Emily Dickinson

The Complete Poems

Appendice
Poesie dell'edizione Franklin non comprese nell'edizione Johnson

Traduzione e note di Giuseppe Ierolli


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Appendice

Indice Johnson
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J- / F190 (1861)

No Rose, yet felt myself a'bloom,
No Bird - yet rode in Ether -
    Non Rosa, eppure mi sentivo in fiore,
Non Uccello - eppure fluttuavo nell'Etere -

Nella terza delle tre Master Letters (L233). I versi sono aggiunti in fondo alla lettera, nella settima pagina, ma sono contrassegnati per essere inseriti nella seconda, dopo le parole "I forgot the Redemption and was tired no more" ("Dimenticai la Redenzione e non fui più stanca").

Le sensazioni di qualcuno che è innamorato: sentirsi in fiore, senza essere una rosa, fluttuare liberi nell'etere, senza essere un uccello.
I versi vanno ovviamente letti all'interno della lettera, una delle tre famose lettere al "Master", la cui identità è rimasta misteriosa, anche se molti hanno proposto dei nomi per nessuno dei quali sono state però trovate certezze.


J- / F290 (1862)

Let others - show this Surry's Grace -
Myself - assist his Cross -
    Che altri - esibiscano la Grazia di Surry -
Io - assisto alla sua Croce -

In una lettera a Samuel Bowles della fine di novembre 1862 (L277), preceduta da "Perhaps you tire - now - A small weight - is obnoxious - upon a weary Rope - but had you Exile - or Eclipse - or so huge a Danger, as would dissolve all other friends - 'twould please me to remain -" ("Forse lei è stanco - ora - Un piccolo peso - è intollerabile - per una Fune affaticata - Ma se lei avesse Esilio - O Eclissi - o un Pericolo talmente enorme, da dissolvere tutti gli altri amici - sarei felice di restare -")
Henry Howard, conte di Surrey (1517-1547), introdusse nella poesia inglese il famoso "blank verse". Fu accusato di alto tradimento e decapitato durante il regno di Enrico VIII.

Facile condividere i momenti di gioia, più difficile esserci in quelli dolorosi.


J- / F502 (1863)

Life is death we're lengthy at,
Death the hinge to life.
    La vita è morte a cui siamo a lungo diretti,
La morte il cardine della vita.

In una lettera alle cugine Norcross della fine di maggio 1863 (L281), preceduta da "Jennie Hitchcock's mother was buried yesterday, so there is one orphan more, and her father is very sick besides. My father and mother went to the service, and mother said while the minister prayed, a hen with her chickens came up, and tried to fly into the window. I suppose the dead lady used to feed them, and they wanted to bid her good-by." ("La madre di Jennie Hitchcock è stata seppellita ieri, così c'è un'orfana in più, e per di più suo padre è molto malato. Mio padre e mia madre sono andati al funerale, e la mamma ha detto che mentre il ministro pregava, è saltata fuori una gallina con i suoi pulcini, cercando di volare fin dentro la finestra. Suppongo che la defunta gli desse abitualmente da mangiare, e loro volessero offrirle l'ultimo saluto.")
L'autografo è perduto e il testo della lettera deriva da una trascrizione di Frances Norcross.

Alla descrizione piuttosto comica dell'accorrere di galline e pulcini a un funerale seguono i due versi che riportano al mistero della vita, così inarrestabilmente diretta verso la morte.


J- / F808 (1864)

The lovely flowers embarrass me,
They make me regret I am not a Bee -
    Gli incantevoli fiori mi imbarazzano,
Mi fanno rammaricare di non essere un'Ape -

In una lettera alla zia Lucretia Bullard (sorella del padre) del 1864 (L1047). I versi sono all'inizio, seguiti da: "Was it my blame or Nature's? / Thank you, dear Aunt, for the thoughtfulness, I shall slowly forget - / The beautiful Plant would entice me, did I obey myself, but the Doctor is rigid. / Will you believe me grateful, who have no Argument? / Truly, / Emily." ("È stata mia la colpa o della natura? / Grazie, cara Zia, per il pensiero, lo dimenticherò lentamente - / La bellissima Pianta mi attirerebbe, se dovessi obbedire a me stessa, ma il Dottore è rigido. / Mi crederai grata, anche se non ho Argomenti? / Sinceramente, / Emily.")
Franklin ci informa che probabilmente la lettera era in risposta all'invio di un pianta di glicine, nel periodo in cui ED era a Cambridge per curarsi gli occhi.

