The Complete Poems
Tutte le poesie
J301 - 350
Traduzione e note di Giuseppe Ierolli
J1/50
J51/100 
J101/150
J151/200
J201/250
J251/300
J301/350
J351/400
J401/450
J451/500
J501/550
J551/600
J601/650
J651/700
J701/750
J751/800
J801/850
J851/900
J901/950
J951/1000
J1001/1050
J1051/1100
J1101/1150
J1151/1200
J1201/1250
J1251/1300
J1301/1350
J1351/1400
J1401/1450
J1451/1500
J1501/1550
J1551/1600
J1601/1650
J1651/1700
J1701/1750
J1751/1775
Indice Johnson
Home page poesie
Home page
J301 (1862) / F403 (1862)
I reason, Earth is short - And Anguish - absolute - And many hurt, But, what of that? I reason, we could die - I reason, that in Heaven - |
Ragiono, la Terra è breve - E l'Angoscia - assoluta - E molti soffrono, Ma, e con ciò? Ragiono, potremmo morire - Ragiono, che in Cielo - |
La struttura identica delle tre strofe reitera il ragionare, il riflettere, del primo verso di ciascuna con la conclusione dell'ultimo, dove sembra che qualsiasi ragionamento, dubbio, proposta di soluzione, si scontrino inevitabilmente con l'inutilità di un percorso che ci conduce verso il nulla. |
J302 (1862) / F408 (1862)
Like Some Old fashioned Miracle When Summertime is done - Seems Summer's Recollection And the Affairs of June As infinite Tradition Her Bees have a fictitious Hum - Her Memories like Strains - Review - |
Come Qualche Antiquato Miracolo Quando la Stagione estiva è finita - Sembra il Ricordo dell'Estate E le Avventure di Giugno Una Tradizione senza fine Le sue Api hanno un Ronzio fittizio - Le sue Memorie come Canti - Ritornano - |
Le calde e luminose giornate estive, rivissute nella memoria durante i giorni freddi e oscuri dell'inverno, sembrano ormai qualcosa di inafferrabile e lontano, tanto che la loro stessa esistenza ci appare come velata dai contorni di un sogno. |
J303 (1862) / F409 (1862)
The Soul selects her own Society - Then - shuts the Door - To her divine Majority - Present no more - Unmoved - she notes the Chariots - pausing - I've known her - from an ample nation - |
L'Anima sceglie i suoi Compagni - Poi - chiude la Porta - Alla sua divina Maggiore età - Non presentarne più - Impassibile - nota le Carrozze - che si fermano - Mi risulta che - in mezzo a tanti - |
L'anima come una giovane corteggiata, che guarda ai suoi pretendenti e, una volta raggiunta la "maggiore età", ne sceglie uno, restando poi indifferente a chiunque, fosse anche un imperatore. |
J304 (1862) / F572 (1863)
The Day came slow - till Five o'clock - Then sprang before the Hills Like Hindered Rubies - or the Light A Sudden Musket - spills - The Purple could not keep the East - The Happy Winds - their Timbrels took - The Orchard sparkled like a Jew - |
Il giorno arrivò lentamente - fino alle Cinque - Poi spuntò davanti alle Colline Come Rubini celati - o la Luce Che spande Improvvisa - un Moschetto - La Porpora non riuscì a trattenere l'Oriente - I Venti Felici - presero i loro Tamburelli - Il Frutteto luccicò come un Ebreo - |
Lo spuntare dell'alba dipinto come una sontuosa esplosione di luce e di vita, uno spettacolo a cui siamo invitati ogni giorno e la cui grandiosa bellezza non finisce mai di stupircici. |
J305 (1862) / F576 (1863)
The difference between Despair And Fear - is like the One Between the instant of a Wreck And when the Wreck has been - The Mind is smooth - no Motion - |
La differenza tra Disperazione E Paura - è come Quella Fra il momento di un Naufragio E quando il Naufragio è avvenuto - La Mente è liscia - nessun Movimento - |
La disposizione nei versi dei termini della similitudine: disperazione - paura / momento del naufragio - naufragio avvenuto, dovrebbe, presumo, essere letta a rovescio, ovvero la paura accostata ai momenti che precedono un dolore e la disperazione, intesa come "speranza ormai perduta", al fatto avvenuto. Nella paura c'è infatti un elemento di incertezza che viene meno quando lascia spazio alla disperazione del dopo. La seconda strofa la leggo come una descrizione della disperazione, profonda ma ormai rassegnata a ciò che è diventato un passato da ricordare e non è più un futuro da temere o su cui sperare. Fantasiosa come al solito l'immagine finale, l'occhio cieco della statuaria classica, immobile e rassegnato alla perdita della sua funzione primaria, ma anche all'impossibilità di "vedere" nel senso di "capire". |
J306 (1862) / F630 (1863)
The Soul's Superior instants Occur to Her - alone - When friend - and Earth's occasion Have infinite withdrawn - Or She - Herself - ascended This mortal Abolition Eternity's disclosure |
I Superiori istanti dell'Anima Si presentano a Lei - da sola - Quando amici - e occasioni Terrene Si sono infinitamente allontanati - O Lei - da Sé - è ascesa Questa Abolizione della mortalità La rivelazione dell'Eternità |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra copia, inviata a Susan, è sostanzialmente uguale, a parte la sostituzione del verso 14 con "To favorites - a few -" ("Ai favoriti - pochi - / [Della...]"). |
La chiave dei versi è la "rivelazione dell'eternità" dell'ultima strofa, vincitrice sulla mortalità perché semplicemente la abolisce (v. 9). Ma è una vittoria rara (v. 10) e riservata solo a chi è capace di accettare senza riserve il mistero (v. 14 - a pochi eletti, nella versione a Susan) perché questa rivelazione (da intendersi come la grazia delle fede) deve farsi strada nella "colossale sostanza dell'immortalità" (vv. 15-16), in un "superiore istante dell'anima" (v. 1) che è dato soltanto dalla rinuncia alle occasione mondane (vv. 3-4 - forse il dubbio, la razionalità?) o dalla sua consapevolezza della propria onnipotente grandezza (v. 8) in quanto espressione dello spirito divino. |
J307 (1862) / F549 (1863)
The One who could repeat the Summer day - Were greater than itself - though He Minutest of Mankind should be - And He - could reproduce the Sun - When Orient have been outgrown - |
Colui che fosse capace di replicare un giorno d'Estate - Sarebbe più grande di esso - anche se Fosse il più minuscolo del Genere Umano - E se - fosse capace di riprodurre il Sole - Quando l'Oriente è stato superato - |
Torna il tema della J291-F327: l'impossibilità di replicare, di riprodurre con linguaggio o arte umana la grandezza e l'infinita bellezza della natura, qui rappresentata in due dei suoi momenti più presenti nei versi di ED: un giorno d'estate e il tramonto. |
J308 (1862) / F557 (1863)
I send Two Sunsets - Day and I - in competition ran - I finished Two - and several Stars - While He - was making One - His own was ampler - but as I |
Mando Due Tramonti - Il Giorno ed io - partecipammo alla gara - Io ne finii Due - e svariate Stelle - Mentre Lui - ne faceva Uno - Il suo era più ampio - ma come |
