Emily Dickinson

The Complete Poems
Tutte le poesie

J1601 - 1650

Traduzione e note di Giuseppe Ierolli


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Appendice

Indice Johnson
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J1601 (1884) / F1675 (1885)

Of God we ask one favor,
That we may be forgiven -
For what, he is presumed to know -
The Crime, from us, is hidden -
Immured the whole of Life
Within a magic Prison
We reprimand the Happiness
That too competes with Heaven -
    A Dio chiediamo un unico favore,
Che si possa essere perdonati -
Per che cosa, si presume egli lo sappia -
Il Crimine, a noi, è celato -
Murati per l'intera Vita
Dentro una magica Prigione
Rimproveriamo la Felicità
Che troppo compete col Cielo -

I versi sono nella brutta copia di una lettera (L976 - marzo 1885) a Helen Hunt Jackson, ancora convalescente per la frattura di qualche mese prima (vedi la J1600-F1663). Nel manoscritto ci sono due redazioni della lettera (entrambe riportate da Johnson): nella prima ci sono soltanto i primi due versi, mentre nell'altra c'è il testo intero. In entrambe le redazioni i versi sono preceduti da "Knew I how to pray, to intercede for your Foot were intuitive - but I am but a Pagan." ("Se sapessi come pregare, intercedere per i suoi Piedi sarebbe ovvio - ma sono soltanto una Pagana."). Non si sa se la lettera sia poi stata effettivamente spedita alla destinataria.

In molte poesie di ED l'atteggiamento verso il divino è critico e, spesso, scettico. In questa le immagini sono forse meno esplicite, ma il paradosso dei primi versi, chiedere perdono per qualcosa che non sappiamo, per un crimine che sembra inevitabile commettere ma del quale ci sfugge la reale consistenza, cela un'indubbia ribellione verso un dio che appare così distante e oscuro alle creature che si suppone lui abbia creato. La seconda parte è un inno alla vita, una prigione per la nostra mente che non riesce a comprendere il mistero, ma una prigione magica, che spesso ci dona una felicità della quale è ingiusto sentirsi colpevoli, soltanto perché la "vera" felicità sembra debba essere per forza, e non capiamo perché, quella che dovrebbe aspettarci una volta liberati da queste mura che ci tengono così magicamente prigionieri.
In questa seconda parte non si può fare a meno di leggere una dura critica a una concezione della vita come una sorta di dolorosa penitenza per meritare il paradiso.


J1602 (1884) / F1664 (1884)

In other Motes,
Of other Myths
Your requisition be.
The Prism never held the Hues,
It only heard them play -
    In altri Atomi,
Di altri Miti
La tua richiesta sia.
Il Prisma non trattenne mai i Colori,
Li udì soltanto giocare -

I versi sono in una lettera a Helen Hunt Jackson (L937, la stessa dei quattro versi finali della J1600-F1663), preceduti da: "I, too, took my summer in a Chair, though from 'Nervous prostration,' not fracture, but take my Nerve by the Bridle now, and am again abroad - Thank you for the wish - / The Summer has been wide and deep, and a deeper Autumn is but the Gleam concomitant of that waylaying Light - / Pursuing you in your transitions," ("Anch'io ho passato l'estate in Poltrona, anche se a causa di un 'esaurimento nervoso', non di una frattura, ma ora prendo i miei Nervi per le Briglie, e sono di nuovo all'aperto - Grazie per l'augurio - / L'estate è stata ampia e profonda, e un più profondo autunno non è altri che il Bagliore concomitante con quella Luce in agguato - / La sto seguendo nelle sue transizioni,").
La frase che precede immediatamente i versi ("Pursuing you in your transitions,") è considerata tale da Franklin, mentre nell'edizione Johnson è il primo verso della poesia.

La richiesta ultima deve riguardare cose diverse da quelle a cui siamo abituati, perché le cose del mondo sono fuggevoli come i colori in un prisma, che li vede passare e può soltanto assistere ai loro giochi di luce, senza il potere di trattenerli.
È un'interpretazione che si limita soltanto ai versi. Se li leggiamo insieme alla lettera (e all'altra poesia che precede le frasi che ho inserito in nota) può diventare l'augurio di nuove "transizioni" verso strade mai percorse, con la consapevolezza che comunque tutto è passeggero e nessuno di noi, come un prisma, riuscirà mai a trattenere nulla di ciò che sperimenta.


J1603 (1884) / F1662 (1884)

The going from a world we know
To one a wonder still
Is like the child's adversity
Whose vista is a hill,
Behind the hill is sorcery
And everything unknown,
But will the secret compensate
For climbing it alone?
    L'andare da un mondo che conosciamo
A uno di muta meraviglia
È come l'ansia di un bimbo
La cui visuale è una collina,
Oltre la collina è magia
E ogni cosa sconosciuta,
Ma il segreto compenserà
La scalata solitaria?

In una lettera a Louise e Frances Norcross (L907 - agosto 1884) in cui ED parla fra l'altro della sua malattia: "The doctor calls it 'revenge of the nerves'; but who but Death had wronged them?" ("Il dottore la chiama "vendetta dei nervi'; ma che cosa se non la Morte li aveva offesi?"). I versi sono preceduti da un ricordo del nipote Gilbert, morto l'anno precedente: "The little boy we laid away never fluctuates, and his dim society is companion still. But it is growing damp and I must go in. Memory's fog is rising. ("Il fanciullo che abbiamo deposto non si è mai mosso, e la sua fioca vicinanza ci è ancora compagna. Ma sta arrivando l'umidità e devo rientrare. La nebbia della memoria sta salendo.").
Il manoscritto è perduto e il testo è tratto dall'edizione delle Lettere del 1894.

Il viaggio dal mondo che conosciamo a quello che di cui non sappiamo nulla è come un'intima scalata verso il mistero. Non sappiamo se ciò che scopriremo dall'altra parte riuscirà a compensare quel cammino così difficile, perché rivolto a una meta che ci attira con le magiche meraviglie che ci promette ma allo stesso tempo ci incute l'istintiva paura dell'ignoto.
Ho interpretato il secondo verso come "a un mondo di sorprese, di meraviglie, mute perché non ci è possibile svelarle in anticipo".


J1604 (1884) / F1643 (1884)

We send the Wave to find the Wave -
An Errand so divine,
The Messenger enamored too,
Forgetting to return,
We make the wise distinction still,
Soever made in vain,
The sagest time to dam the sea
is when the sea is gone -
    Mandiamo l'Onda a trovare l'Onda -
Un Compito così divino,
Che anche il Messaggero s'innamorò,
Scordando di tornare,
Di nuovo concepiamo la saggia distinzione,
Sempre concepita invano,
Che il momento migliore per arginare il mare
sia quando il mare se n'è andato -

Nel testo manoscritto i versi sono preceduti da "A Tone from the old Bells, perhaps might wake the Children -" ("Un Suono delle vecchie Campane, forse potrebbe svegliare le Fanciulle -"). Questa versione dev'essere evidentemente una brutta copia, visto che i versi e la frase iniziale sono anche in un biglietto a Louise e Frances Norcross (L934 - 1884), conosciuto da una trascrizione di Frances.
Nel biglietto ci sono due varianti: al verso 5 "sage decision" al posto di "wise distinction" e al verso 7 "only" al posto di "sagest".

Nelle note all'edizione delle Lettere Johnson scrive che il biglietto con i versi era evidentemente destinato a rammentare alle cugine che da tempo ED non riceveva posta da loro.


J1605 (1884) / F1634 (1884)

Each that we lose takes part of us;
A crescent still abides,
Which like the moon, some turbid night,
Is summoned by the tides.
    Ognuno che perdiamo prende una parte di noi;
Uno spicchio alla fine rimane,
Che come la luna, una torbida notte,
È chiamato dalle maree.

In una lettera a Louise e Frances Norcross del marzo 1884 (L891). Il manoscritto è perduto e il testo è conosciuto da una trascrizione di Mabel Todd, a sua volta probabilmente derivante da una trascrizione di Frances. I versi sono all'inizio della lettera, preceduti da frasi riferite a Otis Lord, morto il 13 marzo 1884: "Thank you, dears, for the sympathy, I hardly dare to know that I have lost another friend, but anguish finds it out." ("Grazie, mie care, per la comprensione, sono a malapena capace di rendermi conto di aver perso un altro amico, ma l'angoscia lo fa emergere.").

Ci consumiamo man mano che perdiamo chi ci è caro, e il destino di quell'ultimo spicchio che alla fine rimane non potrà che essere lo stesso della falce di luna che si estingue giorno dopo giorno nell'oscurità della notte.


