descending - dumb - and dark -
They hear my unexpected knock -
Transporting must the moment be -
Brewed from decades of Agony!

To think just how the fire will burn -
Just how long-cheated eyes will turn -
To wonder what myself will say,
And what itself, will say to me -
Beguiles the Centuries of way!

    Anche se torno a casa così tardi - così tardi -
Comunque il mio ritorno a casa - ripagherà -
Più grande sarà l'Estasi
A cui avevano rinunciato aspettandomi -
Quando una notte - calante - muta - e oscura -
Sentiranno il mio inatteso bussare -
Coinvolgente sarà quel momento -
Distillato da decadi di Tormento!

Pensare solo a come arderà il focolare -
Solo a come occhi a lungo ingannati si volteranno -
Stupiti da quello che io stessa dirò,
E da quello che essi stessi, diranno a me -
Fa dileguare Secoli di lontananza!

Il ritorno a casa, il riunirsi con chi ci ama e ci ha aspettato a lungo, non teme il passare del tempo, anzi, forse la gioia che era stata ormai accantonata sarà ancora più grande.
L'uso di "night" al quinto verso e di "Centuries" nell'ultimo suggerisce un "get home" che va al di là della casa terrena.


J208 (1860) / F200 (1861)

The Rose did caper on her cheek -
Her Bodice rose and fell -
Her pretty speech - like drunken men -
Did stagger pitiful -

Her fingers fumbled at her work -
Her needle would not go -
What ailed so smart a little Maid -
It puzzled me to know -

Till opposite - I spied a cheek
That bore another Rose -
Just opposite - Another speech
That like the Drunkard goes -

A Vest that like her Boddice, danced -
To the immortal tune -
Till those two troubled - little Clocks
Ticked softly into one.

    Il Rosa piroettava sulla sua guancia -
Il Corsetto si sollevò e ricadde -
Il suo amabile eloquio - come un ubriaco -
Pietosamente barcollava -

Le dita annaspavano nel lavoro -
L'ago non voleva andare -
Cosa angustiasse tanto una piccola Fanciulla -
Mi premeva di sapere -

Finché di fronte - scorsi una guancia
Che pativa un altro Rosa -
Proprio di fronte - Un altro eloquio
Che come Ubriaco procedeva -

Un Panciotto che come quel Corsetto, danzava -
All'immortale melodia -
Finché quei due agitati - piccoli Orologi
Ticchettarono dolci all'unisono.

Un scenetta familiare, un litigio tanto burrascoso quanto passeggero, parte di quell'immortale melodia dell'amore che ha sempre un obbligato e dolce lieto fine.


J209 (1860) / F201 (1861)

With thee, in the Desert -
With thee in the thirst -
With thee in the Tamarind wood -
Leopard breathes - at last!
    Con te, nel Deserto -
Con te nell'arsura -
Con te nel bosco di Tamarindo -
Il leopardo respira - finalmente!

Solo l'unione con l'amato, in qualsiasi posto e situazione, può soddisfare il leopardo bramoso d'amore che è in noi.


J210 (1860) / F203 (1861)

The thought beneath so slight a film -
Is more distinctly seen -
As laces just reveal the surge -
Or Mists - the Appenine -
    Il pensiero sotto un velo così sottile -
È più distintamente visibile -
Come le trine rivelano fedelmente l'impeto -
O le Brume - l'Appennino -

I sentimenti, i pensieri, giacciono nel nostro intimo, ma basta poco a rivelarne l'esistenza per chi sa interpretarne i moti esteriori.
Nel terzo verso "surge" significa, come sostantivo, "grande onda" e, come verbo, "gonfiarsi, dilatarsi" (come, appunto, un'onda); l'associazione con "laces" fa pensare a colli di trine che si agitano rivelando un respiro affannoso, un impeto di desiderio.


J211 (1860) / F205 (1861)

Come slowly - Eden!
Lips unused to Thee -
Bashful - sip thy Jessamines -
As the fainting Bee -

Reaching late his flower,
Round her chamber hums -
Counts his nectars -
Enters - and is lost in Balms.

    Vieni adagio - Eden!
Labbra non abituate a Te -
Timide - delibano i tuoi Gelsomini -
Come il languente Bombo -

Che raggiunge in ritardo la rosa,
Intorno alla camera ronza -
Calcola il nettare -
Entra - ed è perduto nei Balsami.

Il piacere può sopraffare chi non è abituato a coglierlo; per questo bisogna sorseggiarlo lentamente, ma poi lasciarsi andare alla perdizione di quei balsami così desiderati.
Per la traduzione di "bee / flower" con "bombo / rosa" vedi la J206-F235, dove la componente erotica, qui fortemente esplicitata nell'ultimo verso, è velata dal consiglio giudizioso, anche se chiaramente ironico, rivolto alla fanciulla finta-ingenua.


J212 (1860) / F206 (1861)

Least Rivers - docile to some sea.
My Caspian - thee.
    I più piccoli fiumi - docili a un qualche mare.
Il mio Caspio - tu.

Il desiderio di immergersi, di annullarsi, in qualcuno che per noi è un mare desiderato e inafferrabile.
Marisa Bulgheroni annota nel Meridiano: "Il Caspio è, nella geografia fantastica di Emily, sinonimo del mare del desiderio, opposto ai deserti della privazione. [...] Alla scelta di questo mare chiuso e incantato contribuì la suggestione orientale di Lalla Rookh dell'irlandese Thomas Moore (1779-1852)."


J213 (1860) / F134 (1860)

Did the Harebell loose her girdle
To the lover Bee
Would the Bee the Harebell hallow
Much as formerly?

Did the "Paradise" - persuaded -
Yield her moat of pearl -
Would the Eden be an Eden,
Or the Earl - an Earl?

    Se la Campanula si slacciasse il corsetto
Per il Bombo innamorato
Il Bombo la Campanula adorerebbe
Tanto quanto prima?

Se il "Paradiso" - persuaso -
Concedesse il suo fossato di perla -
L'Eden sarebbe un Eden,
O il Conte - un Conte?

Ardito parallelo fra il concedersi troppo facilmente a uno spasimante e lo scoprire la realtà di un Paradiso che magari si rivelerà deludente. Negli ultimi due versi leggo lo svilirsi di un aldilà fattosi concreto, dove il rango estatico e nobile promessoci dalla fede ci riserverà molto probabilmente, se dovesse infine dimostrarsi reale, qualche sgradita sorpresa.
Per la traduzione di "bee" con "bombo" vedi J206-F235 e la J211-F205.


J214 (1860) / F207 (1861)

I taste a liquor never brewed -
From Tankards scooped in Pearl -
Not all the Frankfort Berries
Yield such an Alcohol!

Inebriate of air - am I -
And Debauchee of Dew -
Reeling - thro' endless summer days -
From inns of Molten Blue -

When "Landlords" turn the drunken Bee
Out of the Foxglove's door -
When Butterflies - renounce their "drams" -
I shall but drink the more!

Till Seraphs swing their snowy Hats -
And Saints - to windows run -
To see the little Tippler
From Manzanilla come!

    Assaporo un liquore mai distillato -
Da Boccali scavati nella Perla -
Nemmeno tutte le Bacche di Francoforte
Darebbero un tale Alcol!

Inebriata d'aria - sono -
E Ingorda di Rugiada -
Barcollo - per sconfinati giorni d'estate -
Da taverne di Azzurro Fuso -

Quando gli "Osti" getteranno l'Ape ubriaca
Fuori dalla porta della Digitale -
Quando le Farfalle - rinunceranno ai loro "sorsi" -
Non farò che bere di più!

Finché I Serafini sventoleranno i candidi Cappelli -
E i Santi - correranno alle finestre -
A vedere la piccola Beona
Venire da Manzanilla!

Il testo riportato sopra è nei fascicoli; un'altra copia (il cui manoscritto è perduto) fu inviata a Susan e fu probabilmente la fonte della pubblicazione sullo "Springfield Daily Republican" del 4 marzo 1861, con il titolo "The May-Wine" ("Vino di maggio").
Nella versione pubblicata ci sono due varianti per le quali, mancando il manoscritto, non è certa l'attribuzione: i versi 3 e 4 diventano "Not Frankfort berries yield the sense / Such a delirious whirl" ("Nemmeno le bacche di Francoforte produrrebbero / Un vortice così delirante"); il verso 16 "Come staggering toward the sun" ("Venire vacillante verso il sole").
Anche nella versione dei fascicoli ci sono due varianti negli stessi punti: il verso 3 è sostituito da "Not all Vats upon the Rhine" ("Nemmeno tutti i Tini del Reno") e il verso 16 "Leaning against the - Sun" ("Appoggiata contro il - Sole")

L'inebriante arrivo dell'estate ci dona sensazioni incomparabili. Niente di meglio che gettarci anima corpo in quell'ubriacatura che vorremmo inesauribile, che cerchiamo con ogni mezzo di prolungare, anche quando la natura comincia a ritirarsi. Nell'ultima strofa il banchetto si apre anche al cielo, che dismette la sua solenne gravità per festeggiare "l'ape ubriaca", la "piccola beona" mai sazia.
In tutti i versi una serie ininterrotta di immagini, che rafforzano da una parte il desiderio di godere appieno i tesori estivi, senza lasciarsene scappare nemmeno una goccia, di assaporare fino in fondo quel liquore non distillabile da umani, fatto d'aria, di rugiada, di cieli che sembrano diventare un colante metallo fuso d'azzurro; dall'altra la consapevolezza che per soddisfare questo desiderio bisogna lasciarsi andare, dimenticare i saggi consigli di moderazione, rischiare anche di farsi buttar fuori da osti infastiditi da quell'esplosione di gioia e voglia di vivere.
Nelle tre varianti dell'ultimo verso tre conclusioni simili ma sottilmente differenziate: nella prima versione dei fascicoli i santi e gli angeli sembrano sconcertati davanti all'apparizione che sembra venire da un paese esotico, simbolo di ubriacature concrete ("Manzanilla" è la città cubana di Manzanillo, produttrice di rum); nella variante guardano con stupore il sole farsi materia, diventare un appoggio concreto per la piccola Beona spossata dalla festa; nella versione pubblicata la vedono invece venire verso di loro, con un'andatura vacillante che punta direttamente alla fonte di quell'inebriante ubriacatura.


