Emily Dickinson

The Complete Poems
Tutte le poesie

F1301 - 1350

Traduzione e note di Giuseppe Ierolli


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Appendice

Indice Franklin
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F1301 (1873) / J1266 (1873)

When Memory is full
Put on the perfect Lid -
This Morning's finest syllable
Presumptuous Evening said -
    Quando la Memoria è piena
Mettici un Coperchio perfetto -
Questa finissima sillaba del Mattino
La disse la presuntuosa Sera -

Non fidiamoci troppo della memoria, impariamo a chiudere bene i nostri ricordi nella mente, affinché non si rimescolino troppo e facciano apparire diversa al mattino una parola detta da una sera presuntuosa.


F1302 (1873) / J1308 (1874)

The Day She goes
Or Day she stays
Are equally supreme -
Existence has a stated width
Departed, or at Home -
    Il Giorno in cui Lei se ne va
O il Giorno in cui resta
Sono ugualmente supremi -
L'Esistenza ha un'ampiezza stabilita
Partita, o in Casa -

La "Lei" del primo verso potrebbe essere Susan, che si era allontanata dall'amicizia con ED sposando Austin, ma nello stesso tempo era come rimasta in casa, visto che abitava a pochi metri dalla Homestead. Questo partire/restare, che potrebbe comunque riguardare qualsiasi altra "Lei", non intacca i confini dell'esistenza, fissati in un rapporto che prescinde dalla distanza.
Visto che in ED non sono rari i pronomi maschili/femminili applicati a soggetti neutri, possiamo anche leggere quel "Lei" come riferito all'esistenza del verso 4; in questo caso i versi ricompongono la vita e la morte in una unità che trasforma l'esistenza in un continuum "ugualmente supremo" al di qua e al di là della vita mortale.
Questa doppia interpretazione può essere giustificata anche dai molteplici significati del "departed" finale, che può voler dire partita, separata ma anche morta.


F1303 (1873) / J1268 (1873)

Confirming All who analyze
In the Opinion fair
That Eloquence is when the Heart
Has not a Voice to spare -
    A confermare Tutti gli studiosi
Nella giusta Opinione
Che l'Eloquenza è quando il Cuore
Non ha una Voce da offrire -

Quando le parole non contengono il tocco di sincerità e calore che viene dal cuore, il discorso diventa vuota e fredda eloquenza.
Ma anche: è giusto pensare che i sentimenti più veri, più eloquenti, siano quelli vissuti in silenzio.


F1304 (1873) / J1267 (1873)

I saw that the Flake was on it
But plotted with Time to dispute -
"Unchanged" I urged with a candor
That cost me my honest Heart -

But "you" - she returned with valor
Sagacious of my mistake
"Have altered - Accept the pillage
For the progress' sake" -

    Vidi che un candido Fiocco era là
Ma m'inventai di disputare col Tempo -
"Immutata" affermai con un candore
Che mi costa l'onestà del Cuore -

Ma "tu" - rispose con ardore
Conscio del mio errore
"Sei cambiata - Accetta il saccheggio
Per la causa del progresso" -

Nelle edizioni critiche viene ipotizzato che possa essere riferita alla visita di un'amica d'infanzia di ED, Abby Wood Bliss, in visita ad Amherst da Beirut, e accostata alla J1444-F1480, dove però il riferimento a un'altra persona (probabilmente Helen Hunt Jackson) è esplicito. A me sembra più un divertito tentativo di esorcizzare la sorpresa di guardarsi allo specchio una mattina e scorgere con preoccupazione un "flake" (fiocco di neve) fra i capelli. Leggendola così, quel "she" al quinto verso lo vedo come una umanizzazione, al femminile, dello specchio che, con bonaria saggezza, cerca di indorare la pillola dando un senso a qualcosa che non possiamo fare a meno di considerare ingiusto.


F1305 (1873) / J1246 (1873)

The Butterfly in honored Dust
Assuredly will lie
But none will pass the Catacomb
So chastened as the Fly -
    La Farfalla in onorata Polvere
Sicuramente giacerà
Ma nessuno passerà per la Catacomba
Così castigato come la Mosca -

Non è chiaro perché la mosca che passa accanto alla catacomba della farfalla si senta tanto castigata, o anche mortificata. Bacigalupo (2004) annota: "La mosca dispersiva e disattenta sarà la più colpita dalla fine della nobile silenziosa sorella, la farfalla: forse dovrebbe cambiare vita?".
Leggendola così, la mosca potrebbe essere il simbolo di chi è ciarliero, estroverso, anche fastidioso, e che si rende conto del valore di chi invece è il suo contrario soltanto quando l'altro muore.
I manoscritti sono due (praticamente uguali salvo l'unione dei due versi iniziali in uno solo in uno dei due). In quello con la poesia in quattro versi, c'è una variante al terzo verso: "man's" al posto di "the" (la catacomba che si presume della farfalla diventa così "dell'uomo") che però non dà ulteriori indizi, se non il fatto di "umanizzare" in qualche modo la tomba.


F1306 (1873) / J1305 (1874)

Recollect the Face of me
When in thy Felicity,
Due in Paradise today
Guest of mine assuredly -

Other Courtesies have been -
Other Courtesy may be -
We commend ourselves to thee
Paragon of Chivalry -

    Ricordati il mio Volto
Una volta nella tua Gioia,
Sarai in Paradiso oggi
Mio ospite di certo -

Altre Cortesie ci sono state -
Altra Cortesia potrà esserci -
Noi ci raccomandiamo a te
Modello di Cavalleria -

Il riferimento della prima strofa è il dialogo fra Gesù crocifisso e il secondo ladrone, in Luca 23,42-43: "E disse a Gesù: «Signore, ricordati di me quando arriverai nel tuo regno». E Gesù rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me in paradiso.»"

La salvezza concessa senza indugio da Gesù al ladrone sul Golgota diventa una atto di cortese cavalleria nei confronti di chi si sente sconfitto, un atto che ci fa sperare di meritarlo anche noi.
Come in molte poesie che parlano del rapporto con la divinità, i termini usati da ED ("courtesy", "guest of mine", paragon of chivalry") sono molto umani e terreni, quasi a voler trovare in parole familiari una risposta al dubbio su un destino che sfugge alla nostra comprensione.


F1307 (1873) / J1313 (1874)

Warm in her Hand these accents lie
While faithful and afar
The Grace so awkward for her sake
It's fond subjection wear -
    Caldi nella sua Mano giacciano questi accenti
Mentre fedele e lontana
La Grazia così goffa a lei rivolta
La sua amorosa soggezione indossa -

In Bolts of Melody (1945) fu pubblicata con la nota: "With a book". Il primo verso fa in effetti pensare al dono di un libro, i cui caldi accenti possano ricordare la fedele, lontana e amorosa soggezione (nel senso di sottomissione, dipendenza) di chi lo ha inviato.


F1308 (1873) / J1312 (1874)

To break so vast a Heart
Required a Blow as vast -
No Zephyr felled this Cedar straight -
'Twas undeserved Blast -
    Spezzare un Cuore così vasto
Richiese una Folata altrettanto vasta -
Non lo Zefiro abbatté quel Cedro diritto -
Fu immeritata Raffica -

Un cuore che affronta arditamente la vita non può essere abbattuto da una lieve brezza, ma soltanto da una raffica di vento che abbatterebbe anche un albero, una raffica che appare sempre immeritata, perché un cuore così non dovrebbe mai spezzarsi.


F1309 (1873) / J1288 (1873)

Lain in Nature - so suffice us
The enchantless Pod
When we advertise existence
For the missing Seed -

Maddest Heart that God created
Cannot move a sod
Pasted by the simple summer
On the Longed for Dead -

    Deposti nella Natura - così ci basti
Il Guscio senza incanto
Quando informiamo l'esistenza
Del Seme che manca -

Il Cuore più folle creato da Dio
Non può smuovere una zolla
Impastata dalla semplice estate
Sui Morti che vorremmo qui -

Quando chi ci è caro è ormai deposto nella tomba ci rimane un guscio vuoto, spogliato dell'incanto della vita, di quel seme che cresce e si rinnova fino a che la morte non lo ferma. E nessuno riuscirà mai a smuovere quella zolla che racchiude per sempre quei morti di cui tanto desidereremmo la presenza.
All'ultimo verso il significato di "longed for" è desiderare ardentemente qualcuno, ma anche cercare di avvicinarsi, tendere verso; letteralmente si potrebbe tradurre con "bramati, desiderati", ma ho preferito tradurre con "che vorremmo qui" per accentuare il desiderio di vicinanza, di continuare a viverne l'esistenza, che mi sembra sia implicito nel verso e nell'intera poesia. ED ha anche inserito la variante "soldered" (saldati, cementati) che sposta l'accento dal desiderio di chi rimane alla nuda descrizione di corpi ormai tutt'uno con la nuda terra.


F1310 (1873) / J1284 (1873)

Had we our senses
But perhaps 'tis well they're not at Home
So intimate with Madness
He's liable with them

Had we the eyes within our Head -
How well that we are Blind -
We could not look upon the Earth -
So utterly unmoved -

    Avessimo i nostri sensi
Anche se forse è meglio che non siano in Casa
Così intimo della Follia
È dipendere da loro

Avessimo gli occhi nella Testa -
Com'è meglio essere Ciechi -
Non potremmo guardare alla Terra -
Così assolutamente impassibili -

La vedo come la riflessione di una persona defunta: nel primo verso di ciascuna strofa si augura di mantenere le caratteristiche della vita ma poi conclude che è molto meglio essere morti davvero, visto che la possibilità di provare le sensazioni a cui eravamo abituati da vivi e, allo stesso tempo, la consapevolezza di essere condannati a una totale impassibilità, ci renderebbe molto probabilmente folli.
Non è esclusa comunque un'interpretazione parallela, dove le facoltà sensoriali, che apparentemente ci consentono di avere il controllo su ciò che ci circonda, diventano portatrici di sensazioni esteriori e fuorvianti che impediscono di vedere e sentire i misteri della nostra interiorità.