J1606 (1884) / F1632 (1884)

Quite empty, quite at rest,
The Robin locks her Nest, and tries her Wings -
She does not know a Route
But puts her Craft about
For rumored springs -
She does not ask for Noon -
She does not ask for Boon -
Crumbless and homeless, of but one request -
The Birds she lost -
    Tutto vuoto, tutto immobile,
Il Pettirosso chiude il Nido, e prova le Ali -
Non conosce la Strada
Ma rivolge la sua Arte
A favoleggiate primavere -
Non cerca Mezzogiorni -
Non cerca Benefici -
Affamato e senza casa, ha solo una richiesta -
Gli Uccelli che ha perduto -

In una lettera a Elizabeth Holland con la notizia della morte di Otis Lord (L890 - marzo 1884). I versi sono preceduti da: "Forgive the Tears that fell for few, but that few too many, for was not each a World? / Your last dear words seemed stronger, and smiling in the feeling that you were to be, this latest sorrow came - I hope your own are with you, and may not be taken - I hope there is no Dart advancing or in store - ("Perdona le Lacrime che caddero per pochi, ma quei pochi sono troppi, perché non è ognuno un Mondo? / Le tue ultime parole mi sembravano più robuste, e mentre sorridevo immaginando che anche tu lo fossi, è arrivato quest'ultimo dolore - Spero che i tuoi cari siano con te, e non possano esserti sottratti - Spero che non ci sia nessun Dardo in arrivo o in serbo -").

ED si identifica col pettirosso che sente ormai il vuoto intorno a sé, e a cui non resta che avviarsi verso una destinazione sconosciuta, verso primavere di cui si hanno soltanto vaghi cenni senza alcuna certezza (difficile rendere il significativo "rumored"; ho cercato di tradurlo con un termine che indicasse insieme un annuncio vago e indistinto e una speranza), una meta che ha come solo scopo quello di ritrovare coloro che hanno già fatto quel viaggio misterioso e inafferrabile.


J1607 (1884) / F1633 (1884)

Within that little Hive
Such Hints of Honey lay
As made Reality a Dream
And Dreams, Reality -
    Dentro quel piccolo Alveare
Tali Indizi di Miele vi sono
Da rendere la Realtà un Sogno
E i Sogni, Realtà -

Conclude la lettera a Elizabeth Holland in cui era inserita anche la J1606-F1632 (L890 - marzo 1884), dopo un'aggiunta in cui ED rassicura la destinataria che un incontro avuto con la sorella Lavinia (Vinnie) era stato puntualmente descritto da quest'ultima. I versi sono preceduti da: "Vinnie omitted nothing, and I followed her around, never hearing enough of that mysterious interview, for was it not a lisp from the irrevocable?" ("Vinnie non ha omesso nulla, e io le sono stata dietro, senza mai ascoltare abbastanza di quel misterioso colloquio, perché non è stato forse un balbettio dell'irrevocabile?").

Probabile che il "piccolo alveare" sia la casa che Mrs Holland divideva con la famiglia Van Wagenen, e il racconto di un qualche fatto avvenuto durante la visita di Lavinia abbia potuto ispirare l'immagine di un'affollata dolcezza molto lontana dalla solitudine di ED.
Nell'edizione Johnson l'ultima parte della lettera che contiene i versi viene accostata a una lettera di poco precedente, la n. 888. Johnson scrive nella nota della 890: " Mrs. Holland aveva evidentemente scritto per chiedere se Vinnie avesse fornito dettagli sull'incontro descritto nella lettera n. 888, e così ED aggiunse un poscritto rassicurandola che Vinnie non aveva omesso alcun dettaglio." Nella nota alla 888 viene descritto il fatto a cui ED potrebbe riferirsi nei versi: "Una notte di quell'inverno, i Van Wagenen, con i quali Mrs. Holland viveva in quel periodo, erano stati sloggiati da casa da un allagamento del pianterreno dovuto a una fognatura ostruita, e si erano rifugiati in un vicino albergo portando via i panni della figlioletta in una minuscola vasca da bagno."
In quest'ultima lettera ED, riferendosi a questo fatto, scrive qualcosa che aiuta a chiarire meglio il "misterioso colloquio" della lettera successiva e il "piccolo alveare" dei versi: "How quickly a House can be deserted, and your infinite inference that the 'Soul's poor Cottage' may lose it's Tenant so, was vaster than you thought, and still overtakes me -" ("Come si può svuotare velocemente una Casa, e le tue infinite illazioni sul fatto che il 'povero Rifugio dell'Anima' possa perdere così il suo Inquilino, erano più vaste di quanto si possa pensare, e ancora mi sorprendono").


J1608 (1885) / F1680 (1885)

The Ecstasy to guess,
Were a receipted Bliss
If Grace could talk -
    L'Estasi da immaginare,
Sarebbe un'attestata Beatitudine
Se la Grazia potesse parlare -

I versi e la sola frase che li precede: "I send a message by a Mouth that cannot speak -" ("Mando un messaggio da una Bocca che non può parlare -") sono in un biglietto indirizzato "Sweet friends" e mai spedito (L995).
Nell'edizione Johnson la poesia, pur inserita fra quelle del 1884, non è datata, in quanto nel 1955 l'autografo non era stato rintracciato e il testo era quello dell'edizione delle Lettere del 1894. Nell'edizione Johnson delle Lettere (1958) è invece citato l'autografo e la datazione, come sempre sulla base della calligrafia, è 1885.

Il silenzio della ragione che circonda la fede rende l'estasi un'ipotesi, che potrebbe concretizzarsi soltanto se la grazia potesse parlare e non fosse un dover credere senza chiedere.


J1609 (1884) / F1644 (1884)

Sunset that screens, reveals -
Enhancing what we see
By menaces of Amethyst
And Moats of Mystery.
    Il Tramonto che scherma, rivela -
Intensificando ciò che vediamo
Con minacce d'Ametista
E Fossati di Mistero.

Inviata a Mabel Todd. Esiste un'altra versione, probabilmente un brutta copia, sensibilmente diversa:

Sunset that screens, reveals
Retarding what we see
By obstacles of swarthy gold
And amber mystery -
    Il tramonto che scherma, rivela
Ritardando ciò che vediamo
Con ostacoli d'oro brunito
E ambrato mistero -

La bellezza del tramonto nasconde e insieme rivela meglio ciò che vediamo, perché ci dona una visione diversa da quella a cui siamo abituati dalla splendente ma banale luce del giorno.
Le due versioni si arricchiscono a vicenda: il ritardo intensifica la visione, gli ostacoli sembrano minacce d'oscurità e il mistero affonda nell'indistinto e oscuro rosso di un abisso.


J1610 (1884) / F1645 (1884)

Morning, that comes but once,
Considers coming twice -
Two Dawns upon a single Morn
Make Life a sudden price -
    Il Mattino, che arriva solo una volta,
Riflette sull'arrivare due volte -
Due Albe in un singolo Mattino
Danno alla Vita un pregio inaspettato -

Due possibili interpretazioni. La natura ci ha ormai abituati ai suoi ininterrotti cicli; soltanto l'inatteso, sia esso un'interruzione o una duplicazione, potrebbero risvegliare i nostri sensi intorpiditi dall'abitudine. Ma anche, il mattino della vita, col suo carico di gioioso entusiasmo, arriva una volta sola e fa presto a passare; se dovesse ripresentarsi, allora sì che la vita riprenderebbe vigore.


J1611 (1884) / F1677 (1885)

Their dappled importunity
Disparage or dismiss -
The Obloquies of Etiquette
Are obsolete to Bliss -
    La loro variegata insistenza
Svilisci o congeda -
Le Calunnie dell'Etichetta
Sono obsolete per la Beatitudine -

I versi furono inviati a Mabel Todd e probabilmente si riferiscono a qualche chiacchiera che girava sul suo conto. La Todd aveva iniziato una relazione con Austin Dickinson nel settembre 1882, e questa poteva magari essere la fonte delle chiacchiere.


J1612 (1884) / F1646 (1884)

The Auctioneer of Parting
His "Going, going, gone"
Shouts even from the Crucifix,
And brings his Hammer down -
He only sells the Wilderness,
The prices of Despair
Range from a single human Heart
To Two - not any more -
    Il Banditore della Dipartita
Il suo "Uno, due, aggiudicato"
Grida persino dal Crocifisso,
E fa calare il Martelletto -
Vende soltanto il Deserto,
I prezzi della Disperazione
Oscillano da un singolo Cuore umano
A due - non di più -

Nell'asta della morte si vende soltanto l'oscuro deserto del nulla, e il prezzo è il cuore spezzato di chi resta.