J215 (1860) / F241 (1861)

What is - "Paradise" -
Who live there -
Are they "Farmers" -
Do they "hoe" -
Do they know that this is "Amherst" -
And that I - am coming - too -

Do they wear "new shoes" - in "Eden" -
Is it always pleasant - there -
Wont they scold us - when we're hungry -
Or tell God - how cross we are -

You are sure there's such a person
As "a Father" - in the sky -
So if I get lost - there - ever -
Or do what the Nurse calls "die" -
I shant walk the "Jasper" - barefoot -
Ransomed folks - wont laugh at me -
Maybe - "Eden" a'nt so lonesome
As New England used to be!

    Com'è - il "Paradiso" -
Chi ci vive -
Sono "Contadini" -
"Zappano" -
Sanno che questa è "Amherst" -
E che - anch'io - sto arrivando -

Calzano "scarpe nuove" - nell'"Eden" -
È sempre ameno - là -
Non ci rimprovereranno - di avere fame -
O diranno a Dio - quanto siamo imbronciati -

Siamo sicuri che c'è qualcuno
Come "un Padre" - in cielo -
Così se mai - là - dovessi perdermi -
O accadesse quello che la Balia chiama "morire" -
Non dovrò camminare sul "Diaspro" - a piedi nudi -
I redenti - non rideranno di me -
Forse - "l'Eden" non sarà così solitario
Come lo era il New England!

L'aldilà visto con gli occhi infantili di chi fa continuamente domande, di chi non sa immaginare un mondo "altro", ma soltanto qualcosa che non può non assomigliare a ciò che ci è familiare, altrimenti ci troveremmo a vagare come estranei in un mondo sconosciuto, soggetti ai rimproveri e alle derisioni di chi ne è esperto; una sorta di prolungamento, o riedizione, del nostro essere bambini e, insieme, la speranza che là ci sia un padre pronto ad accoglierci e ad accompagnarci nel nostro viaggio di scoperta.
Questa visione così legata al mondo vissuto tutti i giorni è accentuata dalla citazione diretta dei luoghi di ED, una Amherst e un New England che vorremmo portare con noi, ma dei quali sappiamo vedere anche le imperfezioni, che speriamo siano corrette in quel misterioso Eden che ci aspetta.
Nel manoscritto c'è una variante al verso 9: "homesick" ("nostalgici") al posto di "hungry". In entrambi i casi il possibile rimprovero è rivolto a desideri e sentimenti molto terreni: il cibo, la nostalgia di casa. Potrebbe però anche trattarsi di un'aggiunta, visto che "homesick" è scritto (con un tratto diverso che fa pensare a un'aggiunta successiva) subito dopo la lineetta che segue "hungry", come se ED avesse voluto rafforzare l'idea che chi intraprende l'ultimo viaggio porta comunque con sé la propria individualità mortale.


J216 (versione 1859) / F124 (versione 1859)

Safe in their Alabaster Chambers -
Untouched by Morning
And untouched by Noon -
Sleep the meek members of the Resurrection -
Rafter of satin,
And Roof of stone.

Light laughs the breeze
In her Castle above them -
Babbles the Bee in a stolid Ear,
Pipe the Sweet Birds in ignorant cadence -
Ah, what sagacity perished here!

    Sicuri nelle loro Camere di Alabastro -
Non toccati dal Mattino
E non toccati dal Meriggio -
Dormono i miti membri della Resurrezione -
Trave di raso,
E Tetto di pietra.

Lieve ride la brezza
Nel suo Castello sopra di loro -
Borbotta l'Ape a uno stolido Orecchio,
Zufolano i Dolci Uccelli ignare cadenze -
Ah, quanta sagacia si spense qui!


J216 (versione 1861) / F124 (versione 1861)

Safe in their Alabaster Chambers -
Untouched by Morning
And untouched by Noon -
Lie the meek members of the Resurrection -
Rafter of Satin - and Roof of Stone!

Grand go the Years - in the Crescent - above them -
Worlds scoop their Arcs -
And Firmaments - row -
Diadems - drop - and Doges - surrender -
Soundless as dots - on a Disc of Snow -

    Sicuri nelle loro Camere di Alabastro -
Non toccati dal Mattino
E non toccati dal Meriggio -
Giacciono i miti membri della Resurrezione -
Trave di Raso - e Tetto di Pietra!

Grandiosi vanno gli Anni - nel Crescente - sopra di loro -
Mondi modellano le loro Arcate -
E Firmamenti - remano -
Diademi - cadono - e Dogi - si arrendono -
Silenziosi come briciole - su un Piatto di Neve -

I testi riportati sopra sono quelli nei fascicoli. La poesia fu oggetto di uno scambio epistolare con Susan (L238), che appuntò la sua attenzione soprattutto sulla seconda strofa, della quale esistono altre due varianti nel fascicolo contenente la seconda versione:

Springs - shake the sills -
But - the Echoes - stiffen -
Hoar - is the window -
And - numb - the door -
Tribes - of Eclipse - in Tents - of Marble -
Staples - of Ages - have buckled - there -


Springs - shake the seals -
But the silence - stiffens -
Frosts unhook - in the Northern Zones -
Icicles - crawl from polar Caverns -
Midnight in Marble -
Refutes - the Suns -

    Primavere - scuotono le soglie -
Ma - gli Echi - resistono -
Canuta - è la finestra -
E - torpida - la porta -
Tribù - di Eclissi - in Tende - di Marmo -
Ganci - di Secoli - sono fissati - là -


Primavere - scuotono i sigilli -
Ma il silenzio - resiste -
Ghiacci si staccano - nelle Nordiche Regioni -
Geli - strisciano da Caverne polari -
La Marmorea Mezzanotte -
Confuta - i Soli -

La versione 1859 fu pubblicata sullo "Springfield Daily Republican" del 1° marzo 1862 con il titolo "The Sleeping" ("I Dormienti"). Quella del 1861 era una delle quattro poesie accluse alla prima lettera a Higginson del 15 aprile 1862 (L260).

Le "stanze di alabastro" custodiscono coloro che hanno ormai valicato i confini della morte e sono in attesa di diventare "membri della resurrezione". Non hanno più alcun contatto con il mondo che hanno lasciato, e la loro casa è metafora del mistero della morte: promessa preziosa di resurrezione e insieme intangibile tetto eterno.
Molto interessanti le quattro stesure della seconda strofa: nella versione 1859 la contrapposizione è con il mondo di fuori, con il proseguire della vita nelle sue manifestazioni più semplici e familiari; in quella del 1861 il contrasto diventa più maestoso: ciò che continua è l'immutabile corso dei cieli e della storia; nelle due varianti vengono invece accentuate le immagini della prima strofa: le tombe che resistono imperturbabili a ogni sollecitazione esterna e il gelo inestinguibile di una notte senza fine. Quando ED mandò a Susan la prima di queste due varianti scrisse all'inizio del biglietto: "Is this frostier?" ("È più gelida questa?").


J217 (1861) / F295 (1862)

Savior! I've no one else to tell -
And so I trouble thee.
I am the one forgot thee so -
Dost thou remember me?
Nor, for myself, I came so far -
That were the little load -
I brought thee the imperial Heart
I had not strength to hold -
The Heart I carried in my own -
Till mine too heavy grew -
Yet - strangest - heavier since it went -
Is it too large for you?
    Redentore! Non ho altri a cui dirlo -
E così disturbo te.
Sono quella che ti ha dimenticato -
Ti ricordi tu di me?
Non, per me stessa, vengo fin qui -
Sarebbe un carico esiguo -
Ti ho portato il Cuore imperiale
Che non ebbi la forza di trattenere -
Il Cuore che tenni nel mio -
Finché il mio diventò troppo pesante -
Ancora - che strano - più pesante quando se ne andò -
È troppo grande per te?