Il ringraziamento per l'invio di un pianta diventa il rimpianto di non essere in grado di goderne, di dover seguire le severe istruzioni del medico, che aveva proibito anche la lettura e la scrittura, i fiori forse più amati da ED.


J- / F1244 (1872)

Fly - fly - but as you fly -
Remember - the second pass you by -
The Second is pursuing the Century
The Century is chasing Eternity -
Ah the Responsibility -
No wonder that the little Second flee -
Out of it's frightened way -
    Corri - corri - ma mentre corri -
Ricorda - il secondo ti oltrepassa -
Il Secondo insegue il Secolo
Il Secolo rincorre l'Eternità -
Ah la Responsabilità -
Non stupisce che il piccolo Secondo fugga -
Dalla sua spaventata strada -

Nell'edizione Johnson delle lettere questo testo è pubblicato come frammento in prosa (PF75, pag. 923) e considerato "materiale grezzo per una poesia".

La nostra corsa vitale sarà sempre sopraffatta da un tempo che è al di fuori delle concezioni umane, e la vita, quell'istante che ci è concesso a prezzo di doveri che vengono da chissà dove, avrà sempre paura di percorrere quella strada così misteriosa.


J- / F1252 (1872)

It is the Meek that Valor wear
Too mighty for the Bold.
    È il Mite che indulge al Valore
Troppo possente per l'Audace.

In una lettera della fine di agosto 1872 a Elizabeth Holland (L377), in forma di prosa e preceduta da: "We are proud of her safety - Ashamed of our dismay for her who knew no consternation." ("Siamo orgogliosi della sua incolumità - Ci vergogniamo del nostro sgomento per lei che non conobbe costernazione.")
La lettera fu scritta dopo che la Holland aveva subito un'operazione per l'asportazione di un occhio.

Il valore, la fermezza d'animo è concessa più al mite che all'audace, più propenso ad azioni esteriori che a sopportare le ingiurie della vita.


J- / F1321 (1874)

When Continents expire
The Giants they discarded - are
Promoted to endure -
    Quando i Continenti spirano
I Giganti da essi eliminati - sono
Incitati a durare -

In una lettera del marzo 1874 a Sarah Jenkins (L411) preceduta soltanto da: "I am picking you a flower for remembering Sumner - He was his Country's - She - is Time's -" ("Sto cogliendo una rosa in memoria di Sumner - Lui era del suo Paese - Lei - è del Tempo -")
Charles Sumner, uno dei più attivi sostenitori dell'abolizione della schiavitù, era morto l'11 marzo 1874.

La memoria di un "gigante" che la morte ha portato via sarà certo più longeva dei giganti naturali che ci sembrano eterni.
Nella lettera ho tradotto "flower" con "rosa" per mantenere il "lui" (Sumner) "lei" (flower) che segue. In genere quando ED parla di un fiore lo tratta al femminile.


J- / F1452 (1877)

Incredible the Lodging
But limited the Guest
    Incredibile l'Alloggio
Ma limitato l'Ospite

Pubblicato tra i frammenti in prosa nell'edizione Johnson delle lettere (PF84, pag. 924).

Il mondo è incredibilmente bello, il problema è che ospita individui molto limitati.


J- / F1478 (1878)

One note from One Bird
Is better than a Million Word -
A scabbard has - but one sword
    Una singola nota da Un singolo Uccello
È meglio di un Milione di Parole -
Un fodero ha - solo una spada

Pubblicato tra i frammenti in prosa nell'edizione Johnson delle lettere (PF97, pag. 926).

I primi due versi potrebbero sembrare una dichiarazione di superiorità della musica nei confronti della parola, ma l'ultimo chiarisce che si tratta di una condanna delle troppe parole dette al vento, come se il poeta potesse raggiungere la perfezione soltanto ove riuscisse a estrarre dal suo fodero l'unica spada-parola che conta.