J1613 (1884) / F1661 (1884)

Not Sickness stains the Brave,
Nor any Dart,
Nor Doubt of Scene to come,
But an adjourning Heart -
    Non la Malattia tocca il Prode,
Né un qualche Dardo,
Né Dubbio di Scenario a venire,
Ma un Cuore esitante -

I versi sono in un biglietto a Mabel Todd del 19 luglio 1884 (L906), preceduti soltanto da "How martial the Apology of Nature! We die, said the Deathless of Thermopylae, in obedience to Law -" ("Com'è marziale l'Apologia della Natura! Moriamo, dissero gli Immortali delle Termopili, in obbedienza alla Legge -").
Per la citazione delle Termopili vedi la J1554-F1584.

Nulla può toccare l'audace determinazione del prode a compiere il proprio dovere, se non un cuore che esita di fronte alla morte.


J1614 (1884) / F1667 (1884)

Parting with Thee reluctantly,
That we have never met,
A Heart sometimes a Foreigner,
Remembers it forgot -
    Separandosi da Te con riluttanza,
Poiché mai c'incontrammo,
Un Cuore talvolta uno Straniero,
Ricorda di aver trascurato -

In un biglietto indirizzato ai genitori di Mabel Todd, Mary ed Eben Jenks Loomis (L946 - autunno 1884), che erano stati ad Amherst a trovare la figlia, senza ovviamente aver incontrato ED. Il biglietto contiene i versi e una frase finale con una citazione da Genesi 3,10: "In all the circumference of Expression, those guileless words of Adam and Eve never were surpassed, «I was afraid and hid Myself -»" ("In tutta la circonferenza dell'Espressione, queste ingenue parole di Adamo ed Eva non sono mai state superate, «Avevo paura e Mi sono nascosto -»").
Il versetto completo nella King James è "And he [Adamo] said, I heard thy voice in the garden, and I was afraid, because I was naked; and I hid myself."

Il biglietto di commiato per due persone che non aveva mai conosciuto si trasforma in una riflessione, soprattutto nella frase che segue i versi, sulla propria solitudine; una scelta volontaria e consapevole ma che non doveva essere completamente appagante, visto che viene avvicinata alla paura del peccato che tocca il cuore di Adamo di fronte a Dio.
Può essere significativa, nella citazione biblica, l'omissione di quel "because I was naked" ("perché ero nudo"), come se ED volesse celare una delle tante ragioni che potrebbero aver contribuito alla sua scelta di solitudine.


J1615 (1884) / F1669 (1884)

Oh what a Grace is this -
What Majesties of Peace -
That having breathed
The fine - ensuing Right
Without Diminuet Proceed!
    Oh quale Grazia è questa -
Quali Maestà di Pace -
Che avendo respirato
Il puro - conseguente Diritto
Senza Diminuirsi Proceda!

In una lettera ai genitori di Mabel Todd, Mary ed Eben Jenks Loomis (L953 - 19 novembre 1884), preceduta da: "The atmospheric acquaintance so recently and delightfully made, is not, I trust, ephemeral, but absolute as Ether, as the delicate emblem just received tenderly implies. / Thank you for the Beauty - Thank you too for Boundlessness - that rarely given, but choicest Gift. / To 'know in whom' we ' have believed,' is Immortality." ("L'atmosferica conoscenza così recentemente e deliziosamente fatta, non è, credo, effimera, ma assoluta come l'Etere, come il delicato emblema appena ricevuto teneramente suggerisce. / Grazie per la Bellezza - Grazie anche per l'Illimitatezza - che raramente è data, se non dal più scelto dei Doni. / 'Sapere in chi' noi 'abbiamo creduto', è Immortalità.")
Il "delicate emblem just received" citato nella lettera doveva essere un dono ricevuto da ED. La citazione è probabilmente dalla seconda lettera a Timoteo 1,12 "...so infatti a chi ho creduto e son convinto che egli è capace di conservare fino a quel giorno il deposito che mi è stato affidato."

L'accenno all'illimitatezza e all'immortalità nella lettera suggerisce che il "right" del verso 4 sia il diritto all'immortalità, la "maestà di pace" donata dalla "grazia", che segue il tempo della vita, sintetizzato nel "having breathed" del verso 3. Suggestivo l'inizio della lettera, in cui la conoscenza da lontano dei genitori di Mabel Todd viene definita "The atmospheric acquaintance".


J1616 (1884) / F1571 (1882)

Who abdicated Ambush
And went the way of Dusk,
And now against his subtle name
There stands an Asterisk
As confident of him as we -
Impregnable we are -
The whole of Immortality
Secreted in a Star -
    Che abdicò all'Agguato
E se ne andò per la via del Crepuscolo,
E ora contro il suo nome sottile
Là sta un Asterisco
Fiducioso di lui come noi -
Incrollabili noi siamo -
L'intera Immortalità
Segregata in una Stella -

In un biglietto del 16 luglio 1882 a Samuel Bowles figlio in memoria del padre (L935, datata 1884), insieme a dei gelsomini disseccati. I versi sono preceduti soltanto da "A Tree your Father gave me, bore this priceless flower. / Would you accept it because of him ("Tuo Padre mi diede un Arbusto, che generò questo inestimabile fiore. / Accettalo in quanto di colui").
Nell'edizione Johnson è considerata separatamente dalla J1525 (vedi nota), mentre Franklin le considera (come appare evidente) due versioni della stessa poesia.

Un ricordo della figura di Samuel Bowles, immortalata in una stella perenne che illumina il cammino di chi resta.


J1617 (1884) / F1629 (1884)

To try to speak, and miss the way
And ask it of the Tears,
Is Gratitude's sweet poverty -
The Tatters that he wears -

A better Coat if he possessed
Would help him to conceal,
Not subjugate, the Mutineer
Whose title is "the Soul -"

    Cercare di parlare, e perderne la facoltà
E chiederla alle Lacrime,
È la dolce povertà della Gratitudine -
Gli Stracci che ella veste -

Se un Abito migliore possedesse
L'aiuterebbe a celare,
Non soggiogare, l'Ammutinata
Il cui titolo è "l'Anima" -

Inviata a Sarah Tuckerman nel gennaio 1884, preceduta da "Dear friend" e seguita da "Emily, with love."
Una copia è rimasta fra le carte di ED, praticamente uguale, compresi l'inizio e la firma, tranne l'ultimo verso: "Discreetly called 'the Soul' -" ("Chiamata discretamente 'l'Anima' -")

La "gratitude" del primo verso va intesa nel senso di "grazia, rendere grazie", come la facoltà di accettare con gratitudine la fede (nel Webster, dopo una definizione molto simile a quella di un vocabolario italiano per "gratitudine", è inserita, come frase esplicativa,: "The love of God is the sublimest gratitude."). Perciò nella prima strofa la "povertà della gratitudine" va letta come l'impossibilità di esprimere, di articolare con la ragione il dono della grazia, la capacità di abbandonarsi alla gratitudine verso Dio. Ma anche se riuscissimo a trasformare quegli stracci in abiti più ricchi (ovvero a trovare un qualche modo di articolare, di dire, razionalmente la fede) non ce la faremmo comunque a soggiogare una mente ribelle, che rifiuta di accettare quello che non riesce a capire. L'ultimo verso, anche nella sua variante, suggerisce che "l'anima" non è altri che il nome che diamo alla nostra parte pensante, distinta dal corpo non in quanto divina ma in quanto legata al nostra capacità di articolare domande sul nostro essere.


J1618 (1884) / F1637 (1884)

There are two Mays
And then a Must
And after that a Shall.
How infinite the compromise
That indicates I will!
    Ci sono due Posso
E poi un Devo
E dopo ancora un Farò.
Com'è infinito il compromesso
Che indica io voglio!

I versi furono inviati a Elizabeth Dickerman, moglie del Rev. George S. Dickerman, pastore della First Coingregational Church dal giugno 1883 al 1891, e a Ellen Mather, una vicina dei Dickinson moglie di un professore dell'Amherst College. Le due copie sono perdute e il testo deriva da trascrizioni fatte successivamente, a memoria, dai destinatari.