Il testo riportato sopra è quello inviato a Susan. ED trascrisse la poesia nei fascicoli con qualche variante e sostituendo con uno soltanto i primi cinque versi:

Father - I bring thee - not myself -
That were the little load -
I bring thee the departed Heart
I had not strength to hold -

The Heart I cherished in my own -
Till mine - too heavy grew -
Yet - strangest - heavier since it went -
Is it too large for you?

    Padre - ti porto - non me stessa -
Sarebbe un carico esiguo -
Ti porto il Cuore scomparso
Che non ebbi la forza di trattenere -

Il Cuore che serbai nel mio -
Finché il mio - diventò troppo pesante -
Ancora - che strano - più pesante quando se ne andò -
È troppo grande per te?


Il cuore "carried (o cherished) in my own" è metafora di un amore troppo grande per diventare realtà, un amore serbato nell'intimo e scomparso lasciando dietro di sé una sofferenza che non può essere condivisa con nessuno; soltanto il cielo potrà capirla e assorbirne la dolorosa grandezza nella sua infinità.


J218 (1861) / F189 (1861)

Is it true, dear Sue?
Are there two?
I should'nt like to come
For fear of joggling Him!
If you could shut him up
In a Coffee Cup,
Or tie him to a pin
Till I got in -
Or make him fast
To "Toby's" fist -
Hist! Whist! I'd come!
    È vero, cara Sue?
Siete in due?
Non vorrei venire
Per paura di farlo trasalire!
Se lo si potesse chiudere
In un Tazza da Caffè,
O fissarlo a uno spillo
Finché fossi lì -
O metterlo al sicuro
Nelle mani di "Toby" -
Zitta zitta! Verrei!

Nelle edizioni Johnson, sia delle poesie che delle lettere (L232), al verso 5 il pronome "you" è trascritto "I".

Inviata a Susan per la nascita di Edward, il 19 giugno 1861. Susan scrisse in fondo alla poesia: "1860 - scritta il giorno della nascita di Ned - Toby era il gatto -", ma la parte inferiore della pagina (che conteneva l'ultimo verso e questa annotazione) è ora perduta.
Non sono riuscito a chiarire la diversità fra le due date. Johnson, nell'edizione 1955, dice che la poesia fu scritta il 19 giugno 1861, appunto in occasione della nascita di Edward; riporta la frase scritta da Susan, informandoci che era annotata in fondo alla poesia, ma non fa cenno all'apparente errore della neo mamma. Nell'edizione delle lettere, sempre di Johnson (1958), la poesia è riportata come lettera 232 (about 19 June 1861) a Susan Gilbert Dickinson; la nota dice: "Edward (Ned) Dickinson, primo figlio di Susan, nacque il 19 giugno 1861. Toby era il gatto."; non vi è cenno all'annotazione di Susan, che peraltro non appare nella riproduzione del manoscritto (dopo pag. 582). Franklin data la poesia come Johnson e ci informa che "(il manoscritto)... conteneva anche una nota che identificava l'occasione e spiegava che Toby era il gatto.", senza far cenno alla data, né al fatto che la nota sia stata scritta da Susan (scrive "family note"). La nota della Bulgheroni, nell'edizione dei Meridiani Mondadori, recita così: "Inviata a Sue per la nascita di Edward, il primogenito, il 19 giugno 1860", citando poi l'annotazione di Sue, così come riportata da Johnson. Una possibile spiegazione è quella data in Open Me Carefully (a cura di Ellen Louise Hart e Martha Nell Smith, Ashfield, MA, 1998, pag. 279): "'1860' può riferirsi al decennio, visto che Ned nacque nel 1861."


J219 (1861) / F318 (1862)

She sweeps with many-colored Brooms -
And leaves the shreds behind -
Oh Housewife in the Evening West -
Come back - and dust the Pond!

You dropped a Purple Ravelling in -
You dropped an Amber Thread -
And now you've littered all the East
With Duds of Emerald!

And still, she plies her spotted Brooms -
And still the Aprons fly,
Till Brooms fade softly into stars -
And then I come away -

    Spazza con Scope multicolori -
E si lascia dietro la laniccia -
Oh Massaia del Serotino Occidente -
Ripassa - e spolvera lo Stagno!

Ti ci è caduto dentro un Purpureo Frammento -
Ti ci è caduto un Ambrato Filo -
E ora hai cosparso tutto l'Oriente
Con Stracci di Smeraldo!

E ancora, insiste con le sue variegate Scope -
E ancora i Grembiuli volano,
Finché le Scope si dissolvono soffici in stelle -
E allora mi allontano -

Il testo riportato sopra è nei fascicoli; un'altra copia fu inviata a Susan (nel 1862 per Johnson, nel 1865 per Franklin), con la terza strofa diversa:

And still she plies Her spotted thrift
And still the scene prevails
Till Dusk obstructs the Diligence -
Or Contemplation fails.
    E ancora insiste nella Sua variegata pulizia
E ancora domina la scena
Finché l'Oscurità ostacola la Diligenza -
O la Contemplazione viene meno.

Il tramonto come una massaia attiva ma un po' sbadata, visto che si lascia dietro laniccia e stracci, anche se di smeraldo. Ma bisogna capirla: dev'essere per forza veloce e un po' affannata, perché le sue scope non tarderanno a trasformarsi in stelle e il lavoro va concluso prima del calare della notte.


J220 (1861) / F188 (1861)

Could I - then - shut the door -
Lest my beseeching face - at last -
Rejected - be - of Her?
    Potrei io - allora - chiudere la porta -
Per paura che il mio volto implorante - alla fine -
Respinto - sia - da Lei?

Inviata a Susan (L239). Nella nota alla lettera (un biglietto con i soli versi) Johnson scrive: "Da questo biglietto trapela la tensione che si sviluppò fra ED e Sue, quando il piccolo Ned iniziò ad assorbire l'attenzione di quest'ultima."
Il "rejected" dell'ultimo verso potrebbe però anche riferirsi a tensioni fra le due amiche, ora cognate, che non avevano nulla a che vedere con Ned.


J221 (1861) / F265 (1861)

It cant be "Summer"!
That - got through!
It's early - yet - for "Spring"!
There's that long town of White - to cross -
Before the Blackbirds sing!
It cant be "Dying"!
It's too Rouge -
The Dead shall go in white -
So Sunset shuts my question down
With Cuffs of Chrysolite!
    Non può essere l'"Estate"!
Quella - è passata!
È presto - ancora - per la "Primavera"!
C'è quella lunga città di Bianco - da traversare -
Prima che i Merli cantino!
Non può essere la "Morte"!
È troppo Rosso -
I Morti vestono di Bianco -
Così il Tramonto tronca il mio dubbio
A Colpi di Crisolito!

Il testo riportato sopra è nei fascicoli; un'altra copia fu inviata a Catherine Scott che, nella trascrizione fatta per Susan dopo la morte di ED, scrisse: "Emily aveva mandato questa poesia, con tre teste di trifoglio e alcune brillanti foglie autunnali."

Il tramonto può essere splendore di colori estivi, ma anche metafora di morte, di conclusione. Inserito nell'incessante ciclo della natura zittisce i nostri dubbi interpretativi ed è come se ci invitasse a non farci troppe domande, a godere semplicemente della sua preziosa bellezza.


J222 (1861) / F49 (1859)

When Katie walks, this simple pair accompany her side,
When Katie runs unwearied they follow on the road,
When Katie kneels, their loving hands still clasp her pious knee -
Ah! Katie! Smile at Fortune, with two so knit to thee!
    Quando Katie cammina, questa semplice coppia sia al suo fianco,
Quando Katie corre instancabile la seguano sulla via,
Quando Katie s'inginocchia, le loro mani devote stringano ferme il pio ginocchio -
Ah! Katie! Sorridi alla Fortuna, con due così intrecciate a te!

Il manoscritto è perduto e il testo deriva da una trascrizione della destinataria, Catherine (Katie) Scott, consegnata a Susan dopo la morte di ED con questa annotazione: "Emilie fece ai ferri un paio di giarrettiere per me e le mandò con questi versi." (vedi anche la lettera n. 208, datata da Johnson 1859).
La trascrizione è in prosa e la suddivisione in versi è quella delle due edizioni critiche.

"Knit" (ultimo verso) significa sia "unire, far combaciare" che "lavorare a maglia"; nell'originale i due significati convivono in un gioco di parole che ho cercato di suggerire traducendo con "intrecciate".


J223 (1861) / F258 (1861)

I Came to buy a smile - today -
But just a single smile -
The smallest one upon your cheek -
Will suit me just as well -
The one that no one else would miss
It shone so very small -
I'm pleading at the "counter" - sir -
Could you afford to sell?

I've Diamonds - on my fingers!
You know what Diamonds are!
I've Rubies - like the Evening Blood -
And Topaz - like the star!
'Twould be "a bargain" for a Jew!
Say? May I have it - Sir?

    Sono Venuta a comprare un sorriso - oggi -
Non più di un singolo sorriso -
Il più piccolo sulle vostre gote -
Andrà benissimo per me -
Quello che a nessun altro mancherebbe
Ha uno splendore così esiguo -
Sto supplicando al "banco" - signore -
Potreste offrirvi di vendere?

