Emily Dickinson

The Complete Poems
Tutte le poesie

J951 - 1000

Traduzione e note di Giuseppe Ierolli


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Appendice

Indice Johnson
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J951 (1864) / F911 (1865)

As Frost is best conceived
By force of it's Result -
Affliction is inferred
By subsequent effect -

If when the Sun reveal,
The Garden keep the Gash -
If as the Days resume
The wilted countenance

Cannot correct the crease
Or counteract the stain -
Presumption is Vitality
Was somewhere put in twain -

    Come il Gelo è compreso al meglio
Dalla forza del suo Esito -
L'Afflizione è dedotta
Dall'effetto che ne segue -

Se quando il Sole riappare,
Il Giardino conserva lo Squarcio -
Se come i Giorni riprendono
L'avvizzito aspetto

Non riesce a correggere la ruga
O a ostacolare la macchia -
Si presume che la Vitalità
Sia in qualche punto recisa in due -

Le cose immateriali si comprendono guardandone gli effetti. Così, come ci si accorge del gelo guardando qualcuno che rabbrividisce, l'afflizione si misura da ciò che succede dopo l'evento che l'ha determinata. Se nemmeno il sole riesce a guarire lo squarcio che si è prodotto, se il trascorrere dei giorni non riesce ridare serenità ad un volto avvizzito dal dolore, significa che la vita ha subito ormai un taglio netto, difficile, se non impossibile, da ricomporre.


J952 (1864) / F913 (1865)

A Man may make a Remark -
In itself - a quiet thing
That may furnish the Fuse unto a Spark
In dormant nature - lain -

Let us divide - with skill -
Let us discourse - with care -
Powder exists in Charcoal -
Before it exists in Fire -

    Un Uomo può fare un Commento -
In sé - una cosa tranquilla
Che può fornire la Miccia a una Favilla
In dormiente stato - distesa -

Dispensiamo - con destrezza -
Parliamo - con attenzione -
La Fiamma esiste nel Carbone -
Prima di esistere nel Fuoco -

Bisogna essere cauti nel parlare, nel dispensare i nostri commenti, perché una cosa che noi consideriamo poco significativa potrebbe non esserlo per chi ci ascolta. Ricordiamoci sempre che basta una scintilla, magari involontaria, per dar fuoco alle polveri.
Al verso 7 "powder" significa in questo caso "polvere da sparo" nel senso di qualcosa che prende facilmente fuoco, che esplode all'improvviso. Per non usare due parole e allungare il verso ho tradotto con "fiamma"; non è esattamente la stessa cosa, ma credo che il senso del verso (un fuoco che cova sotto la cenere, sempre pronto a sprigionarsi alla minima scintilla) rimanga comunque, anche in relazione alla favilla "dormiente" della prima strofa.


J953 (1864) / F914 (1865)

A Door just opened on a street -
I - lost - was passing by -
An instant's Width of Warmth disclosed -
And Wealth - and Company -

The Door as instant shut - And I -
I - lost - was passing by -
Lost doubly - but by contrast - most -
Informing - Misery -

    Una Porta si aprì appena sulla strada -
Io - sperduta - passavo di là -
L'Ampiezza del Calore di un istante si dischiuse -
E Ricchezza - e Compagnia -

La Porta in pari istante si chiuse - Ed io
Io - sperduta - passavo di là -
Sperduta due volte - ma di più - per il contrasto -
Che palesava - la Miseria -

Così come "Success is counted sweetest / By those who ne'er succeed" (J67-F112) la miseria, l'infelicità viene resa più acuta se si ha la percezione del contrario. Basta un istante per cogliere, al di là di una porta socchiusa, il calore, la ricchezza, la compagnia di una casa dove regna la gioia, tutto ciò che un'anima infelice non ha.
Come nella J944-F891 l'immagine può anche essere vista in modo speculare: chi è infelice guarda dentro quella porta socchiusa con occhi che sanno vedere solo il calore, la ricchezza, la compagnia, e non altre cose che pure quasi sempre ci sono, dietro una facciata che, in quell'istante, può apparire serena.


J954 (1864) / F1070 (1865)

The Chemical conviction
That Nought be lost
Enable in Disaster
My fractured Trust -

The Faces of the Atoms
If I shall see
How more the Finished Creatures
Departed Me!

    La Chimica certezza
Che nulla va perduto
Sprona nella Sventura
Il mio Credo in frantumi -

Se il Volto degli Atomi
Vedrò
Tanto più le Finite Creature
Sottratte a Me!

ED prova a razionalizzare la speranza dell'aldilà. Se sappiamo dalla scienza che nulla va perduto, allora possiamo essere ragionevolmente sicuri che possa esistere l'immortalità, una certezza che ci sprona a raccogliere i cocci di un credo in frantumi, affidandone la ricostruzione a un'illusione rivestita di concretezza.
In una variante all'ultimo verso le creature "Departed" diventano "Entrusted" ("Affidate").


J955 (1864) / F1071 (1865)

The Hollows round His eager Eyes
Were Pages where to read
Pathetic Histories - although
Himself had not complained.
Biography to All who passed
Of Unobtrusive Pain
Except for the italic Face
Endured, unhelped - unknown -
    I Solchi intorno ai Suoi Occhi ardenti
Erano Pagine in cui leggere
Sofferte Storie - sebbene
Lui non se ne lamentasse.
Biografia per Chiunque passasse
Di una Pena non Manifesta
Salvo per quel Volto in corsivo
Sopportata, senza aiuto - sconosciuta -

In un volto scavato dal dolore si può leggere molto, anche se è il volto di qualcuno che non rivela le proprie sofferenza interiori. È come se fosse, per chiunque gli passi davanti, una biografia di quella pena che rimarrebbe nascosta se non fosse scritta su quel volto, perché sopportata in silenzio, da soli, e rimasta sconosciuta agli altri.
Molto bello nel settimo verso quel "volto in corsivo", un volto che diventa un libro scritto con solchi scavati dalla sofferenza che sembrano parole sottolineate, evidenziate.
Al terzo verso ho tradotto "pathetic" con "sofferte" perché "patetiche" viene perlopiù associato, nell'uso comune, ad un sentimentalismo convenzionale e artificioso piuttosto che al significato primario derivante dall'etimologia della parola, dal greco "pathos", ovvero "sofferenza".


J956 (1864) / F915 (1865)

What shall I do when the Summer troubles -
What, when the Rose is ripe -
What when the Eggs fly off in Music
From the Maple Keep?

What shall I do when the Skies a'chirrup
Drop a Tune on Me -
When the Bee hangs all Noon in the Buttercup
What will become of Me?

Oh, when the Squirrel fills His Pockets
And the Berries stare
How can I bear their jocund Faces
Thou from Here, so far?

'Twould'nt afflict a Robin -
All His Goods have Wings -
I - do not fly, so Wherefore
My Perennial Things?

    Cosa farò quando l'Estate turbinerà -
Cosa, quando la Rosa sarà matura -
Cosa quando le Uova s'involeranno in Musica
Dalla Custodia dell'Acero?

Cosa farò quando dai Cieli cinguettanti
Cadrà una Melodia su di Me -
Quando l'Ape s'attaccherà ogni Meriggio al Ranuncolo
Cosa sarà di Me?

Oh, quando lo Scoiattolo si riempirà le Tasche
E le Bacche occhieggeranno
Come potrò sostenere i loro Volti giocondi
Tu da Qui, così lontano?

Non si affliggerebbe un Pettirosso -
Tutti i Suoi Beni hanno Ali -
Io - non so volare, perciò a che Servono
Le mie Cose Perenni?

L'arrivo dell'estate porterà alla rinascita della natura: lo sbocciare delle rose, il cinguettio degli uccelli, l'infaticabile lavoro dell'ape e dello scoiattolo, il crescere delle bacche. Ma tutto questo rifiorire, questa gioia che pervade il mondo, perde d'importanza finché chi si ama è lontano. Un pettirosso non si preoccuperebbe di questa lontananza, perché ha ali che lo possono portare dappertutto, io che non le ho, che non posso volare, mi chiedo allora: a che serve tutto ciò che ho, se non ho ciò che vorrei?
Al primo verso "trouble" significa generalmente "preoccupare, rendere ansioso, affliggere". Credo però che in questo verso ED abbia utilizzato quello che nel Webster è chiamato "primary sense", derivato dal latino "turbo, turbinis", ovvero: "volteggiare, agitare, roteare". Perciò ho tradotto con "turbinare", per mantenere anche un'assonanza fonetica con l'originale.


J957 (1864) / F917 (1865)

As One does Sickness over
In convalescent Mind,
His scrutiny of Chances
By blessed Health obscured -

As One rewalks a Precipice
And whittles at the Twig
That held Him from Perdition
Sown sidewise in the Crag

A Custom of the Soul
Far after suffering
Identity to question
For evidence 'thas been -

    Come per Chi ripensa alla Malattia
Nella Mente convalescente,
La valutazione dei Rischi
Dalla Salute benedetta è oscurata -

Come Chi ripercorre un Precipizio
E riduce a Ramoscello
Ciò che Lo trattenne dalla Perdizione
Cosparso a lato del Dirupo

Costume dell'Anima
Molto dopo la sofferenza
Chiedersi l'identità
Dell'evidenza trascorsa -

Il passato, rivisto con gli occhi del presente, può apparire molto diverso. Il tempo che passa rende l'anima incapace di ricordare l'esatta natura di una sofferenza, la precisa identità di un fatto concreto ma ormai da tanto trascorso. È come quando ripensiamo a una malattia nel momento in cui stiamo guarendo, o come quando ripercorriamo un precipizio nel quale stavamo per cadere e ciò che ci ha trattenuti ci sembra ormai insignificante.


J958 (1864) / F918 (1865)

We met as Sparks - Diverging Flints
Sent various - scattered ways -
We parted as the Central Flint
Were cloven with an Adze -
Subsisting on the Light We bore
Before We felt the Dark -
We knew by change between itself
And that etherial Spark.
    C'incontrammo come Scintille - Divergenti Selci
Spinte per varie - sparse vie -
Ci separammo come se il Centro della Selce
Fosse stato spaccato da un'Ascia -
Sostenuti dalla Luce che avevamo generato
Prima di avvertire il Buio -
Che distinguemmo dal contrasto fra esso
E quell'eterea Scintilla.

L'amore che si accende improvviso fra due persone visto come l'incontro di scintille prodotte da selci. Ma è un incontro che dura un istante; subito dopo l'ascia (la vita, le convenzioni) spacca la selce e le scintille si separano, ma mantengono dentro di loro il ricordo di quella luce che avevano generato, una luce che, per contrasto, fa avvertire come ancora più buia la tenebra nella quale si è ricaduti (la morte, ma anche la vita senza amore).
In una variante per gli ultimi due versi ("A Flint unto this Day - perhaps - / But for that single Spark." - "Una Selce fino ad Oggi - forse - / Salvo per quella singola Scintilla.") il buio si identifica con la selce, vista come una pietra dura e priva di vita, che può animarsi soltanto nell'incontro con l'altra, producendo quella scintilla che illumina, per un istante che rimarrà incancellabile, quel buio impenetrabile.