Il "potere" e il "dovere" che, con la mediazione di un generico e indistinto "shall", diventano i giri di parole con cui mascheriamo un "volere" che non è consigliabile rivelare troppo crudamente.
In entrambi i casi i destinatari scrissero che i versi accompagnavano un cesto di fiori di biancospino ("maybloom" ma anche semplicemente "may"), un dono utilizzato da ED per un gioco di parole ("may" è anche il verbo "potere"), che trasforma i fiori nella scherzosa descrizione di una volontà non troppo ferma o che non vuole scoprirsi più di tanto.


J1619 (1884) / F1647 (1884)

Not knowing when the Dawn will come,
I open every Door,
Or has it Feathers, like a Bird,
Or Billows, like a Shore -
    Non sapendo quando l'Alba verrà,
Apro tutte le Porte,
Abbia essa Piume, come un Uccello,
O Frangenti, come una Riva -

Due anni dopo aver scritto questa poesia, ED la incluse in una lettera a Higginson (L1042 - primavera 1886) in cui parla dell'amica Helen Hunt Jackson, morta il 12 agosto dell'anno precedente. Nel testo inviato a Higginson ci sono due varianti: "al verso 1 "Herself" al posto di "the Dawn" e al verso 3 "she" al posto di "it", e la poesia è preceduta da "When she came the last time she had in her Hand as I entered, the 'Choir invisible.' / 'Superb,' she said as she shut the Book, stooping to receive me, but fervor soffocates me. Thank you for 'the Sonnet -' I have lain it at her loved feet." ("Quando venne per l'ultima volta aveva in Mano quando entrai, il 'Cuore invisibile'. / 'Superbo', disse mentre chiudeva il Libro, chinandosi per ricevermi, ma il fervore mi soffoca. Grazie per 'il Sonetto' - L'ho deposto ai suoi piedi amati.").
"O May I Join the Choir Invisible" è una poesia di George Eliot pubblicata nel 1874 in The Legend of Jubal and Other Poems; "il sonetto" si riferisce a un sonetto composto da Higginson in memoria di Helen Hunt Jackson.

L'alba del primo verso è metafora di un inizio; qui, molto probabilmente - visto anche l'uso che ne fece ED nella lettera in memoria dell'amica scomparsa -, simboleggia l'inizio della vita eterna e, perciò, la morte. Non sapendo l'ora del suo arrivo, teniamo aperte tutte le porte per esseri pronti ad accoglierla, consapevoli che potremo avviarci verso il cielo o essere sommersi da oscuri frangenti.


J1620 (1884) / F1636 (1884)

Circumference thou Bride of Awe
Possessing thou shalt be
Possessed by every hallowed Knight
That dares - to Covet thee
    Circonferenza tu Sposa della Sgomento
Possedendo sarai
Posseduta da ogni consacrato Cavaliere
Che ha l'ardire - di Bramarti

Il manoscritto rimasto è probabilmente una brutta copia, con alcune varianti, di versi che concludono una lettera inviata nell'aprile 1884 a Daniel Chester French (L898), preceduti da "We learn with delight of the recent acquisition to your fame, and hasten to congratulate you an honor so reverently won. / Success is dust, but an aim forever touched with dew. / God keep you fundamental!" ("Apprendiamo con gioia della recente aggiunta alla sua fama, e ci affrettiamo a congratularci per un onore così rispettosamente ottenuto. / Il successo è polvere, ma uno scopo per sempre baciato dalla rugiada. / Dio la mantenga essenziale!"). Il manoscritto della lettera è perduto e la trascrizione, della figlia di French, è praticamente identica al testo del manoscritto.
French era uno scultore che era stato da ragazzo ad Amherst ed era rimasto in contatto con Susan e con le cugine Norcross. La lettera si riferisce all'inaugurazione di una statua di French dedicata a John Harvard all'Harvard University.

Una lettura che tenga conto soltanto dei versi suggerisce che la circonferenza del primo verso abbia il significato ampio che di solito ED le attribuisce: mistero del ciclo naturale, ciclo vita-morte, eterno ritorno senza confini, qualcosa che permea il tutto e può essere conquistata soltanto da chi ne brami ardentemente il possesso, scrutandone affannosamente le oscure profondità. Se leggiamo la poesia in relazione alla lettera che la contiene, assume il carattere più limitato di metafora della fama, del successo che arride meritatamente ma resta pur sempre "polvere", anche se polvere baciata dalla rugiada di una presunta immortalità, conquistata dal bramoso cavaliere che è riuscito, rispettosamente, a ottenerla.


J1621 (1884) / F1648 (1884)

A Flower will not trouble her, it has so small a Foot,
And yet if you compare the Lasts,
Her's is the smallest Boot -
    Un Fiore non la turberà, ha un Piede così piccolo,
Eppure se confronti i Modelli,
Di lei è lo Stivale più piccolo -

Versi che probabilmente accompagnavano un fiore, piccolo e umile dono della natura che a ben vedere supera in grandezza tante altre cose più appariscenti.
"Lasts" (v. 2) sono i modelli in legno intorno ai quali si modella una scarpa.


J1622 (1884) / F1599 (1883)

A Sloop of Amber slips away
Upon an Ether Sea,
And wrecks in Peace a Purple Tar,
The Son of Ecstasy -
    Una Scialuppa d'Ambra scivola via
Su un Etereo Mare,
E naufraga in Pace un Purpureo Marinaio,
Il Figlio dell'Estasi -

Uno dei due manoscritti con questi versi (l'altro è identico, a parte la lineetta alla fine del terzo verso al posto della virgola) è in un foglio con una indicazione che sembra un indirizzo: "Prof. Tuckerman", ma l'abitudine di scrivere versi su fogli già usati in altre occasioni, o con frasi e nomi spesso estranei, ci permette solo di ipotizzare nel prof. Tuckerman un probabile destinatario. I versi sono preceduti da "Please accept a Sunset -" ("La prego, accetti un Tramonto")

La frase che precede i versi non lascia dubbi sul soggetto di questa poesia: un tramonto che diventa un naufragio, uno scivolare via negli eterei cieli dell'aldilà verso quell'estasi tanto sperata.


J1623 (1885) / F1642 (1884)

A World made penniless by that departure
Of minor fabrics begs
But sustenance is of the spirit
The Gods but Dregs -
    Un Mondo reso nullatenente da quella partenza
Strutture minori elemosina
Ma il sostentamento è dello spirito
Gli Dei solo Scorie -

Due manoscritti: quello riportato sopra sembrerebbe una bella copia, anche se Johnson annota: "La sillaba in più in 'penniless' [scritto: 'penniniless'] nella bozza definitiva, la larga spaziatura delle parole, e il disegno grossolano delle lettere suggeriscono che stesse scrivendo al buio." L'altra copia, riportata sotto, differisce in tutti e quattro i versi, anche se sono presenti alcune varianti utilizzate in quella che sembra la stesura definitiva.

A World made penniless by his departure
Of minor systems begs,
But Firmaments were not his fellows -
The stars but Dregs -
    Un Mondo reso nullatenente dalla sua partenza
Sistemi minori elemosina,
Ma i Firmamenti non erano suoi compagni -
Le stelle solo Scorie -

Le varianti di questa versione sono: v. 2 systems] fabrics; v. 3] But sustenance / Is of the spirit; v. 4 stars] Heavens * skies * suns

La versione con le varianti è scritta sullo stesso foglio in cui ci sono i primi tre versi della J1599-F1641, una poesia inviata a tre destinatari diversi, sempre in memoria di qualcuno. Nella prima però la conclusione è l'ineluttabilità della vita dopo la morte, in questa gli dei (e i cieli, i soli e le stelle delle varianti) sembrano scorie concrete e illusorie di fronte all'essenza di un mistero che può essere coltivato soltanto nell'incorporeo luogo dello spirito.


J1624 (1884) / F1668 (1884)

Apparently with no surprise
To any happy Flower
The Frost beheads it at it's play -
In accidental power -
The blonde Assassin passes on -
The Sun proceeds unmoved
To measure off another Day
For an Approving God -
    Con nessuna apparente sorpresa
Un Fiore felice
Il Gelo decapita nel suo gioco -
In accidentale potere -
Il biondo Assassino va avanti -
Il Sole procede impassibile
A far fuori un altro Giorno
Per conto di un Dio Compiacente -

La vita procede attraverso disegni che non appaiono guidati da un fine. In questo gioco privo di significato il gelo-morte arriva improvviso, usando il suo potere con noncurante casualità. E mentre il gelo fa il suo lavoro, il ciclo naturale continua a macinare giorni senza scopo, con la complicità di un creatore altrettanto noncurante.
Al verso 3 ho cercato di mantenere nella traduzione l'ambiguità rilevata dalla Bulgheroni nelle note del Meridiano: "...l'ambigua dizione dickinsoniana riferisce at it's play sia al carnefice che alla vittima."