Ho Diamanti - sulle dita!
Lo sapete cosa sono i Diamanti!
Ho Rubini - come il Sangue della Sera -
E Topazi - come stelle!
Sarebbe "un affare" per un Giudeo!
Che dite? Potrò averlo - Signore?

La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata a Samuel Bowles, con qualche modifica nella punteggiatura e una modifica al verso 3 (indicata come variante nei fascicoli): "face" ("volto") al posto di "cheek".

Il sorriso del primo verso può essere inteso sia come la richiesta di ricambiare un amore finora a senso unico, sia come la giocosa voglia di un gesto espansivo, di una espressione di sentimenti che restano spesso nascosti dietro i rigidi protocolli delle convenzioni sociali.
Gli indizi lasciano l'interpretazione in sospeso: l'immagine del banco di vendita, il susseguirsi scanzonato dei versi, fanno propendere per la seconda ipotesi, ma la preziosità delle offerte lascia intravedere qualcosa di più dell'acquisto di un semplice sorriso affettuoso. Nemmeno l'identità del destinatario può sciogliere il dubbio: Bowles, per quanto ne sappiamo, potrebbe essere stato amato da ED sia in veste di amico affettuoso, sia in quella di un amore impossibile, visto che è stato indicato come uno dei possibili pretendenti al ruolo di "Master" (vedi la 151-F133, la J336-F395 e, soprattutto, le tre famose "Master Letters": L187, L233 e L248).


J224 (1861) / F253 (1861)

I've nothing else - to bring, You know -
So I keep bringing These -
Just as the Night keeps fetching Stars
To our familiar eyes -

Maybe, we should'nt mind them -
Unless they did'nt come -
Then - maybe, it would puzzle us
To find our way Home -

    Non ho nient'altro - da offrire, lo sai -
Così continuo a offrire Questi -
Proprio come la Notte continua a mostrare Stelle
Ai nostri occhi assuefatti -

Probabilmente, non le notiamo -
Ma se non arrivassero -
Allora - probabilmente, ci confonderemmo
Nel ritrovare la strada di Casa -

La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata, identica a parte alcune varianti nella punteggiatura, a Samuel Bowles.

Probabilmente la poesia accompagnava dei fiori. Ma "Questi" potrebbero anche essere il vero dono inviato all'amico: i versi stessi.
Molto bella l'immagine finale: ci accorgeremmo veramente del familiare splendore delle stelle soltanto se sparissero e ci lasciassero al buio, incapaci anche di trovare la strada di casa.


J225 (1861) / F197 (1861)

Jesus! thy Crucifix
Enable thee to guess
The smaller size!

Jesus! thy second face
Mind thee in Paradise
Of our's!

    Gesù! La tua Croce
Ti concede di percepire
Le dimensioni più esigue!

Gesù! il tuo secondo volto
Ti rammenti in Paradiso
Del nostro!

La versione riportata sopra è quella nei fascicoli. I versi, in una versione identica a parte alcune varianti nella punteggiatura, sono anche in una lettera a Samuel Bowles del dicembre1861 (L242).

La parte divina di Gesù gli consente di capire tutto di noi, anche quelle cose che sfuggono alla nostra percezione di esseri mortali. Il suo secondo volto, quello umano, lo rende ancora più vicino a noi e ci fa sperare di essere guardati con un occhio familiare, in un aldilà che immaginiamo tanto diverso da ciò a cui siamo abituati.


J226 (1861) / F275 (1862)

Should you but fail at - Sea -
In sight of me -
Or doomed lie -
Next Sun - to die -
Or rap - at Paradise - unheard -
I'd harass God -
Until He let you in!
    Dovessi tu non farcela in - Mare -
Sotto i miei occhi -
O condannato fossi -
Al nuovo Sole - a morire -
O bussassi - in Paradiso - inascoltato -
Io tormenterei Dio -
Finché non ti lasciasse entrare!

A conclusione di una lettera a Samuel Bowles dell'inizio del 1862 (L249). Johnson data la lettera 1862, anziché 1861 come nell'edizione delle poesie.

Visto che la morte è l'ultimo e inevitabile atto della vita, il desiderio più grande nei confronti di una persona che si ama è quello di poterle aprire le porte del cielo, di assicurare per lei un'immortalità nella parte giusta dell'aldilà.
Habegger riporta in nota un possibile riferimento per i primi due versi: "L'estate precedente il 'Republican' aveva pubblicato un omaggio a Elizabeth Barrett Browning [morta il 29 giugno 1861] dove si raccontava di come avesse visto affondare con i suoi occhi il battello che aveva portato 'giù nel mare tranquillo' suo fratello." (My Wars Are Laid Away in Books. The Life of Emily Dickinson, Random House, New York, 2001, pag. 429).


J227 (1861) / F198 (1861)

Teach Him - When He makes the names -
Such an one - to say -
On his babbling - Berry - lips -
As should sound - to me -
Were my Ear - as near his nest -
As my thought - today -
As should sound -
"Forbid us not" -
Some like "Emily."
    Insegnagli - Quando compita i nomi -
Uno in particolare - a dirne -
Con le sue balbettanti - labbra - di Bacca -
Come suonerebbe - a me -
Fosse il mio Orecchio - vicino al suo nido -
Così al mio pensiero - oggi -
Suonerebbe -
"Non proibiteci" -
Più o meno come "Emily".

La poesia fu inviata a Samuel Bowles poco prima della nascita del figlio, Charles Allen Bowles, il 19 dicembre 1861. I versi sono preceduti da "Baby -".

Gli auguri per la prossima nascita di un figlio si trasformano in un incitamento a insegnargli il valore della libertà, a cominciare da subito a rifiutare i mille divieti che la vita ci para davanti. Ma, soprattutto, è significativo che ED accosti il suo nome a questa voglia di ribellarsi, come se si identificasse in quel "Forbid us not", che suona alle sue orecchie come suonerebbe il suo nome pronunciato a fatica da un bimbo che impara a parlare.


J228 (1861) / F321 (1862)

Blazing in Gold - and
Quenching - in Purple!
Leaping - like Leopards - to the sky -
Then - at the feet of the old Horizon -
Laying it's spotted face - to die!

Stooping as low as the kitchen window -
Touching the Roof -
And tinting the Barn -
Kissing it's Bonnet to the Meadow -
And the Juggler of Day - is gone!

    Sfavillando nell'Oro - e
Spegnendosi - nel Porpora!
Balza - come i Leopardi - verso il cielo -
Quindi - ai piedi del vecchio Orizzonte
Posa il volto chiazzato - per morire!

Chinandosi fino alla finestra di cucina -
Sfiora il Tetto -
E tinteggia il Fienile -
Dà un bacio col Berretto ai Pascoli -
E il Giocoliere del Giorno - se n'è andato!

La versione riportata sopra è quella nei fascicoli, dove, al verso 3, ED aveva scritto "in", poi cancellato e sostituito con "to" (Franklin ritiene che la sostituzione sia avvenuta nel 1866). La poesia apparve nel "Drum Beat" del 29 febbraio 1864 e poi anche nello"Springfield Daily Republican" del 30 marzo e nello "Springfield Weekly Republican" del 2 aprile dello stesso anno. Nel 1866 fu poi acclusa, insieme ad altre tre, in una lettera a Higginson del 9 giugno (L319).
In queste ulteriori due versioni (la prima delle quali deriva probabilmente da una copia inviata a Susan, il cui autografo è perduto) il pronome neutro "it's" ai versi 5 e 9 è sostituito dal femminile "her", e la "kitchen window" del verso 6 diventa "oriel window" ("finestra a bovindo") e poi "Otter's Window" ("Finestra della Lontra").

Il sole descritto in due strofe dal registro molto diverso. Nella prima le sue caratteristiche più maestose, sfavillanti e solenni insieme, che lo proiettano in cielo e poi lo fanno declinare altrettanto solennemente, come viene riassunto nei primi due versi, dove il "Gold" e il "Purple" accompagnano con i loro preziosi colori il suo ciclo vitale giornaliero, un ciclo che racchiude nel suo incessante rinnovarsi tutti gli altri cicli naturali. Nella seconda la sua vicinanza con il mondo che illumina e riscalda, i gesti familiari verso le finestre, i tetti, i fienili, i pascoli, conclusi con il giocoso accostamento a un giocoliere, che sparisce lasciandoci la certezza del suo immancabile riapparire.


J229 (1861) / F289 (1862)

A Burdock - clawed my Gown -
Not Burdock's - blame -
But mine -
Who went too near
The Burdock's Den -

A Bog - affronts my shoe -
What else have Bogs - to do -
The only trade they know -
The splashing Men!
Ah, pity - then!

'Tis Minnows can despise!
The Elephant's - calm eyes
Look further on!