Questa volta il tema dell'irrappresentabilità della bellezza di un tramonto (cfr. J291-F327 e J307-F549) viene in un certo senso rovesciato (anche se in termini colloquiali e umoristici), visto che l'invio del primo verso si riferisce a qualcosa di concreto, fatto con le mani di chi lo manda, e che questo qualcosa non raggiunge certo la grandezza del modello ma è, comunque, "più comodo da tenere in mano". Nella prima edizione (The Single Hound, Boston, 1914) era aggiunta una nota: "Spedita con fiori vivaci"; si deve perciò presumere che "I finished Two" del terzo verso si riferisca a due mazzi di fiori o a qualche composizione floreale. |
J309 (1862) / F542 (1863)
For largest Woman's Hearth I knew - 'Tis little I can do - And yet the largest Woman's Heart Could hold an Arrow - too - And so, instructed by my own, I tenderer, turn me to. |
Per il più grande Cuore di Donna che conosco - È poco ciò che posso fare - Eppure il più grande Cuore di Donna Potrebbe contenere una Freccia - anche - E così, istruita dal mio di Cuore, Più tenera, a quello mi volgo. |
I versi, inviati a Susan e poi anche trascritti nei fascicoli, sembrano rivolgersi direttamente alla destinataria, al "più grande cuore di donna che conosco". La freccia del quarto verso è metafora di un dolore, una preoccupazione, che affligge quel cuore, qualcosa che non è facile alleviare (v. 2) ma rende più affettuosa e partecipe l'offerta di aiuto (ultimo verso). |
J310 (1862) / F422 (1862)
Give little Anguish, Lives will fret - Give Avalanches, And they'll slant - Straighten - look cautious for their breath - |
Dai un po' d'Angoscia, I vivi si logoreranno - Danne Valanghe, E l'aggireranno - Raddrizzandosi - cercando cauti il respiro - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra copia fu inviata a Susan nel 1863, senza divisione in strofe e con due varianti: "al verso 7 "Marble Disc" ("Disco Marmoreo") al posto di "Granite face" e al verso 8 "sort" (Forma / [più...]") al posto di "thing". |
C'è un limite alla sopportabilità del dolore, dell'angoscia, una difesa che scatta in modo naturale quando questo limite è ormai superato. Ma l'aggiramento dell'angoscia, lo sfuggire a un eccesso di dolore è un processo molto labile, bisogna trattenere il respiro, non pronunciare parola, altrimenti vincerebbe il prorompere di quell'angoscia che stiamo cercando di esorcizzare. |
J311 (1862) / F291 (1862)
It sifts from Leaden Sieves - It powders all the Wood. It fills with Alabaster Wool The Wrinkles of the Road - It makes an even Face It reaches to the Fence - To Stump, and Stack - and Stem - It Ruffles Wrists of Posts |
Filtra da Plumbei Setacci - Impolvera tutto il Bosco. Riempie con Lana d'Alabastro Le Rughe della Strada - Fa un Volto uniforme Penetra nel Recinto - Su Ceppo, e Catasta - e Stelo - Increspa i Polsi ai Pali |
Esistono cinque redazioni di questa poesia. La prima, quella riportata sopra, fu inviata a Susan Dickinson alla fine del 1862. La seconda, sostanzialmente uguale, fu trascritta nella primavera del 1863 nei fascicoli. La terza, un manoscritto databile 1865, è uguale nei primi quattro versi, mentre i successivi sedici sono sostituiti da otto versi nuovi. Di questa versione abbiamo due ulteriori redazioni, con cambiamenti minimi: una inviata a T.W. Higginson nel 1871 e infine una acclusa a una lettera del 1883 (L813) a Thomas Niles, editor della casa editrice Roberts Brothers, nella quale la poesia viene citata come "the Snow" ("la Neve"). Quest'ultima è quella riportata sotto.
|
Una lunga serie di immagini che descrivono l'effetto della neve, non citata esplicitamente nella prima versione e richiamata invece in modo diretto nella lettera a Thomas Niles del 1883. La prima versione contiene descrizioni più vivide e concrete, mentre la seconda è più sintetica e "astratta", in particolare nella chiusa, dove una costellazione invernale diventa rifugio di una neve che sembra diventare talmente impalpabile da negare la sua stessa esistenza. |
J312 (1862) / F600 (1863)
Her - last Poems - Poets ended - Silver - perished - with her Tongue - Not on Record - bubbled Other - Flute - or Woman - so divine - Not unto it's Summer Morning - Late - the Praise - 'Tis dull - Conferring Nought - that We - No Poet's Kinsman - |
Le Sue - ultime Poesie - Ai Poeti misero fine - L'Argento - perì - con la sua Lingua - Non si ha Notizia - di Altra che gorgogliasse - Di Flauto - O di Donna - così divinamente - Neanche nel suo Mattino d'Estate - Tardiva - la Lode - È vano - Conferire Nulla - ciò che Noi - Non Prossimi al Poeta - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Ci sono altre due copie manoscritte, una inviata a Susan e l'altra rimasta tra le carte di ED, entrambe senza divisione in strofe e con alcune varianti: al verso 8 "free" ("libera") al posto di "full"; al verso 11 "a" al posto di "the" (solo nella versione a Susan); al verso 12 "Showing" ("Apparenze") al posto di "symbol" (variante anche nei fascicoli, insieme a "Token" - "Insegne"); al verso 14 "Yet, if" ("Eppure, se") al posto di "Nought - that" (solo nella versione a Susan). |
In memoria di Elizabeth Barrett Browning, morta il 30 giugno 1861. Le sue "Ultime Poesie" furono pubblicate postume nel 1862. Il marito, Robert Browning, la fece seppellire a Firenze. |
J313 (1862) / F283 (1862)
I should have been too glad, I see - Too lifted - for the scant degree Of Life's penurious Round - My little Circuit would have shamed This new Circumference - have blamed - The homelier time behind - I should have been too saved - I see - Earth would have been too much - I see - Defeat whets Victory - they say - |
Sarei stata troppo felice, lo so - Troppo innalzata - per lo scarso grado Del misero Ciclo della Vita - Il mio piccolo Circuito avrebbe disonorato Questa nuova Circonferenza - avrebbe biasimato - Il più familiare tempo passato - Sarei stata troppo risparmiata - lo so - La Terra sarebbe stata troppo - lo so - La Sconfitta stimola la Vittoria - si dice - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra copia, perduta, fu inviata a Louise e Frances Norcross (il primo verso è in un elenco delle poesie ricevute compilato da Frances) e una terza, limitata alla quarta strofa, fu inviata a Susan. Quest'ultima copia contiene tre varianti [i versi indicati sono quelli della versione intera]: al verso 21 "Coast" ("Costa", presente come variante anche nel testo dei fascicoli) al posto di "shore"; al verso 22 "can" ("possono" [descrivere un Banchetto]) al posto di "best"; al verso 23 "parching" ("Una sete ardente") al posto di "Thirsting". Nella versione intera è inoltre indicata una variante nell'ultimo verso "faints" ("viene mene") al posto di "bleats". |