J959 (1864) / F1072 (1865)

A loss of something ever felt I -
The first that I could recollect
Bereft I was - of what I knew not
Too young that any should suspect

A Mourner walked among the children
I notwithstanding went about
As one bemoaning a Dominion
Itself the only Prince cast out -

Elder, Today, A session wiser,
And fainter, too, as Wiseness is
I find Myself still softly searching
For my Delinquent Palaces -

And a Suspicion, like a Finger
Touches my Forehead now and then
That I am looking oppositely
For the Site of the Kingdom of Heaven -

    La perdita di qualcosa mi ha sempre colpito -
Una prima sensazione posso ricordare
Che ero privata - di ciò che neppure conoscevo
Troppo giovane perché chiunque sospettasse

Un Lutto vagante nel seno di fanciulli
Io nondimeno mi aggiravo
Come chi rimpiange un Dominio
Di cui è il solo Principe spodestato -

Più vecchia, Oggi, Una sessione più saggia,
E più fiacca, pure, com'è la Saggezza
Mi scopro ancora sommessamente alla ricerca
Dei miei Inadempienti Palazzi -

E un Sospetto, come un Dito
Sfiora la mia Fronte di tanto in tanto
Ch'io stia cercando dalla parte opposta
Il Sito del Regno dei Cieli -

L'impossibilità di penetrare il mistero è sentita sempre dall'uomo come una perdita, come se ci fosse sottratto qualcosa che non conosciamo ma di cui sentiamo fortemente la mancanza. C'è chi avverte questa mancanza sin da bambino, come un oscuro male dell'anima che nessuno riesce a percepire, perché non è immaginabile in una mente infantile, sperduta e defraudata di fronte a questa sensazione, come un principe spodestato che vaga per il mondo senza capire perché abbia perso i suoi domini. Crescendo si diventa più saggi, ma anche, inevitabilmente, più fiacchi, meno disposti a lottare per capire. Eppure ci si ritrova ancora a cercare, magari con meno forza, quel perché. Ma la saggezza è anche dubbio, e allora ci si chiede se la ricerca abbia un senso o se si stia cercando qualcosa che non potrà mai essere trovato: la soluzione di un mistero che è dalla parte opposta, al di là del luogo in cui siamo noi. Potrà mai essere trovato sulla Terra un qualcosa che appartiene al Regno dei Cieli?
Al verso 12 "delinquent" è da considerare in un'accezione diversa e meno "forte" rispetto a quella del nostro "delinquente". La definizione del Webster è "che non fa il proprio dovere, che reca danno trascurando il proprio dovere". Ho perciò tradotto, come fa Binni, con "inadempiente". Questo verso è collegato con il "principe spodestato" dell'ottavo, come per dire che anche dopo essere cresciuti continuiamo a cercare quei palazzi da cui ci sentimmo spodestati; "inadempienti" perché non adempirono al dovere di mantenerci al loro interno come consapevoli prìncipi del mondo in cui viviamo.


J960 (1864) / F1075 (1865)

As plan for Noon and plan for Night
So differ Life and Death
In positive Prospective -
The Foot upon the Earth

At Distance, and Achievement, strains,
The Foot upon the Grave
Makes effort at Conclusion
Assisted faint, of Love -

    Come piano per il Meriggio e piano per la Notte
Cosi differiscono Vita e Morte
In esplicita Prospettiva -
Il Piede sulla Terra

A Distanze, e Compimenti, tende,
Il Piede sulla Tomba
Porta lo sforzo a Conclusione
Assistito fievolmente, dall'Amore -

La vita e la morte sono agli antipodi, senza nessun dubbio, allo stesso modo in cui differirebbero i progetti per dar vita al giorno o alla notte. Finche i nostri piedi calcano la Terra tendiamo a percorrere la vita riempiendola di cose concrete, cose che verranno inevitabilmente concluse quando lo stesso piede scenderà nella tomba, con l'unico, fievole, conforto dell'amore che speriamo di continuare, o di iniziare, a vivere nell'aldilà.


J961 (1864) / F821 (1864)

Wert Thou but ill - that I might show thee
How long a Day I could endure
Though thine attention stop not on me
Nor the least signal, Me assure -

Wert Thou but Stranger in ungracious country -
And Mine - the Door
Thou paused at, for a passing bounty -
No More -

Accused - wert Thou - and Myself - Tribunal -
Convicted - Sentenced - Ermine - not to Me
Half the Condition, thy Reverse - to follow -
Just to partake - the infamy -

The Tenant of the narrow Cottage, wert Thou -
Permit to be
The Housewife in thy low attendance
Contenteth Me -

No Service hast Thou, I would not achieve it -
To die - or live -
The first - Sweet, proved I, ere I saw thee -
For Life - be Love -

    Non fossi Tu che ostile - potrei mostrarti
Che lunghi Giorni resisterei
Malgrado la tua attenzione non si fermi su di me
Né il minimo segnale, Mi rassicuri -

Non fossi Tu che Straniero in un paese inospitale -
E Mia - la Porta
Dove ti fossi fermato, per un fuggevole premio -
Nient'Altro -

Accusato - fossi Tu - e Io stessa - il Tribunale -
Deciso - Condannasse - in Ermellino - non Me
A metà della Condizione, il tuo Rovescio - seguire -
Solo per condividere - l'infamia -

L'Abitante del piccolo Casolare, fossi Tu -
Il permesso di essere
La Massaia al tuo umile servizio
Mi farebbe contenta -

Non c'è Compito, che non affronterei per Te -
Morire - o vivere -
Il primo - Tesoro, sperimentai, prima di vederti -
Perché la Vita - è Amore -

Cinque strofe: ciascuna un'appassionata offerta d'amore senza riserve. Nella prima l'attesa e la rinuncia vissute senza dubbi o impazienze. Nella seconda il premio di uno sguardo senza altro da chiedere. Nella terza l'appassionata condivisione di ogni sventura. Nella quarta l'offerta di un amore che non teme l'umiltà. Nell'ultima l'identificazione implicita della morte come mancanza d'amore e della vita come suo esplicito sinonimo.
Ambigua la costruzione sintattica della terza strofa. Nadia Campana interpreta il "and Myself - Tribunal" come "e io il tribunale". Io ho inteso invece questo verso come condivisione già dall'inizio e perciò ritengo che "and Myself" sia legato alle parole che precedono. La strofa pertanto, in questa interpretazione, va letta così: "Se tu ed io venissimo accusati, e il tribunale dei giudici in ermellino decidesse di condannare te e non anche me, attribuendomi metà della tua condizione, meglio sarebbe seguire la tua sventura per condividerne l'infamia".
Una curiosità, non so quanto intenzionale: i pronomi personali e possessivi di prima e seconda persona sono citati entrambi per undici volte, una simbolica identità "io-tu" che lega ulteriormente i due protagonisti di questa poesia.


J962 (1864) / F822 (1864)

Midsummer, was it, when They died -
A full, and perfect time -
The Summer closed upon itself
In Consummated Bloom -

The Corn, her furthest Kernel filled
Before the coming Flail -
When These - leaned into Perfectness -
Through Haze of Burial -

    Mezza Estate, era, quando morirono -
Un pieno, e perfetto periodo -
L'Estate chiusa in se stessa
In Compiuta Fioritura -

Il Grano, le sue ultime Spighe riempiva
Prima dell'imminente Falce -
Mentre Loro - piegavano verso la Perfezione -
Attraverso la Nebbia del Sepolcro -

La natura è indifferente alla morte, l'estate fiorisce nella sua completezza senza curarsi di coloro che muoiono. Ma anche la natura segue il ciclo vita-morte, come il grano, che sembra sbrigarsi a riempire le sue spighe prima di essere falciato ("flail" significa letteralmente "correggiato" - ovvero un attrezzo agricolo per battere le spighe di grano - ho preferito tradurre con "falce" per assonanza fonetica, visto che il senso del verso mi sembra non soffrirne), mentre chi muore si avvia verso la perfezione attraversando l'indistinta strada del sepolcro.
Una variante per il settimo verso: "These Two" al posto di "These", fa presumere un riferimento a due persone reali.


J963 (1864) / F824 (1864)

A nearness to Tremendousness -
An Agony procures -
Affliction ranges Boundlessness -
Vicinity to Laws

Contentment's quiet Suburb -
Affliction cannot stay
In Acres - It's Location
Is Illocality -

    La prossimità alla Terribilità -
Un'Agonia procura -
L'Afflizione si aggira nella Sconfinatezza -
La vicinanza alle Leggi

Quieto Sobborgo dell'appagamento -
L'Afflizione non può stare
In Acri - la Sua Collocazione
È l'Illocalità -

La terribilità del primo verso è il luogo dell'agonia, dell'afflizione, perché è l'accostarsi ai misteri che rodono ogni mente raziocinante, quando tenta di percorrere le strade sconfinate della conoscenza e del dubbio. Il suo contrario, la vicinanza, nel senso di acquiescenza, alle leggi immutabili e rassicuranti che regolano la nostra vita concreta (le convenzioni sociali) e spirituale (la fede) è invece il luogo tranquillo e sereno dell'appagamento, rinchiuso però in confini ristretti e ben delimitati. Perciò il luogo dell'afflizione, del dubbio, non può essere misurato con i metri a cui siamo abituati, né rinchiuso in acri concreti e ben delimitati dalle leggi, la sua sola possibile collocazione è, con un geniale paradosso, l'illocalità, un non-luogo che rappresenta, nella sua irrappresentabilità, l'illimitata sfera d'azione della mente umana.
È come se ED ci dicesse: "se vuoi uscire dai confini in cui sei costretto, se vuoi oltrepassare i limiti, devi accettare un salto nel buio, in quel non-luogo privo di punti di riferimento che non può certo darti la quieta tranquillità della concretezza, ma che è insieme angosciante e affascinante."
Per gli ultimi due versi c'è una variante: "In Acre - or Location - / It rents Immensity -" ("In Acri - o Luogo - / Essa affitta l'Immensità -").


J964 (1864) / F825 (1864)

"Unto Me"? I do not know you -
Where may be your House?

"I am Jesus - Late of Judea -
Now - of Paradise" -

Wagons - have you - to convey me?
This is far from Thence -

"Arms of Mine - sufficient Phaeton -
Trust Omnipotence" -

I am spotted - "I am Pardon" -
I am small - "The Least
Is esteemed in Heaven the Chiefest -
Occupy my House" -

    "A Me?" Io non ti conosco -
Dove sta la tua Casa ?

"Io sono Gesù - Un tempo di Giudea -
Ora - del Paradiso" -

Carri - hai tu - per portarmi?
Qui è lontano da lì -

"Le Mie Braccia - Cocchio sufficiente -
Confida nell'Onnipotenza" -

Sono macchiata - "Io sono il perdono" -
Sono piccola - "Il più Umile
È reputato Primo in Cielo -
Vieni nella mia Casa" -

Siamo chiamati a fare l'ultimo viaggio, ma non è la morte a venirci a prendere, è direttamente Cristo. Dapprima siamo un po' increduli, "unto me?" fa pensare a qualcuno additato che si guarda intorno per capire se è proprio lui ad essere chiamato, poi sospettosi: "ma tu chi sei, dove vorresti portarmi?" Anche quando il misterioso visitatore si presenta, con nome, luogo di nascita e domicilio attuale, restiamo in dubbio: "ma sei sicuro di essere capace di portarmi fin laggiù?". Quando Cristo, pazientemente, ci rassicura circa le sue notevoli esperienze di traghettatore verso l'aldilà cerchiamo comunque di schermirci: "guarda che ho molte macchie sulla coscienza, sono insignificante, sei proprio sicuro di volermi?". Ma non c'è niente da fare, Cristo è buono, pratica il perdono, ma in queste cose è inflessibile, e nell'ultimo verso, appena mitigato da quella frase che lo precede, così consolante ma che appare proprio come un contentino finale, ci dice chiaramente "ora basta con le chiacchiere, andiamo."
Ovviamente la poesia può anche essere interpretata in modo diametralmente opposto, come il timore della morte sconfitto dalla bontà e dall'onnipotenza di Cristo, sempre pronto ad accoglierci in cielo. Ma la prima interpretazione è quella che mi piace di più.