F1311 (1873) / J1282 (1873)

Art thou the thing I wanted?
Begone - my Tooth has grown -
Supply the minor Palate
That has not starved so long -
I tell thee while I waited
The mystery of Food
Increased till I abjured it
And dine without
Like God -
    Sei tu la cosa che volevo?
Vattene - i miei Denti sono cresciuti -
Soddisfa il Palato minore
Che non ha avuto fame così a lungo -
Sappi che mentre aspettavo
Il mistero del Cibo
Crebbe finché lo abiurai
E ceno senza
Come Dio -

In un secondo manoscritto c'è una versione suddivisa in strofe irregolari e con varianti ai versi 3, 4 e 8:

Art thou the thing I wanted?
Begone - my Tooth has grown -
Affront a minor palate
Thou did'st not goad so long -

I tell thee while I waited -

The mystery of Food
Increased till I abjured it
Subsisting now like God -

    Sei tu la cosa che volevo?
Vattene - i miei Denti sono cresciuti -
Approfitta di un palato minore
Da te non pungolato così a lungo -

Sappi che mentre aspettavo -

Il mistero del Cibo
Crebbe finché lo abiurai
Sostenendomi ora come Dio -

Un amore che m'illudevo potesse sfamare il desiderio è arrivato a conclusione, perché, crescendo e aspettando, quel cibo tanto desiderato ha ormai perso il gusto di allora e da qual momento l'ho abolito, cenando (o tenendomi in vita) senza più bisogno di nulla che venga dal di fuori, come sa fare soltanto Dio.
Una rinuncia che appare definitiva, con momenti in cui sentimenti diversi si alternano e si intrecciano l'un l'altro: la decisione senza appello ("Begone" al verso 2; "till I abjured it" al verso 7), l'orgoglio di chi ormai si sente al di sopra di quel desiderio ("Supply the minor Palate" al verso 3), il ricordo della sofferenza patita ("That has not starved so long -" al verso 4; The mystery of Food / Increased" ai versi 6 e 7), e infine, negli ultimi due versi (l'ultimo nella seconda versione), la scelta ascetica che avvicina a Dio, con quel paragone estremo che sembra un ultimo guizzo d'orgoglio.


F1312 (1873) / J1276 (1873)

'Twas later when the summer went
Than when the Cricket came -
And yet we knew that gentle Clock
Meant nought but Going Home -
'Twas sooner when the Cricket went
Than when the Winter came
Yet that pathetic Pendulum
Keeps esoteric Time.
    Era più tardi quando l'estate se ne andò
Di quando il Grillo arrivò -
Eppure capimmo che quel gentile Orologio
Non significava altro che il Ritorno a Casa -
Era più presto quando il Grillo se ne andò
Di quando l'Inverno arrivò
Pure quel toccante Pendolo
Batteva un Tempo esoterico.

Il grillo annuncia, come un orologio che batte le stagioni, prima col suo arrivo la fine dell'estate e poi con la sua partenza l'arrivo dell'inverno . La prima volta ci avverte che è ora di rientrare, perché sta ormai per finire il tempo di godere all'aria aperta; il secondo annuncio è riservato ai pochi che lo sanno ascoltare e che sanno godere anche dei pregi dell'interiorità, di un sentimento che sembra più freddo ma che tocca invece le corde della nostra intima essenza.


F1313 (1873) / J1271 (1873)

September's Baccalaureate
A combination is
Of Crickets - Crows - and Retrospects
And a dissembling Breeze

That hints without assuming -
An Innuendo sear
That makes the Heart put up it's Fun -
And turn Philosopher.

    Il Baccalaureato di Settembre
Una combinazione è
Di Grilli - Corvi - e Reminiscenze
E una Brezza dissimulatrice

Che suggerisce senza certezze -
Un Sottinteso inaridirsi
Che porta il Cuore a tralasciare lo Spasso -
E a mutarsi in Filosofo.

Settembre porta con sé eventi naturali che suggeriscono la fine della stagione estiva, simbolo dell'aria aperta e del divertimento. Il cuore avverte questo cambiamento, e capisce che è ora di abbandonare i gioiosi spassi estivi, per rientrare in casa e dedicarsi ad attività più interiori.
Al di là della metafora naturalistica, la laurea del primo verso può anche essere presa alla lettera, a indicare la fine degli studi e della giovinezza spensierata, che è destinata a mutarsi in matura responsabilità, anche se il futuro non ha certezze, come ED ha evidenziato reiterando, nei versi da 4 a 6, termini che denotano vaghezza e incertezza: "dissembling", "hints without assuming", "innuendo".


F1314 (1874) / J1260 (1873)

Because that you are going
And never coming back
And I, however absolute
May overlook your Track -

Because that Death is final,
However first it be
This instant be suspended
Above Mortality.

Significance that each has lived
The other to detect
Discovery not God himself
Could now annihilate

Eternity, Presumption
The instant I perceive
That you, who were Existence
Yourself forgot to live -

The "Life that is" will then have been
A thing I never knew -
As Paradise fictitious
Until the Realm of you -

The "Life that is to be," to me,
A Residence too plain
Unless in my Redeemer's Face
I recognize your own.

Of Immortality who doubts
He may exchange with me
Curtailed by your obscuring Face
Of Everything but He -

Of Heaven and Hell I also yield
The Right to reprehend
To whoso would commute this Face
For his less priceless Friend.

If "God is Love" as he admits
We think that he must be
Because he is a "jealous God"
He tells us certainly

If "All is possible with" him
As he besides concedes
He will refund us finally
Our confiscated Gods -

    Poiché te ne stai andando
E non tornerai mai
Ed io, per quanto accurata
Potrei perdere le tue Tracce -

Poiché quella Morte è finale,
Per quanto prima sia
Resti questo istante sospeso
Al di sopra della Mortalità.

Segno che ciascuno ha vissuto
Per trovare l'altro
Scoperta che nemmeno Dio
Potrebbe ora annichilare

Eternità, Presumo
L'istante in cui percepisco
Che tu, che eri Esistenza
Dimenticasti di vivere -

La "Vita che è" sarà stata allora
Una cosa che mai conobbi -
Come un Paradiso fittizio
Fino al Regno di te -

La "Vita che sarà", per me,
Una Residenza troppo piatta
A meno che nel Volto del mio Redentore
Non riconosca il tuo.

D'Immortalità chi dubita
Può scambiarsi con me
Decurtata dal tuo Volto accecante
Di ogni Cosa tranne di Lei -

Di Cielo e Inferno cedo pure
Il Diritto di discutere
A chiunque voglia scambiare questo Volto
Col suo Amico meno prezioso.

Se "Dio è Amore" come egli ammette
Pensiamo debba esserlo
Perché che sia un "Dio geloso"
Ce lo dice certamente lui

Se "Tutto è possibile" con lui
Come del resto concede
Ci ripagherà infine
Dei nostri confiscati Idoli -

Alla ricerca di un agognato altrove che la ripaghi delle rinunce sopportate, ED sembra abdicare al dubbio, arrivando a dire "D'Immortalità chi dubita / Può scambiarsi con me" e poi "Di Cielo e Inferno cedo pure / Il Diritto di discutere". Si tratta però di una immortalità molto distante da quella eterea e incorporea di cui parla la religione; è più una ardente voglia di riscattare le privazioni di cui ci si è nutriti in vita, come indica chiaramente il finale della poesia: "Ci ripagherà infine / Dei nostri confiscati Idoli -".
Perciò questa apparente abdicazione al dubbio è fortemente erosa in altri punti della poesia, in particolare nella sesta strofa, dove l'aldilà di cui parla ED non è un'esistenza "altra" ma un'altra esistenza che segue quella che abbiamo vissuto, senza gli obblighi sociali e morali a cui siamo stati costretti qui; se non fosse così, se l'aldilà dovesse concederci soltanto l'infinito godimento del volto di Dio e non di quello a cui sono rivolti i nostri desideri "La 'Vita che sarà', per me, / Una Residenza troppo piatta".
I riferimenti per il "Dio è Amore" e il "Dio geloso" nella penultima strofa sono rispettivamente alla Prima lettera di Giovanni 4,8: "Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore:" e a Esodo 20,5: "Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano".
I manoscritti di questa poesia sono tre: il primo (in cinque strofe di otto versi) contiene diverse varianti, quasi tutte accolte negli altri due, l'ultimo dei quali (quello che ho scelto in quanto da considerare come la versione definitiva) fu inviato a Higginson in una lettera del gennaio 1874 (L405). Al verso 3 della prima versione "absolute" è variante, poi accolta, di "accurate". Nell'originale ho scelto di lasciare il termine così come appare nella versione Higginson, ma ho tradotto con "accurata" tenendo conto di una delle definizione del Webster per "absolute": "Complete in itself; positive; as an absolute declaration." che mi sembra non si discosti molto dal significato dell'altro termine. La modifica più sostanziosa riguarda i versi da 5 a 8, che nella prima stesura erano: "Because the Death is Treason / However true it be - / This instant be abolished / To all but Fealty -" ("Poiché la Morte è Tradimento / Per quanto reale sia - / Questo istante sia abolito / Per tutto tranne per la Fedeltà -"). Se proviamo a leggere le due versioni, tenendo anche conto della diversa punteggiatura, il significato varia, anche se non di molto: nella prima: "poiché la morte è tanto reale quanto traditrice, perché porta via coloro che amiamo, l'unica via di uscita è abolire questo istante supremo per tutto ciò che non è quell'unico sentimento, la fedeltà, che deve restare anche dopo."; nella versione definitiva: "poiché la morte è la conclusione di tutto, anche se ha il primo posto nella scala d'importanza degli accadimenti umani dobbiamo far sì che l'istante in cui agisce resti come sospeso in un limbo al di sopra della nostra condizione mortale, per far sì che diventi l'inizio dell'immortalità e non la conclusione della vita."