L'abbandono, la perdita, "Quel bruciante Sabactani recitato di continuo, qui" (vv. 11-12), sono la condizione comune della vita mortale. Riuscire a eluderla sarebbe troppo, significherebbe essere innalzati a un grado che non ci compete (vv. 2-3), e significherebbe anche essere "troppo risparmiata" (v. 7) da un "Calvario" (v. 17) che sembra essere tutt'uno con la vita. |
J314 (1862) / F457 (1862)
Nature - sometimes sears a Sapling - Sometimes - scalps a Tree - Her Green People recollect it When they do not die - Fainter Leaves - to Further Seasons - |
La Natura - a volte dissecca un Arbusto - A volte - scotenna un Albero - Il suo Popolo Verde se ne rammenta Quando non muore - Più languide Foglie - di Altre Stagioni - |
Le ferite inferte dalla natura al suo "popolo verde" sono "vitali" perché inserite in un ciclo di vita-morte che assicura una continuità non intaccata dal tratto distintivo del genere umano: l'anima individuale, che fa di ciascuno di noi un unicum soggetto alla morte e non una parte armoniosa di un tutto ciclicamente eterno. |
J315 (1862) / F477 (1862)
He fumbles at your Soul As Players at the Keys Before they drop full Music on - He stuns you by degrees - Prepares your brittle nature For the Etherial Blow By fainter Hammers - further heard - Then nearer - Then so slow Your Breath has time to straighten - Your Brain - to bubble Cool - Deals - One - imperial - Thunderbolt - That scalps your naked Soul - When Winds take Forests in the Paws - |
Egli strimpella la tua Anima Come i Suonatori con i Tasti Prima di spargervi Musica a piene mani - Ti stordisce per gradi - Prepara la tua fragile natura All'Etereo Colpo Con più deboli Martelli - uditi da lontano - Poi più vicini - Poi così lenti Che il tuo Respiro ha il tempo di riprendersi - Il Cervello - di gorgogliare Indifferente - Scatta - Solitario - imperiale - il Fulmine - Che scotenna la tua Anima nuda - Quando i Venti prendono le Foreste fra gli Artigli - |
Il testo riportato sopra è quello inviato a Susan. Un'altra copia è nei fascicoli, suddivisa in tre strofe di quattro versi più il distico finale e con quattro varianti adottate nella copia a Susan: "nature" al posto di "substance" ("sostanza") al verso 5; "time" al posto di "chance" ("possibilità") al verso 9; "scalps" al posto di "peels"("scortica") al verso 12 e "The Universe - is still" al posto di "The Firmaments - are still -" ("I Firmamenti - sono immobili -") per l'ultimo verso; per il verso 13 c'è poi "hold" ("prendono") al posto di "take". |
Un dolore intenso, impronunciabile, che ci invade con subdola lentezza per poi colpire all'improvviso, lasciandoci nudi, "scotennati", di fronte a un "fulmine imperiale" che non ammette difese. Il soggetto della poesia è indistinto, anche se il pronome iniziale potrebbe essere riferito alla morte (sempre al maschile in ED). Nel distico finale l'anima nuda e scotennata assume forma naturale, e diventa un universo che sembra fermarsi davanti ai venti impetuosi che lo artigliano, così come l'anima di fronte a quel fulmine improvviso e raggelante. |
J316 (1862) / F494 (1862)
The Wind did'nt come from the Orchard - today - Further than that - Nor stop to play with the Hay - Nor threaten a Hat - He's a transitive fellow - very - Rely on that - If He leave a Bur at the door If He brings Odors of Clovers - If He fling Sand, and Pebble - |
Il Vento dal Frutteto non è arrivato - oggi - Più oltre di là - Non si è fermato a giocare con il Fieno - Né a minacciare un Cappello - È un tipo volubile - veramente - Puoi star certo - Se lascia una Pigna alla porta Se porta Odori di Trifogli - Se lancia Sabbia, e Ciottoli - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli.Un'altra copia fu inviata a Susan con sei varianti: "Farther" ("Più lontano") al posto di "Further" al verso 2; "ogle" ("occhieggiare") al posto di "threaten" al verso 4; "When" ("Quando") al posto di "If" al verso 7; "say" ("diciamo") al posto di "know" al verso 8; "A way he has" ("I modi che ha") al posto di "His Way" al verso 16 e ""Dust" ("Polvere") al posto di "Sand" al verso 17. |
Il vento, nella sua volubile immaterialità, diventa un fenomeno inafferrabile e misterioso; ne vediamo gli effetti ("lascia una Pigna alla porta") ma non riusciamo a localizzarne l'origine ("Ma dov'è l'Abete - Dimmi - / Ci sei mai stato?"). Nel finale diventa un burbero prepotente, che vuole sgombra la via davanti a sé e al quale è molto meglio obbedire. |
J317 (1862) / F263 (1861)
Just so - Jesus - raps - He - does'nt weary - Last - at the Knocker - And first - at the Bell. Then - on divinest tiptoe - standing - Might He but spy the lady's soul - When He - retires - Chilled - or weary - It will be ample time for - me - Patient - upon the steps - until then - Heart! I am knocking - low at thee. |
Proprio così - Gesù - bussa - Lui - non si stanca - Ultimo - al Battente - E primo - al Campanello. Poi - sulle divine punte dei piedi - ritto - Può solo spiare l'anima di una donna - Quando Egli - si ritirerà - Intirizzito - o stanco - Ci sarà tanto tempo per - me - Paziente - sugli scalini - finché poi - Cuore! Sto bussando - piano a te. |
Il testo riportato sopra è quello inviato a Susan. C'è un'altra copia nei fascicoli, in due strofe, con l'ultimo verso diviso in due ("Heart - I am knocking low / At thee!") e con quattro varianti: "Christ" al posto di "Jesus" al primo verso; "First" ("Prima") al posto di "Last" al verso 3; "then" ("poi") al posto di "first" al verso 4 e "hiding" ("che si nasconde") al posto di "lady's" al verso 6. |
Gesù non si stanca di aspettare la conversione di un'anima, è lì, discreto ("sulle divine punte dei piedi ") ma anche insistente ("Ultimo - al Battente - / E primo - al Campanello" o, nella versione dei fascicoli: "Prima - al Battente - / E poi - al Campanello -"). Talvolta però non gli resta che ritirarsi, ormai stanco di quell'attesa senza esito. Sarà in quel momento che l'anima, lasciata sola di fronte a se stessa, avrà tutto il tempo per interrogare il suo cuore e decidere autonomamente sulla sua fede, una decisione che coinvolge la nostra interiorità e non può essere sollecitata dall'esterno. |
J318 (1860) / F204 (1861)
I'll tell you how the Sun rose - A Ribbon at a time - The Steeples swam in Amethyst - The news, like Squirrels, ran - The Hills untied their Bonnets - The Bobolinks - begun - Then I said softly to myself - "That must have been the Sun"! But how he set - I know not - There seemed a purple stile That little Yellow boys and girls Were climbing all the while - Till when they reached the other side - A Dominie in Gray - Put gently up the evening Bars - And led the flock away - |