J1625 (1884/85) / F1649 (1884)

Back from the Cordial Grave I drag thee
He shall not take thy Hand
Nor put his spacious Arm around thee
That none can understand
    Via dalla Tomba Cordiale ti trascino
Non avrà la tua Mano
Né ti cingerà con l'ampio Braccio
Che nessuno può comprendere

Il manoscritto è in un foglio sul quale si legge una frase cancellata: "The mower is tuning his scythe" ("La mietitrice sta accordando la sua falce"). Non è possibile sapere se la frase sia o no correlata ai versi.

La tomba è luogo inaccessibile alla nostra comprensione; possiamo solo sperare di sottrarci al suo gelo oscuro confidando in una immortalità altrettanto indecifrabile.
La frase cancellata (se ipotizziamo che sia in relazione con il resto) suggerisce che i versi siano pronunciati dalla morte (la mietitrice con la falce), che però mi sembra qui abbia più i caratteri di una morte-immortalità, che ci rassicura su un mistero incomprensibile ma capace di sottrarci all'eterno nulla della tomba.


J1626 (1884) / F1594 (1882)

Pompless no Life can pass away -
The lowliest career
To the same Pageant wends it's way
As that exalted here -

How cordial is the mystery!
The hospitable Pall
A "this way" beckons spaciously -
A Miracle for all!

    Senza pompa nessuna Vita può sparire -
La carriera più modesta
Verso lo stesso Spettacolo muove i tuoi passi
Di quella esaltata qui -

Com'è cordiale il mistero!
L'ospitale Sudario
Un "da questa parte" accenna con larghezza -
Un Miracolo per tutti!

Nella versione riportata sopra il primo verso è scritto "No Life can Pompless pass away -" ma l'ordine della parole è poi modificato da un "1" su "pompless" e da un "2" su "No Life", che riportano il verso alla disposizione usata in una bozza precedente, con un testo praticamente uguale, senza suddivisione in strofe. Johnson ritiene che la correzione sia stata apportata da Lavinia Dickinson e, perciò, trascrive questa versione così come è scritta, mentre Franklin considera la correzione di mano di ED e la riporta con il verso modificato.

La cerimonia funebre è l'ultimo e inevitabile sfarzo che conclude ogni vita, la più modesta come quella che ha avuto gli onori della fama. Entrambe saranno protagoniste di uno spettacolo che le avvia verso un mistero che si ammanta di cordialità, come se il sudario c'invitasse benevolo verso la sicurezza di un miracolo riservato a tutti.
L'ultimo verso è tipicamente dickinsoniano: una sorta di grido da imbonitore che la dice lunga su quel miracolo promesso.


J1627 (1884) / F1650 (1884)

The pedigree of Honey
Does not concern the Bee,
Nor lineage of Ecstasy
Delay the Butterfly
On spangle journeys to the peak
Of some perceiveless Thing -
The right of way to Tripoli
A more essential thing -
    Il pedigree del Miele
Non interesse l'Ape,
Né lignaggio d'Estasi
Ritarda la Farfalla
Nei lucenti viaggi sul picco
Di qualche Cosa d'impercettibile -
Il diritto di passaggio per Tripoli
La cosa più essenziale -

Oltre a quello riportato sopra, ci sono altri due manoscritti di una versione in quattro versi, dei quali solo i primi due uguali:

The Pedigree of Honey
Does not concern the Bee -
A Clover, any time, to him
Is Aristocracy -
    Il pedigree del Miele
Non interesse l'Ape -
Un Trifoglio, ogni volta, per lei
È Aristocrazia -

Una delle copie fu inviata a Mabel Todd, l'altra (identica, a parte una virgola alla fine del terzo verso) rimase fra le carte di ED.

La natura non fa caso a genealogie o lignaggi, va avanti per la sua strada ed è come se ci insegnasse che il diritto più importante è quello di arrivare, in terre o mondi che magari ci sono estranei ma verso i quali ci sentiamo profondamente attirati, proprio per il loro esotico e seducente mistero.
Nella versione più breve ED sintetizza e lascia soltanto l'immagine dell'ape, incurante di genealogie e pronta a riconoscere l'essenziale nobiltà della natura, anche nelle sue espressioni più semplici e modeste.


J1628 (1884) / F1630 (1884)

A Drunkard cannot meet a Cork
Without a Revery -
And so encountering a Fly
This January Day
Jamaicas of Remembrance stir
That send me reeling in -
The moderate drinker of Delight
Does not deserve the Spring -
Of Juleps, part are the Jug
And more are in the Joy -
Your connoisseur in Liquours
consults the Bumble Bee -
    Un Beone non può imbattersi in un Tappo
Senza Sognare -
E così incontrando una Mosca
In questo Giorno di Gennaio
Si agitano Giamaiche di Ricordo
Che mi mandano in confusione -
Il moderato bevitore di Delizia
Non merita la Primavera -
Di Nettari, parte sono nella Giara
E di più sono nella Gioia -
La vostra intenditrice di Liquori
consulta il Bombo -

Oltre a quello riportato sopra c'è un altro manoscritto, rimasto fra le carte di ED, limitato ai primi sei versi. Johnson ipotizza che si tratti di una bella copia - visto che nel testo intero ci sono della varianti non presenti in quello parziale - scritta su due fogli, il secondo dei quali perduto. Gli ultimi due versi del testo intero sono riportati da Franklin senza soluzione di continuità (con la "c" di "consults" in minuscolo): nel manoscritto i due versi sono divisi così: "Your connoisseur / in Liquors consults / the Bumble Bee -".

Un invito a gustare appieno le gioie della vita, a seguire un istinto che non può non tendere alla felicità, senza lasciarsi imprigionare da una "moderazione" che non merita primavere.
Molto bella l'immagine della mosca in un giorno di gennaio, un incontro inatteso che agita i ricordi delle ebbrezze di primavera, simbolo di tutto ciò che risveglia i sensi e la mente.
Negli ultimi due versi ho letto un riferimento diretto a se stessa, come se ED dicesse ai lettori "chi scrive sa scegliersi la propria guida, in una natura che non bada alle convenzioni in cui siamo avviluppati noi esseri umani."


J1629 (1884) / F1635 (1884)

Arrows enamored of his Heart -
Forgot to rankle there
And Venoms he mistook for Balms
disdained to rankle there -
    Le Frecce innamorate del suo Cuore -
Trascurarono di infiammare là
E i Veleni che scambiò per Balsami
sdegnarono di infiammare là -

Il manoscritto è in un frammento che sembra l'inizio di una lettera, datata "Sunday - Second of March". Franklin ipotizza che i versi possano riferirsi a Otis Lord, che sarebbe morto dopo pochi giorni, il 13 marzo. Ci sono diverse varianti, una delle quali sostitutiva dei versi 3 e 4: "of injury too innocent / to know it when it passed" ("del male troppo innocente / per riconoscerlo mentre passava").

Il testo ha il carattere di un abbozzo, tanto che Johnson lo descrive come un "nearly illegible worksheet draft". Probabile, vista la data che appare sul manoscritto, il riferimento al giudice Lord.
Nei due versi inseriti come variante viene ulteriormente accentuata l'immagine di purezza intangibile, non toccata dai mali del mondo, descritta nel testo iniziale.


J1630 (1884) / F1651 (1884)

As from the Earth the light Balloon
Asks nothing but release -
Ascension that for which it was,
It's soaring, Residence.
The spirit looks upon the Dust
That fastened it so long
With indignation,
As a Bird
Defrauded of it's Song.
    Come dalla Terra il leggero Pallone
Non chiede che di essere sciolto -
L'ascensione per cui era fatto,
Sua innalzante, Residenza.
Lo spirito guarda alla Polvere
Che lo trattenne così a lungo
Con indignazione,
Come un Uccello
Defraudato del suo Canto.

La morte ci libera dai legami con cui il corpo teneva avvinto lo spirito, e quando siamo in grado di guardare dall'alto a quella polvere, non possiamo trattenere l'indignazione per la prigione che ci ha tenuto così a lungo lontani dalle eteree residenze dell'immortalità.