F1315 (1874) / J1296 (1874)

Death's Waylaying not the sharpest
Of the Thefts of Time -
There marauds a sorer Robber -
Silence - is his name -
No Assault, nor any menace
Doth betoken him.
But from Life's consummate Cluster,
He supplants the Balm.
    L'Agguato della Morte non è il più crudele
Dei Furti del Tempo -
Ci depreda un Brigante più brutale -
Silenzio - è il suo nome -
Nessun Assalto, né alcuna minaccia
Lo preannunciano.
Ma dal compiuto Grappolo della Vita,
Egli asporta il Balsamo.

I versi erano un un biglietto (L408) che ED inviò alla zia Catherine Dickinson Sweetser quando suo marito, Joseph A. Sweetser, sparì improvvisamente, e definitivamente, dopo essere uscito dalla sua casa di New York il 21 gennaio 1874. Il messaggio si limita ai versi, seguiti dalla firma e preceduti da un'unica frase: "Saying Nothing, My Aunt Katie, sometimes says the most." ("Non dicendo Nulla, Zia Katie, talvolta diciamo il massimo.").

La destinazione dei versi spiega cos'è quel silenzio più brutale della morte: un improvviso e imprevedibile avvenimento che non dà nemmeno il pallido conforto della certezza e strappa dal grappolo della vita il balsamo che la rende compiuta e degna di essere vissuta.


F1316 (1874) / J1174 (1870)

There's the Battle of Burgoyne -
Over, every Day,
By the Time that Man and Beast
Put their work away -
"Sunset" sounds majestic -
But that solemn War
Could you comprehend it
You would chastened stare -
    C'è una Battaglia di Borgogna -
In alto, ogni Giorno,
Nel Momento in cui Uomo e Bestia
Smettono il loro lavoro -
"Tramonto" suona maestoso -
Ma se quella solenne Guerra
Potessi tu comprendere
Puniresti lo sguardo -

Il senso della poesia dipende da come si interpreta l'ultimo verso. Nell'unica traduzione italiana (Raffo nei Meridiani) è reso con "abbagliato saresti di purezza". In questo caso il tramonto che vediamo è solo una pallida eco di quello "vero" (ritorna il tema della natura visibile e nascosta) e se potessimo comprenderlo appieno saremmo abbagliati dalla sua purezza. Io ho preferito tradurre rispettando il significato di "to chasten", che è definito con "correggere punendo; punire" o anche "purificare da errori o colpe", dove "purificare" ha comunque una connotazione di punizione. Traducendo in questo modo la bellezza del tramonto assume una valenza negativa, correlata al lato oscuro della natura. Perciò se sapessimo cos'è veramente il tramonto (che in questa lettura è visto come simbolo della fine delle cose, della morte) vorremmo punire il nostro sguardo che ama soffermarsi sulla sua ingannevole bellezza esteriore.
Al primo verso ED, per descrivere il rosso del tramonto simile a quello del vino di Borgogna, usa "Burgoyne" invece dell'usuale termine "Burgundy". Visto che nel verso è citata una battaglia, è probabile che abbia pensato al generale inglese John Burgoyne (un cognome che deriva appunto da "Borgogna"), sconfitto dagli americani nel 1777 nella battaglia di Saratoga.


F1317 (1874) / J1277 (1873)

While we were fearing it, it came -
But came with less of fear
Because that fearing it so long
Had almost made it fair -

There is a Fitting - a Dismay -
A Fitting - a Despair -
'Tis harder knowing it is Due
Than knowing it is Here.

The Trying on the Utmost
The Morning it is New
Is terribler than wearing it
A whole existence through -

    Mentre lo temevamo, arrivò -
Ma arrivò con meno timore
Perché quel temerlo così a lungo
L'aveva quasi reso bello -

C'è un Adattarsi - allo Sgomento -
Un Adattarsi - alla Disperazione -
È più duro saperlo in Arrivo
Che saperlo Qui.

Vestirsi con l'Estremo
Il Mattino in cui è Nuovo
È più terribile che indossarlo
Per un'intera esistenza -

L'attesa di qualcosa di cui si ha paura è sempre peggiore del momento in cui la cosa accade, perché il tempo dell'attesa ci prepara all'incontro col dolore e talvolta può accadere che quell'incontro sia vissuto quasi come una liberazione dal duro compito di immaginarlo. È per questo che indossare all'improvviso l'abito del dolore, senza che l'attesa del suo arrivo ci abbia preparati, può essere più terribile che portarlo indosso per un'intera esistenza.


F1318 (1874) / J1326 (1874)

Our little secrets slink away -
Beside God's shall not tell -
He kept his word a Trillion years
And might we not as well -
But for the niggardly delight
To make each other stare
Is there no sweet beneath the sun
With this that may compare -
    I nostri piccoli segreti sgusciano via -
Di fronte a quelli di Dio ammutoliranno -
Lui mantenne la parola per Trilioni d'anni
E non potremmo noi altrettanto -
Non fosse per il meschino piacere
Di stupirci l'un l'altro
Non c'è dolcezza sotto il sole
Che con questa può paragonarsi -

La prima parte sembra abbastanza chiara: i piccoli segreti, ma anche i piccoli misteri, della nostra vita sono fatti per essere comunicati, per sgusciare via dalle nostre menti; il contrario è per i segreti divini, chiusi nel loro inaccessibile mutismo, mantenuto da sempre; di fronte a questi ultimi i nostri, che durante la vita non riusciremmo mai a zittire, non potranno far altro che restare muti.
Bacigalupo (2004) interpreta così la poesia: "Sul segreto e sulla smania irresistibile di rivelarlo solo per stupire gli altri. Ben più dolce, secondo E.D., imitare il silenzio di Dio." Se però identifichiamo nel "this" dell'ultimo verso non il silenzio di Dio ma il piacere di stupirci l'un l'altro, la lettura può essere rovesciata: d'accordo, il piacere di spettegolare è meschino e riprovevole, niente a che vedere con la granitica riservatezza di Dio, ma non c'è niente di più piacevole!
Leggendola così il segreto divino, ovvero la granitica resistenza che il mistero dell'aldilà oppone ai nostri sforzi di comprenderlo, perde la sua connotazione positiva e diventa il mutismo eterno e cocciuto di un Dio lontano da noi, che si rifiuta di avere qualsiasi rapporto con coloro che ha creato.


F1319 (1874) / J1310 (1874)

The Notice that is called the Spring
Is but a month from here -
Put up my Heart thy Hoary work
And take a Rosy Chair -

Not any House the Flowers keep -
The Birds enamor Care -
Our salary the longest Day
Is nothing but a Bier -

    La Nozione chiamata Primavera
È solo a un mese da qui -
Tralascia Cuore mio il tuo Grigio lavoro
E prendi una Rosea Sedia -

Non ogni Casa i Fiori custodiscono -
Gli Uccelli innamorano l'Attenzione -
Nostro salario il Giorno più lungo
Nient'altro che una Bara -

Un invito a non lasciarsi sfuggire il ritorno della primavera, a prepararsi per tempo ad accoglierla, tralasciando i lavori noiosi che ci fanno invecchiare ("hoary" significa canuto, ingrigito/imbiancato dal tempo) per godercela comodi e tranquilli su una sedia più rosea, del colore più vicino alla vita che sboccia. Non perdiamo mai questo spettacolo, perché poi il tempo più lungo sarà quello che passeremo in una casa da dove non è possibile vedere lo sbocciare dei fiori e sentire il canto degli uccelli, rinchiusi in una bara dove non sarà mai più primavera.
L'ultima parola: "Bier", significa più propriamente "feretro"; ho tradotto con "bara" per la somiglianza fonetica. Il suono della parola originale è uguale a "beer" ("birra"), perciò il verso, ascoltato e non letto, può sembrare "Nient'altro che una Birra".


F1320 (1874) / J1320 (1874)

Dear March - Come in -
How glad I am -
I hoped for you before -
Put down your Hat -
You must have walked -
How out of Breath you are -
Dear March, how are you, and the Rest -
Did you leave Nature well -
Oh March, Come right up the stairs with me -
I have so much to tell -

I got your Letter, and the Birds -
The Maples never knew that you were coming -
I declare - how Red their Faces grew -
But March, forgive me -
All those Hills you left for me to Hue -
There was no Purple suitable -
You took it all with you -

Who knocks? That April -
Lock the Door -
I will not be pursued -
He stayed away a Year to call
When I am occupied -
But trifles look so trivial
As soon as you have come

That Blame is just as dear as Praise
And Praise as mere as Blame -

    Caro Marzo - Entra -
Come sono felice -
Ti aspettavo da tanto -
Posa il Cappello -
Devi aver camminato -
Come sei Affannato -
Caro Marzo, come stai tu, e gli Altri -
Hai lasciato bene la Natura -
Oh Marzo, Vieni di sopra con me -
Ho così tanto da raccontare -

Ho avuto la tua Lettera, e gli Uccelli -
Gli Aceri non sapevano che tu stessi arrivando -
L'ho annunciato - come sono diventati Rossi -
Però Marzo, perdonami -
Tutte quelle Colline che mi lasciasti da Colorare -
Non c'era Porpora appropriata -
L'hai portata tutta con te -

Chi bussa? Ecco Aprile -
Chiudi la Porta -
Non voglio essere incalzata -
È stato via un Anno per venire
Ora che sono occupata -
Ma le inezie sembrano così banali
Non appena arrivi tu

Che il Biasimo è caro come la Lode
E la Lode effimera come il Biasimo -

Nell'edizione Johnson al verso 12 è aggiunto "till I called" che Franklin considera come variante a "I declare" del verso successivo; lo stesso per il verso 14, dove Johnson aggiunge "And", considerato da Franklin variante del "But" iniziale dello stesso verso.