J- / F1492 (1879)

Ferocious as a Bee without a wing
The Prince of Honey and the Prince of Sting
So plain a flower presents her Disk to thee
    Feroce come un'Ape senza un'ala
Il Principe del Miele e il Principe del Pungiglione
Così semplicemente un fiore offre il suo Disco a te

Nell'edizione Johnson delle lettere, i versi sono in nota a una lettera dell'8 novembre 1881 a Sarah Tuckerman (L739) dove si legge: "Tra i frammenti che erano in possesso di Mrs. Todd, databili più o meno in questo periodo, c'è il seguente: [seguono i versi]. Sul verso c'è scritto: Prof. Tuckerman. I versi potrebbero essere stati una bozza per un biglietto, simile a quello sopra, destinato a Mrs. Tuckerman."
Franklin data i versi al 1879 e non ritiene che l'indicazione "Prof. Tuckerman" nel verso dell'autografo sia in relazione con un possibile biglietto (ED usava molto spesso scrivere versi su buste, o frammenti di busta, indirizzati).

Quasi sempre le manifestazioni della natura hanno un'anima bifronte, come l'ape che è capace di darci le dolcezze del miele ma anche i dolori del pungiglione. Anche un fiore, che ci offre con naturale semplicità la sua bellezza, può nascondere dentro di sé la ferocia di un'ape senza un'ala.
L'utilizzo di termini uguali in pochi versi (bee, sting, wing) fa pensare alla J1763-F1788, dove il fiore, in un contesto diverso, diventa la fama.


J- / F1534 (1880)

I do not care - why should I care
And yet I fear I'm caring
To rock a fretting truth to sleep -
Is short security
The terror it will wake
persistent as perdition
Is harder than to face
the frank adversity -
    Non m'importa - perché dovrebbe importarmi
Eppure temo che m'importi
Cullare un'irritante verità fino al sonno -
È una breve sicurezza
Il terrore si sveglierà
persistente come la perdizione
È più arduo che affrontare
una franca avversità -

Pubblicato tra i frammenti in prosa nell'edizione Johnson delle lettere (PF79, pag. 924) con le varianti del manoscritto fra parentesi ("crying" e "wailing" per "fretting" al verso 3; "no", "frail" e "poor" per "short" al verso 4). Di seguito ai versi c'è una frase: "There is an awful yes in every constitution" ("Cè un terribile sì in ogni temperamento") per la quale Franklin ipotizza che "possa essere intesa come continuazione dei versi o come prosa con la funzione di inserire i versi in una lettera."

Molte volte ci si illude di poter "addormentare" una verità che dà fastidio, ma prima o poi si dovranno fare i conti con essa; perciò è meglio affrontare a viso aperto un'avversità, piuttosto che concedersi la breve sicurezza di averla messa da parte per poi vederla inevitabilmente riapparire.


J- / F1558 (1881)

The Blood is more showy than the Breath
But cannot dance as well -
    Il Sangue è più sgargiante del Respiro
Ma non sa danzare così bene -

Pubblicato tra i frammenti in prosa nell'edizione Johnson delle lettere (PF107, pag. 927); una variante nel manoscritto: "gaudy" al posto di "showy" al primo verso, è riportata fra parentesi.

Le cose meno appariscenti sono spesso quelle che hanno più qualità.


J- / F1591 (1882)

If I should see a single bird     Se vedessi un singolo uccello

Il manoscritto è perduto e questo verso (che probabilmente era il primo) è l'unico rimasto. L'autografo, indirizzato al nipote Gilbert, fu esposto nel 1930 in una mostra alla Yale University Library.

Un frammento che potrebbe preludere a qualsiasi cosa.


J- / F1658 (1884)

Show me Eternity, and I will show you Memory -
Both in one package lain
And lifted back again -

Be Sue, while I am Emily -
Be next, what you have ever been, Infinity -

    Mostrami l'Eternità, e io ti mostrerò la Memoria -
Entrambe giacevano in un unico involucro
E si rialzarono per tornare -

Sii Sue, mentre io sono Emily -
Sii poi, ciò che sei sempre stata, Infinità -

I versi concludono una lettera a Susan del 1884 (L912) preceduti soltanto da "Morning might come by Accident - Sister - / Night comes by Event - / To believe the final line of the Card would foreclose Faith - / Faith is Doubt." ("Il Mattino può arrivare per Caso - Sorella - / La Notte arriva di Conseguenza - / Credere alla linea finale del Quadrante precluderebbe la Fede - / La Fede è Dubbio.").

Torna il tema dell'individualità nell'immortalità. Non vi è cesura fra il testo iniziale e i versi che concludono il biglietto: la nascita avviene per caso e la morte non è che una conseguenza; credere che nel disegno divino vi sia uno scopo razionale sarebbe come, paradossalmente, precludere la fede, perché la vera fede è il dubbio, per questo a chi mi parla di eternità io parlo di memoria, di individualità dell'essere che mantiene ricordi ed esperienze, due cose che devono restare unite, perché l'una senza l'altra non avrebbe senso; se riuscirai a restare Susan, come io sono ora Emily, allora, e solo allora, si potrà dire che l'uomo è infinità, perché non perderà la sua individualità.