J1631 (1884) / F1652 (1884)

Oh Future! thou secreted peace
Or subterranean Wo -
Is there no wandering route of grace
That leads away from thee -
No circuit sage of all the course
Descried by cunning men
To balk thee of thy sacred Prey -
Advancing to thy Den -
    Oh Futuro! tu occultata pace
O sotterranea Pena -
Non c'è vagante cammino di grazia
Che conduca via da te -
Né sagace circuito di ogni percorso
Scoperto da uomini scaltri
Per liberarti dalla sacra Razzia -
Che avanza verso la tua Tana -

L'ineluttabile futuro che ci attende, sia esso di misteriosa pace o di oscura pena, non può essere fermato da nulla. Nemmeno la strada più tortuosa, scelta astutamente per sottrarsi a quel destino, può aiutarci a sfuggire alla razzia finale, consacrata dalla volontà divina che incombe senza scampo su di noi.


J1632 (1884) / F1653 (1884)

So give me back to Death -
The Death I never feared
Except that it deprived of thee -
And now, by Life deprived,
In my own Grave I breathe
And estimate it's size -
It's size is all that Hell can guess -
And all that Heaven was -
    Restituiscimi dunque alla Morte -
La Morte che non ho mai temuto
Se non perché mi privava di te -
E ora, privata della Vita,
Nella mia Tomba respiro
E ne stimo l'ampiezza -
Che è tutto ciò che l'Inferno può supporre -
E tutto ciò che era il Cielo -

La morte arriva quando siamo privati di chi amiamo. In quel momento è come se, pur respirando, fossimo già in una tomba della quale siamo consapevoli, una tomba che è tutto ciò che chiamiamo inferno e che guarda a un passato ormai tramontato come unico ricordo di un cielo possibile.


J1633 (1884) / F1654 (1884)

Still own thee - still thou art
What Surgeons call alive -
Though slipping - slipping - I perceive
To thy reportless Grave -

Which question shall I clutch -
What answer wrest from thee
Before thou dost exude away
In the recallless sea?

    Ancora ti ho - ancora tu sei
Quello che i Medici chiamano vivo -
Sebbene di ora - in ora - io percepisca
La tua immota Tomba -

A quale domanda mi aggrapperò -
Quale risposta ti strapperò
Prima che tu svanisca
Nell'immemore mare?

Uno svanire che lascia dietro di sé domande senza risposta, insieme a un senso di desolato smarrimento di fronte a quel mare-eternità che sembra inghiottire senza lasciare traccia.
Al terzo verso ho tradotto con "di ora - in ora" il doppio "slipping" ("scivolare", ma anche "spegnersi o dileguarsi impercettibilmente") per mantenere la ripetizione e lasciare, per quanto possibile, il senso dell'ineluttabile scivolamento verso la morte.


J1634 (1884) / F1655 (1884)

Talk not to me of Summer Trees
The foliage of the mind
A Tabernacle is for Birds
Of no corporeal kind
And winds do go that way at noon
To their Etherial Homes
Whose Bugles call the least of us
To undepicted Realms
    Non parlarmi di Alberi Estivi
Il fogliame della mente
Un Tabernacolo è per Uccelli
Di genere incorporeo
E i venti vanno per quella via a mezzogiorno
Verso le loro Eteree Dimore
I cui Corni chiamano gli ultimi di noi
A irraffigurabili Reami

L'identificazione dell'uomo con la natura diventa qui quasi concreta, col fogliame della mente (l'anima, lo spirito) tabernacolo di uccelli incorporei (i pensieri, la ragione), scosso dai venti dell'immortalità, che ci conducono verso un etereo aldilà, indecifrabile e inconoscibile.


J1635 (1884) / F1670 (1884)

The Jay his Castanet has struck
Put on your muff for Winter
The Tippet that ignores his voice
Is impudent to nature
Of Swarthy Days he is the close
His Lotus is a chestnut
The Cricket drops a sable line
No more from your's at present
    La Ghiandaia ha scosso le sue Nacchere
Metti il manicotto per l'Inverno
La Stola che ignora la sua voce
È impudente verso la natura
Di Bruni Giorni è la compagna
Il suo Loto è la castagna
Il Grillo mette giù una linea nera
Nulla di più dalla vostra per adesso

L'arrivo dell'inverno consiglia di ritirarsi, di vestire i panni pesanti e di non ignorare presuntuosamente la sua gelida voce. Nel finale è evidente l'identificazione del poeta con il grillo, con quella riga nera ("line" significa anche "verso") simbolo di inattività anche creativa e l'ultimo verso che è una sorta di commiato e di arrivederci all'estate.
Il penultimo verso può anche far pensare alla morte, visto che il grillo non supererà l'inverno, ma quel "at present" finale fa pendere decisamente la bilancia verso l'attesa dell'estate.


J1636 (1884/85) / F1656 (1884)

The Sun in reining to the West
Makes not as much of sound
As Cart of man in road below
Adroitly turning round
That Whiffletree of Amethyst
    Il Sole che tira le redini verso l'Ovest
Non fa più rumore
Del Carro dell'uomo in strada quaggiù
Che abilmente fa ruotare
Quell'Asse di Ametista

Anche in questa poesia un confronto fra la grandezza dei fenomeni della natura e la banale abitudine dei gesti umani di tutti i giorni. Ma qui la natura diventa unione di questi fenomeni che sembrano così diversi, tanto che un tramonto può essere confrontato col semplice curvarsi dell'asse di un carro. L'ametista finale sembra dare, a conferma di questa identità, la stessa preziosità del sole al semplice carro umano.


J1637 (1885) / F1674 (1885)

Is it too late to touch you, Dear?
We this moment knew -
Love Marine and Love Terrene -
Love celestial too -
    È troppo tardi per toccarti, Cara?
In questo momento abbiamo conosciuto -
L'Amore Marino e l'Amore Terreno -
L'Amore celeste, pure -

Spedita a Mary Warner Crowell (L975) in occasione della sua partenza per l'Europa. Nel retro del manoscritto la destinataria scrisse: "Emily Dickinson March 2, 1885".
Dopo i versi, il biglietto si conclude con "I give his Angels charge - / Emily -" ("Do ordine ai suoi Angeli - / Emily -").

Johnson ne parla come di un "jeu d'esprit". Il primo verso sembra indicare la preoccupazione che il biglietto possa non arrivare in tempo per la partenza. L'amore marino e quello terreno del penultimo verso si riferiscono ovviamente al prossimo viaggio dell'amica, mentre l'amore celeste dell'ultimo verso, e gli angeli della frase finale nel biglietto (quest'ultima letta con il significato della sua fonte, Salmi 91,11: "Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i suoi passi"), sembrano una sorta di augurio, come a dire: "che il cielo ti protegga".


J1638 (1885) / F1673 (1885)

Go thy great way!
The Stars thou meetst
Are even as Thyself -
For what are Stars but Asterisks
To point a human Life?
    Va' per la tua ampia strada!
Le Stelle che incontri
Sono pari a Te -
Perché cosa sono le Stelle se non Asterischi
Per indicare una Vita umana?

Due copie. Una in una lettera a Benjamin Kimball (L967 - febbraio 1885), esecutore testamentario del giudice Lord, preceduta da "Oh, Death, where is thy Chancellor? On my way to my sleep, last night, I paused at the Portrait - Had I not loved it, I had feared it, the Face had such ascension -" ("Oh, Morte, dov'è il tuo Magistrato? Mentre mi avviavo al mio sonno, la scorsa notte, mi fermai davanti al suo Ritratto - Non l'avessi amato, avrei avuto paura di lui, il Volto mostrava una tale altezza -").
L'altra in una lettera ad Abigail Cooper (L970 - inizio 1885), probabilmente riferita a una gentilezza ricevuta. I versi sono preceduti soltanto da "Nothing inclusive of a Human Heart could be 'trivial.' That appalling Boon makes all things paltry but itself - / To thank you would profane you - There are moments when even Gratitude is a desecration -" ("Nulla di ciò che è dentro un Cuore Umano può essere 'banale'. Quello sgomentante Dono rende tutto insignificante tranne se stesso - / Ringraziarti sarebbe profanarti - Ci sono momenti in cui ogni Gratitudine è dissacrazione -").

A prima vista i versi sembrano più indicati per la prima lettera in cui furono inclusi, quella in memoria di Otis Lord, ma la lettura delle frasi che li precedono nella seconda è come se spostasse il baricentro di senso dal ricordo della morte di una persona cara e rispettata (vedi l'ultima frase che precede i versi nella lettera a Kimball) a una metafora di quello "sgomentante dono", quel cuore "mai banale" che trova posto nella lucentezza delle stelle al pari di un'anima ormai separata dal suo involucro mortale. Uno spostamento di senso che rivela la ricchezza di versi che possono acquistare significati ulteriori anche da ciò che sta loro intorno.