J965 (1864) / F826 (1864)

Denial - is the only fact
Perceived by the Denied -
Whose Will - a numb significance -
The Day the Heaven died -

And all the Earth strove common round -
Without Delight, or Beam -
What Comfort was it Wisdom - was -
The spoiler of Our Home?

    La Negazione - è il solo fatto
Percepito da chi la subisce -
La cui Volontà - un inerte significato -
Il Giorno in cui il Cielo morì -

E tutta la Terra si sforzò di girare come sempre -
Senza Gioia, o Raggio -
Quale conforto fu che la Sapienza - fosse -
Il predatore del Nostro Focolare?

Sembra quasi un'immagine complementare alla precedente (nei fascicoli sono una di seguito all'altra). In quella un colloquio diretto e senza fronzoli con un Cristo che ci viene a prendere, in questa la morte vista come definitiva negazione della vita per la quale la nostra voglia di immortalità ha ben poca importanza; ciò che viene percepito da chi subisce questa negazione totale e definitiva è il fatto in sé, l'essere strappato alla propria casa, al proprio focolare.
Molto significativo il quarto verso, dove la nostra morte diventa la morte di quel cielo che probabilmente esiste solo nella mente di chi è in vita e, perciò, muore con lui. Nel verso che segue un'altra possibile identificazione cosmica: chi muore viene visto come una Terra che tenta, ma anche spera, di continuare il suo giro consueto, senza però né la gioia né lo spazio concreto della vita. Ho detto possibile perché può esserci un'altra lettura: dopo la nostra morte, la Terra si sforzerà di continuare il suo giro consueto senza di noi, senza quella gioia e quello spazio concreto occupati prima dalla nostra vita.
Negli ultimi due versi il momento della morte come fonte di conoscenza del mistero non regge il confronto con il suo contraltare: l'abbandono della vita e degli affetti più cari. Vengono in mente due versi della J425-F382: "You - are not so fair - Midnight - / I chose - Day -".
Al secondo verso ho tradotto "denied" con "chi la subisce". Si perde l'assonanza con il "denial" del primo verso, ma l'ho preferita a una soluzione più letterale: "Percepito - dal Negato"; un'altra soluzione, cambiando anche la traduzione di "denial", è: "Il Rifiuto - è il solo fatto / Percepito dal Rifiutato", ma per "deniel" preferisco la "negazione" al "rifiuto", perché mi sembra più definitiva e totalizzante. Raffo (Meridiano) traduce con: "Il rifiuto - è la sola realtà / percepita da chi lo subisce -", Seri (Mobydick) con "Negazione - è l'unica realtà / Percepita dalla Persona negata -".


J966 (1864) / F827 (1864)

All forgot for recollecting
Just a paltry One -
All forsook, for just a Stranger's
New Accompanying -

Grace of Wealth, and Grace of Station
Less accounted than
An unknown Esteem possessing -
Estimate - Who can -

Home effaced - Her faces dwindled -
Nature - altered small -
Sun - if shone - or Storm - if shattered -
Overlooked I all -

Dropped - my fate - a timid Pebble -
In thy bolder Sea -
Ask - me - Sweet - if I regret it -
Prove Myself - of Thee -

    Tutto dimenticai per ricordare
Solo un indegno Qualcuno -
Tutto abbandonai, solo per la Compagnia
Di uno Straniero appena arrivato -

La Grazia della Ricchezza, e la Grazia del Ceto
Reputate meno di
Un'ignota Stima di possesso -
La valuti - Chi può -

La Casa scomparve - I suoi volti svanirono -
La natura - cambiava poco -
Il Sole - splendesse - o la Tempesta - infuriasse -
Io trascuravo tutto -

Lasciai cadere - il mio fato - un timido Ciottolo -
Nel tuo spavaldo Mare -
Chiedimi - Tesoro - se ne ho rimpianto -
Mettimi alla prova - su di Te -

Errante cita, come probabile riferimento, un passo dall'Otello di Shakespeare, atto I, scena I, Roderigo a Brabanzio (134 e segg.): "Your daughter, if you have not given her leave, / I say again, hath made a gross revolt; / Tying her duty, beauty, wit and fortunes / In an extravagant and wheeling stranger" ("Vostra figlia, se non le avete dato voi il permesso, ripeto, ha fatto un bel colpo di testa, vincolando i suoi doveri, nonché la sua bellezza, intelligenza e ricchezza, ad uno stravagante straniero giramondo...").

Il riferimento di Errante a Desdemona, l'eroina shakespeariana che s'innamora di un moro estraneo al suo mondo, si adatta molto bene a questa poesia, dove l'amore è visto come un sentimento che non tiene conto di nulla se non della sua esistenza.
Al secondo verso ho tradotto "paltry" (che ha diversi significati: straccione, pezzente, vile, meschino, indegno, spregevole) con "indegno" per collegarlo alla "ricchezza" e al "ceto "del quinto verso, dove ED indica anche le varianti "rank" e "fortune" che hanno comunque significati molto simili.
Al verso 15 ho scelto la variante "ask" al posto di "prove".


J967 (1864) / F833 (1864)

Pain - expands the Time -
Ages coil within
The minute Circumference
Of a single Brain -

Pain contracts - the Time -
Occupied with Shot
Gammuts of Eternities
Are as they were not -

    La Pena - espande il Tempo -
Ere si avvolgono dentro
La minuta Circonferenza
Di un singolo Cervello -

La Pena contrae - il Tempo -
Impegnate dal Colpo
Gamme d'Eternità
Sono come se non fossero -

Due strofe con due immagini che danno una visione cosmica della pena. Da una parte un dilatarsi del tempo, un avvolgersi di ere all'interno di ogni più minuscola porzione di cervello, come se un'eternità si impadronisse della mente, moltiplicando se stessa all'infinito. Dall'altra, qualcosa che appare il contrario ma che altro non è se non l'immagine speculare di quella precedente. Qui la pena contrae il tempo, tutti i gradi delle molteplici eternità ("gammuts" è un termine musicale che indica la gamma entro cui si sviluppa l'intera serie tonale, ovvero le sette note), impegnate a parare quel colpo improvviso (ED usa "shot", che letteralmente significa "sparo, colpo d'arma da fuoco") si congelano in un istante senza tempo, come se non fossero mai esistite.
Interessanti le varianti, che suggeriscono sottili modifiche di significato senza alterare il senso complessivo. Al secondo verso "lurk" (nascondersi, appostarsi) al posto di "coil". Al settimo "triplets" ("terzine", sempre un termine musicale, che indica tre note suonate nello stesso spazio temporale in cui, rispettando il tempo della battuta, ne andrebbero suonate due - un'immagine musicale della contrazione temporale del quarto verso) al posto di "gammuts". All'ultimo verso "flit" (volteggiare, ma anche dileguarsi) o anche "show" (mostrarsi, apparire) al posto di "are".


J968 (1864) / F834 (1864)

Fitter to see Him, I may be
For the long Hindrance - Grace - to Me -
With Summers, and with Winters, grow,
Some passing Year - A trait bestow

To make Me fairest of the Earth -
The Waiting - then - will seem so worth
I shall impute with half a pain
The blame that I was chosen - then -

Time's to anticipate His Gaze -
It's first - Delight - and then - Surprise -
The turning o'er and o'er my face
For Evidence it be the Grace -

He left behind One Day - So less
He seek Conviction, That - be This -

I only must not grow so new
That He'll mistake - and ask for me
Of me - when first unto the Door
I go - to Elsewhere go no more -

I only must not change so fair
He'll sigh - "The Other - She - is Where"?
The Love, tho', will instruct me right
I shall be perfect - in His sight -

If He perceive the other Truth -
Upon an Excellenter Youth -

How sweet I shall not lack in Vain -
But gain - thro' loss - Through Grief - obtain -
The Beauty that reward Him best -
The Beauty of Demand - at Rest -

    Più degna di vederlo, potrò essere
Perché il lungo Impedimento - la Grazia - in Me -
Con Estati, e con Inverni, farà crescere,
Trascorso qualche Anno - Un aspetto mi darà

Da farmi la più bella della Terra -
L'Attesa - allora - apparirà così preziosa
Che attribuirò una pena dimezzata
Alla colpa di esser stata scelta - allora -

È tempo di pregustare il Suo Sguardo -
Dapprima - Delizia - e poi - Sorpresa -
Quel volgersi ripetuto al mio volto
Per Accertare che sia la Grazia -

Lasciata dietro di sé Un Giorno - Tanto minore
Da cercare la Prova, che Quella - sia Questa -

Io devo solo non diventare così nuova
Da farlo sbagliare - e chiedere di me
A me - quando subito verso la Porta
Andrò - per non andare più Altrove -

Io devo solo non tramutarmi in così bella
Da farlo sospirare - "L'Altra - Lei - Dov'è?"
L'Amore, tuttavia, m'istruirà a dovere
Sarò perfetta - ai Suoi occhi -

Se Egli percepirà l'altra Verità -
In una più Eccellente Gioventù -

Com'è dolce non essersi privata Invano -
Ma guadagnare - con la perdita - Col Dolore - ottenere -
La Bellezza che Lo compensi al meglio -
La Bellezza della Domanda - Acquietata -

La rinuncia, la privazione, l'attesa, diventano beni da custodire gelosamente, perché trasformano chi aspetta in qualcosa di molto più prezioso. E nell'attesa si può pregustare quello sguardo, che sarà prima deliziato, poi sorpreso da quella metamorfosi che rende quasi irriconoscibile colei che sembra al primo sguardo così diversa da come la si è lasciata, tanto che gli occhi indagano a fondo prima di essere certi che sia la stessa persona. Una sola cosa bisogna evitare: una trasformazione troppo radicale, che gli impedisca di rendersi conto di essere di fronte alla stessa persona. Ma non succederà. Ci penserà l'amore a rendere perfetto il momento dell'incontro, quando lui capirà che quella verità che sembra nuova, altra, è il frutto della maturità, di quella seconda giovinezza più consapevole, e perciò più grande, prodotta dal lungo tempo trascorso. Per questo è dolce sapere che la privazione non è stata vana, capire che perdendo si può guadagnare, che soffrendo si può ottenere quella bellezza che sia il compenso migliore per colui che torna, la bellezza di un bisogno, di un desiderio, tenuto in disparte, lasciato a riposo, perché quella privazione faccia risplendere in tutto il suo fulgore il momento dell'appagamento.
Due temi si intersecano in questa poesia: quello della rinuncia come suprema prova d'amore che non toglie ma dà, e quello della privazione che permette di godere poi la gioia dell'appagamento.
Ho utilizzato tre variante delle dieci proposte nei fascicoli: al verso 9 "Time's" al posto di "Time", al verso 21 "instruct" al posto di "array" e al verso 27 "best" al posto di "most".