    Una Lappola - ha lacerato la mia Veste -
Non della Lappola - la colpa -
Ma mia -
Che andai troppo vicina
Alla Tana della Lappola -

Un Pantano - oltraggia la mia scarpa -
Che altro hanno i Pantani - da fare -
La sola occupazione che conoscono -
È inzaccherare gli Uomini!
Ah, compatiamoli - allora!

Solo i Pesciolini possono sdegnarsi!
Dell'Elefante - i placidi occhi
Guardano ben oltre!

I versi furono inviati ad Austin (L240) preceduti da "Father said Frank Conkey - touched you -" ("Papà ha detto che Frank Conkey - ti ha contagiato -"). Evidentemente il padre non approvava i contatti del figlio con Ithamar Francis Conkey, avvocato di Amherst e suo rivale politico.
La poesia fu poi trascritta nei fascicoli (nel 1864 secondo Johnson, nel 1865 secondo Franklin) con alcune varianti e il decimo verso omesso:

A Burdock twitched my Gown
Not Burdock's blame - but mine
Who went too near the Burdock's Den -

A Bog affronts my shoe.
What else have Bogs to do -
The only art they know
The splashing Men?

'Tis Minnows - should despise
The Elephant's calm eyes
Look further on.

    Una Lappola ha strappato la mia Veste -
Non della Lappola la colpa - ma mia
Che andai troppo vicina alla Tana della Lappola -

Un Pantano oltraggia la mia scarpa.
Che altro i Pantani hanno da fare -
La sola arte che conoscono
Non è inzaccherare gli Uomini?

Solo i Pesciolini - si sdegnerebbero
Dell'Elefante i placidi occhi
Guardano ben oltre.


La versione inviata ad Austin ha un riferimento preciso: un rivale politico del padre, che lo stava evidentemente contagiando con le sue idee, verso il quale ED mette in guardia il fratello. Il fatto che ED abbia poi inserito la poesia nei fascicoli è indicativo di come la considerasse valida anche in senso più generale: un invito a guardare in alto, senza curarsi troppo di "lappole" o "pantani", ma anche a non lamentarsi di cose che, in fin dei conti, molto spesso ci siamo andati a cercare.
Nella frase che precede la versione inviata ad Austin, ho tradotto "touched" con uno dei significati del verbo nel Webster: "To infect; as men touched with pestilent disease."


J230 (1861) / F244 (1861)

We - Bee and I - live by the quaffing -
'Tis'nt all Hock - with us -
Life has it's Ale -
But it's many a lay of the Dim Burgundy -
We chant - for cheer - when the Wines - fail -

Do we "get drunk"?
Ask the jolly Clovers!
Do we "beat" our "Wife"?
I - never wed -
Bee - pledges his - in minute flagons -
Dainty - as the tress - on her deft Head -

While runs the Rhine -
He and I - revel -
First - at the Vat - and latest at the Vine -
Noon - our last Cup -
"Found dead" - "of Nectar" -
By a humming Coroner -
In a By-Thyme!

    Noi - il Bombo e io - viviamo per tracannare -
Non è tutto Vino del Reno - il nostro -
La vita ha la sua Birra -
Ma sono molte le ballate della Vaga Borgogna -
Che cantiamo - per tenerci su - quando il Vino - manca -

Ci "ubriachiamo"?
Chiedetelo ai giocondi Trifogli!
"Picchiamo" la "Moglie"?
Io - mai stato sposato -
Il Bombo brinda alla sua - in minuscole caraffe -
Deliziose - come i riccioli - sull'agile Testa di lei -

Finché scorre il Reno -
Lui e io - faremo festa -
Primi - al Tino - e ultimi alla Vite -
Il Mezzogiorno - la nostra ultima Coppa -
"Trovati morti" - "di Nettare" -
Da un ronzante Magistrato -
Nei pressi di un Timo!

L'ebbrezza dell'estate, che ci coinvolge e ci fa sentire vicini a una natura che si ubriaca insieme a noi.
Per rispettare la caratterizzazione maschile dei due protagonisti della poesia (Bee and I) ho tradotto "bee" ("ape") con "bombo".
"Hock", v. 2, è un vino del Reno che prende il nome dalla città di Hochheim; "Ale", v. 3, è un tipo di birra.


J231 (1861) / F245 (1861)

God permits industrious Angels -
Afternoons - to play -
I met one - forgot my schoolmates -
All - for Him - straightway -

God calls home - the Angels - promptly -
At the Setting Sun -
I missed mine - how dreary - Marbles -
After playing Crown!

    Dio permette agli industriosi Angeli -
Il pomeriggio - di giocare -
Ne incontrai uno - dimenticai i miei compagni di scuola -
Tutti - per Lui - all'istante -

Dio richiama a casa - gli Angeli - puntualmente -
Al Calar del Sole -
Io persi il mio - che squallore - le Biglie -
Dopo il gioco Regale!

È difficile tornare alla vita di tutti i giorni dopo essere stati, anche per un solo momento, al cospetto di un "angelo".
L'inizio della seconda strofa sembra dirci che la gioia, la felicità, il gioco "regale" che ci fa subito dimenticare tutto il resto, è destinato inevitabilmente a svanire.


J232 (1861) / F246 (1861)

The Sun - just touched the Morning -
The Morning - Happy thing -
Supposed that He had come to dwell -
And Life would all be Spring!

She felt herself supremer -
A Raised - Ethereal Thing!
Henceforth - for Her - what Holiday!
Meanwhile - Her wheeling King -
Trailed - slow - along the Orchards -
His haughty - spangled Hems -
Leaving a new nescessity!
The want of Diadems!

The Morning - fluttered - staggered -
Felt feebly - for Her Crown -
Her unannointed forehead -
Henceforth - Her only One!

    Il Sole - sfiorò appena la Mattina -
La Mattina - Felice creatura -
Immaginò Lui venuto per restare -
E tutta la Vita come una Primavera!

Si sentì più in alto di tutto -
Un'Elevata - Eterea Creatura!
D'ora in poi - per Lei - quale Vacanza!
Nel frattempo - il Suo roteante Re -
Trascinava - lento - lungo i Frutteti -
I suoi alteri - scintillanti Bordi -
Lasciando una nuova necessità!
Il bisogno di Diademi!

La Mattina - turbata - esitante -
Percepì debolmente - la Sua Corona -
La fronte sconsacrata -
D'ora in poi - Sua unica Ghirlanda!

L'eterna illusione del mattino: ogni giorno immagina il sorgere del sole come definitivo, si sente nobilmente investito da quella luce che sembra elevarlo al di sopra di tutto; poi, inevitabilmente, il sole compie il suo ciclo, lasciando qua e là scintille luminose che sembrano diademi pronti ad adornare la fronte del giorno; e allora il mattino prova a cercare su di sé quell'illusoria corona, ma trova soltanto una nuda fronte, priva ormai della consacrazione di una luce che sembrava eterna e si trasforma invece in un incombente crepuscolo.


J233 (1861) / F247 (1861)

The Lamp burns sure - within -
Tho' Serfs - supply the Oil -
It matters not the busy Wick -
At her phosphoric toil!

The Slave - forgets - to fill -
The Lamp - burns golden - on -
Unconscious that the oil is out -
As that the Slave - is gone.

    La Lampada arde sicura - dentro -
Tuttavia i Servi - provvedono all'Olio -
Non se ne preoccupa l'indaffarato Stoppino -
Intento alla sua fosforica fatica!

La Schiava - dimentica - di riempirla -
La Lampada - brucia dorata - accesa -
Inconsapevole che l'olio è finito -
E che la Schiava - se n'è andata.

La luce che abbiamo dentro è capace di ardere da sola, non ha bisogno di quegli interventi esterni che sembrano nutrirla ma in realtà non aggiungono nulla al suo splendore, nascosto nell'intimo. Lo stoppino che ci arde dentro non si preoccupa se là fuori ci sia o no qualcuno incaricato di provvedere a quell'olio, un olio capace soltanto di dargli una luce apparente, che non ha nulla a che vedere con quella vera, immortale.
Nella lampada del primo verso può leggersi una metafora della vita, incurante delle vicissitudini mortali perché è consapevole della propria natura eterna, ma anche di un sentimento come l'amore, intimo e indistruttibile, anche quando l'olio che dovrebbe tenerlo vivo non c'è più.


J234 (1861) / F249 (1861)

You're right - "the way is narrow" -
And "difficult the Gate" -
And "few there be" - Correct again -
That "enter in - thereat" -

'Tis Costly - So are purples!
'Tis just the price of Breath -
With but the "Discount" of the Grave -
Termed by the Brokers - "Death"!

And after that - there's Heaven -
The Good man's - "Dividend" -
And Bad men - "go to Jail" -
I guess -

    Hai ragione - "la via è angusta" -
E "difficile la Porta" -
E "pochi ce ne sono" - di nuovo Esatto -
Che "entrano - in quel luogo" -

È Costosa - così è la porpora!
Ha giusto il prezzo del Respiro -
Con solo lo "Sconto" della Tomba -
Definita dai Sensali - "Morte"!