J- / F1659 (1884)

I held it so tight that I lost it
Said the Child of the Butterfly
Of many a vaster Capture
That is the Elegy -
    La tenevo così stretta che l'ho persa
Disse il Bambino della Farfalla
Di una molto più vasta Cattura
Questa è l'Elegia -

Pubblicato tra i frammenti in prosa nell'edizione Johnson delle lettere (PF81, pag. 924).

È difficile catturare il mistero; quando siamo certi di averlo ben stretto nelle nostre mani fugge via.


J- / F1660 (1884)

But that defeated accent
is louder now than him
Eternity may imitate
The Affluence of time
    Solo quell'accento sconfitto
è più sonoro ora di lui
L'Eternità può imitare
L'Opulenza del tempo

Pubblicato tra i frammenti in prosa nell'edizione Johnson delle lettere (PF24, pag. 915) in questa forma:

But that defeated accent is louder now than him
Eternity may imitate
The Affluence (Ecstasy) of time
But the arrested (suspended) syllable
Is wealthier than him
But Loves dispelled Emolument
Finds (Has) no Abode in him -
Has no retrieve in him
    Solo quell'accento sconfitto è più sonoro ora di lui
L'Eternità può imitare
L'Opulenza (Estasi) del tempo
Solo la sillaba troncata (sospesa)
È più ricca di lui
Solo i dispersi Emolumenti degli Amori
Non trovano (hanno) Dimora in lui -
Non hanno riparo in lui

Franklin indica quelli che sono i versi 4-8 della trascrizione Johnson come varianti ai versi 1 e 2 della sua.

Il ricordo di ciò che lui ha fatto da vivo è l'unica cosa che ora può sostituire la sua grandezza, così come l'eternità di cui ormai è parte può soltanto imitare l'opulenza del tempo in cui lui è vissuto.


J- / F1676 (1885)

A chastened Grace is twice a Grace -
Nay, 'tis a Holiness.
    Un Grazia punita è due volte una Grazia -
Anzi, è Santità.

A conclusione di una lettera a Sarah Tuckerman del 1° maggio 1885 (L984), preceduti soltanto da "We trust the repairs of the little friend are progressing swiftly, though shall we love her as well revamped? / Anatomical dishabille is sweet to those who prize us -" ("Confidiamo che le riparazioni alla piccola amica stiano procedendo velocemente, anche se l'ameremo allo stesso modo una volta aggiustata? / Un déshabillé anatomico è dolce per coloro che l'apprezzano -")
La nipote della destinataria, Alice Cooper Tuckerman, si era slogata un'anca e fu obbligata a usare le grucce per diversi mesi.

Uno sdrammatizzante augurio per una slogatura. Ma anche un implicito invito ad accettare senza troppo lamentarsi affanni in fin dei conti non troppo gravi; una felicità senza traumi o rotture potrebbe anche trasformarsi in una grazia noiosa.
Non so quanto la nipote della Tuckerman potesse essere d'accordo con la dolcezza del "déshabillé anatomico" o con quella grazia punita che diventa santità.


J- / FApp.13-1 (1851)

I know of a shuttle swift -
I know of a fairy gift -
mat for the "Lamp of Life" -
the little Bachelor's wife!!
    So di una veloce spoletta -
so di un fatato dono -
fatto per la "Lampada della Vita" -
la Mogliettina ideale!!

In un Valentine per Elbridge G. Bowdoin (lo stesso della J1-F1) del febbraio 1851 (L41), in forma di prosa e preceduta da "I weave for the Lamp of Evening - but fairer colors that mine are twined while stars are shining." ("Tesso per la Lampada della Sera - ma colori più belli dei miei sono intrecciati mentre le stelle luccicano."). Sia Johnson che Franklin ritengono che il Valentine fosse accompagnato da una lampada fatta da ED.