J969 (1864) / F835 (1864)

He who in Himself believes -
Fraud cannot presume -
Faith is Constancy's Result -
And assumes - from Home -

Cannot perish, though it fail
Every second time -
But defaced Vicariously -
For Some Other Shame.

    Colui che in Se stesso crede -
Frode non può presumere -
La Fede è il Risultato della Costanza -
E arguisce - dal suo Rifugio -

Non può perire, benché fallisca
Ogni seconda volta -
Ma deturpata Vicariamente -
Da Qualche Altra Vergogna.

Chi crede profondamente, chi ha un credo radicato in sé, non teme la frode o l'inganno, perché la fede si nutre di ferma perseveranza e trae alimento dalla casa in cui si è rifugiata, ovvero il cuore e l'anima dell'uomo. E la fede non può essere distrutta; anche se spesso fallisce non accade mai che scompaia la sua essenza, perché quando fallisce è sempre qualche altra cosa che ha deturpato la sua cristallina fermezza.
Poesia ambigua, che, allo stesso tempo, sembra dire e negare, credere e dubitare. Nella prima strofa ci dice che la fede è connaturata all'uomo, perché arguisce se stessa dal luogo che la ospita, ma anche che la fede è il risultato di un credere costante, senza i dubbi che di continuo, e inevitabilmente, sorgono nella nostra mente. Nella seconda afferma che la fede non può perire, ma subito dopo ne descrive il continuo fallimento. E poi ci dice che la colpa di questo fallimento non può essere della fede, così ferma e costante, ma solo di qualche altra cosa, che la deturpa in modo indiretto. Cosa può essere quella "qualche altra vergogna" se non il dubbio, che la ragione ci pone sempre davanti, un dubbio che sentiamo come inevitabile e del quale, al tempo stesso, proviamo vergogna, perché ci allontana dall'adamantina serenità di una fede senza tentennamenti?


J970 (1864) / F836 (1864)

Color - Caste - Denomination -
These - are Time's Affair -
Death's diviner Classifying
Does not know they are -

As in sleep - all Hue forgotten -
Tenets - put behind -
Death's large - Democratic fingers
Rub away the Brand -

If Circassian - He is careless -
If He put away
Chrysalis of Blonde - or Umber -
Equal Butterfly -

They emerge from His Obscuring -
What Death - knows so well -
Our minuter intuitions -
Deem unplausible -

    Colore - Casta - Denominazione -
Queste - sono Faccende del Tempo -
La più divina Classificazione della Morte
Non conosce la loro esistenza -

Come nel sonno - tutte le Tinte dimenticate -
I Dogmi - messi da parte -
Della Morte le grandi - Democratiche dita
Rimuovono il Marchio -

Se Circasso - non se ne cura -
Se mette via
Crisalidi di Bionde - o di Brune -
Del pari Farfalla -

Emergono dal Suo Oscurare -
Ciò che la Morte - conosce così bene -
Le nostre più minute intuizioni -
Ritengono implausibile -

Il tempo della vita suddivide, classifica in base al colore, alla casta, al nome. La morte ha una classificazione più divina, che sfugge alla nostra mente, che non ha certo i nostri stessi parametri. Le dita della morte, grandi perché estese dappertutto, democratiche perché si posano su tutti senza nessuna distinzione, rimuovono quel marchio che ci ha caratterizzati in vita. Qualsiasi crisalide (immagine molto efficace della nostra vita come bozzolo di un'altra) emerge da quell'oscurità come anonima farfalla e noi ci dobbiamo rassegnare a non saperne niente, a non poter penetrare il mistero con la nostra ragione, perché anche la nostra più analitica intuizione non riuscirà mai a sapere quelle cose che la morte sa così bene.
Il "Circassian" del nono verso lo interpreto come attributo del "marchio" del verso precedente, del quale la morte non si chiede niente: anche se fosse "circasso", ovvero un qualcosa di esotico che attira la nostra curiosità, per lei non farebbe nessuna differenza. La Bulgheroni, nelle note del Meridiano, ne dà una lettura diversa: "Circassian, v. 9, sembra definire un colore, come Blonde e Umber, v. 11: in America per Circassian walnut s'intendeva un legno di noce marrone venato di nero, dunque variegato. Le 'dita democratiche' della morte cancellano ogni sfumatura, come, in 1256, ogni marchio di classe."


J971 (1864) / F838 (1864)

Robbed by Death - but that was easy -
To the failing Eye
I could hold the latest Glowing -
Robbed by Liberty

For Her Jugular Defences -
This, too, I endured -
Hint of Glory - it afforded -
For the Brave Beloved -

Fraud of Distance - Fraud of Danger,
Fraud of Death - to bear -
It is Bounty - to Suspense's
Vague Calamity -

Staking our entire Possession
On a Hair's result -
Then - Seesawing - coolly - on it -
Trying if it split -

    Derubata dalla Morte - ma era facile -
Sull'Occhio che mancava
Potevo reggere l'ultimo Bagliore -
Derubata dalla Libertà

Nelle Sue Giugulari Difese -
Questo, pure, sopportai -
Un accenno di Gloria - offriva -
Per il Valoroso Amato -

La Frode della Distanza - la Frode del Pericolo,
La Frode della Morte - sostenere -
È Compenso - per la Vaga
Calamità dell'Incertezza -

Puntare la nostra intera Proprietà
Sul risultato di un Capello -
Poi - Dondolare - freddamente - su di esso -
Provando se si spezza -

Morire non è difficile, si può sempre sperare che l'ultimo bagliore illumini quella via sconosciuta e oscura. Si può anche sopportare di essere privati della libertà, di rinunciare allo scorrere libero nelle vene della vita (la giugulare è la vena più grande del nostro corpo, l'ultimo bastione in cui scorre il sangue prima di essere fermato) perché questa privazione può essere un preannuncio del riavvicinamento all'amato. Il riuscire a vincere l'inganno della distanza, di ciò che ci tiene lontani da quello che vorremmo, l'inganno del pericolo, che ogni volta ci pone di fronte a nuove prove, e l'ultimo inganno, quello della morte, è un compenso per quell'indistinta calamità che sentiamo sempre aleggiare su di noi: l'incertezza su tutto ciò che ci domandiamo e che desideriamo. La vita in fin dei conti non è altro che una scommessa su un risultato esile e incerto come un capello, sul quale facciamo dondolare la nostra ragione chiedendoci in ogni momento se riuscirà a resistere, e perciò a farci vincere la risposta alle nostre domande, o se invece si spezzerà lasciandoci cadere nel vuoto di un nulla senza risposte.
Per l'ultimo verso c'è nel manoscritto la variante "As to estimate" ("Come per valutarlo").


J972 (1864) / F839 (1864)

Unfulfilled to Observation -
Incomplete - to Eye -
But to Faith - a Revolution
In Locality -

Unto Us - the Suns extinguish -
To our Opposite -
New Horizons - they embellish -
Turning Us - their Night.

    Incompiuti all'Osservazione -
Incompleti - allo Sguardo -
Solo per la Fede - una Rivoluzione
In uno Spazio -

Da Noi - i Soli si estinguono -
Ai nostri Antipodi -
Nuovi Orizzonti - adornano -
Volgendo a Noi - la loro Notte.

Il quotidiano nascere e morire del sole, e naturalmente delle nostre vite, risulta incomprensibile alla nostra mente concreta, come se riuscissimo ad afferrarne soltanto una frazione con i nostri sensi. Solo per la fede, che non ha niente a che fare con l'osservazione e lo sguardo, questo alternarsi è la naturale rivoluzione in uno spazio concreto, una "località" preludio a quella "illocalità" citata nella J963-F824. La nostra ragione riesce invece a cogliere soltanto il mistero di soli che si estinguono lasciandoci la loro notte, mentre continuano il loro ciclo illuminando orizzonti fuori della nostra portata, orizzonti che non potremo mai vedere.
Per l'ultimo verso ho scelto la variante che lo sostituisce interamente: "Turning Us - their Night." al posto di "Fronting Us - with Night." ("Fronteggiandoci - con la Notte.").


J973 (1864) / F900 (1865)

'Twas awkward, but it fitted me -
An Ancient fashioned Heart -
It's only lore - it's Steadfastness -
In Change - unerudite -

It only moved as do the Suns -
For merit of Return -
Or Birds - confirmed perpetual
By Alternating Zone -

I only have it not Tonight
In it's established place -
For technicality of Death -
Omitted in the Lease -

    Era goffo, ma su misura per me -
Un Cuore all'Antica -
Il suo solo sapere - la Costanza -
Di Cambiamenti - non erudito -

Si muoveva solo come fanno i Soli -
Per il valore del Ritorno -
O gli Uccelli - confermati in perpetuo
Da Zone che si Alternano -

Solo che non lo trovo Stanotte
Nel suo luogo d'elezione -
Per tecnicismo di Morte -
Omesso nell'Affitto -

La morte raccontata come il fermarsi di un cuore, semplice, perché non conosce cambiamenti e si accontenta di essere costante, ma giusto per chi lo porta. Un cuore che ama muoversi soltanto perché sa il valore del ritorno, come il sole o gli uccelli, sempre uguali in qualsiasi posto essi siano. Ma ecco che la morte, con i suoi cavilli tecnici, che somigliano tanto alle clausole nascoste di un contratto d'affitto, arriva e reclama lo sfratto, lasciando vuota la casa che lo ospitava.
Una trasparente metafora della morte come una sorta di freddo ufficiale giudiziario, che ci toglie la vita con la burocratica ferocia di un cavillo nascosto.


J974 (1864) / F901 (1865)

The Soul's distinct connection
With immortality
Is best disclosed by Danger
Or quick Calamity -

As Lightning on a Landscape
Exhibits Sheets of Place -
Not yet suspected - but for Flash -
And Click - and Suddenness.

    La netta connessione dell'Anima
Con l'immortalità
È rivelata al meglio dal Pericolo
O da un'improvvisa Calamità -

Come il Fulmine in un Paesaggio
Esibisce Lembi di Luoghi -
Neppure sospettati - non fosse per il Lampo -
E lo Schiocco - e la Subitaneità.

Le oscure connessioni dell'anima con il concetto di immortalità si rivelano soprattutto quando siamo in pericolo, quando un'improvvisa calamità ci scuote dal torpore di ogni giorno e ci pone di fronte a domande che usualmente evitiamo, come quando un improvviso temporale notturno illumina un paesaggio, facendoci scoprire cose che nella visione di tutti i giorni ci sfuggono, oscurate dall'abitudine.
Bella l'immagine del lampo che ci fa scoprire luoghi di cui non sospettavamo l'esistenza, o, meglio, ci fa vedere quei luoghi quotidiani in una nuova luce, permettendoci quasi di scoprirne i segreti. Un po' come se ED dicesse che la ragione non può darci conto dei misteri dell'anima; possiamo solo sperare di svelarli quando un pericolo, una calamità, ci costringe a sbarazzarci dei lenti meccanismi della mente raziocinante per affidarci ai primordiali istinti umani, in primis alla fede, alla convinzione che debba per forza esserci qualcosa di più grande che ci possa proteggere da quei pericoli incombenti e imprevisti. Per questo penso che i primi due versi possano essere sostituiti dalla parola "fede", vista come la connessione necessaria fra l'anima e la misteriosa e insondabile immortalità.