Vi dirò come sorse il Sole - Un Nastro alla volta - I Campanili galleggiavano in Ametista - La notizia, come Scoiattoli, corse - Le Colline si slacciarono le Cuffie - I Bobolink - iniziarono - Allora mi dissi sommessamente - "Dev'essere stato il Sole!" Ma come è tramontato - non lo so - Sembrava una purpurea staccionata Che Gialli ragazzi e ragazze Stessero in quel momento scalando - Finché quando raggiunsero l'altro lato - Un Maestro in Grigio - Sollevò delicatamente le Sbarre della sera - E condusse via il gregge - |
Il testo riportato sopra è quello che ED accluse, insieme ad altre tre poesie, alla prima lettera a Higginson del 15 aprile 1862 (L260). Un'altra copia, dell'anno precedente, è nei fascicoli, divisa in quattro strofe uniformi e con varianti nella punteggiatura. |
È facile descrivere il sorgere del sole, con il mondo che si risveglia e la luce che rende tutto chiaro e visibile. Più difficile afferrare il mistero del tramonto e dell'oscurità che lo segue, un buio che nasconde la concretezza e lascia spazio soltanto alla fede o al dubbio. Trasparente la metafora vita-morte, e particolarmente bella l'immagine finale, dove i raggi del sole al tramonto diventano gialli ragazzi e ragazze che si arrampicano nel porpora per poi scomparire nel mistero della sera e dell'oscurità. Il "Maestro in grigio" può essere un'immagine indistinta della divinità, ma anche la descrizione di un pastore di anime che porta il suo gregge verso l'immortalità. |
J319 (1861) / F304 (1862)
The nearest Dream recedes - unrealized - The Heaven we chase - Like the June Bee - before the School Boy - Invites the Race - Stoops - to an easy Clover - Dips - evades - teazes - deploys - Then - to the Royal Clouds Lifts his light Pinnace - Heedless of the Boy - Staring - bewildered - at the mocking sky - Homesick for steadfast Honey - |
Il Sogno più vicino recede - irrealizzato - Il Cielo che inseguiamo - Come l'Ape di Giugno - davanti allo Scolaro - Invita alla Gara - Si china - a un facile Trifoglio - Si tuffa - evade - infastidisce - dispiega - Poi - alle Nuvole Regali Innalza la sua Barca leggera - Incurante del Ragazzo - Che guarda - sconcertato - al cielo beffardo - Nostalgico di Miele duraturo - |
Il testo riportato sopra è quello che ED accluse, insieme ad altre tre poesie, alla prima lettera a Higginson del 15 aprile 1862 (L260). Un'altra copia è nei fascicoli, divisa in quattro strofe e con varianti nella punteggiatura e nella distribuzione dei versi. |
La vita ci mette davanti molti stimoli, molte illusioni di gioia e libertà, ma poi di quel "miele" (v. 11), che vorremmo nostro per sempre, resta soltanto un ricordo di sensazioni fuggevoli, che non riusciamo mai a catturare appieno, come lo scolaro che corre dietro all'ape solo per vederla scomparire all'orizzonte dopo avergli dato per un istante la sensazione di poterne emulare il volo. |
J320 (1862) / F282 (1862)
We play at Paste - Till qualified, for Pearl - Then, drop the Paste - And deem ourself a fool - The Shapes - though - were similar - And our new Hands Learned Gem-Tactics - Practicing Sands - |
Giochiamo con le Imitazioni - Finché non troviamo, la Perla - Allora, buttiamo le Imitazioni - E ci sentiamo sciocchi - Le Forme - tuttavia - erano simili - |
Il testo riportato sopra è quello che ED accluse, insieme ad altre tre poesie, alla prima lettera a Higginson del 15 aprile 1862 (L260). Un'altra copia, praticamente identica e senza divisione in strofe, è tra i manoscritti rimasti tra le carte di ED. |
Nessuno fabbrica "perle" all'improvviso, è sempre necessario un apprendimento su materiali più vili ("paste, sands") per essere degni di acquisire quelle "tattiche gemmate" che ci permetteranno di produrre esiti preziosi. |
J321 (1862) / F334 (1862)
Of all the Sounds despatched abroad, There's not a Charge to me Like that old measure in the Boughs - That phraseless Melody - The Wind does - working like a Hand, Whose fingers Comb the Sky - Then quiver down - with tufts of Tune - Permitted Gods, and me - Inheritance, it is, to us - I crave Him grace of Summer Boughs, |
Di tutti i Suoni sparsi nell'aria, Nessuno mi Prende Come quell'antico brano fra i Rami - Quella Melodia senza fraseggio - Che il Vento crea - lavorando come una Mano, Le cui dita Pettinano il Cielo - Poi scendono vibrando - con fiocchi d'Armonia - Permessi agli Dei, e a me - Un retaggio, è ciò, per noi - Imploro la grazia dei Rami Estivi per Colui, |
Il testo riportato sopra è quello che ED accluse, insieme ad altre due poesie, alla seconda lettera a Higginson del 25 aprile 1862 (L261). Ci sono altre due copie, con varianti minime: una nei fascicoli e una inviata a Susan. |
Tre strofe che descrivono ognuna un'immagine "sonora" del vento: la prima gli attribuisce la capacità di far risuonare la natura, con melodie che sfuggono alle regole della musica che conosciamo; la seconda ci parla del suo essere sfuggente, inafferrabile, eppure così vivo da farci immaginare che persino la polvere nell'urna non riesca a resistere a quell'orchestra così gaia e invadente; la terza è il compianto per chi non è capace di udire quel canto incorporeo, che si leva solenne tra gli alberi per poi dileguarsi, come se fosse un plotone, sfuggito per un istante a un marziale allineamento e ansioso di rimettersi in riga per non farsi scoprire. |
J322 (1861) / F325 (1862)
There came a Day at Summer's full, Entirely for me - I thought that such were for the Saints, Where Resurrections - be - The Sun, as common, went abroad, The time was scarce profaned, by speech - Each was to each The Sealed Church, The Hours slid fast - as Hours will, And so when all the time had leaked, Sufficient Troth, that we shall rise - |
Venne un Giorno al colmo dell'Estate, Interamente per me - Pensavo che fossero solo per i Santi, Dove Resurrezioni - sono - Il Sole, come sempre, venne fuori, Il tempo era di rado profanato, dal parlare - Ciascuno era per l'altro La Chiesa Sigillata, Le Ore scorrevano veloci - come fanno le Ore, E così quando tutto il tempo si disperse, Sufficiente la Promessa, che risorgeremo - |
Il testo riportato sopra è quello che ED accluse, insieme ad altre due poesie, alla seconda lettera a Higginson del 25 aprile 1862 (L261). Ci sono altre tre copie manoscritte: una, limitata all'ultima strofa, a conclusione di una lettera al Reverendo Edward S. Dwight del 2 gennaio 1862 (L246); una rimasta tra le carte di ED e un'altra trascritta nei fascicoli. C'è inoltre una copia perduta, inviata a Susan probabilmente all'inizio del 1862, pubblicata nello "Scribner's Magazine" nel numero di agosto 1890. Il testo di tutte le copie è praticamente identico. |