E dopo quella - c'è il Paradiso -
Del Buono - il "Dividendo" -
E i Cattivi - "vanno in Galera" -
Suppongo -

La difficoltà di entrare nel regno dei cieli si spoglia della sua solennità e diventa una questione mercantile, con l'uso reiterato di termini economici (costly, price, discount, brokers, dividend) che la fanno apparire una sorta di bilancino tra costi e benefici. Nell'ultimo verso, che da una parte smentisce e dall'altra completa l'iniziale "You're right", si impone il dubbio che rimette tutto in discussione.
Le citazioni della prima strofa sono da Matteo 7,13-14: "Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti saranno a entrare in quel luogo. Perché stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!" Versetti analoghi sono in Luca 13,23-24, ma il confronto con la King James Version rivela che la fonte è il Vangelo secondo Matteo.


J235 (1861) / F250 (1861)

The Court is far away -
No Umpire - have I -
My Sovreign is offended -
To gain his grace - I'd die!

I'll seek his royal feet -
I'll say - Remember - King -
Thou shalt - thyself - one day - a Child -
Implore a larger - thing -

That Empire - is of Czars -
As small - they say - as I -
Grant me - that day - the royalty -
To intercede - for Thee -

    La Corte è assai lontana -
Arbitro - non ho -
Il mio Sovrano è offeso -
Per ottenere grazia - morirei!

Mi getterò ai suoi piedi regali -
Dirò - Ricordati - Re -
Tu - tu stesso - un giorno - un Fanciullo -
Implorerai per più grandi - cose -

Quell'Impero - è di Zar -
Piccoli - si dice - come me -
Concedimi - quel giorno - il diritto regale -
Di intercedere - per Te -

L'amato, il re di un cuore innamorato, è ormai lontano, irraggiungibile, sordo a ogni implorazione; l'unica cosa che resta è la speranza di poter un giorno condividere con lui quel regno in cui la nobiltà non sarà più una vuota apparenza, ma un rango riservato a tutti coloro che ne faranno parte (vedi anche gli ultimi due versi della J226-F275).


J236 (1861) / F251 (1861)

If He dissolve - then - there is nothing - more -
Eclipse - at Midnight -
It was dark - before -

Sunset - at Easter -
Blindness - on the Dawn -
Faint Star of Bethlehem -
Gone down!

Would but some God - inform Him -
Or it be too late!
Say - that the pulse just lisps -
The Chariots wait -

Say - that a little life - for His -
Is leaking - red -
His little Spaniel - tell Him!
Will He heed?

    Se Lui si dissolve - allora - non c'è nulla - più -
Eclissi - a Mezzanotte -
Era buio - prima -

Tramonto - a Pasqua-
Cecità - all'Alba -
La debole Stella di Betlemme -
Tramontata!

Dovrebbe almeno qualche Dio - informarlo -
O sarà troppo tardi!
Di' - che il polso mormora appena -
Che le Carrozze aspettano -

Di' - che una piccola vita - per la Sua -
Sta stillando - rosso -
La sua piccola Schiava - diglielo!
Ascolterà?

Il "Lui" del primo verso racchiude in sé tutto il mondo di chi ama; se sparisse non resterebbe nulla, se non un buio eterno, intangibile anche da tutto ciò che è simbolo di luce, di rinascita: il sole, la resurrezione, l'alba, la stella che annunciava il salvatore. Solo un dio potrebbe essere capace di scongiurare quella separazione: ma "Lui" sarà capace di ascoltarlo, di accorgersi di quel cuore spezzato, di capire che il tempo che ci è concesso sta ormai per scadere?


J237 (1861) / F252 (1861)

I think just how my shape will rise -
When I shall be "forgiven" -
Till Hair - and Eyes - and timid Head -
Are out of sight - in Heaven -

I think just how my lips will weigh -
With shapeless - quivering - prayer -
That you - so late - "consider" me -
The "Sparrow" of your care -

I mind me that of Anguish - sent -
Some drifts were moved away -
Before my simple bosom - broke -
And why not this - if they?

And so I con that thing - "forgiven" -
Until - delirious - borne -
By my long bright - and longer - trust -
I drop my Heart - unshriven!

    Penso a come il mio corpo risorgerà -
Quando sarò "perdonata" -
Non appena i Capelli - e gli Occhi - e il timido Capo -
Saranno al di là del visibile - in Cielo -

Penso a come le mie labbra si leveranno -
In confusa - tremante - preghiera -
Affinché tu - anche in ritardo - mi "consideri"
Il "Passero" delle tue cure -

Rammento che d'Angoscia - spinsi -
Tanti moti ad allontanarsi -
Prima che il mio ingenuo petto - si spezzasse -
E perché non questo - se loro?

E così ripasso quella parola - "perdonata" -
Fino a che - delirante - sorretta -
Da una lunga luminosa - e più estesa - fiducia -
Ripongo il mio Cuore - non assolto!

Nei primi versi il perdono del cielo e la resurrezione sembrano dati di fatto, qualcosa che non può essere messa in dubbio; ma subito in quel corpo ormai al di là del visibile si riaffacciano i desideri della vita mortale, di un "lui" che, sia pure tardivamente, si accorga delle angosce provate, di quel cuore spezzato: e allora, negli ultimi versi, è come se ci fosse un ripensamento, un rivedere quel perdono che sembrava risolutore, un aggrapparsi alla speranza che il rifiuto della fede a favore di una "lunga, luminosa e più estesa fiducia" possa ancora ridarci in vita ciò che sentivamo perduto. E allora quel cuore resti pure "non assolto", perché la breve felicità di un momento può essere più desiderata di un perdono ottenuto a prezzo della rinuncia.
La poesia lascia aperti molti interrogativi; l'interpretazione che ne ho data è una delle possibili, sorretta soprattutto dal verso finale della terza strofa: "And why not this - if they?", che ho letto come: "perché il mio cuore si è spezzato, perché non sono riuscita a governarlo, come ho fatto con quei moti angosciosi, che ho, sia pure faticosamente, allontanato da me?". La risposta è implicita nell'ultima strofa: "perché non riesco ad accettare la rinuncia, perché preferisco affidarmi a una fiducia che, sia pur delirante in quanto non sorretta da nessuna certezza, mi dà di più di un perdono che sento solo come falsamente consolatore."


J238 (1861) / F309 (1862)

Kill your Balm - and it's Odors bless you -
Bare your Jessamine - to the storm -
And she will fling her maddest perfume -
Haply - your Summer night to Charm -

Stab the Bird - that built in your bosom -
Oh, could you catch her last Refrain -
Bubble! "forgive" - "Some better" - Bubble!
"Carol for Him - when I am gone"!

    Uccidi il tuo Balsamo - e i suoi Odori ti esalteranno -
Esponi il tuo Gelsomino - alla tempesta -
E diffonderà il suo più folle profumo -
Forse - per Incantare la tua notte d'Estate -

Pugnala l'Uccello - che è annidato nel tuo petto -
Oh, potessi tu cogliere il suo ultimo Ritornello -
Gorgoglia! "perdono" - "Un più bel" - Gorgoglia!
"Canto per Lui - quando non sarò più"!

L'amore non accetta di essere sconfitto; anche se lo respingi, se riesci a scacciarlo, non farà altro che esprimere con più forza un sentimento impossibile da soffocare.
Il gesto di voler sopprimere l'amore è espresso con due verbi "cruenti" all'inizio di ciascuna strofa, a cui corrispondono due risposte diverse: nella prima lo sprigionarsi di odori esaltanti, di profumi "folli" che inebriano, come se l'amore traesse una forza ancora maggiore dall'essere respinto o, comunque, impossibile; nella seconda l'estremo sacrificio di chi è consapevole che soltanto la morte riuscirà a placare quel sentimento, con un'umile richiesta di perdono per un "canto" che, forse, era inadeguato e incapace di esprimere tutto quello che avrebbe voluto.


J239 (1861) / F310 (1862)

"Heaven" - is what I cannot reach!
The Apple on the Tree -
Provided it do hopeless - hang -
That - "Heaven" is - to Me!

The Color, on the cruising cloud -
The interdicted Land -
Behind the Hill - the House behind -
There - Paradise - is found!

Her teazing Purples - Afternoons -
The credulous - decoy -
Enamored - of the Conjuror -
That spurned us - Yesterday!

    "Cielo" - è ciò che non posso raggiungere!
La Mela sull'Albero -
Purché sia impossibile - da cogliere -
Quella - è "Cielo" - per Me!

Il Colore, sulle nubi veleggianti -
La Regione interdetta -
Oltre la Collina - oltre la Casa -
Là - il Paradiso - si trova!

Le sue Porpore beffarde - i Pomeriggi -
I creduli - adescano -
Innamorati - dello Stregone -
Che ci sdegnò - Ieri!

Nei primi versi tre suggestioni bibliche: la mela dell'Eden, le nubi come simbolo divino (vedi p.es. Esodo 16,10), la terra promessa proibita a Mosè. Tre simboli di rinuncia, di luoghi irraggiungibili e proibiti che diventano gli unici desiderabili, come se la conoscenza, e non la fede cieca e senza domande, possa permetterci di raggiungere un Paradiso altrimenti privo di attrattive per la nostra mente avida di sapere e di consapevolezza. Nell'ultima strofa i colori purpurei del tramonto sembrano la beffarda illusione di uno stregone, che tenta di incantarci con le sue arti e, nello stesso tempo, guarda con sdegnosa sufficienza alle nostre domande.