J975 (1864) / F970 (1865)

The Mountain sat upon the Plain
In his enormous Chair -
His observation omnifold,
His inquest, everywhere -

The Seasons played around his knees
Like Children round a Sire -
Grandfather of the Days is He
Of Dawn, the Ancestor -

    Il Monte sedeva sulla Pianura
Nel suo enorme Seggio -
La sua osservazione onnicomprensiva,
La sua inchiesta, dappertutto -

Le Stagioni gli giocavano intorno ai ginocchi
Come Bambini intorno a un Padre -
Nonno dei Giorni è Egli
Dell'Alba, l'Antenato -

I monti come simbolo più visibile della grandezza e dell'apparente perennità della natura (vedi anche la J667-F787 e la J722-F745), espressa soprattutto nei due ultimi versi.
Al verso 2 ho scelto la variante "enormous" al posto di "tremendous" (per lo stesso termine c'è anche la variante "Eternal"). Visto che "tremendous" significa anche "enorme" e in questo caso mi sembra usato proprio in questo senso, ho preferito il termine più diretto.


J976 (1864) / F973 (1864)

Death is a Dialogue between
The Spirit and the Dust.
"Dissolve" says Death,
The Spirit "Sir
I have another Trust" -

Death doubts it -
Argues from the Ground -
The Spirit turns away
Just laying off for evidence
An Overcoat of Clay -

    La Morte è un Dialogo fra
Lo Spirito e la Polvere.
"Dissolviti" dice la Morte,
Lo Spirito "Mia Signora
Io ho un'altra Fede" -

La Morte ne dubita -
Argomenta da Sottoterra -
Lo Spirito volge altrove
Lasciando a testimone solo
Un Soprabito d'Argilla -

Qui la morte viene quasi spogliata della sua natura ultraterrena e pretende di fare un lavoro completo, di cancellare del tutto la persona che ha ghermito. Lo spirito però si ribella, rivendicando una fede che trascende la morte. Ma quest'ultima continua a dubitare di questa pretesa immortalità, che in fin dei conti la declassa: i suoi argomenti sono piuttosto concreti, visto che vengono espressi da una tomba. Ma lo spirito non si lascia coinvolgere, volge altrove i suoi passi lasciando alla morte soltanto un rivestimento d'argilla, quella polvere che serve solo come soprabito all'anima e può essere poi tranquillamente abbandonata testimoniando con la sua inerte concretezza che lo spirito se n'è andato da qualche altra parte.
Ogni tanto ED si concede queste riflessioni che esorcizzano la morte. Tuttavia non riesce a eliminare del tutto il dubbio e stavolta rovescia i "forse" che non manca mai di aggiungere alle sue dichiarazioni di fede, facendo paradossalmente diventare la stessa morte scettica sull'effettiva realtà di una fede che promette l'immortalità. Poi conclude la poesia con una delle sue tipiche immagini che mescolano il quotidiano con il trascendente: il corpo come soprabito d'argilla dello spirito.


J977 (1864) / F976 (1865)

Besides this May
We know
There is Another -
How fair
Our speculations of the Foreigner!

Some know Him whom We knew -
Sweet Wonder -
A Nature be
Where Saints, and our plain going Neighbor
Keep May!

    Oltre a questo Maggio
Sappiamo
Che ce n'è Un altro -
Che bello
Speculare sul Forestiero!

Qualcuno conosce Colui che conoscemmo -
Dolce Meraviglia -
Che una Natura vi sia
Dove i Santi, e un qualsiasi Vicino che sta andando
Serbino Maggio!

L'aldilà visto come immagine speculare del mondo in cui viviamo, un altrove dove però ritroveremo quello che abbiamo lasciato. È bello fare ipotesi su questo mondo così straniero e così affascinante (ma attenzione, sono soltanto ipotesi, speculazioni - anche stavolta siamo ben lontani dalle certezze); suona dolce alla nostra mente immaginare che ci sarà qualcuno là che adesso conosce colui che noi conoscemmo qui, sapere che c'è una natura altra (c'è una variante a questa parola: "section", che forse precisa ancora meglio il carattere di segmento, di sezione del mondo che conosciamo, di questo altrove) dove i santi, e il nostro vicino che si sta accingendo ad andarci, potranno vivere le nostre stesse sensazioni.


J978 (1864) / F843 (1864)

It bloomed and dropt, a Single Noon -
The Flower - distinct and Red -
I, passing, thought another Noon
Another in it's stead

Will equal glow, and thought no More
But came another Day
To find the Species disappeared -
The Same Locality -

The Sun in place - no other fraud
On Nature's perfect Sum -
Had I but lingered Yesterday -
Was my retrieveless blame -

Much Flowers of this and further Zones
Have perished in my Hands
For seeking it's Resemblance -
But unapproached it stands -

The single Flower of the Earth
That I, in passing by
Unconscious was - Great Nature's Face
Passed infinite by Me -

    Sbocciò e appassì, un Singolo Meriggio -
Il Fiore - netto e Rosso -
Io, passando, pensai un altro Meriggio
Un altro al suo Posto

Ne eguaglierà lo splendore, e non ci pensai Più
Ma venni un altro Giorno
Per scoprire scomparsa la Specie -
La Stessa Località -

Il Sole a posto - né altro inganno
Nella perfetta Somma della Natura -
Mi fossi almeno soffermata Ieri -
Fu il mio irreparabile rimprovero -

Molti Fiori di questa e di altre Zone
Sono periti nelle mie Mani
Cercandone a sua Somiglianza -
Ma irraggiungibile esso rimane -

Il singolo Fiore della Terra
A cui Io, ero passata accanto
Inconsapevole - che il Grande Volto della Natura
Passasse infinito accanto a Me -

Un fiore ci lascia poco tempo per coglierlo. Pensiamo che tanto potremo trovarne di altri ma invece, quando torniamo, troviamo soltanto l'immutabile ciclo della natura, senza però più quel fiore che avremmo potuto cogliere. Ci rimane il rimpianto, ormai inutile, di non aver capito, di essere passati frettolosamente senza aver saputo approfittare di quell'opportunità che ci veniva offerta, ormai non più ripetibile, perché qualsiasi altro fiore non potrà mai più essere come quello perduto.
Complessa la costruzione dell'ultima strofa (Bacigalupo la definisce "la consueta felice inversione") che ho cercato di rendere senza alterare troppo l'originale.
I due versi finali hanno una variante nei fascicoli che modifica sensibilmente l'immagine conclusiva, senza alterare il senso complessivo della poesia: "Was ignorant that Nature closed / My Opportunity" ("Ignorando che la Natura avesse concluso / La mia Opportunità").
Ai versi 3, 4 e 5 ho tradotto pensando ad una discorso diretto. Vanno perciò letti come: ... pensai: "un altro Meriggio / Un altro al suo Posto / Ne eguaglierà lo splendore".


J979 (1864) / F844 (1864)

This Merit hath the Worst -
It cannot be again -
When Fate hath taunted last
And thrown Her furthest Stone -

The Maimed may pause, and breathe,
And glance securely round -
The Deer attracts no further
Than it resists - the Hound -

    Questo Merito ha il Peggio -
Non può andare oltre -
Quando il Fato ha finito di insultare
E lanciato la Sua ultima Pietra -

L'Azzoppato può fermarsi, e respirare,
E guardarsi intorno al sicuro -
Il Cervo attrae non aldilà
Di quanto resiste - il Segugio -

Nel manoscritto c'è una doppia variante per i versi 7/8: "invites no longer - / Than it evades [eludes] -" ("invita non più a lungo / Di quanto sfugge [si sottrae] -") al posto di "attracts no further / Than it resists".

Chi è colpito dalla cosa peggiore che esista può consolarsi pensando che, in fin dei conti, ha sopportato il massimo e di più non potrà esserci. Una volta che gli insulti del destino siano arrivati all'apice ci si può rilassare, si può respirare, senza paura che accada qualcosa di peggiore, perché il segugio insegue il cervo finché questi gli resiste; quando lo vede ormai arreso perde interesse e rivolge altrove il suo famelico appetito.
Negli ultimi due versi il destino perde il suo carattere di casualità e assume le vesti, molto umane, di un segugio che insegue il cervo più per il gusto della caccia che per catturare la preda. Quando lo vede ormai sfinito e senza più voglia di combattere, perde interesse, proprio come facciamo noi quando non diamo più importanza a una cosa che, prima di ottenerla, desideravamo ardentemente.


J980 (1864) / F896 (1865)

Purple - is fashionable twice -
This season of the year,
And when a soul perceives itself
To be an Emperor.
    Il Porpora - è di moda due volte -
In questa stagione dell'anno,
E quando un'anima percepisce se stessa
Come un'Imperatrice.

La solenne e sontuosa bellezza del rosso porpora è sempre accostata da ED alle immagini più alte e orgogliose della concretezza e della spiritualità, come questa poesia esplicita chiaramente con le due immagini dell'autunno, che imporpora il paesaggio, e dell'anima, orgogliosa di sé.
La solennità dell'ultimo verso è contrapposta, come quasi sempre, alla concreta quotidianità del "fashionable" del primo.


J981 (1864) / F801 (1864)

As Sleigh Bells seem in Summer
Or Bees, at Christmas show -
So fairy - so fictitious -
The individuals do
Repealed from Observation -
A Party that we knew -
More distant in an instant
Than Dawn in Timbuctoo -
    Come sembrerebbero Sonagli di Slitta in Estate
O Api, nel cerimoniale Natalizio -
Così fantastici - così fittizi -
Sembrano gli individui
Sottratti all'Osservazione -
Una Persona che conoscevamo -
Più distante in un istante
Dell'Alba a Timbuctù -

La morte non è un passaggio che prevede tappe. Chi muore diventa improvvisamente "altro", un qualcosa di fantastico e fittizio insieme, che in un istante si trasforma da persona conosciuta in un'entità estranea e inafferrabile, più di qualsiasi evento naturale mille miglia lontano da noi e dalla nostra facoltà di immaginare.


J982 (1865) / F738 (1863)

No Other can reduce Our
Mortal Consequence
Like the remembering it be Nought -
A Period from hence -

But Contemplation for
Cotemporaneous Nought
Our Mutual Fame - that haply
Jehovah - recollect -

No Other can exalt Our
Mortal Consequence
Like the remembering it exist -
A Period from hence -

Invited from Itself
To the Creator's House -
To tarry an Eternity -
His - shortest Consciousness -

    Nient'Altro può ridurre la Nostra
Importanza Mortale
Come il rammentare che sarà il Nulla
A un Ciclo da ora -

Non altro che Contemplazione di
Contemporanei Nulla
La nostra Mutua Fama - che forse
Geova - ricorderà -

Nient'Altro può esaltare la Nostra
Importanza Mortale
Come il rammentare che sopravviverà -
A un Ciclo da ora -

Invitatasi da Sé
Alla Casa del Creatore -
Per restare in Eterno -
Nella sua - inadeguata Consapevolezza -

Le due edizioni critiche riportano tre versioni di questa poesia:
A) 1863 - manoscritto nei fascicoli;
B) 1865 - manoscritto inviato a Susan;
C) 1865 - altro manoscritto nei fascicoli.
La versione qui riportata è la A). La B) e la C) sono limitate alle prime due strofe, unite nella B) in una strofa unica di otto versi.
Nella B) il settimo e ottavo verso sono modificati in "Our single Competition / Jehovah's Estimate." ("Il nostro singolo Cimento / Il Giudizio di Geova"). Nella C) i due versi sono uguali alla A) ma riportano come variante la lezione di B), con "only" al posto di "single". In entrambe le versioni ridotte "Our" alla fine del primo verso viene spostato all'inizio del secondo.
La differenza di datazione deriva dal fatto che Johnson sceglie la B) come versione principale e indica perciò la data di quest'ultima.