Viene un giorno, situato simbolicamente al colmo dell'estate, che è come una scintilla di rivelazione, qualcosa che si poteva immaginare destinato soltanto a coloro che sono ormai al di là del visibile. Ma la rivelazione non è quella che ci offre lo scioglimento del mistero, ma una comunione concreta, umana, con l'altro; lo sbocciare di un amore che non ha bisogno di parole, perché sarebbero superflue come gli arredi sacri in confronto al mistero del sacramento. Ma il giorno dura poco, le ore trascorrono veloci e quel che resta a ognuno è il reciproco dolore del distacco, alleviato appena dalla speranza di "nuove nozze" in un mondo diverso. |
J323 (1858) / F14 (1858)
As if I asked a common Alms, And in my wondering hand A Stranger pressed a Kingdom, And I, bewildered, stand - As if I asked the Orient Had it for me a Morn - And it should lift it's purple Dikes, And shatter Me with Dawn! |
Come se chiedessi una comune Elemosina, E nella mia mano stupita Uno Sconosciuto comprimesse un Regno, Ed io, sconcertata, restassi - Come se chiedessi all'Oriente Se avesse un Mattino per me - E lui sollevasse le sue Dighe purpuree, E Mi ubriacasse d'Aurora! |
Il testo riportato sopra è in una lettera a Higginson del 7 giugno 1862 (L265). Ci sono altre due copie: la prima nei fascicoli, trascritta nel 1858; la seconda in una lettera del 1884 (inizio 1885 secondo Johnson) a un destinatario sconosciuto (L964). |
La gioia di un dono inatteso, o che va al di là di ogni nostra aspettativa, in due immagini dal contrasto iperbolico: un regno concesso come se fosse una semplice elemosina e un diluvio d'aurora al posto di un mattino consueto. |
J324 (1860) / F236 (1861)
Some keep the Sabbath going to Church - I keep it, staying at Home - With a Bobolink for a Chorister - And an Orchard, for a Dome - Some keep the Sabbath in Surplice - God preaches, a noted Clergyman - |
Alcuni osservano il Dì di festa andando in Chiesa - Io lo osservo, stando a Casa - Con un Bobolink per Corista - E un Frutteto, a mo' di Cupola - Alcuni osservano il Dì di festa in Cotta - Dio predica, è un celebre Pastore - |
Il testo riportato sopra è quello accluso a una lettera a Higginson del luglio 1862 (L268). Un'altra copia (precedente e con varianti nella punteggiatura) è nei fascicoli; una terza, perduta, servì probabilmente per la pubblicazione in "The Round Table" del 12 marzo 1864. |
Una dichiarazione di individualità, che contrappone le regole "umane" di partecipazione religiosa a quelle dettate dal sentirsi immersi in una natura vista come diretta emanazione del divino. Negli ultimi due versi questa concezione della natura come specchio del divino viene dichiarata esplicitamente e trasformata in una sorta di anticipazione dell'aldilà. |
J325 (1861) / F328 (1862)
Of Tribulation - these are They, Denoted by the White. The Spangled Gowns, a lesser Rank Of Victors, designate - All these - did conquer - "Surrender" - is a sort unknown Our panting Ancle barely passed, |
Della Tribolazione - sono Quelli, Denotati dal Bianco. Le Vesti Imbrillantate, un Rango inferiore Di Vincitori, designano - Tutti loro - trionfarono - La "Resa" - è un concetto sconosciuto Che la nostra ansimante Caviglia a stento superò, |
Il testo riportato sopra è quello accluso a una lettera a Higginson del luglio 1862 (L268). Un'altra copia (dello stesso anno e con varianti nella punteggiatura) è nei fascicoli. |
La purezza assoluta di un "bianco" privo di ornamenti non è riservata a tutti coloro che saranno salvi, ma soltanto a quelli che hanno attraversato la via della "tribolazione". Gli altri saranno anch'essi "vincitori", ma il loro rango inferiore non permetterà loro di spogliarsi del tutto dagli ornamenti mortali. L'ultima strofa, la descrizione di una dannazione scampata con il "salvi" finale, è come un'ulteriore descrizione del concetto espresso nelle prime due: "noi ci accontentammo di oltrepassare di corsa, a stento, l'oscurità del peccato, rifugiandoci nell'approdo sicuro del focolare; loro, invece, affrontarono la lotta a viso aperto e fino all'ultimo, spregiando idee di resa e di sconfitta e conquistando così una salvezza superiore e più pura della nostra. |
J326 (1862) / F381 (1862)
I cannot dance upon my Toes - No Man instructed me - But oftentimes, among my mind, A Glee possesseth me, That had I Ballet knowledge - And though I had no Gown of Gauze - Nor tossed my shape in Eider Balls, Nor any know I know the Art |
Non sono capace di danzare sulle Punte - Nessuno mi ha istruito - Ma spesse volte, nella mente, Una Gioia mi possiede, Che se avessi pratica di Balletto - E anche se non ho Gonna di Tulle - Né lancio la mia figura in Balli Eterei, Né alcuno sappia che conosco l'Arte |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra copia era acclusa a una lettera a Higginson dell'agosto 1862 (L271) con una variante al verso 11: "to" al posto di "for". |
La gioiosa esternazione della fantasia trasformata in una esibizione coreografica, con un profluvio di immagini che suggeriscono un vorticoso movimento senza fine né limiti. |
J327 (1862) / F336 (1862)
Before I got my eye put out - I liked as well to see As other creatures, that have eyes - And know no other way - But were it told to me, Today, The Meadows - mine - The Motions of the Dipping Birds - So safer - guess - with just my soul |
Prima che avessi gli occhi spenti - Mi piaceva tanto vedere Quanto alle altre creature, che hanno occhi - E non conoscono altro modo - Ma se mi si dicesse, Oggi, I Prati - miei - Il Movimento di Uccelli Calanti - Perciò più sicuro - immaginare - solo con l'anima |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra copia era acclusa a una lettera a Higginson dell'agosto 1862 (L271) con il verso 15 ("The Lightning's jointed Road") sostituito da "The Morning's Amber Road" ("L'Ambrato Cammino del Mattino"). |
Il rimpianto di una gioia svanita e non più raggiungibile. Nella prima strofa il ricordo di una bellezza ormai vietata a occhi che si sono spenti; nella successive tre la consapevolezza di non essere più in grado di rivivere quella bellezza senza esserne sopraffatti; nell'ultima, la rassegnazione alla cecità e la necessità di rivolgersi all'immaginazione per godere, sia pure di riflesso, di una luce che ora solo altri possono vedere. |
J328 (1862) / F359 (1862)
A Bird came down the Walk - He did not know I saw - He bit an Angleworm in halves And ate the fellow, raw, And then he drank a Dew He glanced with rapid eyes Like one in danger, Cautious, Than Oars divide the Ocean, |