Marzo diventa un gradito ospite, col quale fare quattro chiacchiere circa la primavera che sta arrivando. Il tono colloquiale è accentuato dalla libertà della metrica e della suddivisione in strofe, che diventa rappresentazione formale della libertà di un colloquio improvvisato.
Gli ultimi due versi, uniti ai precedenti dal pronome relativo iniziale ma isolati in una strofa a parte, sembrano una sorta di morale finale: "quando arriva la primavera lasciate tutto da parte e godetevela".


F1321 (1874) / J-

When Continents expire
The Giants they discarded - are
Promoted to endure -
    Quando i Continenti spirano
I Giganti da essi eliminati - sono
Incitati a durare -

In una lettera del marzo 1874 a Sarah Jenkins (L411) preceduta soltanto da: "I am picking you a flower for remembering Sumner - He was his Country's - She - is Time's -" ("Sto cogliendo una rosa in memoria di Sumner - Lui era del suo Paese - Lei - è del Tempo -")
Charles Sumner, uno dei più attivi sostenitori dell'abolizione della schiavitù, era morto l'11 marzo 1874.

La memoria di un "gigante" che la morte ha portato via sarà certo più longeva dei giganti naturali che ci sembrano eterni.
Nella lettera ho tradotto "flower" con "rosa" per mantenere il "lui" (Sumner) "lei" (flower) che segue. In genere quando ED parla di un fiore lo tratta al femminile.


F1322 (1874) / J1297 (1874)

Go slow, my soul, to feed thyself
Upon his rare Approach -
Go rapid, lest Competing Death
Prevail upon the Coach -
Go timid, should his final eye -
Determine thee amiss -
Go boldly - for thou paid'st his price
Redemption - for a Kiss -
    Sii lenta, anima mia, nel nutrirti
Al suo raro Accostarsi -
Sii rapida, affinché la Morte Contendente
Non prevalga sulla Carrozza -
Sii timida, dovesse il suo sguardo conclusivo -
Giudicarti sconveniente -
Sii ardita - perché hai pagato il suo prezzo
La Redenzione - per un Bacio -

Molto bello l'alternarsi dei contrasti (lenta/rapida - timida/ardita) preceduti da quel "go" che sembra incitare all'azione; ma sono contrasti apparenti, perché tutti hanno lo scopo di cogliere appieno i momenti di un amore voluto e insieme sfuggente. Perciò la lentezza serve a prolungare i rari attimi della sua presenza; la rapidità a sconfiggere la morte che ce lo contende e cerca di superare la carrozza che lo porta da noi; la timidezza ad apparire una fanciulla a modo (interessante l'etimologia nel Webster: "a-miss", ovvero "non-fanciulla/signorina"); e infine l'audacia finale, in cui si rivendica il prezzo pagato per godere di un bacio.
Al verso 5 ho scelto la variante "should" al posto di "lest" perché evidenziata da una sottolineatura. Nel manoscritto ce ne sono altre, che non cambiano il senso dei versi ma che vale la pena di riportare perché tutte molto belle e significative: al verso 5 "blazing" ("ardente, bruciante") o "testing" ("che esamina") o "lofty" ("altero, nobile") al posto di "final"; al verso 7 "But" ("Ma") al posto di "Go", come a voler sottolineare con un attacco diverso e avversativo gli ultimi due versi; al verso 8 "Thy Total" ("tutta te stessa") o "Thy Being" ("il tuo essere, la tua esistenza") al posto di "Redemption", ovvero un prezzo più "terreno", ma sempre totalizzante, rispetto alla redenzione.
La poesia è anche in una lettera alle cugine Norcross (L410, marzo 1874). Il manoscritto è perduto, ma esiste una trascrizione di Frances Norcross dove sono accolte due delle varianti: quella al verso 5 che ho adottato e, nello stesso verso, "testing" al posto di "final"; al verso 7 c'è poi "the" al posto di "his", che potrebbe essere un'ulteriore variante di ED ma anche un errore di trascrizione.


F1323 (1874) / J1328 (1874)

The vastest earthly Day
Is shrunken small
By one Defaulting Face
Behind a Pall -
    Il più esteso Giorno terreno
È ridotto a ben poco
Da un Volto che Svanisce
Dietro un Drappo -

Nel manoscritto ci sono varianti che modificano del tutto gli ultimi tre versi. Sembra però che, più di una variante, ED abbia voluto completare la poesia esplicitando quello che nella prima stesura era implicito: quel volto che svanisce ha avuto il pieno ed eroico possesso del giorno che sta lasciando:

The vastest earthly Day
Is chastened small
By one heroic Face
That owned it all -
    Il più esteso Giorno terreno
È castigato a ridursi
Da un eroico Volto
Che tutto l'ha posseduto -

Le due stesure, quella iniziale e quella che deriva dall'adozione delle varianti, possono leggersi come poesie distinte o, meglio, complementari: nella prima il volto che muore sminuisce il tempo mortale con la sua assenza; nella seconda c'è come lo scatto orgoglioso di chi ha vissuto intensamente la vita e lascia al giorno che abbandona il castigo di essere diminuito dalla sua morte.


F1324 (1874) / J1306 (1874)

Surprise is like a thrilling - pungent -
Upon a tasteless meat.
Alone - too acrid - but combined
An edible Delight -
    La Sorpresa è come un eccitante - ravviva -
Un pasto insipido.
Da sola - troppo aspra - ma combinata
Una commestibile Delizia -

La sorpresa ravviva la noia della vita, ma non bisogna esagerare: va sempre mescolata, mai presa da sola, come il peperoncino.


F1325 (1874) / J1323 (1874)

I never hear that one is dead
Without the chance of Life
Afresh annihilating me
That mightiest Belief,

Too mighty for the Daily mind
That tilling it's abyss,
Had Madness, had it once or, Twice
The yawning Consciousness,

Beliefs are Bandaged, like the Tongue
When Terror were it told
In any Tone commensurate
Would strike us instant Dead -

I do not know the man so bold
He dare in lonely Place
That awful stranger - Consciousness
Deliberately face -

    Non sento mai che qualcuno sia morto
Senza che la casualità della Vita
Di nuovo annichili in me
Quell'estrema Fede,

Troppo potente per la mente Quotidiana
Quel coltivare il suo abisso,
Impazzirebbe, ad avere per una volta o, Due
La Coscienza spalancata,

Le Fedi sono Bendate, come la Lingua
Ove il Terrore fosse detto
In un qualsiasi Tono adeguato
Ci farebbe cader Morti in un istante -

Non conosco un uomo tanto audace
Che osi in Luogo solitario
Quel tremendo estraneo - la Coscienza
Deliberatamente fronteggiare -

L'insondabile mistero della fede non lascia spazio a un esame razionale che provi a scavare nell'abisso della coscienza, perché questo esame, questo cercare di vedere fino in fondo un abisso troppo al di là delle nostre forze, ci condurrebbe sicuramente alla follia di chi ambisce all'impossibile. Perciò bisogna credere a occhi chiusi; così come restiamo muti di fronte a un sentimento o a un fatto estremo, perché "dirlo" sarebbe insostenibile, dobbiamo restare ciechi di fronte a un mistero che non ammette sguardi indagatori. Nell'ultima strofa la coscienza diventa l'intimo estraneo che portiamo dentro di noi, vicino ma inconoscibile e tremendo.
Il verso 7 nell'edizione Johnson è "Had Madness, had it once or twice", senza la virgola dopo "or" e la maiuscola, presenti nell'edizione Franklin, che evidenziano quel "twice" come se la possibilità di guardare dentro i propri dubbi, anche se riuscissimo a farlo, fosse comunque limitata.
Oltre ad alcune varianti interne il manoscritto contiene un'alternativa per l'ultimo verso "Look squarely in the Face." ("Guardare in Faccia a testa alta.").


F1326 (1874) / J1150 (1869)

How many schemes may die
In one short Afternoon
Entirely unknown
To those they most concern -
The man that was not lost
Because by accident
He varied by a Ribbon's width
From his accustomed route -
The Love that would not try
Because beside the Door
Some unsuspecting Horse was tied
Surveying his Despair
    Quanti schemi possono morire
In un breve Pomeriggio
Del tutto sconosciuti
Ai più diretti interessati -
L'uomo che non fu perduto
Poiché per caso
Variò dello spazio di un Nastrino
Dal suo abituale percorso -
L'Amore che non osò tentare
Poiché accanto alla Porta
Un qualche ignaro Cavallo era legato
A scrutare la sua Disperazione

Nell'edizione Johnson (dove la poesia è definita "in a very unfinished state") c'è un verso in più dopo il decimo: "It must be competitions" ("Dev'esserci Competizione"). Franklin omette questo verso e annota: "Le parole non cancellate tra il verso 10 e 11 ("It must be Competitions") sembrano una variante che ED adottò e poi abbandonò, ritornando alla parola che aveva usato prima di esse ("Some") per terminare il concetto."