J240 (1861) / F262 (1861)

Ah, Moon - and Star!
You are very far -
But were no one
Farther than you -
Do you think I'd stop
For a Firmament -
Or a Cubit - or so?

I could borrow a Bonnet
Of the Lark -
And a Chamois' Silver Boot -
And a stirrup of an Antelope -
And be with you - tonight!

But, Moon, and Star,
Though you're very far -
There is one - farther than you -
He - is more than a firmament - from me -
So I can never go!

    Ah, Luna - e Stella!
Siete molto lontane -
Ma se nessuno fosse
Più lontano di voi -
Credete che mi bloccherei
Per un Firmamento -
O un Cubito - o altro?

Potrei prendere il Berretto
Dell'Allodola -
E gli Stivali Argentei di un Camoscio -
E la staffa di un'Antilope -
E sarei con voi - stanotte!

Ma, Luna, e Stella,
Benché siate molto lontane -
C'è qualcuno - più lontano di voi -
Egli - è a più di un firmamento - da me -
Così non potrò mai andarci!

La versione riportata sopra è la prima trascritta nei fascicoli (fasc. 11); una seconda versione è nel fascicolo 14, con alcuni versi uniti (3/4, 5/6, 8/9) e due varianti: "leap to you" ("balzerei da voi") al posto di "be with you" al v. 12 e "And I cannot go!" ("Ed io non posso andarci!") al posto di "So I can never go!" nell'ultimo verso.

Il protagonista della poesia è nominato direttamente solo nel penultimo verso: l'amato lontano e irraggiungibile, al di là di qualsiasi distanza, anche di quelle apparentemente così remote della luna e delle stelle.


J241 (1861) / F339 (1862)

I like a look of Agony,
Because I know it's true -
Men do not sham Convulsion,
Nor simulate, a Throe -

The Eyes glaze once - and that is Death -
Impossible to feign
The Beads upon the Forehead
By homely Anguish strung.

    Mi piace l'aspetto dell'Agonia,
Perché so che è sincero -
Non si manipolano le Convulsioni,
Né si simula, uno Spasimo -

Occhi vitrei in un momento - e quella è Morte -
Impossibile fingere
Le Perle di sudore sulla Fronte
Dall'Angoscia familiare infilate.

Nel manoscritto, prima della seconda strofa, ci sono due parole cancellate: "Death, comes" ("La Morte, arriva").

Nulla vi può essere di più sincero del momento della morte, quando l'angoscia (familiare perché la paura di morire ci ha accompagnato per tutta la vita) ci imperla la fronte di sudore freddo: nessuno riuscirà mai a simulare quei momenti, unici e terribili.
Il primo verso raggela: il verbo iniziale, così colloquiale e riservato a sensazioni piacevoli, viene all'improvviso legato a un sostantivo di segno completamente opposto, dopo un'allitterazione che sembra giocare con le parole per poi sferrare il colpo che spiazza.
Al secondo verso, ho tradotto "it's" come se fosse la contrazione di "it is"; in realtà ED utilizza questa grafia sempre come aggettivo possessivo neutro e il senso letterale del verso è perciò: "Perché conosco la sua verità, la sua sincerità".


J242 (1861) / F343 (1862)

When we stand on the tops of Things -
And like the Trees, look down -
The smoke all cleared away from it -
And Mirrors on the scene -

Just laying light - no soul will wink
Except it have the flaw -
The Sound ones, like the Hills - shall stand -
No Lightning, scares away -

The Perfect, nowhere be afraid -
They bear their dauntless Heads,
Where others, dare not go at noon,
Protected by their deeds -

The Stars dare shine occasionally
Upon a spotted World -
And Suns, go surer, for their Proof,
As if an axle, held -

    Quando staremo sulla sommità delle Cose -
E come gli Alberi, guarderemo giù -
Il fumo si sarà del tutto dissipato -
E Specchi sulla scena -

A spargere luce - nessun'anima strizzerà gli occhi
Eccetto quelle che hanno crepe -
Quelle Solide, come le Colline - staranno -
Nemmeno il Fulmine, le spaventa -

I Perfetti, in nessun luogo hanno paura -
Essi spingono le impavide Fronti,
Dove altri, non oserebbero andare a mezzogiorno,
Protetti dai loro atti -

Le Stelle osano brillare talvolta
Su un Mondo maculato -
E i Soli, vanno più sicuri, alla Prova,
Come se un asse, impugnassero -

In un aldilà al di sopra di tutto, il fumo del mistero sarà finalmente diradato per lasciare spazio alla luce della conoscenza. Sarà una luce abbagliante, come riflessa da innumerevoli specchi, ma solo le anime che avranno peccato cercheranno di difendersi da quell'immenso bagliore, le altre guarderanno con avidità, e non con paura, a quello spettacolo finalmente chiaro e privo di dubbi, perché i puri sanno mantenere la loro luce, debole ma salda come quella di una stella, anche in un mondo pieno di difetti, fino a quando, nel momento della prova suprema, potranno brillare come un sole padrone del proprio destino.


J243 (1861) / F257 (1861)

I've known a Heaven, like a Tent -
To wrap it's shining Yards -
Pluck up it's stakes, and disappear -
Without the sound of Boards
Or Rip of Nail - Or Carpenter -
But just the miles of Stare -
That signalize a Show's Retreat -
In North America -

No Trace - no Figment of the Thing
That dazzled, Yesterday,
No Ring - no Marvel -
Men, and Feats -
Dissolved as utterly -
As Bird's far Navigation
Discloses just a Hue -
A plash of Oars, a Gaiety -
Then swallowed up, of View.

    Ho visto un Cielo, come un Tendone -
Avvolgere i suoi Spazi lucenti -
Tirare su i pali, e scomparire -
Senza rumore di Assi
O Strappo di Chiodo - O Falegname -
Ma solo le miglia di Fissità -
Che segnalano la Partenza di un Circo -
Nel Nord America.

Né Traccia - né Finzione di Ciò
Che sbalordiva, Ieri,
Né Pista - né Attrazione -
Uomini, e Prodezze -
Dissolti completamente -
Come la lontana Navigazione di un Uccello
Rivela appena una Sfumatura -
Uno spruzzo di Remi, una Gaiezza -
Poi sottratti, alla Vista.

La notte-morte fa scomparire silenziosamente tutto ciò che riempiva di meraviglia il nostro sguardo; e il giorno-vita, ormai dissolto, lascia solo un pallido ricordo, come un bagliore in lontananza che dura un attimo e poi scompare.
Molto bella l'immagine del sesto verso: "miglia di Fissità", ovvero il gelido nulla della notte-morte contrapposto, dopo tre versi, a tuttò ciò che è vita e movimento, a quelle cose che fino a ieri ci sbalordivano con la loro variopinta e mobile varietà. Il termine "stare", come sostantivo, significa "Uno sguardo fisso con occhi spalancati"; l'immagine concreta che viene in mente è quella di un luogo fino a poco prima riempito dalle meraviglie di un circo e ora rimasto soltanto con le vuote buche dei pali smontati, come, appunto, degli occhi spalancati con uno sguardo ormai fisso sul nulla.


J244 (1861) / F242 (1861)

It is easy to work when the soul is at play -
But when the soul is in pain -
The hearing him put his playthings up
Makes work difficult - then -

It is simple, to ache in the Bone, or the Rind -
But Gimblets - among the nerve -
Mangle daintier - terribler -
Like a Panther in the Glove -

    È facile andare avanti quando l'anima gioca -
Ma quando l'anima è in pena -
Il sentirla riporre i suoi giocattoli -
Rende arduo il cammino - allora -

È naturale, il dolore nelle Ossa, o sulla Pelle -
Ma Succhielli - tra i nervi -
Straziano più raffinati - più terribili -
Come una Pantera nel Guanto -

I dolori interiori straziano molto di più di quelli visibili.
Potente e terribile l'immagine dell'ultimo verso: i "succhielli tra i nervi" diventano gli artigli di una pantera che cerca di lacerare la prigione in cui è rinchiusa.


J245 (1861) / F261 (1861)

I held a Jewel in my fingers -
And went to sleep -
The day was warm, and winds were prosy -
I said "'Twill keep" -

I woke - and chid my honest fingers,
The Gem was gone -
And now, an Amethyst remembrance
Is all I own -

    Stringevo un Gioiello fra le dita -
E mi addormentai -
Il giorno era caldo, e i venti erano monotoni -
Dissi: "Rimarrà" -

Mi svegliai - e sgridai le incolpevoli dita,
La Gemma se n'era andata -
E ora, la memoria di un'Ametista
È tutto ciò che ho -

Quando perdiamo ciò che credevamo saldamente in nostro possesso a nulla vale cercare il colpevole, perché quasi mai sapremo il vero perché di quella perdita. Resta la memoria di quel "gioiello" scomparso, ma anche il rimpianto di non averlo saputo trattenere, forse perché, troppo sicuri di noi, ci siamo addormentati in una rassicurante abitudine anziché viverlo con l'intensità che meritava.