Un Uccello discese il Sentiero - Non capì che l'avevo visto - Beccò un Lombrico nel mezzo E mangiò il suo pari, crudo, E poi bevve la Rugiada Si guardò intorno con occhi veloci Come uno in pericolo, Cauto, Di Remi che dividono l'Oceano, |
Il testo riportato sopra è quello di una copia rimaste tra le carte di ED. Un'altra copia, perduta, fu inviata a Higginson, probabilmente acclusa a una lettera dell'agosto 1862 (L271) e una terza è trascritta nei fascicoli. Il testo inviato a Higginson fu pubblicato nell'ottobre 1891 dall'"Atlantic Monthly". le tre versioni sono praticamente uguali, a parte minime varianti nella punteggiatura e nelle maiuscole. |
La cruda serenità di un quadretto naturale, con immagini che vanno da una crudeltà naturale senza colpe (il lombrico mangiato vivo) a un poetico abbeverarsi ("poi bevve la rugiada"), da gesti beneducati (far passare lo scarafaggio) a un circospetto guardarsi intorno e, infine, a un volo soffice e tranquillo. |
J329 (1862) / F608 (1863)
So glad we are - a Stranger'd deem 'Twas sorry, that we were - For where the Holiday should be There publishes a Tear - Nor how Ourselves be justified - Since Grief and Joy are done So similar - An Optizan Could not decide between - |
Così felici siamo - che un Estraneo stimerebbe Afflizione, ciò che eravamo - Perché ovunque ci sia una Festa Là si manifesta una Lacrima - Il perché non riusciamo a spiegarlo - Giacché Pena e Gioia sono Così simili - Che un Ottico Non saprebbe distinguerle - |
Il testo riportato sopra è quello inviato a Samuel Bowles; un'altra copia è nei fascicoli, divisa in due strofe di quattro versi. |
Sentimenti contrastanti, opposti, tendono a toccarsi e a diventare quasi indistinguibili, come se in ogni sentimento, di gioia o di dolore, fosse sempre presente il suo contrario. |
J330 (1861) / F186 (1861)
The Juggler's Hat her Country is - The Mountain Gorse - the Bee's! |
Il Cappello del Prestigiatore è la sua Patria - La Ginestra Montana - dell'Ape |
La poesia fu inviata a Samuel Bowles e probabilmente accompagnava un fiore, magari proprio la ginestra, fiore invernale nominato nel secondo verso. Potremmo perciò leggerla così: "la patria della ginestra è il cappello del prestigiatore, visto che spunta in una stagione che non è quella dei fiori, come se fosse frutto di magia; lei stessa è invece fonte di vita per l'ape, che ne succhia il nettare.". |
J331 (1861) / F374 (1862)
While Asters - On the Hill - Their Everlasting fashions - set - And Covenant Gentians - Frill! |
Mentre gli Aster - Sulla Collina - Sistemano - il loro aspetto Perenne - E le Genziane del Patto - le Frange! |
Riutilizzata, con piccoli cambiamenti, nella quarta strofa della J342. Nell'edizione Franklin le due poesie sono considerate come versione "A" e "B" della F374. |
Vedi la J342-F374. |
J332 (1862) / F420 (1862)
There are two Ripenings - one - of sight - Whose forces Spheric wind Until the Velvet product Drop spicy to the ground - A homelier maturing - A process in the Bur - That teeth of Frosts alone disclose In far October Air. |
Ci sono due Maturazioni - una - visibile - Le cui energie si avvolgono in Sfere Finché il Vellutato prodotto Cade fragrante al suolo - Una più intima maturazione - Un processo nel Riccio - Che solo i denti del Gelo dischiudono Nella lontana Aria d'Ottobre. |
Il testo riportato sopra è quello di una copia rimasta tra le carte di ED. Un'altra copia è nei fascicoli (in due strofe di quattro versi) e una terza (il cui manoscritto è perduto) fu inviata a Catherine Scott Turner, che ne fece due trascrizioni: una per Susan Dickinson e una per Mabel Todd. |
Nella prima quartina la maturazione visibile: quella del frutto che cresce sull'albero e cade quando è pronto. Nella seconda la maturazione interiore, nascosta come quella della castagna nel suo riccio, che è capace di crescere e svilupparsi anche nel gelo-dolore: anzi, sembra farne lo strumento che le permette di dischiudersi. |
J333 (1862) / F379 (1862)
The Grass so little has to do - A Sphere of simple Green - With only Butterflies to brood And Bees to entertain - And stir all day to pretty Tunes And thread the Dews, all night, like Pearls - And even when it dies - to pass And then, in Sovreign Barns to dwell - |
L'Erba ha così poco da fare - Una Sfera di semplice Verde - Con solo Farfalle da covare E Api da intrattenere - E agitarsi tutto il giorno alle amabili Melodie E infilare Gocce di Rugiada, tutta le notte, come Perle - E anche quando muore - trapassare E poi, in Sovrani Fienili dimorare - |
Il testo riportato sopra fu inviato a Austin Dickinson. Un'altra copia è nei fascicoli, con modifiche nella punteggiatura e alcune varianti (riporto le due più significative): al verso 15 "gone" ("andate") al posto di "laid" (ma con "laid" come alternativa); al verso 16 "Amulets of Pine" ("Amuleti di Pino") al posto di "Spikenards, perishing". |
L'erba come simbolo della natura inconsapevole, che deve soltanto sottostare alle leggi che la governano, godere delle bellezza da cui è circondata e morire senza nulla, nemmeno la sua fine, che ne possa turbare l'esistenza. Nell'ultimo verso una mente razionale e consapevole, e perciò piena di dubbi e di domande senza risposta, guarda con invidia alla placida serenità di quell'erba. |
J334 (1862) / F380 (1862)
All the letters I can write Are not fair as this - Syllables of Velvet - Sentences of Plush, Depths of Ruby, undrained, Hid, Lip, for Thee - Play it were a Humming Bird - And just sipped - me - |
Tutte le lettere che posso scrivere Non sono belle come questo - Sillabe di Velluto - Frasi di Felpa, Abissi di Rubino, inesausti, Celàti, Labbro, a Te - Fa' come fosse un Colibrì - Che ha appena sorseggiato - me - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra copia, probabilmente precedente, fu inviata in un biglietto a Eudocia Converse Flynt, una cugina di Monson, il paese della madre di ED (L270). Il biglietto conteneva un fiore e, come riportato nel diario della Flynt, fu ricevuto il 21 luglio del 1862. I versi erano preceduti soltanto da "You and I, did'nt finish talking. Have you room for the sequel, in your Vase?" ("Lei ed io, non abbiamo concluso la chiacchierata. Ha spazio per il seguito, nel suo Vaso?"). |
L'inadeguatezza della parola di fronte alla bellezza di un fiore, che nella frase che precede i versi nel biglietto diventa il seguito ideale di parole che non riescono a dire tutto. |
J335 (1862) / F528 (1863)
'Tis not that Dying hurts us so - 'Tis Living - hurts us more - But Dying - is a different way - A kind behind the Door - The Southern Custom - of the Bird - The Shiverers round Farmer's doors - |