Come nel Valentine dell'anno precedente, ED, qui molto più sinteticamente, insiste nell'incitare Bowdoin a trovare una "Bachelor's wife", ad approfittare di quel futuro che sicuramente sta preparando per la "lampada della vita" qualcosa di molto più prezioso del semplice paralume che presumibilmente accompagnava il biglietto.
Visto che "mat" (v. 3) significa sia "coprire con qualcosa di intrecciato" che "intrecciare insieme, avviluppare" è più plausibile che il dono fosse un paralume piuttosto che una lampada.


J- / FApp.13-3 (1852)

Who loves you most,
and loves you best,
and thinks of you
when others rest?
       T'is Emilie
    Chi ti ama più di tutti,
e ti ama ancor di più,
e pensa a te
quando gli altri riposano?
       È Emily

A conclusione, in forma di prosa, di una lunga lettera a Susan del febbraio 1852 (L77), preceduta da "Much love from Mother and Vinnie, and then there are some others who do not dare to send -" ("Tanto affetto dalla Mamma e da Vinnie, e poi ce ne sono degli altri che non osano dirlo -"). Con "some others" ED si riferisce evidentemente ad Austin, il cui fidanzamento con Susan sarà ufficializzato l'anno successivo.

Siamo nel periodo in cui il legame fra Austin e Susan era ancora segreto (anche se probabilmente era conosciuto da tutti) e ED, pur facendone cenno, non rinuncia a proclamare il suo inalterato affetto-amore per l'amica, con una sorta di indovinello subito seguito dalla soluzione.


J- / FApp.13-4 (1853)

A little poem we will write
unto our Cousin John,
to tell him if he does not come
and see us very soon,
we will immediately forget
there's any such a man,
and when he comes to see us -
we will be not "at hame"!
    Una poesiola scriveremo
al Cugino John,
per dirgli che se non arriva
e non ci viene a trovare al più presto,
noi immediatamente scorderemo
che esista un siffatto individuo,
e quando verrà a trovarci -
di certo saremo non "al morso"!

Un biglietto al cugino John L. Graves della primavera 1853 (L117), in forma di prosa. Nell'edizione Johnson delle lettere la trascrizione è in quattro versi, l'ultima parola è "home" anziché "hame" e nell'ultimo verso "will be not" è "will not be".

Un biglietto scherzoso al cugino, che evidentemente prometteva invano una visita. Il biglietto è firmato "Emilie - Vinnie". Per l'ultima parola ho riportato la versione di Franklin. Probabilmente "hame" (l'anello che tiene il morso del cavallo), usato anche nella J23-F12, è un gioco di parole con "home", come per dire che la casa somiglia a un morso che ci tiene ben stretti.


J- / FApp.13-5 (1854)

Please, Sir, to let me be
a Valentine to Thee!
    Ti prego, mio Signore, di lasciarmi essere
un Valentine per Te!

Un Valentine, in forma di prosa, per Henry Vaughan Emmons, datato "17 febbraio". Nell'edizione Johnson della lettere (L155) il "be" a conclusione del primo verso è all'inizio del secondo.

Un Valentine molto stringato ma significativo, visto che le poche parole scritte sono un invito che può essere letto in due modi: i versi che si autoproclamano Valentine e bastano a se stessi, o la mittente che si trasforma in un Valentine vivente al posto di quelli soliti, semplicemente espressi a parole.


J- / FApp.13-7 (1859)

I have a suitor in the skies -
a nobleman is he -
and this is all he ever says -
Pray "come unto me."
To such a simple wooing
I do not reply -
Say? - Shall I say him yes - Ladie -
Say - shall I say him nay?
    Ho un pretendente nei cieli -
un nobiluomo è -
e questo è tutto ciò che dice -
Prega "vieni da me."
A un così semplice corteggiamento
non rispondo -
Dici? - Devo dirgli di - Signora -
Di' - devo dirgli di no?

L'autografo è stato pubblicato in facsimile nel 1978 in un catalogo di vendita di Paul C. Richards. Nell'originale, indirizzato "Mother", la suddivisione del testo è la seguente:

I have a suitor in
the skies - a noble-
man
is he - and this
is all he ever says -
Pray "come unto me."
To such a simple wooing
I do not reply -
Say? - Shall I say him
yes - Ladie - Say - shall
I say him nay?

Un corteggiatore di poche parole, ma veramente nobile e al quale è difficile rispondere in modo adeguato. La domanda finale e il fatto che l'autografo sia indirizzato "Mother" fanno pensare a una sorta di richiesta di sostegno, per decidere se dedicarsi a un pretendente così in alto o puntare a qualcosa di meno nobile ma più concreto.