J1639 (1885) / F1672 (1885)

A Letter is a joy of Earth -
It is denied the Gods -
    Una Lettera è una gioia Terrena -
È negata agli Dei -

In un biglietto ai genitori di Mabel Todd (L960 del 2 gennaio 1885) in ringraziamento per gli auguri natalizi. Nello stesso biglietto è la poesia J1640-F 1671; riporto il testo intero, visto che i versi delle due poesie e il testo della lettera sono strettamente correlati: "I thought as I saw the exultant Face and the uplifted Letter, / [J1640-F1671] / And what is Ecstasy but Affection and what is Affection but the Germ of the little Note? / [J1639-F1672]" ("Non appena vidi il Volto esultante e la Lettera entusiasta pensai, / [J1640-F1671] / E che cosa è l'Estasi se non l'Affetto e che cosa è l'Affetto se non il Germe del breve Biglietto? / [J1639-F1672]").
I due versi sono anche in una frase di una lettera a Charles Clark del 19 gennaio 1885 (L963), con gli auguri per l'anno nuovo e un riferimento a Charles Wadsworth e al fratello di Clark, James, morto il 2 giugno 1883 (il grassetto è mio): "I trust the years which they behold are also new and happy, or is it a joyous expanse of Year, without bisecting Months, untiring Anno Domini? Had we but one assenting word, but a Letter is a joy of Earth - it is denied the Gods." ("Confido che anche gli Anni che essi vedono siano nuovi e felici, o è un gioioso allargamento dell'Anno, senza Mesi a suddividerlo, l'infaticabile Anno Domini? Avessimo soltanto una parola d'assenso, ma una Lettera è una gioia Terrena - è negata agli Dei -")

Due versi che hanno vita propria e insieme sanno adattarsi alle due circostanze in cui ED li ha usati. Nella lettera ai genitori di Mabel Todd sono utilizzati per rendere più "terrena" l'estasi descritta nella J1640-F1671, permettendo così di accostarla al semplice biglietto di auguri che aveva ricevuto. Nella lettera a Clark diventano il rimpianto di non poter ricevere nessuna "parola d'assenso", nessuna lettera, da quel mondo nel quale sicuramente la gioia che conosciamo su questa terra è estranea, magari sostituita da una gioia infinitamente più grande ma della quale non siamo in grado si sapere nulla.


J1640 (1885) / F1671 (1885)

Take all away from me, but leave me Ecstasy
And I am richer then, than all my Fellow men.
Is it becoming me to dwell so wealthily
When at my very Door are those possessing more,
In abject poverty?
    Toglietemi tutto, ma lasciatemi l'Estasi
Ed io sarò più ricca allora, di tutti i miei Simili.
È giusto ch'io viva così riccamente
Quando alla mia Porta ci sono coloro che hanno di più,
In abietta povertà?

Franklin elenca sei manoscritti di questa poesia:

A) una prima stesura con l'inizio diverso "Take all I have away";
B) in un biglietto a Mary ed Eben Jenks Loomis (L960 del 2 gennaio 1885 - vedi la J1639-F1672);
C) - D) (limitato ai primi due versi) - E) inseriti in testi diversi, tutti parte di una lettera a Helen Hunt Jackson (L976 - marzo 1885) di cui non si sa se fu inviata o meno;
F) in una lettera a Samuel Bowles figlio e alla moglie Elizabeth (L1014 - 1885), preceduto soltanto da "Had I known I was not asleep, I should have feared I dreamed, so blissful was their beauty, but Day and they demurred." ("Se non fossi stata certa di non essere addormentata, avrei temuto di aver sognato, tanto deliziosa era la loro bellezza, ma il Giorno e loro interruppero.")

Il testo riportato sopra è quello della versione C). A parte l'inizio diverso di A), i cinque manoscritti completi sono sostanzialmente simili: in B) "Is it becoming" al verso 3 è sostituito con "Ill it becometh" ("Non sta bene") e il punto interrogativo finale è sostituito da una lineetta; nella versione F) "abject" nell'ultimo verso diventa "boundless" ("sconfinata"); il punto interrogativo finale sparisce in A), B) ed E).

L'estasi, ovvero la ricchezza interiore, contrapposta alla vuota esteriorità dei lussi mondani.
Mi ha ricordato un brano di Seneca, la parte finale di una delle Lettere a Lucilio (la n. 80): "Vedi quel re di Scizia o di Sarmazia col capo adorno di un diadema? Se vuoi giudicarlo e conoscerlo integralmente, sciogli la benda regale: quante miserie essa nasconde!" (traduzione di Giuseppe Monti, Rizzoli, Milano, 1966, pag. 251).


J1641 (1885) / F1657 (1884)

Betrothed to Righteousness might be
An Ecstasy discreet
But Nature relishes the Pinks
Which she was taught to eat -
    Promessa alla Rettitudine potrebbe essere
Un'Estasi discreta
Ma la Natura gradisce i Garofani
Che fu istruita a mangiare -

Nell'edizione delle Lettere di Johnson (L993) è inserita come inviata a un destinatario sconosciuto e datata "about 1885".

La natura non conosce leggi o convenzioni, sa semplicemente che un fiore è bello e se lo gode senza farsi troppe domande. Nella J1628-F1630 c'è una sorta di risposta o, meglio, di conclusione: "facciamo anche noi come la natura, e godiamoci senza troppa moderazione le gioie della vita".


J1642 (1885) / F1681 (1885)

"Red Sea," indeed! Talk not to me
Of purple Pharaoh -
I have a Navy in the West
Would pierce his Columns thro' -
Guileless, yet of such Glory fine
That all along the Line
Is it, or is it not, marine -
Is it, or is it not, divine -
The Eye inquires with a sigh
That Earth sh'd be so big -
What Exultation in the Woe -
What Wine in the fatigue!
    "Mar Rosso", incredibile! Non parlarmi
Di purpurei Faraoni -
Ho una Flotta a Occidente
Che spezzerebbe le loro Colonne -
Ingenua, ma di Gloria così pura
Che ovunque vada
È, o non è, marina -
È, o non è, divina -
L'Occhio si chiede con un sospiro
Quale Terra sarebbe così vasta -
Che Esultanza nel Dolore -
Che Ubriacatura nella fatica!

Ancora una volta la splendente bellezza del tramonto diventa simbolo dell'assoluta superiorità della natura sulle opere dell'uomo. Una natura "ingenua", perché priva di quella consapevolezza che genera l'astuzia; terrena e divina allo stesso tempo, perché agisce quaggiù guidata da lassù; incomparabilmente più vasta dei delimitati confini terreni e capace di superare, con l'inarrestabile gloria del suo incedere, qualsiasi dolore o fatica.


J1643 (1885) / F1682 (1885)

Extol thee - could I - Then I will
By saying nothing new
But just the fair - averring -
That thou art heavenly -
Perceiving thee is evidence
That we are of the sky
Partaking thee a guaranty
Of immortality
    Esaltarti - potrei - Dunque lo farò
Non dicendo nulla di nuovo
Se non la semplice - affermazione -
Che tu sei del paradiso -
Percepirti è evidenza
Che noi siamo del cielo
Affiancarti una garanzia
D'immortalità

Il manoscritto è ricco di varianti e abbastanza disordinato, tanto che Johnson lo riporta senza ricostruire una versione vera e propria. Franklin invece ne dà una versione iniziale, riportando poi le varianti nel solito modo. La versione corrente è di solito quella, suddivisa in due strofe, tratta da Bolts of Melody, con il punto interrogativo dopo "could I" al primo verso e la variante "the truest truth" ("la più pura verità") al posto di "the fair - averring -" al verso 3.

Esaltare una persona superiore è difficile, ma in fin dei conti non si deve dire nulla di più di ciò che appare evidente, basta dire l'essenziale, ovvero che la sua grandezza appartiene al cielo e la sua vicinanza illumina anche chi le è vicino.


J1644 (1885) / F1678 (1885)

Some one prepared this mighty show
To which without a Ticket go
The nations and the Days -
Displayed before the simplest Door
That all may examine them - and more
    Qualcuno preparò questo possente spettacolo
A cui senza Biglietto vanno
Le nazioni e i Giorni -
Mostrati davanti alla Porta più modesta
Affinché tutti possano esaminarli - e altro

Il manoscritto è ricco di varianti e abbastanza disordinato, tanto che Johnson lo riporta senza ricostruire una versione vera e propria. Franklin invece ne dà una versione iniziale, riportando poi le varianti nel solito modo. La versione corrente è di solito quella, suddivisa in due strofe di tre versi, tratta da Bolts of Melody, che adotta una variante al verso 5: "may witness it" ("possano attestarlo") al posto di "may examine them" e aggiunge un sesto verso: "The pomp of summer Days" ("[va] / Lo sfarzo dei Giorni d'estate") considerato da Franklin variante al terzo.