Niente può farci sentire tanto insignificanti come la consapevolezza che in poco tempo ci ridurremo al nulla. Ci resta un'unica speranza: che nell'aldilà ci si rammenti in qualche modo della nostra fama mortale. Solo questa speranza può aiutarci a rivalutare il nostro ciclo di vita, anche se è probabile che l'eventuale parte mortale di noi che sopravviverà alla morte manterrà comunque una consapevolezza inadeguata alla bisogna. Insomma, non illudiamoci che la morte ci darà risposte; al massimo ci concederà di mantenere qualcosa di ciò che eravamo, un qualcosa che però resterà sempre incapace di capire l'ignoto.
La versione intera della poesia è un ondeggiare fra realistico pessimismo e speranzoso ottimismo, in quest'ordine nella prima ottava, rovesciato nella seconda. Nella prima strofa il nulla assoluto che verrà una volta completato il nostro ciclo vitale; poi, nella seconda, la speranza che Dio potrebbe permetterci di portare con noi almeno qualcosa della nostra vita e, perciò, una rivalutazione del nostro breve viaggio nel mondo; nella seconda parte, in modo speculare, prima la sopravvivenza in un ciclo che va oltre quello mortale e poi, in particolare nell'ultimo verso, la sconsolata consapevolezza che, anche se ciò dovesse avvenire, la parte di noi che ci seguirebbe resterebbe comunque inadeguata alla comprensione di quel mistero.
Nelle due versioni ridotte si perde la ripetizione speculare ma resta l'immagine di un nulla che potrebbe essere nutrito dal ricordo, o dal giudizio, divino.


J983 (1865) / F1016 (1865)

Ideals are the Fairy Oil
With which We help the Wheel
But when the Vital Axle turns
The Eye rejects the Oil.
    Gli Ideali sono il Magico Olio
Con cui aiutiamo la Ruota
Ma quando l'Asse Vitale gira
L'Occhio rigetta l'Olio.

L'olio degli ideali è indispensabile per far girare la ruota della vita, ma l'attrito non lascia scampo: dopo un po' l'olio si consuma e l'asse della vita, pur di continuare a girare, impara a farne e meno.


J984 (1865) / F192 (1861)

'Tis Anguish grander than Delight
'Tis Resurrection Pain -
The meeting Bands of smitten Face
We questioned to, again -

'Tis Transport wild as thrills the Graves
When Cerements let go
And Creatures clad in Miracle
Go up by Two and Two -

    È Angoscia più grande della Gioia
È la Pena della Resurrezione -
S'incontrano le Schiere dal Volto rapito
Di cui c'interrogammo, di nuovo -

È Trasporto selvaggio che scuote le Tombe
Quando i Sudari si sciolgono
E le Creature rivestite di Miracolo
Ascendono Due a Due -

Due versioni: la prima di quattro versi (riportata sotto) inviata a Susan nel 1861; la seconda (qui scelta come principale) trascritta nei fascicoli nel 1865, nella quale vengono usati gli ultimi tre versi della precedente, con la variante "Miracle" al posto di "Victory". Le diverse scelte editoriali delle due edizioni critiche (Johnson privilegia la compiutezza, Franklin il dato cronologico) spiegano la diversità di numerazione e datazione. Nell'edizione Franklin il primo verso della versione a Susan è considerato "una frase che precede i versi, anch'essa in tetrametro giambico".

I'm thinking on that other morn -
When Cerements - let go -
And Creatures - clad in Victory -
Go up - by Two - and Two!
    Sto pensando a quell'altro mattino -
Quando i Sudari - si scioglieranno -
E le Creature - rivestite di Vittoria -
Ascenderanno - Due - a Due -

Il giorno del giudizio in due versioni: la prima, inviata a Susan, si limita a immaginarlo; nella seconda la descrizione è più completa e mette l'accento sull'angoscia e la pena di una resurrezione che è prologo di un giudizio definitivo e senza appello. La seconda strofa sembra una fulminea e potente descrizione del "Giudizio Universale" di Michelangelo, con le tombe che si aprono violentemente, i sudari che si sciolgono e i corpi che ascendono verso quel Cristo che tutto sembra meno che un caritatevole giudice dei nostri peccati, anche se i versi illuminano soprattutto la parte sinistra dell'affresco, in cui ci sono i corpi rivestiti di miracolo-vittoria che ascendono al cielo, contrapposti a quelli dei dannati che, a destra, precipitano verso la barca di Caronte.
Anche qui ED, nel quarto verso, non rinuncia a un accenno al dubbio e all'eterna domanda.


J985 (1865) / F995 (1865)

The Missing All, prevented Me
From missing minor Things.
If nothing larger than a World's
Departure from a Hinge
Or Sun's Extinction, be observed
'Twas not so large that I
Could lift my Forehead from my work
For Curiosity.
    La Mancanza di Tutto, Mi immunizzava
Dalla mancanza di Cose minori.
Se nulla di più vasto del Distacco
Di un Mondo dai suoi Cardini
O dell'Estinzione del Sole, si notava
Non c'era niente di così vasto che mi
Facesse alzare la Fronte dal mio lavoro
Per Curiosità.

Quando ci facciamo domande che riguardano il tutto, l'essenza stessa della nostra vita e del nostro esistere (oppure, quando non abbiamo niente perché ci manca la cosa più importante: l'amore) il resto ci appare ben poca cosa. Solo l'improvvisa risposta a queste domande (o l'improvviso arrivo dell'amore), una risposta che è così difficile possa esistere (o che è così difficile possa arrivare) tanto da poter essere paragonata soltanto allo scardinarsi del mondo intero o all'estinguersi del sole, potrebbe farci alzare la fronte dalla nostra quotidianità per guardare, con quella curiosità che è il cardine della ragione, a un fatto così inusuale e straordinario.


J986 (1865) / F1096 (1865)

A narrow Fellow in the Grass
Occasionally rides -
You may have met Him - did you not
His notice sudden is -

The Grass divides as with a Comb -
A spotted shaft is seen -
And then it closes at your feet
And opens further on -

He likes a Boggy Acre
A Floor too cool for Corn
Yet when a Boy, and Barefoot -
I more than once at Noon
Have passed, I thought, a Whip lash
Unbraiding in the Sun
When stooping to secure it
It wrinkled, and was gone -

Several of Nature's People
I know, and they know me -
I feel for them a transport
Of cordiality -

But never met this Fellow
Attended, or alone
Without a tighter breathing
And Zero at the Bone -

    Un Tipo sottile nell'Erba
Occasionalmente si muove -
Potreste averlo incontrato - se non vi è successo
Si annuncia all'improvviso -

L'Erba si divide come con un Pettine -
Un'asta maculata si vede -
E poi si chiude ai vostri piedi
E si apre più in là -

Gli piace un Campo Paludoso
Un Terreno troppo freddo per il Grano
Eppure da Ragazzo, e Scalzo -
Più di una volta a Mezzogiorno
Ho oltrepassato, credevo, una sorta di Frusta
Che si districava al Sole
Quando mi chinavo per catturarla
Si rinserrava, e se ne andava -

Diversi Abitanti della Natura
Conosco, ed essi conoscono me -
Sento per loro un trasporto
Di cordialità -

Ma non ho mai incontrato questo Tipo
Accompagnato, o da solo
Senza un respiro più affannoso
E Zero nelle Ossa -

La poesia fu pubblicata il 14 febbraio 1866 sullo "Springfield Daily Republican", con il titolo "The Snake" ("Il Serpente"), in tre strofe di otto versi ciascuna e con due varianti: al verso 4 "instant" al posto di "sudden" e al verso 21 "Yet" al posto di "But". Il manoscritto fonte della pubblicazione è perduto e, perciò, non sappiamo se le varianti fossero o meno di ED.
In una lettera a T.W. Higginson del 17 marzo dello stesso anno (L316) ED fa cenno a questa poesia sia per precisare che era stata pubblicata senza il suo consenso, sia per informare il suo corrispondente che un'errata punteggiatura al verso 3, ovvero un punto interrogativo alla fine ("You may have met him - did you not?" - vedi le immagini sotto) aveva modificato i suoi versi: "Lest you meet my Snake and suppose I deceive it was robbed of me - defeated too of the third line by the punctuation. The third and fourth were one - I had told you I did not print - I feared you might think me ostensible." ("Se dovesse imbattersi nel mio Serpente e immaginasse che io abbia mentito sappia che mi fu rubato - per di più defraudato del terzo verso a causa della punteggiatura. Il terzo e il quarto erano uno - le avevo detto che non avrei mai pubblicato - temo che lei possa credermi un'esibizionista.").
Alla fine del 1872 ED inviò questa poesia a Susan (L378) e, come per ricordare l'errore dello "Springfield" e nello stesso tempo correggerlo, scrisse così il terzo verso "You may have meet him? Did you not", salvaguardando quel "third and fourth were one" rivendicato nella lettera a Higginson.
La versione riportata sopra è quella trascritta nei fascicoli.

La descrizione dei sentimenti evocati dall'incontro con un serpente. Nelle prime due strofe ED si diverte a descriverne le caratteristiche: l'improvviso e inaspettato apparire, l'immagine dell'erba che si divide come fosse pettinata per richiudersi subito dopo, un'asta maculata appena intravista. Nella strofa centrale ci racconta un incontro con questo essere sfuggente, che si allunga e si rinserra subito dopo, metafora della sua natura misteriosa e inafferrabile. Nelle ultime due introduce, con l'ardita immagine del verso finale, il sentimento di paura e repulsione comunemente associato a questo animale, che, avendo avuto la sfortuna di essere stato scelto per offrire a Eva la mela del peccato, si porta dietro la nomea di infido tentatore da evitare e schiacciare.
Nel secondo verso dell'ultima strofa ho tradotto al maschile per rispettare il "boy" del verso 11. Al verso 13 "lash" (come sostantivo) è definito dal Webster come la parte flessibile di una frusta, ovvero il "whip" che precede, o anche come "colpo dato con una frusta, frustata". Non ho trovato una soddisfacente traduzione per "whip lash" e ho perciò preferito sottolineare il concetto di similitudine traducendo con "una sorta di frusta".


J987 (1865) / F1098 (1865)

The Leaves like Women, interchange
Sagacious Confidence -
Somewhat of Nods and somewhat
Portentous inference -

The Parties in both cases
Enjoining secrecy -
Inviolable compact
To notoriety.

    Le Foglie come le Donne, si scambiano
Sagaci Confidenze -
Un po' di Cenni e un po'
Di portentose illazioni -

Le Parti in entrambi i casi
S'ingiungono segretezza -
Inviolabile patto
Di notorietà.

Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. In un'altra copia, inviata a Susan, al verso 2 si legge "Exclusive" al posto di "Sagacious".

Una divertita descrizione delle chiacchiere fra donne. Errante riporta in nota: "La nipote di Emily racconta come un giorno, mentre alcune signore stavano prendendo congedo dalla sorella Lavinia giù al pianterreno, la zia contemplasse lo spettacolo con lei , dal piano di sopra. La porta d'ingresso, spalancata, invitava ad uscire, ma le visitatrici prolungavano i saluti. E Emily alla nipotina: «Matty, bambina mia, sentile come si baciano, le traditrici». Poco dopo le inviò questa poesiola. (Martha Dickinson Bianchi, Emily Dickinson Face to Face, Boston, 1932, pagg. 9-10)."


J988 (1865) / F797 (1864)

The Definition of Beauty is
That Definition is none -
Of Heaven, easing Analysis,
Since Heaven and He are One.
    La Definizione di Bellezza è
Che non c'è Definizione -
Del Cielo, facile l'Analisi,
Poiché il Cielo e Lui sono Uno.

La bellezza è indefinibile, o meglio, si può dire soltanto che non ha una definizione. Molto più facile definire il Cielo, visto che si può identificare con una certezza: Dio. ED sembra dirci, con un artificio retorico, che un qualcosa di così sfuggente e indefinibile come il concetto di bellezza ha in sé un mistero forse più grande di quello, comunque inafferrabile, del Cielo.
L'ultimo verso, in particolare "He", è interpretato diversamente da Forgue che traduce "Puisque Ciel et Beauté ne font qu'un.". In questo caso il pronome è sciolto nel nome a cui, secondo la traduttrice, si riferisce (la bellezza, al maschile) e il senso ovviamente cambia: non più un "Uno" di cielo e Dio ma di cielo e bellezza. Però, se il Cielo e la bellezza sono una cosa sola, perché non si può definire la bellezza e invece si può facilmente definire il Cielo? forse perché la risposta ad una analisi del cielo è ovvia: un mistero che non comprendiamo?
Una poesia che può avvicinarsi ad altre due di ED: la J449-F448, dove, al verso 7, c'è lo stesso concetto di "due in uno" ("Themself are One") applicato là alla bellezza e alla verità, e la J797-F849, dove i versi 15 e 16 sono uguali ai primi due di questa, a parte il soggetto: "The Definition of Melody -is - / That Definition is none -".


J989 (1865) / F1120 (1865)

Gratitude - is not the mention
Of a Tenderness,
But it's still appreciation
Out of Plumb of Speech -

When the Sea return no Answer
By the Line and Lead
Proves it there's no Sea, or rather
A remoter Bed?

    La Gratitudine - non è la menzione
Di una Tenerezza,
Ma il suo silenzioso apprezzamento
Al di là del semplice Linguaggio -

Quando il Mare non dà Risposta
Al Filo e al Piombo
È prova che non c'è Mare, o non piuttosto
Un più remoto Letto?

Quella riportata sopra è la copia nei fascicoli. Esiste un altro manoscritto della prima strofa, inviato a Susan. Una terza copia, sempre limitata alla prima strofa e ora perduta, era in una lettera a Louise e Frances Norcross (L273) trascritta da Mabel Todd che, come dice Franklin: "assembla arbitrariamente tre frammenti diversi". In quest'ultima copia c'è una variante al verso 3: "mute" al posto di "still", e il quarto verso è "Deeper than we reach" ("Più profondo del raggiungibile").

Non sono le parole che esprimono la gratitudine più vera, ma un apprezzamento più profondo, che va al di là delle possibilità del linguaggio, così come uno scandaglio non riesce sempre a toccare il fondo del mare di cui cerca di misurare la profondità.
Al verso 6 ho tradotto letteralmente. "Lead" significa anche "piombo" ("plumb") e "plumb-line" significa "filo a piombo" o anche, in questo caso, "scandaglio". Visto però che ED ha usato una terminologia che divide il filo e il piombo ho preferito non semplificare.
Al verso 4 ho invece preferito tradurre liberamente. "Out of Plumb" significa "non a piombo", ovvero, in senso figurato, fuori della linea naturale delle cose. Mi sembra perciò che "al di là del semplice linguaggio" possa rendere abbastanza bene questo significato.
La variante dell'ultimo verso della versione inviata alle cugine Norcross, sembra una sorta di sintesi della seconda strofa della versione intera e somiglia molto a quella della J937-F867 ("out of reach" al posto di "out of Sound").


J990 (1865) / F937 (1865)

Not all die early, dying young -
Maturity of Fate
Is consummated equally
In Ages, or a Night -

A Hoary Boy, I've known to drop
Whole statured - by the side
Of Junior of Fourscore - 'twas Act
Not Period - that died.

    Non tutti muoiono presto, morendo giovani -
La maturità del Fato
Si consuma allo stesso modo
In Anni, o in una Notte -

Un Canuto Ragazzo, ho visto cadere
Pienamente adulto - a fianco
Di un Giovane Ottuagenario - era l'Atto
Non l'Età - che moriva.

Quella riportata sopra è la copia nei fascicoli. Altre due furono inviate a Susan e a Josiah Gilbert Holland. Il testo delle tre versioni è lo stesso, l'unica differenza è nella copia inviata a Holland, che è senza divisione in strofe.

Il destino di ciascuno di noi non è misurabile. Per ognuno esso si consuma in un tempo diverso da quello che usiamo tutti i giorni: può tessere la sua tela per anni o concludersi in una notte. Per questo, quando un ragazzo muore e un vecchio continua a vivere ciò che vediamo è un'ingiustizia apparente, perché la vita è una e indivisibile, e non può misurarsi col metro temporale che noi conosciamo ma ha in sé un'unità di misura misteriosa e inafferrabile: quello che comunemente chiamiamo fato e che va al di là delle nostre possibilità di comprensione e di intervento.
Al verso 6 "statured" significa letteralmente "che ha raggiunto la statura finale, che ha finito di crescere"; ho tradotto con "adulto" anche in relazione al "giovane" del verso successivo.


J991 (1865) / F897 (1865)

She sped as Petals from a Rose -
Offended by the Wind -
A frail Aristocrat of Time
Indemnity to find -
Leaving on Nature a Default
As Cricket, or as Bee,
But Andes - in the Bosoms where
She had begun to lie.
    Si slanciava come Petali da una Rosa -
Violati dal Vento -
Una fragile Aristocratica della garanzia
Del Tempo alla scoperta -
Che lascia alla Natura una Mancanza
Come un Grillo, o come un'Ape,
Ma Ande - nei Petti dove
Aveva iniziato a posarsi.

La versione riportata è quella inviata a Susan in occasione della morte a due anni della nipotina Susan, figlia della sorella Martha Gilbert Smith, il 3 novembre 1865. Il manoscritto era dato per perduto da Johnson ma poi, come ci informa Franklin, è ricomparso, prima nel catalogo di un antiquario nel 1978, e poi in una vendita all'asta di Sotheby's a New York il 10 dicembre 1993.
Ci sono altri due manoscritti di questa poesia (non trascritti nei fascicoli), uno dei quali con varianti, in particolare ai versi 5 e 6:

She sped as Petals from a Rose -
Offended by the Wind
A fleet Aristocrat of Time
Indemnity to find -
Leaving an attitude on Time
Of Monad or of Fly -
But Andes, in the Bosoms where,
It had begun to lie -
    Si slanciava come Petali da una Rosa -
Violati dal Vento
Un'agile Aristocratica della garanzia
Del Tempo alla scoperta -
Che lascia un segno nel Tempo
Di Monade o di Mosca -
Ma Ande, nei Petti dove,
Aveva iniziato a posarsi -

Un biglietto di condoglianze a un tempo tenero e realistico. La morte di una bimba di due anni, che stava iniziando a muoversi nel mondo alla scoperta di quel tempo che poi le era stato negato, non lascia tracce nella natura, così come non lasciano tracce un grillo o un'ape, ma lascia montagne di ricordi nei cuori dove aveva appena cominciato a posarsi.


J992 (1865) / F867 (1864)

The Dust behind I strove to join
Unto the Disk before -
But Sequence ravelled out of Sound
Like Balls upon a Floor -
    La Polvere alle spalle mi sforzavo di unire
Al Disco di fronte -
Ma la Sequenza si sciolse senza Suono
Come Gomitoli su un Pavimento -

Vedi la J937-F867.


J993 (1865) / F771 (1863)

We miss Her, not because We see -
The Absence of an Eye -
Except it's Mind accompany
Abridge Society

As slightly as the Routes of Stars -
Ourselves - asleep below -
We know that their superior Eyes
Include Us - as they go -

    Ci manca, non perché vediamo -
L'Assenza di uno Sguardo -
Se la sua Mente accompagna
Riduce la Società

Lieve come il Percorso delle Stelle -
Noi - addormentati giù in basso -
Sappiamo che i loro Sguardi superiori
Ci includono - mentre vanno -

La copia riportata sopra fu inviata a Susan. ED trascrisse i versi nei fascicoli con il testo identico ma con molte varianti: al verso 2 "Journey" ("Viaggio") al posto di "Absence"; al verso 4 "debar" ("esclude") o "deprive" ("destituisce") o "impair" ("diminuisce") al posto di "Abridge"; al verso 5 "scarcely" ("impercettibile") al posto di "slightly" e "flights" ("voli") al posto di "Routes"; al verso 8 "Scan better" ("Scrutano a fondo") o "Convey Us" ("Ci Guidano") al posto di "Include Us".

Quando qualcuno muore, non dovrebbe mancarci solo perché non lo vediamo più. Dobbiamo credere che, in fin dei conti, siamo noi a dormire qui sotto, mentre loro, là in alto, vivono la vita immortale e continuano a pensare a noi, con una lieve e lontana presenza paragonabile a quella delle stelle che girano silenziose sul nostro mondo.
I versi 3-5 sono di difficile interpretazione. Io li ho letti così: "se quello sguardo ormai scomparso accompagna la sua mente nel viaggio verso l'aldilà, ovvero chi muore conoscerà in modo sensibile il mistero dell'immortalità, coloro che restano saranno ridotti (o esclusi, destituiti, diminuiti, nelle varianti) da quella perdita ma, nello stesso tempo, ne sentiranno la presenza, impalpabile come quella delle stelle che brillano lontane eppure reali." L'interpretazione di questi versi influenza ovviamente la traduzione; è interessante perciò leggerne altre due: Bacigalupo (nei Meridiani) lega i tre versi con il successivo: "se la mente non lo segue / non interrompe il rapporto / come non sostano le stelle / mentre noi sotto dormiamo"; Malroux traduce così: "Sauf si l'Esprit l'accompagne - / Prive de Compagnie / Aussi peu que des Trajectoires des Astres -".
Da notare in questa poesia l'uso dei pronomi: al primo verso "Her" (sembra si stia parlando di una Lei che è morta); al terzo its (scritto come al solito "it's"), un pronome neutro che fa pensare o a una mente associata più allo sguardo del verso precedente che alla persona, o ad una mente che ormai appartiene a una persona priva di ogni caratterizzazione terrena; negli ultimi due "their" e "they" possono essere associati all'immagine delle stelle ma, nel contempo, allargano il senso a tutti coloro che sono morti.