L'importanza del caso, dell'accadimento fortuito che può cambiare una vita, senza che il diretto interessato se ne renda conto (l'uomo che evita il pericolo solo perché fa una insignificante deviazione) o a causa di una valutazione dei fatti che magari non è quella giusta (un ignaro cavallo legato accanto alla porta che fa pensare alla visita di un rivale).


F1327 (1874) / J1294 (1874)

Of Life to own -
From Life to draw -
But never touch the Reservoir -
    Alla vita appartenere -
Dalla Vita attingere -
Ma non toccare mai il Serbatoio -

I versi sono in una lettera a Higginson della tarda primavera del 1874 (L413), preceduti da: "You have experienced sanctity. It is to me untried." ("Lei ha sperimentato la santità. Una cosa a me estranea.").

La vita è fatta per essere vissuta, per darci modo di attingere da essa l'acqua che possa soddisfare la nostra sete; ma esiste un serbatoio vitale, che va mantenuto intatto. Sul significato di questo "serbatoio" possiamo fare diverse ipotesi: una riserva che può essere la nostra coscienza, la ragione che ci fa dubitare ma che rende la vita degna di essere vissuta; la speranza di una vita futura e immortale, che può sconfiggere lo smarrimento del dubbio; la necessità di lasciare intatti certi valori interiori che non vanno sprecati.
Nelle frasi che precedono i versi nella lettera a Higginson, il riferimento ad una "santità" a cui ED si sente estranea potrebbe far propendere per un "serbatoio" riferito alla fede, anche se non esclude le altre, o altre ancora, ipotesi.


F1328 (1874) / J1327 (1874)

The Symptom of the Gale -
The Second of Dismay -
Between it's Rumor and it's Face -
Is almost Revelry -

The Houses firmer root -
The Heavens cannot be found -
The Upper Surfaces of things
Take covert in the Ground -

The Mem'ry of the Sun
Not Any can recall -
Although by Nature's sterling Watch
So scant an interval -

And when the Noise is caught
And Nature looks around -
"We dreamed it"? she interrogates -
"Good Morning" - we propound?

    Il Sintomo della Tempesta -
L'Attimo di Sgomento -
Fra l'incerto Preavviso e il suo Volto -
È quasi Baldoria -

Le Case più solide radici -
I Cieli non si riconoscono -
Le Superfici Esterne delle cose
Trovano rifugio nel Terreno -

La Memoria del Sole
Nessuno può richiamare -
Sebbene per il perfetto Orologio della Natura
Così esiguo l'intervallo -

E quando il Rumore è domato
E la Natura si guarda intorno -
"Sognammo?" domanda -
"Buongiorno" - proponiamo?

Quando sentiamo arrivare una tempesta, all'attimo di sgomento e di paura che proviamo si affianca l'eccitazione dell'attesa (al verso 4 ED ha indicato la variante "ecstasy" al posto di "revelry"). Poi la tempesta arriva davvero e tutto intorno a noi sembra partecipare alla difesa contro la furia degli elementi: le case si aggrappano alle loro fondamenta, i cieli spariscono come se fossero fuggiti via, tutto ciò che è in superficie cerca rifugio nel sottosuolo. Il tempo sembra non passare mai per noi, con quel sole sparito che non riusciamo quasi a richiamare alla memoria, ma per l'immutabile corso della natura passa soltanto un istante prima che tutto torni come prima, tanto che sembra domandarci: "ma è successo davvero o è stato un sogno?", e noi, timidamente ma ormai rinfrancati, che cosa possiamo proporle se non un normale e rassicurante "buongiorno"?


F1329 (1874) / J1244 (1873)

The Butterfly's Assumption Gown
In Chrysoprase Apartments hung
This afternoon put on -

How condescending to descend
And be of Buttercups the friend
In a New England Town -

    La Veste d'Assunzione della Farfalla
In Appartamenti di Crisopazio appesa
Questo pomeriggio indossata -

Com'è condiscendente discendere
Ed essere di Ranuncoli l'amica
In una Città del New England -

La farfalla viene rivestita di simboli divini e descritta come una sorta di regale signora che si degna di scendere in un'umile città del New England per fare amicizia con altrettanto umili ranuncoli.
L'Assunzione di Maria è una dottrina della chiesa cattolica; evidentemente qui ED aveva bisogno di qualcosa di divino ma anche particolarmente sontuoso ed esteriore, difficile da trovare in ambito puritano.
In una copia inviata a Susan, che conosciamo attraverso la sua trascrizione in quanto il manoscritto è perduto, il terzo verso recita: "Unrolls upon the Sun" ("Srotolata al Sole").


F1330 (1874) / J1314 (1878)

When a Lover is a Beggar
Abject is his Knee -
When a Lover is an Owner
Different is he -

What he begged is then the Beggar -
Oh disparity -
Bread of Heaven resents bestowal
Like an obloquy -

    Quando un Innamorato è un Mendicante
Abietto è il suo Ginocchio -
Quando un Innamorato è un Padrone
È diverso -

Ciò che lui mendicava è allora il Mendicante -
Oh disparità -
Del Pane del Cielo considera l'offerta
Come un'ingiuria -

Nell'amore ci sono di solito due fasi, nella prima l'innamorato è come un mendicante che farebbe di tutto per conquistare l'oggetto del suo amore; poi, una volta ben saldo nel suo ruolo di amato, di cui si sente ormai padrone, diventa avaro di quel dono del cielo tanto agognato, che ora rifiuta come fosse un'ingiuria alla sua rispettabilità, ormai lontana da quel sentimento buono soltanto per gli ardori giovanili.
Insomma, il ritratto di un matrimonio come ce ne sono tanti: un uomo che prima s'inginocchia umilmente per chiedere la mano della sua bella e poi, diventato marito-padrone, bandisce l'amore e la tenerezza dalla vita coniugale, invertendo così i ruoli iniziali: prima era lui che mendicava l'amore di lei, ora è lei che mendica un po' d'amore da quell'amante diventato ormai soltanto un marito.
Nelle traduzioni italiane (Virgillito, Campana, Raffo) il "Bread of Heaven" del penultimo verso (un'espressione che ricorre una sola volta nella King James Version della Bibbia, nel Salmo 105,40, dove si ricorda la manna caduta dal cielo per sfamare gli ebrei in fuga) è sempre soggetto, come d'altronde è nella lettera dell'originale. Io l'ho considerato come metafora dell'amore rifiutato dal marito-padrone e, perciò, l'ho tradotto come complemento, fidando nella libertà sintattica di ED.


F1331 (1874) / J1237 (1878)

My Heart ran so to thee
It would not wait for me
And I affronted grew
And drew away
For whatsoe'er my pace
He first achieve they Face -
How general a Grace
Allotted two -

Not in malignity
Mentioned I this to thee -
Had he obliquity
Soonest to share
But for the Greed of him -
Boasting my Premium -
Basking in Bethleem
Ere I be there -

    Il mio Cuore corse tanto a te
Che non volle aspettare me
Ed io offesa mi sentii
E mi ritirai
Poiché quale che sia il mio passo
Lui per primo otterrà il tuo Volto -
Troppo generica una Grazia
Concessa a due -

Non per malignità
Ho parlato di questo a te -
Avesse usato obliquità
Per prima condividere
E non per la sua Avidità -
Vantandosi del mio Premio -
Crogiolandosi a Betlemme
Prima ch'io fossi là -

L'amore prorompe da un cuore che sembra come correre via, incapace di aspettare un "io" concreto che, impossibilitato a esternare i propri sentimenti, si ritira come offeso da quella corsa così istintiva e priva di speranza. Questa consapevolezza di non essere in grado di unirsi all'amato fa capire a chi ama che non ci sarà passo adeguato a raggiungere colui che sarà sicuramente preda di un "Lui" più in alto, qui rappresentato, con cruda negatività, come un avido cacciatore che si vanta della sua preda e della sua abilità di arrivare per primo là dove lei non riuscirà mai a giungere.
La seconda strofa è particolarmente sintetica e non facile da rendere; ho cercato di rispettare la sintassi originale, senza sciogliere termini sottintesi e mantenendo il più possibile l'asciutta ma densa essenzialità dei versi.


F1332 (1874) / J1317 (1874)

Abraham to kill him
Was distinctly told -
Isaac was an Urchin -
Abraham was old -

Not a hesitation -
Abraham complied -
Flattered by Obeisance
Tyranny demurred -

Isaac - to his Children
Lived to tell the tale -
Moral - with a Mastiff
Manners may prevail.

    Abramo ad ucciderlo
Fu distintamente chiamato -
Isacco era un Monello -
Abramo era vecchio -

Non un'esitazione -
Abramo assentì -
Lusingata dall'Omaggio
La Tirannia ci ripensò -

Isacco - ai suoi Figli
Per raccontarlo visse -
Morale - con un Mastino
Le buone maniere vincono.