J246 (1861) / F264 (1861)

Forever at His side to walk -
The smaller of the two!
Brain of His Brain -
Blood of His Blood -
Two lives - One Being - now -

Forever of His fate to taste -
If grief - the largest part -
If joy - to put my piece away
For that beloved Heart -

All life - to know each other -
Whom we can never learn -
And bye and bye - a Change -
Called Heaven -
Rapt neighborhoods of men -
Just finding out - what puzzled us -
Without the lexicon!

    Per sempre al Suo fianco camminare -
La più piccola dei due!
Mente della Sua Mente -
Sangue del Suo Sangue -
Due vite - Un Essere - ora -

Per sempre del Suo destino cibarmi -
Se dolore - la parte maggiore -
Se gioia - rinunciare alla mia porzione
Per quell'amato Cuore -

Tutta la vita - sapere l'uno dall'altro -
Ciò che non potremmo mai imparare -
E dopo un po' - un Cambiamento -
Chiamato Cielo -
Estatici assembramenti umani -
Intenti a svelare - l'enigma per noi irrisolto -
Senza il vocabolario!

All'inizio una visione convenzionale del rapporto uomo-donna ("The smaller of the two!") subito riscattata dai versi che seguono, dove il rapporto di dedizione diventa una unione che trova il suo completamento nell'immortalità, della vita e dell'amore. Negli ultimi due versi il guizzo dickinsoniano, che chiama in causa il dubbio e il mistero, con quell'immagine così semplice e così efficace di "estatici assembramenti umani", ormai liberi di decifrare un enigma che nessun vocabolario mortale è capace di sciogliere.


J247 (1861) / F266 (1861)

What would I give to see his face?
I'd give - I'd give my life - of course -
But that is not enough!
Stop just a minute - let me think!
I'd give my biggest Bobolink!
That makes two - Him - and Life!
You know who "June" is -
I'd give her -
Roses a day from Zenzibar -
And Lily tubes - like wells -
Bees - by the furlong -
Straits of Blue
Navies of Butterflies - sailed thro' -
And dappled Cowslip Dells -

Then I have "shares" in Primrose "Banks" -
Daffodil Dowries - spicy "Stocks" -
Dominions - broad as Dew -
Bags of Doubloons - adventurous Bees
Brought me - from firmamental seas -
And Purple - from Peru -

Now - have I bought it -
"Shylock"? Say!
Sign me the Bond!
"I vow to pay
To Her - who pledges this -
One hour - of her Sovreign's face"!
Extatic Contract!
Niggard Grace!
My Kingdom's worth of Bliss!

    Cosa darei per vedere il suo volto?
Darei - darei la mia vita - naturalmente -
Ma ciò non è abbastanza!
Aspettate un momento - lasciatemi pensare!
Darei il mio Bobolink più grande!
Così siamo a due - Lui - e la Vita!
Sapete chi è "Giugno" -
Darei lui -
Rose di giornata da Zanzibar -
E calici di Gigli - come pozzi -
Api - a spanne -
Canali d'Azzurro
Che flotte di Farfalle - traversarono -
E screziate Vallette di Primule -

Poi ho "interessi" in "Banchi" di Pratolina -
Giunchiglie in Dote - odorose "Azioni" -
Domini - estesi come la Rugiada -
Sacchi di Dobloni - che Api avventurose
Mi portarono - da mari celesti -
E Porpora - dal Perù -

Adesso - l'ho comprata -
"Shylock?" Dai!
Firmami l'Accordo!
"Giuro di pagare
A Lei - che dà in pegno tutto ciò -
Un'ora - del volto del suo Sovrano!"
Estatico Contratto!
Avara Grazia!
Il prezzo del mio Regno di Beatitudine!

Il volto dell'amato non ha prezzo e l'avaro Shylock shakespeariano sembra alla fine non avere scelta: talmente alto e diversificato è il prezzo offerto che anche lui dovrà cedere e accettare quell'accordo.
Nella seconda strofa il lessico da mercato azionario è giocato anche sui diversi significati dei termini: "share": "porzione, dividendo"; "bank": "banca, riva, banco (di sabbia, ecc.)"; "stock": "obbligazione, azione, capitale, provvista, bestiame".
"Cowslip" (v. 14) e "primrose" (v. 15) sono varietà di primule; per diversificare i due termini (usati soltanto in questa poesia) ho tradotto con "primule" e "pratolina".


J248 (1861) / F268 (1861)

Why - do they shut me out of Heaven?
Did I sing - too loud?
But - I can say a little "minor"
Timid as a Bird!

Would'nt the Angels try me -
Just - once - more -
Just - see - if I troubled them -
But dont - shut the door!

Oh, if I - were the Gentleman
In the "White Robe" -
And they - were the little Hand - that knocked -
Could - I - forbid?

    Perché - mi hanno chiusa fuori dal Cielo?
Cantavo - troppo forte?
Ma - posso ripetere un po' in "minore"
Timida come un Uccello!

Volessero gli Angeli mettermi alla prova -
Soltanto - una volta - ancora -
Vedi - solo - se li ho disturbati -
Ma non - chiudere la porta!

Oh, se io - fossi il Signore
Nella "Bianca Veste" -
E loro - fossero la piccola Mano - che bussa -
Potrei - io - vietare?

La fede non ammette domande, accetta soltanto il silenzio di un credere senza dubbi. Per chi non si conforma a quel silenzio le porte del cielo sono chiuse.
Nei versi si legge all'inizio l'ironia di chi sa di aver soltanto chiesto lumi a un mistero impenetrabile, ed è anche disposto a chiedere in modo diverso, a conformarsi a una sorta di "educazione" (parlare più piano, chiedere umilmente) che non limiti però il desiderio di sapere. Nella parte finale si legge invece un'orgogliosa rivendicazione della propria diversità, rispetto a quell'occhiuto "Gentleman" biancovestito che si rifiuta di ascoltare e sa soltanto proibire.


J249 (1861) / F269 (1861)

Wild nights - Wild nights!
Were I with thee
Wild nights should be
Our luxury!

Futile - the winds -
To a Heart in port -
Done with the Compass -
Done with the Chart!

Rowing in Eden -
Ah, the Sea!
Might I but moor - tonight -
In thee!

    Notti selvagge - Notti selvagge!
Fossi io con te
Notti selvagge sarebbero
La nostra voluttà!

Futili - i venti -
Per un Cuore in porto -
Via il Compasso -
Via la Mappa!

Vogare nell'Eden -
Ah, il Mare!
Potessi soltanto ormeggiare - stanotte -
In te!

L'esplicita accentuazione erotica dei versi fece sorgere dei dubbi di opportunità anche al "liberal" Higginson, che in una lettera a Mabel Todd del 21 aprile 1891, mentre stavano preparando insieme il secondo volume delle poesie, scrisse: "Solo per una poesia ho qualche timore - quella meravigliosa 'Wild nights', - dove ho paura che i maligni possano leggere più di quanto la vergine reclusa abbia voluto esprimere nei versi. Miss Lavinia ha qualche incertezza al riguardo? Capirete e perdonerete la mia premura. Eppure che perdita sarebbe ometterla! Non è davvero da omettere." (vedi nota nell'edizione Johnson, pag. 180).


J250 (1861) / F270 (1861)

I shall keep singing!
Birds will pass me
On their way to Yellower Climes -
Each - with a Robin's expectation -
I - with my Redbreast -
And my Rhymes -

Late - when I take my place in summer -
But - I shall bring a fuller tune -
Vespers - are sweeter than matins - Signor -
Morning - only the seed - of noon -

    Terrò in serbo il canto!
Gli uccelli mi oltrepasseranno
Nel loro cammino verso Climi più Gialli -
Ciascuno - con le aspettative di un Tordo -
Io - col mio Pettirosso
E le mie Rime -

Più tardi - quando prenderò posto nell'estate -
Allora - produrrò una più piena melodia -
I vespri - sono più dolci dei mattutini - Signore -
Il mattino - solo il seme - del meriggio -

Un elogio della maturità, qui vista come capacità poetica di produrre "a fuller tune" quando si è arrivati all'estate, al culmine, della vita. Nei primi versi c'è come un consiglio a frenare l'impazienza, a lasciarsi oltrepassare da quegli uccelli che corrono verso climi più caldi senza saper aspettare una maturazione che richiede il tempo stabilito dai cicli naturali.
Ai versi 4 e 5 "robin" e "redbreast" hanno significati quasi intercambiabili. Nel Webster, per "Robin" troviamo: "1. A bird of the genus Motacilla, called also redbreast. This is the English application of the word. 2. In the United States, a bird with a red breast, a species of Turdus."; per "Redbreast": "A bird so called from the color of its breast, a species of Motacilla. In America, this name is given to the robin, so called, a species of Turdus." Ho perciò tradotto con "tordo" e "pettirosso".