J994 (1865) / F806 (1864)

Partake as doth the Bee -
Abstemiously.
A Rose is an Estate -
In Sicily -
    Prendine come fa l'Ape -
Moderatamente.
Una Rosa è un Patrimonio -
In Sicilia -

Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli, dove c'è una variante per gli ultimi due versi: "I know the Family / in Tripoli." ("Conosco la Famiglia / a Tripoli."). C'è anche un altro manoscritto autografo, rimasto tra le carte di ED, probabile brutta copia di un biglietto (perduto) inviato, insieme a un mazzo di fiori, al cugino Perez Dickinson Cowan, studente presso l'Amherst College, che il 26 aprile 1864 scrive nel suo diario: "They were very fine indeed heliotrope - hyacinths - verbena - geranuium fuchsia etc & sent with it one of the nicest notes - worded thus [segue il testo del biglietto]" (Jay Leyda, The Years and Hours of Emily Dickinson, Yale University Press, New Haven, 1960, vol. II, pag. 87).
In entrambe queste ulteriori versioni al verso 3 "A" diventa "The".

Uno dei biglietti che accompagnavano fiori. Stavolta la cosa è certa, visto che è registrata nel diario del destinatario. La Sicilia dell'ultimo verso è il paese esotico, del sole e del caldo, dove una rosa è da considerarsi un bene prezioso, da gustare con moderazione. Nella variante della copia nei fascicoli scompare il riferimento al fiore, ed è la famiglia dell'ape a essere accostata all'esotismo mediterraneo, spostato di qualche chilometro.


J995 (1865) / F1014 (1865)

This was in the White of the Year -
That - was in the Green -
Drifts were as difficult then to think
As Daisies now to be seen -

Looking back, is best that is left
Or if it be - before -
Retrospection is Prospect's half,
Sometimes, almost more -

    Questo fu nel Bianco dell'Anno -
Quello - fu nel Verde -
Le Raffiche erano difficili allora da concepire
Come le Margherite ora da vedere -

Guardare indietro, è il meglio che è rimasto
O se è - avanti -
La Retrospezione è metà della Prospettiva,
Talvolta, quasi di più -

Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli; di un'altra copia, in una lettera inviata a Louise Norcross nel marzo 1865 (L307), ci resta la trascrizione di Frances Norcross.

Quando è inverno è difficile riuscire a immaginare lo sbocciare di un fiore, così come nella bella stagione immaginare le raffiche di vento o i cumuli di neve ("drift" può voler dire entrambe le cose). Quando cala il freddo nella natura, o il gelo nell'anima, ci rimane solo la consolazione del ricordo, di un passato che potrebbe essere considerato la metà di ciò che forma la nostra prospettiva di vita, ma che molte volte, quando il presente e il futuro diventano difficili da vivere, diventa molto di più e tende a riempire la nostra esistenza.


J996 (1865) / F503 (1863)

We'll pass without the parting
So to spare
Certificate of Absence -
Deeming where

I left Her I could find Her
If I tried -
This way, I keep from missing
Those that died.

    Ci dilegueremo senza la separazione
Così da risparmiare
Il Certificato d'Assenza -
Ritenendo che dove

La lasciai potrei ritrovarla
Se tentassi -
In questo modo, mi trattengo dal rimpiangere
Coloro che morirono.

ED fece consegnare questa poesia a Maria Avery Howard, che raccontò il fatto alla nipote Lydia Avery Coonley in una lettera della fine del 1890. La nipote trascrisse la poesia e parte della lettera per Mabel Todd: "Ero solita visitare Amherst abbastanza spesso e conoscevo bene tutti i Dickinson... Quando fui per l'ultima volta ad Amherst, Emily mi mandò a chiamare per andare a trovarla, lei non usciva nemmeno per andare da Sue, e il giorno della mia partenza mi mandò, da una domestica, i versi che accludo, con un oleandro in fiore legato con un nastro nero per dirmi addio così invece di farlo personalmente."
Il manoscritto di questa versione è perduto e il testo riportato sopra è quello trascritto nei fascicoli nel 1865. Nella trascrizione la poesia contiene due varianti: nel primo verso "a" al posto di "the" e nell'ottavo "who" al posto di "that".

Partire senza sancire con un addio diretto la separazione è un po' come rifiutare quel "certificato d'assenza" che la renderebbe concreta. Ed è anche un augurio di potersi un giorno ritrovare, come speriamo che sia con quelli che ci hanno lasciato definitivamente.
Negli ultimi due versi ED sembra giustificare la sua scelta di solitudine, ma anche la sua abitudine di non partecipare ai funerali, compreso quello del padre, del quale non visitò mai la tomba.


J997 (1865) / F1010 (1865)

Crumbling is not an instant's Act
A fundamental pause
Dilapidation's processes
Are organized Decays -

'Tis first a Cobweb on the Soul
A Cuticle of Dust
A Borer in the Axis
An Elemental Rust -

Ruin is formal - Devils work
Consecutive and slow -
Fail in an instant, no man did
Slipping - is Crashe's law -

    Sgretolarsi non è Atto di un istante
Una pausa fondamentale
I processi di Disgregazione
Sono Decadimenti organizzati -

È prima una Ragnatela nell'Anima
Una Cuticola di Polvere
Un Tarlo nell'Asse
Una Ruggine Primordiale -

La Rovina è metodica - i Diavoli lavorano
Costanti e lenti -
Nessuno, si perde in un istante
Scivolare - è la legge del Crollo -

Nella prima strofa può sembrare che ED parli della vita come progressivo disfacimento verso la morte, ma poi il senso si chiarisce con la seconda strofa, che allinea in perfetta progressione una sorta di assedio della mente, prima all'esterno, con la ragnatela che avviluppa e la pellicola di polvere che copre, poi dentro, con il tarlo che rode nell'intimo e la primordiale ruggine disgregante, intimamente connessa con la nostra natura di esseri pensanti. Nella terza strofa è chiaro che si parla di fallimento, un perdersi che può essere lo scivolamento nel peccato ma anche nell'eretica consapevolezza di non sapere, un processo lento, che va avanti con metodica precisione lasciandoci per molto l'illusione di poterlo contrastare. Ma a conclusione di questo lento scivolamento non può esserci altro che un crollo preparato e prevedibile. In questa interpretazione i diavoli del nono verso non sono altro che i dubbi della nostra mente razionale, connaturati in noi ed esplicitati nella seconda strofa, sempre pronti a chiedersi il perché di qualcosa a cui la fede risponde in maniera netta ma insoddisfacente.
Al verso 9, nel manoscritto si legge in modo chiaro "devils", ma Franklin emenda in "devil's". Ho scelto la lezione originale, visto che la costruzione soggetto plurale e verbo mi sembra funzioni altrettanto bene di quella con il genitivo sassone ("il lavoro del diavolo / costante e lento").


J998 (1865) / F1012 (1865)

Best Things dwell out of Sight
The Pearl - the Just - Our Thought -

Most shun the Public Air
Legitimate, and Rare -

The Capsule of the Wind
The Capsule of the Mind

Exhibit here, as doth a Burr -
Germ's Germ be where?

    Le Cose migliori dimorano fuori Vista
La Perla - il Giusto - il Nostro Pensiero -

Le più rifuggono gli Spazi Pubblici
Legittime, e Rare -

La Capsula del Vento
La Capsula della Mente

Si esibiscono qui, come Ricci di castagna -
Il Germe del Germe dov'è?

Le cose più interessanti, quelle che contano, non sono quelle visibili ma quelle, legittime (perché sono quelle che riempiono veramente la nostra vita) e rare (perché molto poche rispetto alla moltitudine che è offerta ai nostri occhi), che rifuggono dal rendersi pubbliche e facilmente accessibili. Quelli che vediamo sono soltanto contenitori, della natura (il mondo) e della nostra mente (il corpo), ma dentro, invisibile come la castagna nel suo riccio, c'è quello che conta, quello di cui ci chiediamo sempre la natura e che non riusciamo mai ad afferrare: il germe del germe, il progenitore dell'inizio.
Al penultimo verso "burr" ha nel Webster significati che non hanno niente a che vedere con il senso dei versi: "lobo o lembo dell'orecchio; nodo del corno vicino alla testa del cervo; animella", mentre "bur" è definito come "Una copertura spinosa per i semi di diverse piante, come la noce e la lappola." Nei dizionari moderni "burr" è indicato come grafia corretta di "bur", mentre nel Webster l'etimologia di "bur" è "burre" (sassone) e "borr" (irlandese), cosa che rende plausibile l'uso della doppia consonante finale, evidentemente poi consolidatosi nel tempo.


J999 (1865) / F1013 (1865)

Superfluous were the Sun
When Excellence be dead
He were superfluous every Day
For every Day be said

That syllable whose Faith
Just saves it from Despair
And whose "I'll meet You" hesitates
If Love inquire "Where"?

Upon His dateless Fame
Our Periods may lie
As Stars that drop anonymous
From an abundant sky.

    Superfluo sarebbe il Sole
Dove l'Eccellenza è morta
Sarebbe superfluo ogni Giorno
Perché ogni Giorno è pronunciata

Quella sillaba la cui Fede
Sola salva dalla Disperazione
E il cui "Ti incontrerò" esita
Se l'Amore chiede "Dove?"

Sulla Sua Fama senza tempo
Le nostre Stagioni possono adagiarsi
Come Stelle che gocciano anonime
Da un cielo abbondante.

Il mondo non avrebbe più senso se si estinguesse l'amore. E non avrebbe più senso nemmeno lo scorrere del tempo, perché in ogni istante la promessa dell'amore è la sola cosa che ci salva dalla disperazione, anche quando lo sentiamo lontano e irraggiungibile. Su questo sentimento senza tempo possiamo adagiare le nostre vite, perché l'amore è capace di accoglierle come il mondo accoglie la luce delle anonime stelle che brillano in un cielo infinito.


J1000 (1865) / F1015 (1865)

The Fingers of the Light
Tapped soft upon the Town
With "I am great and cannot wait
So therefore let me in".

"You're soon", the Town replied,
"My Faces are asleep -
But swear, and I will let you by
You will not wake them up".

The easy Guest complied
But once within the Town
The transport of His Countenance
Awakened Maid and Man

The Neighbor in the Pool
Upon His Hip elate
Made loud obeisance and the Gnat
Held up His Cup for Light.

    Le Dita della Luce
Bussarono lievi alla Città
Con un "sono grande e non posso aspettare
Perciò fammi entrare."

"Sei mattiniera", replicò la Città,
"I miei Volti sono addormentati -
Ma giura, e ti farò passare
Se non li sveglierai."

La disinvolta Ospite accettò
Ma una volta dentro la Città
Lo slancio della Sua Figura
Risvegliò Fanciulle e Uomini

Il Vicino nello Stagno
Si levò su un fianco
Fece un rumoroso inchino e il Moscerino
Sollevò la Sua Coppa alla Luce.

L'alba arriva lieve e insieme prepotente. La città cerca di resistere, poi di impedire che svegli i suoi abitanti, ma la luce è troppo splendente, nulla e nessuno riesce a resistere allo slancio di quella figura che invade ogni via e ogni casa, nemmeno il moscerino nello stagno, che si sveglia arzillo e rende omaggio al nuovo giorno.
La luce può essere metafora di tutto ciò che schiarisce e risveglia, possiamo perciò leggerla come la luce della ragione, dell'amore, della poesia, ecc.