ED racconta, con la sua solita sferzante ironia, la storia di Abramo e Isacco, dando a Dio del tiranno e del mastino e attribuendogli una molto umana debolezza per gli omaggi riverenti e servili. I due versi finali rovesciano, nella loro evidente ironia, la prima strofa della J1201-F1271.
A proposito di Dio e Abramo, Errante (1959) cita un brano di una lettera a Samuel Bowles dell'agosto 1858 (L193): "Do you think we shall 'see God'? Think of 'Abraham' strolling with him in genial promenade!" ("Lei pensa che 'vedremo Dio'? S'immagini 'Abramo' che fa quattro passi con lui passeggiando giovialmente!").
Per l'ultimo verso ED ha indicato la variante "will prevail" al posto di "may prevail", come se volesse rendere più certo il prevalere delle buone maniere; ho lasciato il "may" ma ho tradotto con un più netto "vincono" anche per non allungare troppo il verso.


F1333 (1874) / J1325 (1874)

Knock with tremor -
These are Caesars -
Should they be at Home
Flee as if you trod unthinking
On the Foot of Doom -

These seceded from your summons
Centuries ago -
Should they rend you with "How are you"
What have you to show?

    Bussa con tremore -
Loro sono Cesari -
Dovessero essere in Casa
Fuggi come se avessi pestato distrattamente
Il Piede del Destino -

Loro si separarono dalle tue chiamate
Secoli fa -
Dovessero lacerarti con un "Come va?"
Cosa avresti tu da mostrare?

Non possiamo illuderci di poter avere un contatto con i morti. Loro sono in un luogo negato alla nostra conoscenza, distanti come un Cesare dai comuni mortali e ormai completamente al di fuori di quelle che sono le nostre sensazioni. D'altronde, se dovessero per un istante rispondere alle nostre chiamate come facevano quando erano con noi, che cosa saremmo mai capaci di dire loro?
Il manoscritto è in un biglietto in cui, dalla parte opposta, si legge: "Dear Father - [un lungo spazio bianco] Emily". Johnson annota: "Il padre morì il 16 giugno 1874. Si può ipotizzare che il messaggio non scritto esprima il vuoto creato in lei dalla sua morte." Si può aggiungere che i versi descrivono l'ineluttabilità di quello spazio vuoto.


F1334 (1874) / J1329 (1874)

Whether they have forgotten
Or are forgetting now
Or never remembered -
Safer not to know -

Miseries of conjecture
Are a softer wo
Than a Fact of Iron
Hardened with I know -

    Sia se hanno dimenticato
O stanno dimenticando ora
O mai ricordarono -
Più prudente non sapere -

I tormenti della congettura
Sono un dolore più tenue
Di una Realtà di Ferro
Indurita da ciò che so -

Molte volte i tormenti del non sapere, del fare ipotesi su quanto gli altri - o forse più precisamente "un" altro - tengano a noi, sono più sopportabili di sapere con certezza qual è la verità.
Per il "they have" del primo verso ED ha indicato la variante "it has". Entrambi si possono leggere come soggetto indefinito, ma la variante suggerisce forse una più accentuata personificazione del soggetto.


F1335 (1874) / J1322 (1874)

Floss wont save you from an Abyss
But a Rope will -
Notwithstanding a Rope for a Souvenir
Is not beautiful -

But I tell you every step is a Trough -
And every stop a well -
Now will you have the Rope or the Floss?
Prices reasonable -

    Un Filo di seta non ti salverà da un Abisso
Ma una Fune sì -
Ciononostante una Fune per Souvenir
Non è il massimo -

Ma ti avverto che ogni passo è un Solco -
E ogni sosta un pozzo -
Ora vorresti avere la Fune o il Filo?
Prezzi ragionevoli -

È meglio l'eterea bellezza di un filo di seta o la solida concretezza di una robusta fune? La seconda può salvarci da un abisso per il quale un filo non reggerebbe un istante, ma è anche vero che una memoria nutrita di sola concretezza non è il massimo a cui noi si possa aspirare. Sappi però che a ogni passo che farai ti troverai davanti, in forme diverse, quell'abisso, e sta a te decidere che cosa è più importante: la certezza di superarlo senza rischi, conoscendo però soltanto la piatta e uniforme superficie del mondo, o il fascino di caderci dentro ed esplorarne i misteri, per poi cercare con fatica di uscirne con la memoria arricchita di nuova consapevolezza. La vita ti offre la scelta allo stesso prezzo, a te decidere.
Oltre a due varianti interne (al verso 3 "To be sure" - "bisogna riconoscere, stanne certo" - al posto di "Notwithstanding" e al verso 5 "sluice" - "chiusa, forte corrente" - al posto di "Trough") ci sono due alternative per i versi finali delle strofe: per il verso 4: "Does not look as well" ("Non sarebbe altrettanto bella"); per l'ultimo verso "Fate has both to sell" ("Il Fato ha entrambi da vendere").


F1336 (1874) / J1321 (1874)

Elisabeth told Essex
That she could not forgive
The clemency of Deity
However - might survive -
That secondary succor
We trust that she partook
When suing - like her Essex
For a reprieving Look -
    Elisabetta disse a Essex
Che non poteva perdonare
La clemenza Divina
Tuttavia - poteva supplire -
Di quel secondario soccorso
Confidiamo lei abbia goduto
Mentre implorava - come il suo Essex
Uno Sguardo che rinviasse -

Il conte di Essex, prima favorito della regina e poi decapitato, non riuscì a farsi perdonare dalla sua regale amante, che lo affidò senza pietà alla clemenza divina. Chissà se Elisabetta, nel momento in cui stava disperatamente lottando per ottenere un rinvio della sua morte, sarà riuscita a godere di quel soccorso divino, secondario perché l'ultimo a cui appellarsi dopo che la vita non può più concederci nulla.
Un richiamo storico a una regina che non esitò a consegnare al boia il suo amante, che d'altronde non aveva esitato a cospirare contro di lei, per descrivere sia l'eterno cerchio della vita (la regina non cede alle implorazioni di rinvio di Essex, ma poi si troverà nella stessa situazione del suo amante quando la morte-boia sarà lì per lei), sia la caducità delle azioni umane, sempre subordinate a quel soccorso "secondario" che diventa l'ultimo possibile.


F1337 (1874) / J1507 (1880)

The Pile of Years is not so high
As when you came before
But it is rising every Day
From recollection's Floor
And while by standing on my Heart
I still can reach the top
Efface the mountain with your face
And catch me ere I drop
    La Pila degli Anni non è così alta
Come quando venisti prima d'ora
Ma sta crescendo ogni Giorno
Dal Pavimento del ricordo
E mentre alzandomi sul Cuore
Posso ancora raggiungere la cima
Cancella la montagna col tuo volto
E afferrami prima ch'io cada

Non è mai tardi per recuperare il gusto dell'amore, nutrito negli anni dal ricordo degli ardori giovanili. Il cuore è sempre pronto a palpitare, a sollevarsi per raggiungere vette che non sempre sono quelle che vorremmo e dalle quali rischiamo sempre di cadere, a meno che un volto amato non cancelli l'immagine di montagne irraggiungibili, e braccia forti non ci afferrino prima di quella caduta.
Al verso 7 ho scelto la variante "mountain" al posto di "burden" (fardello). Per questa parola ED ha indicato ben cinque varianti: oltre a "mountain" (sottolineata due volte nel manoscritto), "monster" (mostro), "stature" (statura), "spectre" (spettro) e "trouble" (preoccupazione, ansia).


F1338 (1874) / J1121 (1868)

Time does go on -
I tell it gay to those who suffer now -
They shall survive -
There is a Sun -
They dont believe it now -
    Il tempo passa -
Lo dico gaia a quelli che soffrono ora -
Sopravviveranno -
C'è un Sole -
A cui essi non credono ora -

Stavolta il ciclo naturale, il tempo che passa, è visto in positivo: anche se è difficile crederci quando siamo avvolti nel buio della sofferenza, c'è sempre un sole che prima o poi sorgerà.


F1339 (1874) / J1300 (1874)

From his slim Palace in the Dust
He relegates the Realm,
More loyal for the exody
That has befallen him.
    Dal suo sottile Palazzo nella Polvere
Egli bandisce il Regno,
Più leale all'esodo
Che si è abbattuto su di lui.

Ormai confinato in un sottile, anche se regale, palazzo di polvere, chi giace nella tomba deve bandire da sé il regno della vita ed essere leale soltanto a quel luogo remoto in cui è stato portato dalla morte.
Probabile il riferimento alla morte del padre (16 giugno 1874), anche per il tono molto solenne della poesia. Si sente che ED sta parlando di qualcuno che amava e che forse ancora di più rispettava, per quel rigore morale che significa anche leale accettazione della sorte.


F1340 (1874) / J1330 (1874)

Without a smile - Without a throe
A Summer's soft assemblies go
To their entrancing end
Unknown - for all the times we met -
Estranged, however intimate -
What a dissembling Friend -
    Senza un sorriso - Senza uno spasimo
Le dolci compagnie dell'Estate vanno
Alla loro incantevole fine
Sconosciute - perché a ogni incontro -
Estranee, pur se intime -
Che ingannevoli Amici -

La natura sembra adularci con le dolci gioie dell'estate, ma poi tutto ciò che ci ha fatto compagnia nella bella stagione se ne va senza rimpianti, lasciandoci la sensazione che tutto quello che ci era stato promesso era soltanto un'ingannevole profferta di amicizia e intimità, che svanisce col finire dell'estate.


F1341 (1874) / J1346 (1875)

As Summer into Autumn slips
And yet we sooner say
"The Summer" than "the Autumn", lest
We turn the Sun away,

And almost count it an Affront
The presence to concede
Of one however lovely, not
The one that we have loved -

So we evade the Charge of Years
On one attempting shy
The Circumvention of the Shaft
Of Life's Declivity.