Lo spettacolo possente della natura supera qualsiasi altro, e perdipiù ci si può andare senza biglietto, anche se non ci si deve spostare molto, visto che è rappresentato tutti i giorni e ovunque.


J1645 (1885) / F1679 (1885)

The Ditch is dear to the Drunken man
For is it not his Bed - his Advocate - his Edifice -
How safe his fallen Head
In her disheveled Sanctity -
Above him is the sky -
Oblivion bending over him
And Honor leagues away -
    Il Fosso è caro all'Ubriaco
Perché per lui è Letto - Difensore - Edificio -
Com'è al sicuro il suo Capo riverso
In quella disordinata Santità -
Sopra di lui il cielo -
L'Oblio che lo sovrasta
E l'Onore miglia lontano -

L'ubriaco rinuncia alle cose che sono convenzionalmente associate alla vita civile; per lui un fosso in cui dormire diventa il tutto e l'oblio sostituisce qualsiasi forma di dignità. Ma in quel disordine non è escluso trovare la santità, un elemento estraneo alla vita razionale che può albergare ovunque, anzi probabilmente alberga di più in quei luoghi che in quelli in cui siamo convinti di vederla.
Nell'ultimo verso ho interpretato liberamente "leagues away" come sostantivo ("leghe") e avverbio. Si può ovviamente considerarlo come verbo composto, ovvero, visto che "to league" significa "fare lega, allearsi, unirsi", tradurlo con "si allontana, si distacca". Il senso mi sembra resti inalterato.
C'è una variante per i versi 6 e 7: "Oblivion enfolding him / with tender infamy" ("L'Oblio lo avvolge / con tenera infamia").


J1646 (1885) / F1683 (1885)

Why should we hurry - Why indeed
When every way we fly
we are molested equally
by immortality
no respite from the inference
that this which is begun
though where it's labors lie
A bland uncertainty
Besets the sight
This mighty night
    Perché dovremmo affrettarci - Perché mai
Visto che in ogni via di fuga
siamo ugualmente molestati
dall'immortalità
nessuna tregua dall'inferenza
che questo è ciò che è iniziato
anche ove i suoi travagli cessino
Una blanda incertezza
Accerchia lo sguardo
In questa notte possente

L'ineluttabile destino che ci conduce verso la morte-immortalità non ha vie di fuga, è l'unica strada che ci è permesso di percorrere e a nulla vale l'esserne consapevoli, perché il percorso, una volta iniziato, è a senso unico. La possente notte che ci attende è sempre davanti al nostro sguardo, smarrito in misteri senza certezze temperati soltanto dalla speranza della fede.


J1647 (1886) / F1685 (1886)

Of Glory not a Beam is left
But her Eternal House -
The Asterisk is for the Dead,
The Living, for the Stars -
    Di Gloria non un Raggio è rimasto
Se non la sua Eterna Dimora -
L'Asterisco è per i Morti,
I Vivi, per le Stelle -

In una lettera a Higginson di fine aprile 1886 (L1043), in cui ED ringrazia per un sonetto scritto in memoria di Helen Hunt Jackson (vedi anche la nota alla J1619-F1647). La lettera comprende anche la J1648-F1684 e i versi sono accompagnati da poche brevi frasi; la riporto per intero: "The beautiful Sonnet confirms me - Thank you for confiding it - / [J1648-F1684] / The sweet Acclamation of Death divulges it - There is no Trumpet like the Tomb - / [J1647-F1685] / Did you not give her to me?" ("Il bellissimo Sonetto mi rafforza - Grazie di avermelo affidato - [J1648-F1684] / La dolce Acclamazione della Morte lo divulga - Non c'è Tromba come la Tomba - / [J1647-F1685] / Non l'avrebbe data a me?").
Nell'edizione delle lettere Johnson annota: "L'ultima frase significa che Mrs. Jackson e lei erano state da lui accomunate."
Per la versione preparatoria della lettera, contenente soltanto la J1648-F1684, vedi la nota a quest'ultima poesia.

Vedi la J1648-F1684.
Gli "asterischi" del terzo verso sono anche nelle poesie J1135-F1137, J1525-F1571, J1616-F1571 e J1638-F1673.


J1648 (1886) / F1684 (1886)

The immortality she gave
We borrowed at her Grave -
For just one Plaudit famishing,
The Might of Human Love -
    L'immortalità che ci diede
La prendemmo alla sua Tomba -
Di un solo Plauso affamati,
La Potenza dell'Amore Umano -

In una lettera a Higginson di fine aprile 1886 (L1043) insieme alla J1647-F1685 (vedi la nota a quest'ultima poesia).
Nell'abbozzo della lettera, rimasto fra le carte di ED, non c'è la J1647-F1685 e le frasi che accompagnano i versi sono parzialmente diverse: "No 'Sonnet' had George Eliot. The sweet Acclamation of Death is forever bounded. / There is no Trumpet like the Tomb. / [J1648-F1684] / Beautiful as it is it's criminal shortness maims it." ("George Eliot non ebbe alcun 'Sonetto'. La dolce Acclamazione della Morte è per sempre delimitata. / Non c'è Tromba come la Tomba. / [J1648-F1684] / Bellissimo com'è la sua criminale brevità lo mutila.")
Per George Eliot vedi la nota alla J1619-F1647.

Il fatto che nell'abbozzo della lettera a Higginson ci sia soltanto questa poesia, fa pensare che l'aggiunta della J1647-F1685 nella stesura finale sia una sorta di conclusione a questi versi, dove l'immortalità della fama scaturisce da quella tomba, insieme epicedio ed epinicio. Nella poesia aggiunta successivamente la fama sembra come implodere nell'eterno mistero della morte, lasciando dietro di sé l'asterisco luminoso e lontano di quelle che da vivi chiamiamo stelle.
"Trumpet", (un termine usato sia nella lettera spedita a Higginson che nell'abbozzo) è da intendere come "One who praises or propagates praise, or is the instrument of propagating it.". Visto che in italiano "tromba" ha un senso figurato molto simile, ho tradotto letteralmente. Il soggetto dell'ultima frase dell'abbozzo di lettera (espunta nella versione definitiva) è l'amore dell'ultimo verso.


Nell'edizione Johnson iniziano da qui, con qualche eccezione, le poesie non datate, in quanto prive di autografo o di altra documentazione che possa far risalire al periodo di composizione. Alcune sono state successivamente datate da Franklin, nella cui edizione le poesie senza data iniziano dalla F1686. I testi derivano da trascrizioni (quasi tutte di Susan Dickinson e Mabel Todd) e non è perciò possibile stabilirne l'esattezza rispetto all'originale.


J1649 (?) / F1735 (?)

A Cap of Lead across the sky
Was tight and surly drawn
We could not find the mighty Face
The Figure was Withdrawn -

A Chill came up as from a shaft
Our noon became a well
A Thunder storm combines the charms
Of Winter and of Hell

    Una Cappa di Piombo intorno al cielo
Si era distesa fitta e burrascosa
Non riuscivamo a scorgere il Volto possente
La Figura si era Celata -

Un Gelo venne su come da una grotta
Il mezzogiorno divenne un pozzo
Un Temporale combina gli incanti
Dell'Inverno e dell'Inferno

Un temporale che trasforma il cielo in una cappa di piombo e chiude tutto allo sguardo, anche se stesso. Ma anche un potente e misterioso miracolo della natura, che riesce ad unire il gelo dell'inverno e il turbinante fuoco dell'inferno.
Al verso 5 "shaft" significa "stretto ingresso di una miniera"; ho tradotto "grotta" per non allungare troppo il verso.


J1650 (?) / F1741 (?)

A lane of Yellow led the eye
Unto a Purple Wood
Whose soft inhabitants to be
Surpasses solitude
If Bird the silence contradict
Or flower presume to show
In that low summer of the West
Impossible to know -
    Un sentiero di Giallo guidava lo sguardo
Verso un Bosco Purpureo
Del quale essere soffici abitanti
Supera la solitudine
Se Uccello il silenzio contraddica
O fiore ardisca mostrarsi
In quell'umile estate d'Occidente
Impossibile saperlo -

Il giallo sentiero del sole ci indica la via del tramonto, verso un luogo misterioso che ci promette salvezza dalla solitudine; ma resta pur sempre qualcosa di indistinto di cui nulla ci è dato sapere.