Non è che il Morire ci faccia così male - È il Vivere - che ci fa più male - Ma il Morire - è un modo diverso - Una specie dietro la Porta - L'Abitudine al Sud - dell'Uccello - Tremanti giriamo intorno alle porte del Contadino - |
Il testo riportato sopra è quello nei fascicoli. Un'altra copia è in una lettera alle cugine Frances e Louise Norcross della fine di gennaio del 1863 (L278), scritta subito dopo la morte del padre, Loring Norcross, il 17 gennaio. Il manoscritto della lettera è perduto e il testo è in una trascrizione di Frances. I versi sono preceduti da: "Let Emily sing for you because she cannot pray:" ("Lasciate che Emily canti per voi visto che non è capace di pregare:"). |
La vita come attesa di una inevitabile migrazione versa quella "casa" che sarà la nostra dimora eterna. |
J336 (1862) / F395 (1862)
The face I carry with me - last - When I go out of Time - To take my Rank - by - in the West - That face - will just be thine - I'll hand it to the Angel - He'll take it - scan it - step aside - And then - he'll turn me round and round - |
Il volto che porterò con me - da ultimo - Quando uscirò dal Tempo - Per prendere il mio Posto - oltre - a Occidente - Quel volto - sarà solo il tuo - Lo porgerò all'Angelo - Lo prenderà - lo esaminerà - si apparterà - E poi - mi farà girare in cerchio - |
L'amore custodito per tutta la vita sarà l'unico bagaglio da portare con sé nel viaggio verso l'eternità, il solo che potrà farci meritare la corona concessa a coloro che sono considerati degni di entrare nel regno dei cieli. |
J337 (1862) / F363 (1862)
I know a place where Summer strives With such a practised Frost - She - each year - leads her Daisies back - Recording briefly - "Lost" - But when the South Wind stirs the Pools Into the lap of Adamant - |
Conosco un posto dove l'Estate si batte Con un Gelo tanto esperto - Che lei - ogni anno - ritira le sue Margherite - Annotando brevemente - "Perdute" - Ma quando il Vento del Sud agita gli Stagni Nel grembo Adamantino - |
Il "posto" del primo verso potrebbe essere l'estate indiana (la nostra estate di san Martino), quando il gelo dell'inverno sembra ormai aver vinto, tanto che all'estate non resta che considerare perduti i suoi fiori. Ma ecco che arriva il vento del sud, un ultimo scampolo di caldo che risveglia la natura e le dona gli ultimi colori ambrati prima della bianca uniforme invernale. |
J338 (1862) / F365 (1862)
I know that He exists. Somewhere - in silence - He has hid his rare life From our gross eyes. 'Tis an instant's play - But - should the play Would not the fun |
So che Egli esiste. Da qualche parte - in silenzio - Ha nascosto la sua vita rara Al nostro occhio grossolano. È il gioco di un istante - Ma - dovesse il gioco Non sembrerebbe il divertimento |
La prima strofa, in particolare per il secco "I know" dell'inizio, sembra proclamare senza alcun dubbio l'ineluttabilità della fede nell'esistenza di un creatore ("He exists") e, perciò, di una vita immortale. Nella seconda la certezza si scolora un po', diventando una sorta di gioco a nascondino con il mistero ("instant's play", "ambush", surprise"), e nelle ultime due si fa strada un dubbio inquietante (vv. 9-12): "e se quella giocosa ricerca dovesse 'cristallizzarsi nel rigido sguardo della morte', una morte che non prelude all'eterno ma al nulla?" seguito da due domande retoriche, che contengono una risposta implicita: "se davvero andrà così la 'sorpresa' dell'ottavo verso cambierebbe completamente volto e lo sguardo rigido della morte diventerebbe il nostro, in una inconsapevole e vuota eternità." |
J339 (1862) / F367 (1862)
I tend my flowers for thee - Bright Absentee! My Fuschzia's Coral Seams Rip - while the Sower - dreams - Geraniums - tint - and spot - Carnations - tip their spice - Globe Roses - break their satin flake - Thy flower - be gay - |
Bado ai miei fiori per te - Fulgido Assente! I Bordi color Corallo della mia Fucsia Si aprono - mentre la Seminatrice - sogna - I Gerani - si tingono - e si chiazzano - I Garofani - versano i loro aromi - Bocci di Rose - spezzano fiocchi di raso - Il tuo fiore - allegro - |
Nessuno dei colori splendenti della natura, descritti con rutilante fantasia, può compensare un'assenza che rende tutto grigio e spento. |
J340 (1862) / F371 (1862)
Is Bliss then, such Abyss - I must not put my foot amiss For fear I spoil my shoe? I'd rather suit my foot But Bliss, is sold just once. |
È dunque la Beatitudine, un tale Abisso - Che non debbo mettere il piede fuori posto Per paura di sciuparmi la scarpa? Io piuttosto asseconderei il piede Ma la Beatitudine, è venduta una sola volta. |
Non si deve aver paura di rischiare qualcosa per raggiungere uno scopo. Talvolta sembra che la gioia sia nascosta, dimori in un abisso nel quale è pericoloso avventurarsi, ma dobbiamo sapere che potrebbe non esserci una seconda possibilità, che una vita senza rischi è al riparo da pericoli ma è anche piatta e noiosa. |
J341 (1862) / F372 (1862)
After great pain, a formal feeling comes - The Nerves sit ceremonious, like Tombs - The stiff Heart questions "was it He, that bore," And "Yesterday, or Centuries before"? The Feet, mechanical, go round - This is the Hour of Lead - |
Dopo una grande pena, un sentimento formale subentra - I Nervi siedono cerimoniosi, come Tombe - Il Cuore irrigidito si chiede "fu proprio Lui, che soffrì," E "Ieri, o Secoli fa?" I Piedi, meccanicamente, vanno tutt'intorno - Questa è l'Ora Plumbea - |
Un dolore si insinua profondamente nel nostro intimo e provoca una sensazione di gelo paralizzante. Nell'ultimo verso le sensazioni che via via si impadroniscono del nostro animo vengono descritte con sintetica precisione, prendendo a prestito quelle che via via si succedono quando qualcuno sta morendo assiderato: il freddo che cristallizza la mente bloccandone ogni reazione, lo stupore per qualcosa che non ci aspettavamo, la rinuncia a difese che sembrano ormai vane. |
J342 (1862) / F374 (1862)
It will be Summer - eventually. Ladies - with parasols - Sauntering Gentlemen - with Canes - And little Girls - with Dolls - Will tint the pallid landscape - The Lilacs - bending many a year - The Wild Rose - redden in the Bog - Till Summer folds her miracle - |
Sarà Estate - finalmente. Signore - con parasoli - Signori a zonzo - con Bastoni da passeggio - E Bambine - con Bambole - Coloreranno il pallido paesaggio - I Lillà - curvati dai molti anni - La Rosa Selvatica - arrosserà nello Stagno - Finché l'Estate ripiegherà il suo miracolo - |