    Come quando l'Estate scivola nell'Autunno
Eppure preferiamo di più dire
"L'Estate" che "l'Autunno", per paura
Di mandar via il Sole,

E quasi reputiamo un Affronto
Ammettere la presenza
Di chi anche se incantevole, non è
Colui che abbiamo amato -

Così eludiamo il Peso degli Anni
Su colui che tenta timido
Di Raggirare la Freccia
Del Declivio della Vita.

La versione riportata è quella contenuta in una lettera inviata a Samuel Bowles nell'ottobre 1874 (L420). Nella pagina, soltanto i versi preceduti da "The Paper wanders so I cannot write my name on it, so I give you Father's Portrait instead." ("Il foglio sfugge via e così non riesco a scrivere il mio nome su di esso, al suo posto le mando un Ritratto del Babbo.").
Riferendosi al manoscritto, Franklin annota: "La sua agitazione appare evidente nel verso ininterrotto della seconda strofa [i versi 5 e 6 sono scritti su un'unica linea] e nella ripetizione del verso 10 [dove, invece di "On one", si legge "One one"]".
Ci sono altre tre copie di questa poesia: due manoscritti (il primo dei quali con alcune varianti), che probabilmente sono versioni preparatorie a quella inviata a Bowles, e una trascrizione di Frances Norcross da una lettera inviata a lei e alla sorella Louise.
Edward Dickinson era morto pochi mesi prima, il 16 giugno 1874.

Un ritratto del padre, come lo chiama la stessa ED nella lettera a Bowles. Ma forse più un ritratto del dolore della figlia, che aveva visto arrivare improvvisamente quell'autunno di cui non vuole ammettere la realtà, come se volesse cancellare il passato per ritrovare il padre, raggirando così l'inesorabile freccia del trascorrere del tempo.


F1342 (1874) / J1733 (?)

No man saw awe, nor to his house
Admitted he a man
Though by his awful residence
Has human nature been -

Not deeming of his dread abode -
Till laboring to flee
A grasp on comprehension laid
Detained vitality.

Returning is a different route
The Spirit could not show
For breathing is the only work
To be enacted now.

"Am not consumed," old Moses wrote,
"Yet saw him face to face" -
That very physiognomy
I am convinced was this

    Nessuno ha visto l'orrore, né in casa sua
Fu mai ammesso un mortale
Sebbene presso l'orribile residenza
Si sia trovata la natura umana -

Non giudicandola dimora del terrore -
Finché sforzandosi di fuggire
Sulla comprensione si abbatté una morsa
Che bloccava la vitalità.

Per chi torna la strada è diversa
Lo Spirito non riesce a esprimersi
Perché il respiro è la sola attività
Ad essere abilitata ora.

"Non sono consumato", scrisse il vecchio Mosè,
"Eppure l'ho visto faccia a faccia" -
La vera fisionomia
Sono convinta sia questa

Dopo l'edizione del 1955, Johnson ha pubblicato, nell'edizione delle lettere del 1958, una variante dei versi 4 e 5: "Has Human Nature gone - / Unknowing to his dread abode -" ("Sia andata la Natura Umana - / Ignorandola come dimora del terrore -") come frammento in prosa, collegandolo a questa poesia (PF77). Franklin, sulla base di questo frammento autografo ha datato la poesia al 1874.
Nel testo intero, trascritto da Mabel Todd, alla fine del quarto verso c'è un punto e alla fine del quinto non c'è nulla; ho messo alla fine dei due versi la lineetta del frammento originale ma ho lasciato il testo così come trascritto, visto che il frammento potrebbe essere una variante.

La morte non è mai nominata direttamente ma evocata attraverso il sostantivo "awe", che è insieme orrore, terrore e timore reverenziale, sgomento. Nessuno che possa poi riferirne l'ha mai vista direttamente, è mai stato nella sua casa, anche se a molti è capitato di sfiorarla, senza capire subito con chi avevano a che fare, finché quella morsa gelida non ha bloccato l'essenza della vita. Qualcuno è riuscito a sfuggirle, ma non è capace di raccontarci nulla, perché dopo quell'esperienza l'unica preoccupazione è mantenere vivo quel respiro che sembrava ormai perduto per sempre.
L'ultima strofa mette in scena Mosè, che sembra raccontare di averla affrontata senza esserne consumato, e la poesia termina con due versi un po' sibillini: se la vera fisionomia della morte è quella vista "faccia a faccia" da Mosè, ovvero una morte che non consuma, che lascia vivi, questo vuol dire che dopo la morte c'è l'immortalità o che la vera morte è soltanto quella che affronteremo nell'ultimo istante, di cui non potremo sapere nulla prima, a meno di non essere Mosè? Ma c'è un altro particolare: nella Bibbia il "face to face" di Mosè è associato sempre a Dio (Esodo 33,11; Numeri 14,14; Deuteronomio 5,4 e 34,10) - per questo, al verso 14, ho tradotto con "l'ho visto" -; potremmo perciò pensare che con questa citazione ED abbia voluto accostare, senza dirlo esplicitamente, la morte a Dio; in fin dei conti chi ha creato il tutto ha creato anche quella morte che ci riempie di "awe", o anche: chi affronta la morte con la certezza dell'esistenza di Dio (e la fede forse non basta, bisognerebbe, come Mosè, incontrarlo faccia a faccia) sa che non verrà "consumato" ma condotto verso la vita eterna, o ancora: la vera fisionomia della morte è il volto di Dio, soltanto conoscendo il secondo potremmo capire la prima.


F1343 (1874) / J1242 (1872)

To flee from memory
Had we the Wings
Many would fly
Inured to slower things
Birds with dismay
Would scan the mighty Van
Of men escaping
From the mind of man
    Per fuggire dalla memoria
Avessimo le Ali
Molti volerebbero
Avvezzi a cose più lente
Gli uccelli con sgomento
Scruterebbero la possente Schiera
Degli uomini in fuga
Dalla mente dell'uomo

Se fosse possibile molti fuggirebbero dalla loro memoria, quasi sempre costellata di dolori e infelicità.
Il quarto verso può essere letto in relazione agli uomini che lo precedono o agli uccelli che lo seguono. A prima vista sembrerebbe più logica la prima lettura, visto che gli uccelli sono avvezzi al volo e alla velocità. Io però preferisco la seconda, perché spiega meglio lo sgomento del quinto verso, e può essere letta come: gli uccelli, avvezzi a vedere gli uomini muoversi molto più lentamente di loro, sarebbero sgomenti...".
Per "mighty" al verso 6 ci sono sei varianti nel manoscritto: eager, breathless, hurrying, thrilling, fluttering, cowering (veemente, ansante, affannosa, eccitata, fluttuante, tremebonda).


F1344 (1874) / J1309 (1874)

The Infinite a sudden Guest
Has been assumed to be -
But how can that stupendous come
Which never went away?
    L'Infinito un Ospite improvviso
È stato sempre considerato -
Ma come può arrivare un portento
Che non è mai partito?

L'infinito è immaginabile soltanto come cessazione del tempo, come qualcosa che non avrà mai fine perché non ha mai avuto inizio. Allora, quell'infinito, che tutti considerano un ospite tanto improvviso quanto inevitabile, come farà a venire da noi se non è mai partito?
La domanda finale sembra un paradosso logico, che ci pone di fronte a un mistero insondabile dalla nostra razionalità.
Nella sua biografia di ED (The Life of Emily Dickinson, rist. Harvard University Press, Cambridge, 1994, pag. 70) Richard Sewall dice: "Forse se riuscissimo a comprendere il tempo - che è come dire l'eternità - non saremmo così shockati dalla sua improvvisa intrusione."


F1345 (1874) / J1290 (1873)

The most pathetic thing I do
Is play I hear from you -
I make believe until my Heart
Almost believes it too
But when I break it with the news
You knew it was not true
I wish I had not broken it -
Goliah - so would you -
    La cosa più patetica che faccio
È giocare a sapere di te -
Faccio finta finché il mio Cuore
Quasi ci crede anche lui
Ma quando lo spezzo dicendogli
Sapevi che non era vero
Vorrei non averlo spezzato -
Golia - faresti lo stesso -

Quando l'amato è lontano, o comunque irraggiungibile, l'unica cosa che resta è giocare a far finta di sapere sempre tutto di lui, come per esorcizzare la lontananza con la conoscenza. Talvolta il gioco sembra diventare realtà, ma subito la consapevolezza che non era nient'altro che illusione ci rimette con i piedi per terra, anche se avremmo certo preferito risparmiarci questa realtà e continuare a vivere nel mondo della fantasia.
Il riferimento a Golia nell'ultimo verso potrebbe essere un invito a non considerare quell'illusione come qualcosa di riservato ai deboli, a coloro che non hanno la forza di affrontare la realtà, ma come un sentimento che tocca anche chi è apparentemente forte e sicuro di sé, ma che prima o poi sarà costretto a sottomettersi a quell'amore-Davide che è più forte di qualsiasi cosa.


F1346 (1874) / J1324 (1874)

I send you a decrepit flower
That nature sent to me
At parting - she was going south
And I designed to stay -

Her motive for the souvenir
If sentiment for me
Or circumstances prudential
Witheld invincibly -

    Ti mando un fiore decrepito
Che la natura mi mandò
Partendo - lei stava andando verso sud
Ed io costretta a restare -

Il motivo del souvenir
Se sentimento per me
O circostanze prudenziali
Risolutamente tenuto per sé -

Il ciclo della natura si muove incessantemente, e noi restiamo a guardare con in mano, e nella mente, il ricordo della bella stagione. Chissà se la natura ci lascia questi souvenir perché in qualche modo prova un sentimento per noi, come noi per lei, o soltanto perché è educato lasciare un ricordo a chi resta.