Gli ultimi tre versi della quarta strofa derivano dalla poesia J331. Nell'edizione Franklin le due poesie sono considerate come versione "A" (inviata a Samuel Bowles) e "B" (nei fascicoli) della F374. |
L'arrivo dell'estate, con il corollario naturale e umano che l'accompagna, è descritto con la solita fantasia di immagini nelle prime quattro strofe. Nell'ultima l'estate, non ancora arrivata, sembra già preannunciare il suo ciclico addio. |
J343 (prima versione, 1862) / F375 (prima versione, 1862)
My Reward for Being, was This - My premium - My Bliss - An Admiralty, less - A Sceptre - penniless - And Realms - just Dross - When Thrones accost my Hands - |
La Mia Ricompensa per l'Esistenza, fu Questa - Il Mio premio - la Mia Beatitudine - Un Ammiragliato, meno importante - Uno Scettro - non vale un soldo - E i Reami - solo Spazzatura - Quando i Troni si accosteranno alle mie Mani - |
J343 (seconda versione, 1862) / F375 (seconda versione, 1863)
My Reward for Being - was This - My premium - My Bliss - An Admiralty, less - A Sceptre - penniless - And Realms - just Dross. When Thrones - accost my Hands - |
La Mia Ricompensa per l'Esistenza - fu Questa. Il Mio premio - la Mia Beatitudine - Un Ammiragliato, meno importante - Uno Scettro - non vale un soldo - E i Reami - solo Spazzatura. Quando i Troni - si accosteranno alle mie Mani - |
Nulla può dar valore a un'esistenza se non l'amore, l'unica ricchezza che potrà essere "srotolata" al cospetto dei troni divini dai quali verrà emesso il giudizio finale. |
J344 (1862) / F376 (1862)
'Twas the old - road - through pain - That unfrequented - One - With many a turn - and thorn - That stops - at Heaven - This - was the Town - she passed - Wait! Look! Her little Book - Another bed - a short one - |
Era la vecchia - strada - attraverso la pena - Quella - poco battuta - Con molte svolte - e spine - Che termina - in Cielo - Questa - fu la Città - che ella attraversò - Aspetta! Guarda! Il suo piccolo Libro - Un altro letto - uno più corto - |
Il racconto di un avviarsi verso la morte, verso un luogo invisibile e misterioso, irraggiungibile dalla nostra "buona notte" ma pervaso dalla luce dell'immortalità, dove basterà un giaciglio minimo per accogliere un'anima incorporea che non occupa spazio. |
J345 (1862) / F677 (1863)
Funny - to be a Century - And see the People - going by - I - should die of the oddity - But then - I'm not so staid - as He - He keeps His Secrets safely - very - |
Buffo - essere un Secolo - E vedere la Gente - che passa - Io - morirei per la stranezza - D'altra parte - non sono così posata - come Lui - Mantiene i Suoi Segreti al sicuro - davvero - |
Il tempo si antropomorfizza e diventa un calmo e indifferente testimone degli affanni dell'umanità, attento a non svelare gli effimeri segreti a cui gli uomini tengono tanto. |
J346 (1862) / F678 (1863)
Not probable - The barest Chance - A smile too few - a word too much And far from Heaven as the Rest - The Soul so close on Paradise - What if the Bird from journey far - |
Improbabile - Proprio un puro Caso - Un sorriso è troppo poco - una parola è troppo E lontana dal Cielo come Chi resta - L'Anima così vicina al Paradiso - Come se l'Uccello da un viaggio lontano - |
Il mistero di una immortalità che forse non ci porterà più vicini alla verità di quanto lo siamo ora. Nei primi due versi la fede si ammanta di casualità, come se il cielo fosse talmente estraneo da non sapere nulla su come affrontarlo. Nei due seguenti l'anima che si illude di essere ormai in Paradiso e ne è invece lontana quanto lo era nel suo corpo mortale. La seconda strofa utilizza l'immagine dell'uccello che smarrisce improvvisamente la via, come se non sapesse più usare le sue ali, per descrivere l'anima smarrita e brancolante di fronte a un'immortalità che si rivela inconsistente come un fantasma. |
J347 (1862) / F679 (1863)
When Night is almost done - And Sunrise grows so near That We can touch the Spaces - It's time to smooth the Hair - And get the Dimples ready - |
Quando la Notte è quasi conclusa - E l'Alba spunta tanto vicina Che possiamo toccarne gli Spazi - È tempo di lisciare i Capelli - E far sì che le Fossette siano pronte - |
La descrizione di una sensazione molto comune, una paura irrazionale (come quella del buio) a cui guardiamo con stupore una volta passato l'evento che l'ha suscitata. |
J348 (1862) / F347 (1862)
I dreaded that first Robin, so, But He is mastered, now, I'm some accustomed to Him grown, He hurts a little, though - I thought if I could only live I dared not meet the Daffodils - I wished the Grass would hurry - I could not bear the Bees should come, They're here, though; not a creature failed - Each one salutes me, as he goes, |
Temevo, tanto, quel primo Pettirosso, Ma lo padroneggio, ora, Mi sono quasi abituata al Suo ritorno, Un poco ferisce, tuttavia - Pensavo che se fossi riuscita a sopravvivere Non osavo incontrare le Giunchiglie - Desideravo che l'Erba si sbrigasse - Non riuscivo a sopportare l'arrivo delle Api, Tuttavia, sono tutti qui; non manca nessuno - Ciascuno mi saluta, appena arriva, |
Il ritorno della primavera, con il risvegliarsi della natura, rende più consapevole chi soffre del permanere del proprio inverno. |
J349 (1862) / F350 (1862)
I had the Glory - that will do - An Honor, Thought can turn her to When lesser Fames invite - With one long "Nay" - Bliss' early shape Deforming - Dwindling - Gulfing up - Time's possibility. |
Ebbi la Gloria - quanto basta - Un Onore, cui il Pensiero può rivolgersi Quando minori Notorietà allettano - Con un unico lungo "No" - La forma iniziale della Beatitudine Che Deforma - Sminuisce - Inghiotte - Le possibilità del Tempo. |
Provare anche solo per una volta una gioia assoluta rende futile qualsiasi altro onore, a cui si risponderà con un "no" che durerà per tutto il tempo che ci resta, un tempo ormai deformato, sminuito, inghiottito da quell'istante supremo e irripetibile. |
J350 (1862) / F352 (1862)
They leave us with the Infinite. But He - is not a man - His fingers are the size of fists - His fists, the size of men - And whom he foundeth, with his Arm So trust him, Comrade - |
Ci lasciano con l'Infinito. Ma Egli - non è un uomo - Le sue dita sono grandi come pugni - I suoi pugni, come uomini - E chi è stato creato da lui, col suo Braccio Così crediamo in lui, Compagno - |
Chi se ne va ci lascia al cospetto del mistero dell'infinito, ma le creazioni di questa entità così misteriosa e così potente sono durevoli, sapranno aspettare il momento dei ricongiugimento in quell'eternità immensamente vasta e rapida abbastanza da non rendere troppo lunga l'attesa. |