F1347 (1874) / J1331 (1874)

Wonder - is not precisely knowing
And not precisely knowing not -
A beautiful but bleak condition
He has not lived who has not felt -

Suspense - is his maturer Sister -
Whether Adult Delight is Pain
Or of itself a new misgiving -
This is the Gnat that mangles men -

    Lo Stupore - non è esattamente conoscere
E non esattamente non conoscere -
Una bellissima ma sguarnita condizione
Non ha vissuto chi non l'ha provata -

L'Incertezza - è la sua Sorella maggiore -
Sia l'Adulta Delizia una Pena
O in se stessa un rinnovato dubbio -
È questo il Tarlo che rode gli uomini -

Lo stupore è la meraviglia di fronte a una cosa che non riusciamo a capire fino in fondo, ma che riusciamo comunque a godere; perciò si situa fra la conoscenza e l'ignoranza e somiglia molto a quella che potremmo chiamare l'intuizione, la scoperta che va al di là, o arriva prima, del ragionamento, priva di solide basi ma così bella che non può dire di aver vissuto chi non l'ha provata. Ma forse lo stupore è una condizione riservata alle menti non ancora mature; più tardi la condizione più usuale è l'incertezza, che non ci dà mai una risposta, non ci dice mai se la razionalità della nostra condizione adulta sia portatrice di una certezza, fosse anche una pena, oppure nient'altro che una incessante condizione di dubbio, un tarlo che rode da sempre l'animo dell'uomo.
Al verso 3 ho tradotto "bleak" intepretando liberamente, ma anche letteralmente, la definizione del Webster: "Open; vacant; exposed to a free current of air; as a bleak hill or shore".


F1348 (1874) / J1279 (1873)

The Way to know the Bobolink
From every other Bird
Precisely as the Joy of him -
Obliged to be inferred.

Of impudent Habiliment
Attired to defy,
Impertinence subordinate
At times to Majesty -

Of Sentiments seditious
Amenable to Law -
As Heresies of Transport
Or Puck's Apostacy -

Extrinsic to Attention
Too intimate with Joy -
He compliments Existence
Until allured away

By Seasons or his Children -
Adult and urgent grown -
Or unforeseen Aggrandizement
Or, possibly, Renown -

By Contrast certifying
The Bird of Birds is gone -
How nullified the Meadow -
Her Sorcerer withdrawn!

    Il Modo di riconoscere il Bobolink
Da ogni altro Uccello
Proprio dalla sua Gioia -
Obbligata ad essere esibita.

Di impudente Abbigliamento
Indossato per sfidare,
Impertinenza subordinata
A volte alla Maestà -

Di Sentimenti sediziosi
Sanzionabili dalla Legge -
Come Estatiche Eresie
O Apostasia di Puck -

Estrinseco all'Attenzione
Troppo intimo della Gioia -
Si bea dell'Esistenza
Finché attirato altrove

Dalle Stagioni o dai suoi Figli -
Cui preme diventare adulti -
O da inaspettato maggior Prestigio
O, magari, Celebrità -

Per Contrasto ci si accorge
Che l'Uccello degli Uccelli è sparito -
Che nullità rende il Prato -
L'allontanarsi del suo Stregone!

Il bobolink, molte volte citato da ED (compare tredici volte nelle sue poesie) diventa qui "l'uccello degli uccelli", quello che rende una nullità il prato da cui si allontana, ma anche trasgressivo e "stregone" come il Puck del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare. Come per il ragno della J1275-F1373, anche qui c'è un velato identificarsi, stavolta con qualcuno che, come il poeta, "canta" e insieme dimostra impertinenza e sentimenti sediziosi.
Al verso 4 "inferred" significa "dedurre, inferire, arguire". Nel Webster c'è però una definizione indicata come "not used" e con una riferimento letterario a Shakespeare: "to offer, to produce"; vista la successiva citazione, al verso 12, del "Puck" personaggio shakespeariano, ho dedotto che ED volesse utilizzare il termine proprio con questo significato inusuale e ho tradotto con "esibita".
Al verso 20 ho scelto la variante "possibly" al posto di "happily", per sottolineare quello che potrebbe essere un riferimento ad una possibile celebrità postuma, visto che toccherebbe a chi ormai "is gone".


F1349 (1874) / J1304 (1874)

Not with a Club, the Heart is broken
Nor with a Stone -
A Whip so small you could not see it
I've known

To lash the Magic Creature
Till it fell,
Yet that Whip's Name
Too noble then to tell.

Magnanimous as Bird
By Boy descried -
Singing unto the Stone
Of which it died -

Shame need not crouch
In such an Earth as Our's -
Shame - stand erect -
The Universe is your's.

    Non con una Clava, il Cuore si spezza
Né con una Pietra -
Una Frusta tanto sottile da non poterla vedere
Ho sentito

Sferzare la Magica Creatura
Finché cadde,
Eppure il Nome di quella Frusta
Troppo nobile allora per rivelarlo.

Magnanima come un Uccello
Da un Ragazzo scovato -
Che canta alla Pietra
Da cui è ucciso -

La vergogna non deve acquattarsi
In una Terra come la Nostra -
Vergogna - stai diritta -
L'Universo è tuo.

Il cuore si spezza quando è sferzato da una creatura immateriale eppure tanto dolorosa; questa creatura non può essere altro che l'amore, non corrisposto o che non ci è possibile vivere. È una frusta che ho provato, l'ho sentita sferzare il mio cuore finché non mi si è spezzato, ma ero troppo nobile per esternare questo dolore, anzi, come un uccello che canta al ragazzo che sta lanciando la pietra che lo ucciderà, ho cantato anch'io a chi aveva ucciso il mio cuore. Perciò non bisogna vergognarsi di provare quel sentimento, anche se sappiamo che non potremo mai goderne, noi siamo fatti di carne e sangue e se amare è una vergogna, che sia una vergogna altera e orgogliosa di sé.
Letta così, l'ultimo verso diventa un inno all'amore come padrone dell'universo.
Bacigalupo la interpreta così: "I fatti minimi possono uccidere la 'magica creatura' che è il cuore, ma l'io è abbastanza nobile per celare il nome dell'assassino, o come l'uccello cantare al ragazzo che lo colpirà. Da ciò l'ultima strofa: la vergogna umana non ha più bisogno di vergognarsi, perché la nobiltà dell'uomo è tale che la sua 'vergogna' è quanto di più orgoglioso vi sia nell'universo."


F1350 (1874) / J1298 (1874)

The Mushroom is the Elf of Plants -
At Evening, it is not
At Morning, in a Truffled Hut
It stop upon a Spot

As if it tarried always
And yet it's whole Career
Is shorter than a Snake's Delay -
And fleeter than a Tare -

'Tis Vegetation's Juggler -
The Germ of Alibi -
Doth like a Bubble antedate
And like a Bubble, hie -

I feel as if the Grass was pleased
To have it intermit -
This surreptitious Scion
Of Summer's circumspect.

Had Nature any supple Face
Or could she one contemn -
Had Nature an Apostate -
That Mushroom - it is Him!

    Il Fungo è l'Elfo delle Piante -
A Sera, non c'è
Al Mattino, in una Capanna a Tartufo
Si ferma in un Punto

Come se fosse lì da sempre
Eppure la sua intera Carriera
È più breve dell'Indugio di un Serpente -
E più rapida della Gramigna -

È il Giocoliere delle Vegetazione -
Il Germe dell'Alibi -
Come una Bolla anticipa
E come una Bolla, si dilegua -

Mi sembra come se l'Erba fosse lieta
Di averlo a intermittenza -
Questo surrettizio Rampollo
Dell'Estate circospetto.

Avesse la Natura un Volto malleabile
O ne dovesse uno disprezzare -
Avesse la Natura un Apostata -
Quel Fungo - sarebbe Lui!

È una delle poesie più ricche di redazioni: se ne conoscono infatti sei (con varianti minime nel testo): tre parziali e tre intere (di queste ultime un manoscritto è perduto e conosciamo il testo da una trascrizione di Frances Norcross). Una delle redazioni parziali (versi 13-16) è in una lettera a Higginson della tarda primavera del 1874 (L413 - la stessa della J1294-F1327), con il verbo al passato ("felt") e preceduta da: "You kindly ask for my Blossoms and Books - I have read but a little recently - Existence has overpowered Books. Today, I slew a Mushroom -" ("Lei mi chiede cortesemente dei miei Fiori e dei miei Libri - Ho letto molto poco negli ultimi tempi - L'esistenza ha sopraffatto i Libri. Oggi, ho ucciso un Fungo -").
Quella riportata sopra è la versione trascritta nei fascicoli.

Il fungo come simbolo della libertà dai consueti cicli della natura: appare improvvisamente, senza che niente, un fiore, un germoglio, ne faccia presagire lo spuntare, e quando lo cogliamo sembra che non lasci niente dietro di sé, come se fosse causa ed effetto di se stesso; sembra il trucco di un mago, che gioca con la natura senza svelare i suoi segreti, come una bolla che vediamo salire nell'acqua e poi svanire in superficie senza lasciare tracce. Per questo se vogliamo trovare in natura qualcosa di malleabile, perché non legato a niente, qualcosa da trattare con disprezzo, per lo stesso motivo, qualcuno che non abbia paura di mostrarsi eretico (o "iscariot" - "iscariota, traditore" - in un'altra versione) rispetto a quello che fanno tutti gli altri, allora non possiamo che rivolgerci a lui.